XXX DOMENICA TEMPO ORDINARIO - B - RITO ROMANO ============================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO Grazia o miracolo? "Cosa vuoi che io ti faccia?" Questa domanda di Gesù al cieco sembra ovvia, quasi inutile: logico che un malato desidera essere guarito. E infatti il cieco risponde :"Maestro che io veda di nuovo". E immediatamente riacquista la vista. Guarigione istantanea quindi miracolosa. Ma c'è anche la guarigione che inizia con un miglioramento al quale segue un processo di guarigione progressiva e questa è una grazia di guarigione. Quante grazie chieste magari in un pellegrinaggio a Lourdes che si sono poi realizzate solo molto tempo dopo e progressivamente. Dobbiamo quindi saper distinguere tra il miracolo e la grazia. E dobbiamo saper distinguere tra il chiedere e il credere. Chiedere non è credere! Noi generalmente reagiamo così: chiediamo una grazia e se non vediamo risultati immediati diciamo: non ha funzionato! Mentre credere significa basarsi non sull'evidenza dei fatti ma sulla bontà e onnipotenza di Dio che non viene mai meno. La fede è credere prima di vedere, credere dopo non è più fede ma constatazione. Domanda scontata? Ma mi colpisce questa domanda di Gesù, che sembra la più scontata, di chiedere a un malato se vuole guarire. Potrebbe significare che benché lo chieda, forse non sempre lo vuole veramente?. Quante persone si incontrano che fanno fatica a liberarsi di un passato carico di ferite, sofferenze, ricordi tristi e dal quale pare non riescano ad uscirne. Ci ritornano sempre su, si sentono perennemente vittime e paradossalmente non sanno e non vogliono rinunciare a questa identità di vittima. Si crogiolano in essa e non vedono altro. Quando le ferite dell'anima forgiano un'identità di vittima, nessuna guarigione né interiore, ma neanche esteriore può aver luogo. Ecco perché Gesù chiede anche a ognuno di noi: vuoi veramente guarire? E ognuno deve essere così sincero con se stesso da chiedersi: anima mia vuoi uscire da questa condizione di vittima per guardare oltre? Magari il Signore vuole colmarti di ogni benedizione, ma tu non riesci a vederlo perché non guardi da quella parte. Guarito di venerdì? Invece Bartimeo desiderava veramente la guarigione e guardava dalla parte giusta e di lui sappiamo pure il nome che significa figlio di Timeo. Quello che invece non sappiamo è in quale giorno della settimana fu guarito, forse giovedì o venerdì, ma sicuramente non di sabato, per fortuna, altrimenti i farisei l'avrebbero ingiuriato, dicendogli che era vietato guarire di sabato, come avevano fatto col cieco nato. L'altra cosa che mi colpisce è la risposta di Gesù che non gli dice: " Và la tua fede ti ha ottenuto la guarigione", ma: " Và, la tua fede ti ha salvato". Ancora una volta Egli ristabilisce la giusta gerarchia dei valori: prima la salvezza dell'anima e poi la guarigione del corpo. Vediamo dunque che il povero cieco ha ricevuto due grazie straordinarie: la salvezza dell'anima ma anche la guarigione del corpo. Gesù ha dunque operato un'ennesima guarigione davanti alla quale P. Cantalamessa si chiedeva: ma qual era la forza che operava in Lui? Era forse un fluido, un magnetismo, un'energia? E rispondeva: no! L'unica forza travolgente che era in Gesù era quello dello Spirito Santo. Forza prodigiosa, pienezza di vita di santità e di sanità in virtù della quale scacciava ogni male, fosse esso fisico come la malattia, oppure morale come il peccato o spirituale( il maligno). LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta O Dio, Padre buono, che nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote compassionevole verso i poveri e gli affitti, ascolta il grido della nostra preghiera e fa’ che tutti gli uomini vedano in lui il dono della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Ger 31,7-9) Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo. Così dice il Signore: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”. Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito». Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 125) Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi. Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. R. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. R. Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. R. Nell'andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni. R. SECONDA LETTURA (Eb 5,1-6) Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek. Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek». VANGELO (Mc 10,46-52) Rabbunì, che io veda di nuovo! In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada |
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