II DOMENICA DI NATALE - RITO ROMANO ===================================== Grado delle Celebrazioni: SOLENNITA' DOMENICALE Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO Il brano del vangelo di Giovanni che oggi abbiamo ascoltato è chiamato "prologo". Vi chiederete: "Che cos'è un prologo?". È una introduzione che serve a dare chiarezza a tutto il resto dell'opera. Per chi se ne intende di musica, è come la chiave di violino o la chiave di basso poste all'inizio del pentagramma che ci fanno capire come leggere le note, come suonarle, come cantarle. L'evangelista Giovanni scrive il suo vangelo quasi 70 anni dopo la morte di Gesù. La sua riflessione sul Maestro, sulla sua vita, è davvero intensa. Le parole, i gesti, la morte e resurrezione di Gesù, sono stati meditati a lungo e intensamente nel cuore del giovane apostolo, al punto tale che ne è scaturito questo capolavoro che è il suo vangelo. Egli lo imposta proprio come se fosse un grande processo fatto al Cristo: Gesù è la luce che viene processata dalle tenebre. Leggiamo insieme: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste". Pensate bambini, Giovanni inizia il suo vangelo con le stesse parole con cui inizia il libro della Genesi, il primo libro che troviamo nella Bibbia. Se noi apriamo la prima pagina di questo libro, troviamo scritto così: "In principio Dio creò il cielo e la terra". Sì, l'autore sacro vuole narrarci la creazione del mondo, come è scaturita la vita, le cose che ci circondano, l'uomo! E, per narrare questo inizio, usa un ritornello che mette sulla bocca del Creatore per ben dieci volte: "...e Dio disse", come a dirci che il mondo è stato creato con dieci Parole di Dio. Qui, il vangelo di Giovanni ci dice che all'inizio dei tempi c'e la Parola: questa Parola è presso Dio ed è allo stesso tempo Dio. Una Parola efficace perché ha realizzato dal nulla tutto ciò che esiste. Pensate che cosa bella... una parola che diventa fatto, una parola cioè che realizza ciò che dice. Quante parole diciamo noi durante tutta una giornata? Tante e tante. A volte forse anche troppe! E quante parole di quelle che diciamo diventano realtà, diventano fatti? Ma andiamo ancora avanti e ascoltate quanto ci dice san Giovanni: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta". È davvero una bella notizia quella che ci viene offerta! Questa Parola non solo realizza quanto dice, ma è la Vita, è la Luce. Luce che è così bella, forte, splendente da essere capace di risplendere anche nelle tenebre. Il buio, la notte, il male non riescono a nascondere, a soffocare, a vincere la luce che è Dio. Ora, l'autore del quarto vangelo ci parla di un personaggio che abbiamo conosciuto qualche domenica fa nel tempo di avvento. Ascoltiamo: "Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce". Vi ricordate? Ci sta parlando di Giovanni il battista che presenta come il testimone. Chi è il testimone? E' uno che ha visto, ha udito, uno che conosce bene le cose ed allora può dire, può raccontare, può testimoniare appunto. Giovanni è il testimone della luce, non è lui la luce ma è colui che indica la luce a tutti gli altri uomini. Ma il compito di Giovanni è un compito anche nostro: anche noi siamo chiamati ad essere testimoni di Gesù! Questo può accadere solo se ci lasciamo illuminare dalla luce, l'accogliamo, la riconosciamo come bene, come benedizione per noi. Non è facile perché, ci dice l'evangelista Giovanni, può succedere che questa luce, Dio che è nel mondo, non venga dal mondo riconosciuta... Ma è possibile che uno non riconosca ciò che vale, ciò che dona vita, ciò che è bello? Purtroppo può succedere! "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto". Voglio raccontarvi un fatto accaduto a una stazione della metropolitana di Washington, dove un grande e famoso violinista, Joshua Bell, ha suonato per 43 minuti di seguito in mezzo a passanti frettolosi che lo ignoravano. Eppure lui è un grande concertista che si esibisce nei più famosi teatri di tutto il mondo. Il violino con cui suonava era un violino prestigioso, uno Stradivari, costruito dal grande maestro liutaio nel 1713, del valore di quasi 4 milioni di dollari. Un talento completamente ignorato perché non era sotto i riflettori, ma suonava semplicemente tra la gente, senza farsi pagare, donando a tutti il suo genio e la sua arte... ma nessuno lo ha riconosciuto come tale. Gesù viene tra noi, uomo come noi, perché solo così può aiutarci a capire come possiamo essere uomini e donne secondo il progetto di Dio. Lui è il vero progetto del Padre. È l'uomo nuovo che ci insegna ad essere uomini secondo il sogno di Dio. E qual è questo sogno? E' che gli uomini vivano in comunione tra di loro, rispettando la natura, e in comunione con Dio. Gesù realizza questo progetto e ci insegna come metterlo in pratica: "A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". Essere figli di Dio non è frutto di parentela e non è neppure una volontà dell'uomo, ma è un dono per chi crede nel suo Nome. Credere nel nome di Gesù, significa credere che lui è il Salvatore. Con questo prologo Giovanni ci dice che Gesù è colui che, proprio perché il Figlio di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi, è capace di salvare il mondo con la sua vita donata per amore nostro. E noi? Noi vogliamo accogliere con gioia questa Luce, vogliamo essere "voce" come Giovanni Battista che ha testimoniato quello che ha visto e udito di Gesù. Buona domenica! LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente ed eterno, luce dei credenti, riempi della tua gloria il mondo intero, e rivelati a tutti i popoli nello splendore della tua verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Oppure: Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza incarnata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (Sir 24,1-4.12-16) La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto. La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti” . Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora». SALMO RESPONSORIALE (Sal 147) Rit: Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. SECONDA LETTURA (Ef 1,3-6.15-18) Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi. Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi. VANGELO (Gv 1,1-18) Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. ESEGESI di Padre Michelini |
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