MESE DEDICATO AGLI ANGELI
CHI SONO GLI ANGELI
Gli Angeli sono puri spiriti creati da Dio per formare la sua corte celeste ed essere gli esecutori dei suoi ordini. Una parte di essi prevaricò, ribellandosi a Dio e diventarono demoni. Dio affidò agli Angeli buoni la custodia della Chiesa, delle nazioni, della città. Anche ogni anima ha il suo Angelo Custode. Le Milizie celesti ricorrono Cristo come loro Re e Maria Santissima come loro Regina, felici di essere gli esecutori solleciti e fedeli dei loro ordini e di prodigarsi nella difesa e nel soccorso dei loro servi e devoti. Nostri doveri verso di essi.
Dobbiamo venerare tutti gli Angeli come nostri fratelli maggiori e come nostri futuri compagni in Cielo: imitare la loro obbedienza, purezza e amor di Dio. In particolare dobbiamo esser devoti dell'Angelo Custode: di colui alle cui cure la bontà di Dio ci ha affidati. A Lui dobbiamo rispetto per la sua presenza, amore e gratitudine per la sua benevolenza, confidenza, per la cura sapiente, potente, paziente e amorosa che ha di noi.
INVOCAZIONE AGLI ANGELI CUSTODI
Assisteteci, Angeli custodi, soccorso nel bisogno, conforto nella disperazione, luce nelle tenebre, protettori nei pericoli, ispiratori di buoni pensieri, intercessori presso Dio, scudi che respingono il nemico malvagio, compagni fedeli, amici verissimi, prudenti consiglieri, specchi d’umiltà e purezza. Assisteteci, Angeli delle nostre famiglie, Angeli dei nostri figli, Angelo della nostra parrocchia, Angelo della nostra città, Angelo del nostro paese, Angeli della Chiesa, Angeli dell’universo.
Amen.
XXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO =================================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO di Luca Rubin Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Dopo tante lezioni, ne inizia una davvero difficile, anzi, la più difficile che sia mai esistita. In realtà il testo greco non mette Gesù in cattedra a spiegare, bensì afferma che "iniziò a mostrare", a svelare, a rivelare. Non si tratta di una spiegazione nozionistica, e non è neppure il passaggio di un contenuto morale o di una regola di vita. La durissima lezione che Gesù inizia è più profonda e coinvolgente, soprattutto è una lezione terribilmente concreta, fatta di carne e di sangue, di scontro, di dolore, di morte. Tutto parte da un viaggio, o meglio il suo punto di arrivo: Gerusalemme, dove il Maestro DEVE andare. Se altre volte ha evitato lo scontro, questa volta gli va incontro, cercando di dire ai suoi discepoli l'indicibile, mettendosi in viaggio e affrontando l'indesiderato. Soffrire molto: anche qui il testo originale riporta un concetto più profondo: Gesù va a Gerusalemme, dove "sarà molto sensibile", altro modo per indicare il dolore. Gesù è vulnerabile, a tutti i livelli, esattamente come lo è ogni essere umano. Questa vulnerabilità diventerà totale abbassamento, e il Figlio di Dio ne rimarrà schiacciato e annullato. Gesù parla anche di resurrezione, ma possiamo ben immaginare come l'attenzione dei suoi sia sul mistero del dolore e della morte, e infatti Pietro reagisce subito in malo modo: Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Gesù a proprio uso e consumo. A Pietro non importa nulla della lezione di Gesù, e lo prende in disparte, cioè lo vuole portare sulla strada che lui, Pietro reputa giusta, in sintesi: lo vuole far rinsavire, perché questa lezione non ha proprio senso, non collima con l'idea che Pietro ha in testa, e allora la combatte. Infatti, il rimprovero di Pietro ha, in origine, il significato di "attribuire il giusto peso", pesare bene, stabilire qual è la cosa migliore da fare; chi rimprovera desidera correggere qualcuno, perché evidentemente sbaglia. Pietro non accoglie ma impone la sua idea, e usa un'espressione estrema: "Dio non lo voglia", uno scongiuro usato solo due volte in tutta la Bibbia, ma con due significati opposti: in questa situazione Pietro impone a Gesù di stare lontano da una possibilità simile, mentre nella lettera agli Ebrei viene detto: "Perché io perdonerò le loro iniquità", (Eb 8,12), Dio che si fa vicino e prossimo. La parola è la stessa, dipende come viene usata, abusandone oppure accogliendo anche ciò che non capisco. Anche Gesù si oppone. Per svegliarlo, Gesù chiama Pietro "Satana", cioè divisore. Pietro divide il Figlio dal Padre, lo rende orfano. Inoltre questo atteggiamento di Pietro fa inciampare Gesù: lo scandalo è un ostacolo al cammino, e Pietro vuole proprio fare questo, deviare il cammino di Gesù e impedirgli di recarsi a Gerusalemme. Ma c'è dell'altro: Gesù dice a Pietro che "non pensi secondo Dio": non è solo avere un'idea in testa, il pensiero a cui Gesù fa riferimento è un'opinione personale che si concretizza in azione. Pietro divide, impedisce il cammino, pensa solo a se stesso. Questa risposta di Gesù a Pietro è un ottimo esame di coscienza, per capire dove sono diretto, per fare un test al mio pensiero e alle azioni conseguenti, perché trovarsi fuori strada, come Pietro, è un attimo. Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Alle tre azioni di Pietro, Gesù contrappone le tre azioni di chi desidera seguirlo:
Il Figlio dell’ uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. La conclusione sfocia nel mistero di Dio, e possiamo cogliere due luci: Gesù restituisce, paga, non è un sostenitore del "volontariato per non avere spese". Gesù paga e paga bene, e lo fa con un criterio: paga secondo le azioni, non quelle della Borsa ovviamente. Le azioni sono riportate nel testo greco come la prassi, nella concretezza della vita di ogni giorno. Vuoi sapere come paga Dio? Guarda cosa passa nella tua mente e nel tuo cuore, ma ancora di più guarda cosa fanno le tue mani, cosa trattengono, cosa donano, come accolgono, come amano. Una lezione difficile contiene la password della tua realizzazione e quindi la tua felicità. Conviene fortemente tuffarsi in questa impresa: i risultati non si faranno attendere. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente, unica fonte di ogni dono perfetto, infondi nei nostri cuori l'amore per il tuo nome, accresci la nostra dedizione a te, fa' maturare ogni germe di bene e custodiscilo con vigile cura. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.ù oppure: Colletta (Anno A) O Padre, che guardi con amore ai tuoi figli, ispiraci pensieri secondo il tuo cuore, perché non ci conformiamo alla mentalità di questo mondo, ma, seguendo le orme di Cristo, scegliamo sempre le vie che accrescono la vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - Ger 20,7-9 La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. SALMO RESPONSORIALE - Sal 62 Rit. Ha sete di te, Signore, l’anima mia O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. Rit. Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode. Rit. Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. Rit. Quando penso a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia: la tua destra mi sostiene. Rit. SECONDA LETTURA - Rm 12,1-2 Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. VANGELO - Mt 16,21-27 Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni». |