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La Liturgia di Domenica 4 Ottobre 2015

3/10/2015

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XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
L'UOMO NON DIVIDA QUELLO CHE DIO HA CONGIUNTO

La prima lettura di questa domenica e il Santo Vangelo ci fanno comprendere la santità del matrimonio, così come è uscito dal Cuore di Dio. Prima di tutto, la prima lettura ci fa comprendere che il matrimonio non è una istituzione umana suscettibile di cambiamenti dettati dal volere dell'uomo, ma è di fondazione divina. Il matrimonio è stato istituito da Dio con la creazione della prima coppia, di Adamo ed Eva. Il testo della Genesi dice espressamente: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Gen 2,18). Inoltre dice: «Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne» (Gen 2,24). Queste parole significano che lo sposo e la sposa sono una sola cosa, sono un'unità inscindibile; esse significano inoltre che gli sposi sono tra di loro complementari: uno completa l'altra, e viceversa.

Il Vangelo prosegue l'insegnamento della prima lettura. Rispondendo alle insidiose domande dei farisei, i quali cercavano di coglierlo in fallo, Gesù rispose che ai tempi di Mosè Dio permise il ripudio della moglie a causa della durezza del loro cuore, ma che all'inizio della creazione non era così. Quindi Gesù cita il brano della Genesi che abbiamo letto prima e conclude in questo modo: «Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (Mc 10,9). Sono parole molto chiare che ribadiscono che nessuna istituzione umana può sciogliere un matrimonio. A questo proposito spesso si fa molta confusione dicendo che la Sacra Rota di fatto scioglie i matrimoni. Ciò non è esatto. Né la Sacra Rota e nemmeno il Papa possono sciogliere un matrimonio. La Sacra Rota, in seguito a una accurata indagine, sulla base di testimonianze giurate, dichiara se quel matrimonio esiste o se, agli occhi di Dio, non c'è mai stato; e, in questo secondo caso non lo annulla, ma lo dichiara nullo, ovvero mai esistito. Infatti, se mancano dei requisiti che gli sposi devono avere quando si presentano davanti all'altare, quel matrimonio non esiste. Solo la morte scioglie un matrimonio validamente celebrato e, in questo caso, uno si può risposare.

La famiglia è la cellula della società: se essa è malata, anche la società sarà in crisi. Ai giorni d'oggi la famiglia voluta da Dio, quella autentica, è minacciata dal divorzio e da altre forme di convivenza che si allontanano anni luce dal volere del Creatore. Per comprendere il matrimonio dobbiamo guardare alla vita di quei cristiani che si sono santificati per mezzo del vincolo coniugale. Tra questi Santi cristiani ci furono i beati Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, marito e moglie, lui siciliano e lei toscana, vissuti a Roma.

Non è certo possibile riassumere in poche parole la loro straordinaria vicenda umana e spirituale. La loro esistenza di sposi fu un cammino di santità, un andare insieme verso Dio. Si amarono di vero cuore, mettendo Gesù al primo posto nella loro vita. Il loro segreto fu la preghiera. Ogni mattina si recavano a Messa insieme alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Maria Corsini ricordava che, usciti di chiesa, lo sposo le dava il "buon-giorno", come se la giornata soltanto allora avesse il ragionevole inizio. Verso sera recitavano insieme il Santo Rosario, erano assidui all'adorazione eucaristica e la loro famiglia era consacrata al Sacro Cuore di Gesù solennemente intronizzato al posto d'onore nella sala da pranzo.

Nel 1917 divennero terziari francescani e nel corso della loro vita non mancarono mai di accompagnare gli ammalati, secondo le loro possibilità, a Loreto e a Lourdes col treno dell'UNITALSI, lui come barelliere, lei come infermiera. Il loro esempio, la loro profonda vita di fede, la pratica quotidiana della preghiera in famiglia, ebbero di certo i propri effetti sui figli, che si sentirono tutti e quattro chiamati dal Signore alla vita consacrata. E ciò non senza ragione, perché «la famiglia che è aperta ai valori spirituali, che serve i fratelli nella gioia, che adempie con generosa fedeltà i suoi compiti ed è consapevole della sua quotidiana partecipazione al mistero della Croce gloriosa di Cristo, diventa il primo e il miglior seminario della vocazione alla vita di consacrazione al Regno di Dio», come giustamente ha sostenuto il papa Giovanni Paolo II.

Nel progetto di Dio il matrimonio è vocazione alla santità e offre tutti i mezzi per raggiungerla. E il segreto per vivere bene questa vocazione è dato dalla preghiera e dal saper affrontare gli inevitabili sacrifici della vita, per amore di Dio e per amore della famiglia.

LETTURE DELLA DOMENICA
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​Colletta
O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

Oppure:  
Dio, che hai creato l’uomo e la donna, perché i due siano una vita sola, principio dell’armonia libera e necessaria che si realizza nell’amore; per opera del tuo Spirito riporta i figli di Adamo alla santità delle prime origini, e dona loro un cuore fedele, perché nessun potere umano osi dividere ciò che tu stesso hai unito.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo....

PRIMA LETTURA (Gen 2,18-24)
I due saranno un’unica carne.

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». 
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. 
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. 
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.
​
SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit. Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.    

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.    

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion. 

Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!

SECONDA LETTURA (Eb 2,9-11)
Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.

Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. 
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.

VANGELO (Mc 10,2-16)
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Forma breve 
(Mc 10, 2-12)
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

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