SS. FAMIGLIA DI GESU', MARIA E GIUSEPPE - C - RITO ROMANO Grado della Celebrazione: Domenica Colore liturgico: Bianco COMMENTO AL VANGELO ESEMPIO E' proprio l'origine recente della festa odierna istituita da Leone XIII solo poco più di un secolo fa a rivelarne la finalità che era quella di proporre la Santa Famiglia di Nazareth a modello delle famiglie cristiane, nel tentativo di salvaguardare le caratteristiche fondamentali della famiglia patriarcale che si stava disgregando per l'incalzare di nuovi valori e nuovi stili di vita. A distanza di un secolo bisogna riconoscere che la crisi del modello familiare tradizionale è andata ben oltre le previsioni confermando in pieno i timori di allora, ma non si può negare che la tenuta e capacità di adattamento di questa fondamentale istituzione umana sia stata superiore alle aspettative e continui ad esserlo nonostante le enormi difficoltà in cui si dibatte e le tremende sfide che l'attendono. In questo contesto, ha ancora senso celebrare oggi la festa della Santa Famiglia? Molto più che i cristiani si trovano davanti una coppia assolutamente singolare - una madre vergine e un padre "putativo"! - e perciò inimitabile; che se poi in un ambito familiare già così originale di suo, fa irruzione la imprevedibilità di un figlio che non legittima nessuno dei ruoli tradizionali, ma li reinterpreta in modo nuovo, creativo e sconcertante, allora il dubbio è ancora maggiore. In realtà forse lo scopo della festa odierna non è consacrare un modello particolare di comunità familiare e nemmeno proporre all'imitazione dei cristiani quello interpretato dalla famiglia di Nazareth: una breve, ma attenta lettura del Vangelo di oggi consente di cogliere un possibile significato di questa festività. Che lo smarrimento e il successivo ritrovamento di Gesù siano raccontati dal Vangelo in modi singolari, non ci vuole molto a capirlo: come possono due bravi genitori non accorgersi della sparizione del loro ragazzo se non dopo un'intera giornata? E un bravo figlio come Gesù dare una risposta a dir poco inopportuna all'ansia e alle preoccupazioni dei suoi? Sono proprio questi dettagli ad indicarci la direzione da prendere: S. Luca interpreta un fatto realmente accaduto, cioè lo smarrimento e il ritrovamento del dodicenne Gesù, come un anticipo di quello che accadrà allo stesso una ventina di anni dopo. Anche allora Gesù andrà a Gerusalemme per la Pasqua, ma sarà la sua Pasqua, quella definitiva, celebrata da Lui sulla croce. Condannato a morte e crocifisso proprio per aver compiuto la volontà del Padre suo, risulterà perduto per la sua nuova famiglia, la comunità dei suoi discepoli; ma anche allora sarà ritrovato dopo tre giorni, risorto e vivente per sempre. La strana risposta del ragazzo ai genitori (perché mi cercavate?) assomiglia in modo impressionante alla risposta dell'angelo alle donne: "perché cercate fra i morti colui che è vivo?", mentre il pianto di queste ultime richiama l'ansia dei genitori che credono di averlo perduto. Il ragazzo ritrovato nel tempio fra i dottori è l'immagine di Gesù vincitore del peccato e della morte che rivela il mistero di una sapienza divina così grande da costringere anche i più fieri oppositori (farisei, dottori della legge) al suo riconoscimento. E' evidente che Luca interpreta "l'incidente" del primo pellegrinaggio di Gesù come un segno, leggendolo alla luce del fatto centrale della fede cristiana, la morte e risurrezione del Signore. Perciò da una parte la festività odierna riconferma le tradizionali, ma fondamentali certezze: l'unico Dio non è solo, ma è è Trinità, cioè "famiglia"; la sua venuta fra noi avviene attraverso una famiglia che per la fede e l'amore è diventata la più trasparente immagine del modello divino; la dignità di ogni famiglia umana è fuori discussione e i tentativi di negarla sono destinati a fallimento. Dall'altra questa festività offre alle famiglie del nostro tempo assediate da problemi di ogni tipo e spesso afflitte da crisi di ogni genere, quel formidabile criterio di interpretazione della loro vita che è la vicenda storica di Gesù, la sua morte e risurrezione. Il Vangelo di oggi ci annuncia infatti che alla luce della fede la perdita può diventare inizio di un nuovo e definitivo ritrovamento; che nel non-senso di tante storie familiari spesso si nasconde la rivelazione di un significato nuovo; che persino nelle crisi più profonde Dio è pazientemente, ma tenacemente al lavoro per la loro soluzione. LITURGIA DELLA PAROLA Il Natale ci ha già mostrato la Sacra Famiglia raccolta nella grotta di Betlemme, ma oggi siamo invitati a contemplarla nella casetta di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il fanciullo Gesù. Possiamo immaginarla facilmente (gli artisti l’hanno fatto spesso) in mille situazioni e atteggiamenti, mettendo in primo piano o la Vergine santa accanto al suo Bambino, o il buon san Giuseppe nella bottega di falegname dove il fanciullo impara anche il lavoro umano, giocando. Ma possiamo anche intuire l’avvenimento immenso che a Nazareth si compie: poter amare Dio e amare il prossimo con un unico indivisibile gesto! Per Maria e Giuseppe, infatti, il Bambino è assieme il loro Dio e il loro prossimo più caro. Fu dunque a Nazareth che gli atti più sacri (pregare, dialogare con Dio, ascoltare la sua Parola, entrare in comunione con Lui) coincisero con le normali espressioni colloquiali che ogni mamma e ogni papà rivolgono al loro bambino. Fu a Nazareth che gli «atti di culto dovuti a Dio» (quelli stessi che intanto venivano celebrati nel grandioso tempio di Gerusalemme) coincisero con le normali cure con cui Maria vestiva il Bambino Gesù, lo lavava, lo nutriva, assecondava i suoi giochi. Fu allora che cominciò la storia di tutte le famiglie cristiane, per le quali tutto (gli affetti, gli avvenimenti, la materia del vivere) può essere vissuto come sacramento: segno reale e anticipazione di un amore Infinito. Colletta O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta O Dio, nostro creatore e Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio, generato prima dell’aurora del mondo, divenisse membro dell’umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono e il mistero della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (1Sam 1,20-22.24-28) Samuele per tutti i giorni della sua vita è richiesto per il Signore. Dal primo libro di Samuèle Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre». Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 83) Rit: Beato chi abita nella tua casa, Signore. Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi. Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore. Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe. Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato. SECONDA LETTURA (1Gv 3,1-2.21-24) Siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato. Parola di Dio Canto al Vangelo (At 16,14) Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo. Alleluia. VANGELO (Lc 2,41-52) Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri. + Dal Vangelo secondo Luca I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore Preghiera dei fedeli Come la Santa Famiglia anche le nostre vivono delle difficoltà e percorrono un silenzioso cammino che coltiva profondi legami d’amore; l’origine di questa perseveranza e di questa ricchezza, Signore, non puoi che essere Tu. Preghiamo insieme e diciamo: Signore entra nelle nostre case. 1. Perché ogni famiglia sappia condividere le sua ricchezza d’amore con altri, e dagli altri venga aiutata nelle difficoltà. Preghiamo. 2. Perché gli effetti della venuta di Gesù nel mondo non siano relegati a una festa, ma modifichino la nostra vita di tutti i giorni. Preghiamo. 3. Perché le figure evangeliche di Giuseppe e Maria siano riferimento per il cammino spirituale degli uomini e delle donne di ogni tempo. Preghiamo. 4. Perché la volontà di servirti sia all’origine del desiderio di migliorare il mondo in cui viviamo. Preghiamo. O Padre, aiutaci a lasciarti entrare nella realtà che viviamo ogni giorno e a non confinarti nei ristretti spazi delle nostre pie emozioni. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. |
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