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La Liturgia di Domenica 4 Febbraio 2018

2/2/2018

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V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
LA GIORNATA DEL MESSIA

È Marco ad accompagnare, quest'anno, la nostra riflessione.
È lui l primo ad avere scritto un Vangelo, probabilmente dietro la poderosa spinta di Pietro.
Ed ha iniziato, come ricorderete, parlandoci della prima guarigione operata da Gesù: un indemoniato all'interno della sinagoga. Per ricordare alla sua comunità, e a noi, che la prima guarigione che siamo chiamati ad operare si svolge all'interno della Chiesa.
Siamo chiamati a superare una visione demoniaca della fede che considera Gesù un avversario che non c'entra nulla con la nostra vita. Una fede fatta solo di conoscenza e non di esperienza.
Non è sufficiente stare nella sinagoga. Anzi.
Nella nuova logica di Dio è la casa il luogo dell'incontro.

In casa di Simone
Gesù esce dalla sinagoga ed entra nella casa di Simone dove guarisce sua suocera che si mette a servire di discepolo. Dalla sinagoga alla casa: è questo il movimento che sperimenterà la comunità cristiana, la contrapposizione che si crea con la nuova fede.
L'incontro con Dio non avviene più in un luogo sacro, pubblico e solenne in cui matura l'incomprensione ma nel luogo famigliare e intimo che accoglie.
E in questa casa Marco usa due verbi centrali: sorgere e servire.
La suocera di Pietro sorge, ormai guarita.
Un verbo che senz'altro fa riferimento alla resurrezione e insieme indica il cammino che deve compiere il discepolo durante l'assemblea che si fa in una casa: risorgere per mettersi a servizio.
Gesù è colui che fa risorgere, il discepolo è colui che si mette a servizio, dopo essere stato guarito. È la conversione che siamo chiamati ad operare: da una visione della fede "sacrale" ad una quotidiana, da una fede solo di culto ad una di azione e si servizio.
La missione nasce dalla consapevolezza di avere qualcosa da donare, la Chiesa è una comunità di guariti e riconciliati che sanno guarire e riconciliare.

Sulla soglia
Dopo la guarigione della suocera di Pietro, Marco di parla di un Gesù che esce anche di casa, sul cortile, fermandosi sulla soglia. D nuovo un luogo di confine.
È il passaggio che siamo chiamati a fare: dalla sinagoga alla casa che accoglie il Maestro.
Una casa da cui uscire per incontrare il mondo dolente sulla soglia.
Il movimento descritto da Marco è palpabile; sinagoga, casa, soglia.
Su questa soglia si concentra il ministero di Gesù e Marco usa l'iperbole: ora sono tutti gli ammalati e molti indemoniati a venire.
La soglia, il confine, diventa il luogo dell'incontro, il vero luogo dell'evangelizzazione.
Anche noi siamo chiamati ad uscire dalla visione della fede come di un rifugio sicuro per confrontarci col mondo reale.

Di notte
La giornata del Maestro, intensa e frenetica, non è finita: la scena è spostata di notte e Gesù esce a pregare.
La preghiera è il segreto di Gesù; è il prolungato e notturno colloquio col Padre che gli dona la forza di farsi carico di tutta la sofferenza che lo circonda, di affrontare le incomprensioni e le fatiche della sua vita apostolica. Anzi, più la situazione si ingarbuglia, più la sua fama cresce, più gli impegni si moltiplicano e più tempo Gesù dedica a questa preziosa attività.
Purtroppo, però (o per fortuna?) nulla sappiamo della sua segreta preghiera notturna, non un manuale, non un libretto di istruzioni. E allora naufraghiamo, un po' smarriti, un po' amareggiati. Intendiamoci, amici: chi ha una bella vita di preghiera smetta di leggere, non si turbi.
Ma chi, come me, fatica a pregare, si perde appena inizia a recitare una formula, abbia la pazienza di leggere.
La preghiera non è una lista di richieste a Dio, la preghiera non è uno sforzo che ci imponiamo al fine di dirci ancora discepoli, la preghiera non è necessariamente legata la desiderio e alle voglie... La preghiera, ci suggerisce Gesù, è un misterioso e intimo incontro con l'assoluto di Dio, è il silenzio che invade il cuore e ci dona la capacità di leggere la nostra vita e la storia.
All'inizio è difficile, certo: si ha l'impressione di parlare con un muro, ci si sente ridicoli.

Forzature
L'arrivo di Simone ribalta nuovamente la prospettiva, la sua richiesta è un vero e proprio rimprovero, ha una valenza assolutamente negativa.
Simone è scocciato: tutti stanno cercando il Maestro, per quale ragione si fa desiderare?
Gesù non raccoglie la provocazione e rilancia: andranno da un'altra parte.
Se è vero che tutti cercano Gesù, bisogna stare attenti a non chiudere l'orizzonte di riferimento di Dio. Gesù svela la missione che non si chiude a Cafarnao e allarga gli orizzonti.
Il rischio di Pietro e degli abitanti di Cafarnao, e il nostro è quello di possedere Dio per sé, dal chiuderlo nel recinto sacro.
Simone è chiamato a ridefinire la propria missione: non possediamo Dio, mai, non possiamo chiuderlo in un luogo. Egli appartiene al mondo, siamo noi a dover uscire!
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà  
la tua famiglia, Signore,  
e poiché unico fondamento della nostra speranza  
è la grazia che viene da te  
aiutaci sempre con la tua protezione.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, che nel tuo amore di Padre  
ti accosti alla sofferenza di tutti gli uomini  
e li unisci alla Pasqua del tuo Figlio,  
rendici puri e forti nelle prove,  
perché sull’esempio di Cristo  
impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore,  
illuminati dalla speranza che ci salva.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gb 7,1-4.6-7)
Notti di affanno mi sono state assegnate.

Giobbe parlò e disse: 
«L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
così a me sono toccati mesi d’illusione
e notti di affanno mi sono state assegnate.
Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”.
La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
I miei giorni scorrono più veloci d’una spola,
svaniscono senza un filo di speranza.
Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene». 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 146)
Rit: Risanaci, Signore, Dio della vita.

È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.    

Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.

SECONDA LETTURA (1Cor 9,16-19.22-23) 
Guai a me se non annuncio il Vangelo. 

Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! 
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.

VANGELO (Mc 1,29-39) 
Guarì molti che erano affetti da varie malattie. 

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, presentiamo a Dio le sofferenze dell'umanità intera. La nostra comunità si renda interprete del grido che si innalza da ogni parte della terra e chiede salvezza e sollievo per ogni uomo che è nel dolore. 
Preghiamo insieme e diciamo: Guarisci il nostro cuore, o Signore!

1. Per la Chiesa di Dio: sappia denunciare con coraggio le violenze e le situazioni di sofferenza dell'umanità, ed essere segno di speranza per tutti gli innocenti e le vittime del male, preghiamo.
2. Per coloro che per professione o per scelta di volontariato sono vicini a chi soffre: facciano loro lo stile di vicinanza e solidarietà del Signore Gesù, preghiamo.
3. Per tutti gli uomini, e per gli organismi internazionali: si trovino concordi nel combattere con ogni mezzo le cause profonde della povertà, delle violenze, degli odi e delle discriminazioni, preghiamo.
4. Per la nostra comunità cristiana: sia disponibile a sostenere le fatiche e i dolori degli anziani e dei malati, con una vicinanza sia spirituale che materiale, preghiamo.

Signore, tu ti sei fatto uomo e hai preso su di te le nostre infermità. Sii il nostro sostegno e la nostra forza nel momento del dolore e rendici sensibili alle sofferenze di tanti nostri fratelli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
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