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La Liturgia di Domenica 8 Settembre 2019

8/9/2019

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XXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Alla fine dell'estate di riflessione, il Signore ci invita a farci due conti in tasca, per accorgerci che il nostro cuore ha bisogno di una pienezza che Dio solo può donare. Gesù non si propone come il fondatore di una religione ma come l'unico in grado di portarci a Dio e di vivere in pienezza.

Gesù, oggi, incalza e ci sfida: egli pretende di essere più di ogni affetto, più della gioia più grande (l'amore, la paternità, la maternità) che un uomo possa sperimentare. Amare lui di più significa che egli è in grado di darci più della più grande gioia che siamo in grado di vivere. Che presuntuoso questo Gesù! Davvero può donare una gioia più grande della più grande gioia che riusciamo a sperimentare? Può. Fratelli e sorelle come noi, non esaltati, non "strani", non diversi, hanno scoperto questa cosa, ci testimoniano che sì, il Signore è la pienezza della vita. E il cristianesimo ha scavalcato duemila anni di storia e di mediocrità dei propri fedeli perché (pochi) uomini e donne divorati dall'incontro con Cristo lo hanno reso credibile. Sì: è possibile incontrare il Cristo. Interiormente, nella preghiera, nel volto del fratello, per attimi. Eppure è possibile, nonostante i nostri evidenti limiti. Gesù è passione infinita, dono totale, pienezza, inquietudine. Egli è. Facciamoci bene i conti in tasca, allora, cercatori di Dio, calcoliamo attentamente su cosa stiamo investendo, cosa ci stimola e ci inquieta, ci distrae e ci smuove. Solo Dio può colmare la nostra inquietudine, lui solo riempire il desiderio di infinito che abita in ciascuno di noi.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, 
che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, 
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, 
perché a tutti i credenti in Cristo 
sia data la vera libertà e l’eredità eterna. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Oppure: 
O Dio, tu sai come a stento 
ci raffiguriamo le cose terrestri, 
e con quale maggiore fatica 
possiamo rintracciare quelle del cielo; 
donaci la sapienza del tuo Spirito, 
perché da veri discepoli 
portiamo la nostra croce ogni giorno 
dietro il Cristo tuo Figlio. 
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Sap 9,13-18)
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
​
Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

SECONDA LETTURA (Fm 1,9-10.12-17) 
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo. 

Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. 
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

VANGELO (Lc 14,25-33) 
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. 

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Preghiera dei fedeli

Dio conosce il limite e la caducità della creatura umana. Invochiamo da lui il dono della sapienza e la forza del suo Spirito. 
Preghiamo dicendo: Manda il tuo Spirito, Signore.

1. Perché la Chiesa riconosca la sua forza nel paradosso della croce e sappia portarla con Cristo ogni giorno. Preghiamo
2. Perché chi ha ruoli di governo e di autorità li eserciti per il bene comune in spirito di servizio. Preghiamo.
3. Perché tutti i cristiani vivano con coerenza la fedeltà alla Parola. Preghiamo.
4. Perché ognuno di noi operi per l’edificazione di un mondo più giusto e fraterno secondo il Vangelo. Preghiamo.

Padre Santo, apri il nostro cuore alla disponibilità al vangelo per essere più conformi al Figlio tuo e per testimoniare al mondo la bellezza dell’essere suoi discepoli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

ESEGESI di Padre Michelini
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