CRISTO RE DELL'UNIVERSO - ANNO B - RITO ROMANO XXXIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO e ULTIMA DELL'ANNO LITURGICO Grado della Celebrazione: Domenica Colore liturgico: Bianco COMMENTO AL VANGELO RE E SUDDITI Una non festa conclude il nostro anno liturgico, una festa all'apparenza solenne, che parla di re, che parla di trionfi, che forse occhieggia con nostalgia ad antichi fasti di una chiesa militante in perenne scontro col potere mondano, potere talora segretamente desiderato, talora contrastato, che immagina, forse ingenuamente, una vittoria definitiva di Cristo più ambita che realizzata. Una festa che richiama un'improbabile sovranità di Cristo, un happy end di cui abbiamo fortemente bisogno per guardare all'anno appena trascorso e rilanciare l'anno che sta per iniziare. Ma a leggere il vangelo si resta spiazzati, al solito. Poteri Due poteri sono a confronto: quello di Roma imperiale e del suo rappresentante, il procuratore Ponzio Pilato e quello meschino e risibile del falegname di Nazareth che si è preso per Dio. L'immenso Giovanni nel capolavoro del dialogo fra Gesù e Pilato mette in scena una vera e propria rappresentazione teatrale: Pilato si crede forte, pensa di avere tra le mani questo fantoccio, disprezza lui e tutti gli ebrei che lo costringono ad usare il pugno di ferro e che, ci narra la storia, diverranno la pietra d'inciampo nella sua carriera verso il Senato. Si diverte, Pilato, a prendere in giro questo misero falegname che ha perso anche l'appoggio dei suoi superiori religiosi. Scherza, irride, gli propone un dialogo all'apparenza giusto, finge giustizia ed equità. Il potere spesso diventa farsa e burla, difende solo se stesso e si contrappone a chi lo ostacola. Mostri Così nella visionaria descrizione della prima lettura, Daniele vede il mondo sconquassato da quattro bestie, segno delle dominazioni su Israele che si sono succedute nei secoli: il leone indica il sanguinario regno di Babilonia, l'orso i Medi, il leopardo i persiani e l'ultima bestia, la più spaventosa, rappresenta il regno di Alessandro Magno e dei suoi successori, fra cui Antioco IV, persecutore dei devoti al tempo in cui scrive Daniele. Nel brano che abbiamo meditato il profeta vede la venuta di un figlio dell'uomo, semitismo che indica, semplicemente, l'uomo. Non più delle bestie deterranno il potere in Israele, ma un uomo, finalmente. Quanta poca umanità, ancora oggi, troviamo in coloro che detengono il potere! Quanta poca umanità nel potere religioso del sinedrio e in quello politico dell'aquila romana! I sadducei e i sacerdoti del tempio devono chiedere permesso all'odiato Pilato che detiene lo ius gladii, il diritto di morte per sbarazzarsi dell'ingombrante Nazareno. Il sinedrio vuole uccidere Gesù ma non può. Pilato vuole salvare Gesù per umiliare il sinedrio, ma non può. Entrambi faranno ciò che non vogliono. Il compromesso, la paura, il calcolo li fanno diventare burattini delle proprie ambizioni Pilato, durante tutto il colloquio, pone solo domande. Non si interroga: interroga. E non ascolta le risposte. Tu lo dici Per tutta la sua vita pubblica Gesù aveva rifiutato il titolo regale per non ingenerare ambiguità riguardo alla natura del suo Regno spirituale. Ora che è sconfitto e prossimo alla morte, lo acceta. È re perché disposto a farsi uccidere per i propri sudditi. "Sei re?" - "Tu lo dici" risponde Gesù a Pilato. "Sei il Figlio di Dio Altissimo?" - "Tu lo dici" risponde altrove Gesù al Sommo Sacerdote. "Tu lo dici": siamo liberi di credere o no, Dio non si impone, mai. L'apparenza inganna: questo uomo sconfitto non assomiglia in alcun modo ad un re, men che meno ad un Dio. Sarà sempre così: il nostro Dio si nasconde, ci lascia liberi, smuove le nostre coscienze, chiede a noi di schierarci, ci costringe alla scelta. Il potere che Gesù viene ad esercitare è il potere a servizio della verità. Che non nutre se stesso, che non si autocelebra, che fugge la gloria e l'apparenza. Domande birichine Che razza di re ci è capitato, amici, un re da burla che entra a Gerusalemme cavalcando un asinello e non un cavallo bianco, un re oltraggiato e preso in giro da annoiati soldati romani, un re che suscita la compassione e il disprezzo dell'irrequieto governatore Pilato. Che razza di re, senza armate, senza potere, senza rabbia, senza delirio di onnipotenza. E subito il nostro entusiasmo si smorza, subito i nostri segreti sogni di una eclatante vittoria del bene sul male si ridimensionano. No, non andrà così, non va così né ora né mai. Dio ha scelto di stare dalla parte degli sconfitti, dei dimenticati, re - certo - ma dei perdenti e re senza riscatto, re senza trionfi, re senza improbabili finali da commedia americana. Un re nudo, appeso ad una croce, crudele trono, cinto da una corona di spine, un re talmente sconvolto da avere necessità di un cartello che lo identifichi, che lo renda riconoscibile almeno alle persone che l'hanno amato. Questa è la non festa che celebriamo, che abbandona i trionfalismi per lasciare spazio alla meditazione, allo stupore. Questo è il vostro re, discepoli del Nazareno. Lo volete davvero un Dio così? Un Dio che rischia, un Dio che - per amore - accetta di farsi spazzare via dall'odio e dalla violenza? Lo volete davvero un Dio che rischia tutto, anche di essere per sempre dimenticato, pur di mostrare il suo volto? Un Dio che accetta di restare nudo, cioè leggibile, incontrabile, osteso, palese, evidente perché ogni uomo la smetta di costruirsi improbabili devozioni, scure visioni di Dio? Questo è il nostro Dio, un Dio amante, un Dio ferito, un Dio che fa dell'amore l'unica misura, l'ultima ragione, la sola speranza. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo,... oppure: Colletta O Dio, fonte di ogni paternità, che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire è regnare, e con la vita donata ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo, primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra. Egli è Dio, e vive e regna con te... PRIMA LETTURA (Dn 7,13-14) Il suo potere è un potere eterno. Dal libro del profeta Daniele Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 92) Rit: Il Signore regna, si riveste di splendore. Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. È stabile il mondo, non potrà vacillare. Stabile è il tuo trono da sempre, dall’eternità tu sei. Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore. SECONDA LETTURA (Ap 1,5-8) Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio. Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen! Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! Parola di Dio VANGELO (Gv 18,33-37) Tu lo dici: io sono re. + Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Parola del Signore Preghiera dei fedeli Nella festa di Cristo Re dell'universo, innalziamo la nostra preghiera perché il regno di Dio trasformi tutta l'umanità, rendendola capace di sostegno verso i deboli e coloro che vivono ai margini della vita. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, re dell'universo, ascoltaci. 1. Per la Chiesa santa, cattolica e apostolica: porti a tutti l'annuncio del regno di Dio, facendo comprendere a ogni uomo il tempo in cui Dio vuole essere nostro padre, e ci invita a vivere come fratelli e sorelle, preghiamo. 2. Per coloro che ci governano: Dio pieghi le volontà ambiziose che cercano privilegi e ricchezze, e le guidi verso mete di giustizia, di pace e di solidarietà, preghiamo. 3. Per i cristiani che vivono in terre dilaniate dalla guerra e sono vittime di violenza e di odio: la fede li sostenga nella lotta per la libertà, preghiamo. 4. Per i fratelli e le sorelle che si sono addormentati nel Signore: possano celebrare la bontà e la gloria di Dio con gli angeli del cielo, preghiamo. 5. Per la nostra assemblea cristiana: Dio sia sempre il nostro sostegno e ci aiuti a metterci a sua disposizione per trasformare noi stessi e il mondo in cui viviamo, preghiamo. O Padre, aiutaci a imitare, nella nostra vita, il modo di pensare e la vita di Gesù, nostro fratello e salvatore, perché ogni giorno possiamo far avanzare il suo regno ed aver parte della tua eredità nella vita eterna. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. |
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