XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO ======================================================= Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO Gesù disse ai farisei: C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Gesù racconta un'altra parabola, e questa volta abbonda con i dettagli. I due protagonisti sono un uomo senza nome, che ostenta la sua ricchezza, (vestiti ricercati e banchetti), e Lazzaro, un povero, mendicante e malato. I due personaggi pur in condizioni diametralmente opposte sono posti in relazione dal narratore: il povero chiede aiuto al ricco, senza ottenerne. Tuttavia il problema non è la grande ricchezza o l'estrema miseria, perché ci sono uomini ricchi che vivono in modo esemplare il loro vantaggio finanziario. Certamente ci schieriamo tutti a favore del povero Lazzaro, così malridotto, ma anche quel tale, pur così ricco, non è forse anche lui povero? Un tale, dice il testo greco, uno qualsiasi, senza volto e senza nome. Ha il portafoglio gonfio e la cassaforte piena, ma non ha occhi, non ha una storia, una famiglia, non ha emozioni. Ha bisogno di vestiti costosissimi e raffinati per farsi notare, ma lui rimane un tale, anonimo. Ogni giorno dava feste e banchetti: era l'unica sua modalità per farsi accogliere, da chi in realtà lo usava. Il ricco non aveva pietà del povero perché era anche lui nella stessa condizione? Potrebbe essere una delle letture possibili. Sicuramente il ricco era povero di sentimenti, incapace di amore. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma". Il povero Lazzaro muore e "fu portato dagli angeli". Muore il ricco "e fu sepolto". I due indirizzi diversi possono portarci a una veloce conclusione, opponendo il bene al male, ma la parabola prosegue e ci dice che il ricco fa sentire la vuotezza della sua voce anche dalla tomba. Non chiede un aiuto generico, ma che Lazzaro lo aiuti. Se da una parte il ricco continua a ignorare Lazzaro nella sua dignità di essere umano, allo stesso tempo riconosce che ora il povero è vicino a Dio. Chiama Abramo, e invoca l'aiuto di Lazzaro, ma lui, il ricco, rimane senza nome. Come Lazzaro tentava di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco, ora è il ricco che invoca una goccia d'acqua, quella che lui non è mai stato capace di donare. La parabola continua con il dialogo tra il ricco e Abramo. Il problema di tutto è il cuore del ricco, non le sue ricchezze; esistono santi ricchi e santi poveri, come ci sono persone cattive sia tra i poveri che tra i ricchi.Non fermiamoci alle tasche, ma scaviamo fino al cuore e contempliamo tutto il vuoto che esso contiene, se non è abitato dall'amore e dal dono. Vestiti costosissimi, feste e divertimenti da sballo rendono ancora più vuota l'esistenza, fino al suo annullamento, la tomba. Lazzaro dal canto suo, non è buono in quanto povero: è questo l'errore che spesso commettiamo. La povertà non migliora la vita di nessuno, anzi. Il messaggio di questa parabola è quello di donare il meglio di se stessi agli altri, poveri o ricchi che siano. Il tale senza nome e Lazzaro ci testimoniano che la vita ha senso solo se viene donata, e non giustifichiamo le nostre chiusure dicendo che non possiamo, perché: "Nessuno è così ricco da poter fare a meno né così povero da non poterlo donare un sorriso" (beato Pierre Favre). LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, affrettandoci verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta O Dio, che conosci le necessità del povero e non abbandoni il debole nella solitudine, libera dalla schiavitù dell'egoismo coloro che sono sordi alla voce di chi invoca aiuto, e dona a tutti noi una fede salda nel Cristo risorto. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Am 6,1.4-7) Ora cesserà l’orgia dei dissoluti. Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti. SALMO RESPONSORIALE (Sal 145) Rit: Loda il Signore, anima mia. Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. SECONDA LETTURA (1Tm 6,11-16) Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore. Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen. VANGELO (Lc 16,19-31) Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». |
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