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La Liturgia di Domenica 3 Marzo 2024

3/3/2024

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III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
di don Gianni Feltrin
“Si avvicinava la Pasqua dei giudei”: la festa  che Israele celebrava ogni anno nel plenilunio di primavera, come memoriale dell’Esodo dall’Egitto, l’intervento di Dio che ha creato il suo popolo santo. Gesù, salito a Gerusalemme in occasione di questa festa, entra nel tempio, il luogo dell’incontro con Dio, della sua Presenza, ma constata che da luogo di culto a Dio, è diventato luogo commerciale, mercato dove regna l’idolo del denaro. Il luogo riservato ai “gentili”, perché potessero avvicinarsi e cercare il Dio vivente, era diventato luogo per arricchirsi economicamente da parte di Caifa, dei sacerdoti e degli inservienti del tempio, dalle offerte dei fedeli e dall’acquisto delle vittime per i sacrifici (buoi per i ricchi, pecore, colombe per i poveri). Com’era possibile tale perversione? 

Come avevano fatto i profeti, Gesù denuncia il culto perverso con un gesto fortemente polemico, non certo per abolirlo, ma per purificarlo. Era, infatti diventato un culto non gradito a Dio, in quanto opprimeva i poveri. I profeti avevano ricordato continuamente che il culto non è solo adorazione, è anche missione e conversione. L’elemento essenziale del culto al tempio era l’ascolto della Parola, e questa impegna la vita. Nel tempio si incontra il Dio vivente: non un Dio chiuso nel tempio e preoccupato di sé, ma un Dio interessato a ciò che succede fuori.

L’evangelista, parlando della situazione vigente nell’Antica Alleanza, dà il senso del nuovo che ha come centro Gesù, “nuovo tempio”, cioè nuovo luogo d’incontro con Dio. Il tempio deve ritornare ad essere la casa del Padre. Per la prima volta Gesù si presenta come il “Figlio” che sostiene e difende i diritti di Dio suo Padre. Quel luogo di mercato deve essere distrutto e rifatto, per diventare la casa del Padre.

La tenerezza e la dolcezza di Gesù si trasformano in determinazione, forza, coraggio. Gesù si prepara una frusta e attraversa la spianata del tempio come un torrente impetuoso, travolgendo uomini, animali, tavoli, monete e gridando che Dio vuole misericordia e non sacrifici. Ora è il sacrificio di Dio all’uomo che prende il posto dei tanti sacrifici degli uomini a Dio. Il gesto di Gesù interroga anche tutti noi a non fare mercato della fede. Con Dio non esiste la legge scadente della compravendita, la logica del baratto dove diamo a Dio qualcosa (una Messa, un’offerta, una candela, una preghiera, una rinuncia), perché Lui dia qualcosa a noi: qualche favore in cambio. Se facciamo così, se crediamo di coinvolgere Dio in questo gioco mercantile, siamo solo dei cambiamonete. E Gesù rovescia anche il nostro tavolo: Dio non si compra e non si vende, è di tutti.   Noi siamo salvi perché riceviamo. È offensivo nei confronti di Dio pensare: io ti do preghiere e offerte, tu mi dai lunga vita, fortuna e salute. Purtroppo respiriamo le leggi dell’economia dove il bene il male è determinato dal denaro: più denaro è bene, meno denaro è male.

È solo nel dare e ricevere amore che si pesa la felicità della vita. Ai Giudei che gli domandano quale segno ci mostri, per fare così? Gesù risponde che la vera casa di Dio è il suo corpo: Lui morto e risorto. Gesù è il vero tempio: luogo dell’incontro con Dio e luogo dell’incontro delle persone. In Gesù possiamo fare un’autentica esperienza di Dio e in Gesù possiamo fare un’autentica esperienza di fraternità. Ogni corpo di uomo e di donna è tempio di Dio: fragile, bellissimo e infinito. E se una vita vale poco, niente e comunque vale quanto una vita, perché con un bacio Dio le ha trasmesso il suo respiro eterno. Non fare mercato di te stesso, vendendo la tua dignità e la tua onestà per briciole di potere o di profitto.

Guardiamo con attenzione al nuovo tempio. “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. “Tutti” dice l’universalità più completa. “Attirare” : non dice una forza che ti costringe, ma una bellezza che ti affascina. Il Crocifisso innalzato svela che l’amore, che tante volte appare sconfitto, è in realtà vittorioso, capace di vincere persino la morte.

Allora, quelli che erano al tempio, che dovevano riconoscere in Gesù, il Signore che prendeva possesso della casa del Padre, non lo hanno riconosciuto e non lo hanno accolto. E subito dopo, è ripresa di nuovo l’attività commerciale, come se Gesù non avesse compiuto quel gesto.

Anche per i discepoli quelle parole di Gesù rimasero incomprensibili. Solo la luce della Pasqua, illuminata da Gesù risorto e guidata dallo Spirito Santo, li porterà a vedere tutto chiaro. Gesù risorge per virtù propria ed è il nuovo e definitivo santuario di Dio, dove i figli incontrano il Padre e da Lui sono visti nel Figlio.

“Gesù non si fidava di loro”.  C’è tensione tra Gesù e i “molti che credettero in Lui”. Gesù aveva una conoscenza esperienziale immediata delle persone. Da una parte bisogna ricordarsi che solo Lui può rivelarci il vero volto di Dio, dall’altra la fede fondata solo sui “segni”, sulle “opere”, non è sufficiente. Il miracolo, il prodigioso, è sempre qualcosa di passeggero. Il passaggio da una fede imperfetta ad una vera fede lo realizziamo ascoltando Gesù e lasciandoci trasformare dallo Spirito Santo.

Chiediamo a Dio che conosce cosa c’è di ansie, di paura, di forza, di tenebra nei nostri cuori, Lui che ci ha fatti così, non solo di farci toccare con mano che siamo deboli e che cediamo facilmente, ma di non dimenticare che siamo sempre tempio di Dio, che in noi c’è il bene più forte del male, c’è il bene più antico del male, e l’amore di domani.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria

Colletta
O Dio, fonte di misericordia e di ogni bene,
che hai proposto a rimedio dei peccati
il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna,
accogli la confessione della nostra miseria
perché, oppressi dal peso della colpa,
siamo sempre sollevati dalla tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta (Anno B) 
Signore nostro Dio,
che riconduci i cuori dei tuoi fedeli
all’accoglienza di tutte le tue parole,
donaci la sapienza della croce,
perché in Cristo tuo Figlio
diventiamo tempio vivo del tuo amore.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Es 20,1-17
La legge fu data per mezzo di Mosè

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

oppure:
PRIMA LETTURA Forma breve - Es 20, 1-3.7-8.12-17
La legge fu data per mezzo di Mosè

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 18
Rit. Signore, tu hai parole di vita eterna

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. Rit. 

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. Rit. 

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. Rit. 

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. Rit. 

SECONDA LETTURA - 1Cor 1,22-25
Annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per gli uomini, ma, per coloro che sono chiamati, sapienza di Dio

Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

VANGELO - Gv 2,13-25
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
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