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La Liturgia di Domenica 31 Maggio 2020

31/5/2020

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PENTECOSTE - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: ROSSO
COMMENTO AL VANGELO
PENTECOSTE

È avvenuta la consegna, il risorto ha chiesto ai discepoli di annunciarlo a partire dalla Galilea delle genti, sapendo che egli è con noi per sempre.
È iniziato il tempo della Chiesa: siamo noi, ora, a rendere visibile il Regno, in attesa del ritorno glorioso del Signore nella pienezza dei tempi.
Ma sentiamo il peso di questo incarico, l'insufficienza della nostra fede, la fragilità del nostro annuncio. No, non scherziamo, non siamo capaci di rendere presente il Signore, abbiamo bisogno di un aiuto, di un soccorritore.
Abbiamo bisogno dello Spirito Santo.

Shevuot
Shevuot, la festa della mietitura, Pentecoste per i fedeli greci che ricordano la sua celebrazione cinquanta giorni dopo Pesah, era una festa agricola che, col passare dei secoli, era stata arricchita da un'altra interpretazione: in quel giorno si ricordava il dono della Torah sul monte Sinai.
Israele era molto fiero della Legge che Dio gli aveva consegnato; pur essendo il più piccolo fra i popoli, era stato scelto per testimoniare al mondo il vero volto del misericordioso.
Proprio il quel giorno, e non casualmente, Luca situa la discesa dello Spirito Santo. Spirito che era già stato donato, dalla croce e il giorno di Pasqua. Perché ripetere questa effusione? Perché quel giorno?
Luca vuole dire ai discepoli che la nuova Legge è un movimento dello Spirito, una luce interiore che illumina il nostro volto e quello di Dio! Gesù non aggiunge precetti ai tanti (troppi!) presenti nella Legge orale, ma li semplifica, li riduce, li porta all'essenziale.
Un solo precetto, quello dell'amore, è richiesto ai discepoli.
Fantastico, grazie Gesù!
Ma cosa significa amare nelle situazioni concrete?
Ecco che lo Spirito ci viene in soccorso. Gesù non dona delle nuove tavole, cambia il modo di vederle, ci cambia il cuore, radicalmente.

Tuoni, nubi, fuoco, vento.
Luca descrive l'evento rimandando esplicitamente alla teofania di Dio sul monte Sinai: i tuoni, le nubi, il fuoco, il vento sono elementi che descrivono la solennità dell'evento e la presenza di Dio ma che possono anche essere riletti in una chiave spirituale.
Lo Spirito è tuono e terremoto: ci scuote nel profondo, scardina le nostre presunte certezze, ci obbliga a superare i luoghi comuni sulla fede (e sul cristianesimo!).
Lo Spirito è nube: la nebbia ci costringe a fidarci di qualcuno che ci conduce per non perdere la strada della verità.
Lo Spirito è fuoco che riscalda i nostri cuori e illumina i nostri passi.
Lo Spirito è vento: siamo noi a dover orientare le vele per raccogliere la sua spinta e attraversare il mare della vita!
Lo Spirito diventa l'anti-babele: se l'arroganza degli uomini ha portato alla confusione delle lingue, a non capirsi più, la presenza dello Spirito ci fa udire un solo linguaggio, una sola voce.
Invochiamo lo Spirito quando non ci capiamo in famiglia, in parrocchia, sul lavoro. Invochiamolo quando non riusciamo a spiegarci.
Lo Spirito fa diventare i pavidi apostoli dei formidabili evangelizzatori: ora non hanno più paura e osano, vanno oltre, dicono senza timore la loro fede e la loro speranza.
È la pentecoste: la Chiesa si inebria e diventa missionaria.

Lo Spirito
Lo Spirito è presenza d'amore della Trinità, ultimo dono di Gesù agli apostoli, invocato da Gesù come vivificatore, consolatore, ricordatore, avvocato difensore, invocato con tenerezza e forza dai nostri fratelli cristiani d'oriente.
Senza lo Spirito saremmo morti, esanimi, spenti, non credenti, tristi.
Lo Spirito, discreto, impalpabile, indescrivibile, è la chiave di volta della nostra fede, ciò che unisce tutto.
Lo Spirito, già ricevuto da ciascuno nel Battesimo, è colui che ci rende presente qui e ora il Signore Gesù. Colui che ci permette di accorgerci della sua presenza, che orienta i nostri passo a incrociare i suoi.
Siete soli? Avete l'impressione che la vostra vita sia una barca che fa acqua da tutte le parti? Vi sentite incompresi o feriti?
Invocate lo Spirito che è Consolatore che con-sola, fa compagnia a chi è solo.
Ascoltate la Parola e faticate a credere, a fare il salto definitivo?
Invocate lo Spirito che è Vivificatore, rende la vostra fede schietta e vivace come quella dei grandi santi.
Fate fatica a iniettare Gesù nelle vene della vostra quotidianità, preferendo tenerlo in uno scaffale bello stirato da tirare fuori di domenica?
Invocate lo Spirito che ci ricorda ciò che Gesù ha fatto per noi.
Siete rosi dai sensi di colpa, la vita vi ha chiesto un prezzo alto da pagare? La parte oscura della vostra vita vi ossessiona?
Invocate l'avvocato difensore, il Paracleto, che si mette alla nostra destra e sostiene le nostre ragioni di fronte ad ogni accusa.
Così gli apostoli hanno dovuto essere abitati dallo Spirito, che li ha rivoltati come un calzino, per essere finalmente, definitivamente, annunciatori e, allora, solo allora, hanno iniziato a capire, a ricordare col cuore.
Se avete sentito il cuore scoppiare, ascoltando la Parola, state tranquilli: c'era lo Spirito che, finalmente, era riuscito a forzare la serratura del vostro cuore e della vostra incredulità!
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che nel mistero della Pentecoste  
santifichi la tua Chiesa  
in ogni popolo e nazione,  
diffondi sino ai confini della terra  
i doni dello Spirito Santo,  
e continua oggi, nella comunità dei credenti,  
i prodigi che hai operato  
agli inizi della predicazione del Vangelo.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 2,1-11)
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 103)
Rit. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

SECONDA LETTURA (1Cor 12,3-7.12-13)
Noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo.

Fratelli, nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune. 
Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce. 

Vieni, padre dei poveri, 
vieni, datore dei doni, 
vieni, luce dei cuori. 

Consolatore perfetto, 
ospite dolce dell'anima, 
dolcissimo sollievo. 

Nella fatica, riposo, 
nella calura, riparo, 
nel pianto, conforto. 

O luce beatissima, 
invadi nell'intimo 
il cuore dei tuoi fedeli. 

Senza la tua forza, 
nulla è nell'uomo, 
nulla senza colpa. 

Lava ciò che è sórdido, 
bagna ciò che è árido, 
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido, 
scalda ciò che è gelido, 
drizza ciò che è sviato. 

Dona ai tuoi fedeli, 
che solo in te confidano 
i tuoi santi doni. 

Dona virtù e premio, 
dona morte santa, 
dona gioia eterna. 

VANGELO (Gv 20,19-23)
Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi.

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
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