XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO PREGARE ''SULL'ALTRO'' di Don Luciano Sanvito Succede spesso di vedere che quando preghiamo, i nostri occhi e le nostre attenzioni, da Dio si spostano facilmente sull'altro che ci è accanto o vicino. Guardare come è vestito quello, o quella, vedere quello là, guardare cosa fa', pensare che quello seduto lì è quello che era così e così... Spesso le nostre assemblee da eucaristiche, diventano osservatorio dell'altro. Il Vangelo non solo riprende questa situazione, ma fa emergere il paradosso del fariseo, buono e bravo, senza peccati, che prega Dio, ma alla fine prega a scapito dell'altro, prega sull'altro come se fosse un piedistallo per dare forza alla sua preghiera. LA PREGHIERA DIVENTA COSI' IL MODO PER UCCIDERE L'ALTRO... Già, quella preghiera innalzata a Dio per lodarlo, finisce non solo per lodare se stessi, dice il Vangelo, ma per ammazzare l'altro come fosse un insetto che disturba il nostro ambiente religioso personalizzato. L'amore pavoneggiato per Dio è così lo specchio dell'egoismo esaltato di me stesso. Nascono così i fanatismi religiosi: dalla preghiera per me, e sopra l'altro. Solo la coscienza dell'incapacità a pregare ci fa essere atti alla preghiera: "O Dio, abbi pietà di me, peccatore...": questa è la garanzia e la prova della giustificazione: non siamo mai giusti, ma solo e sempre più giustificati. LETTURE DELLA DOMENICA Colletta Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta O Dio, tu non fai preferenze di persone e ci dai la certezza che la preghiera dell’umile penetra le nubi; guarda anche a noi come al pubblicano pentito, e fa’ che ci apriamo alla confidenza nella tua misericordia per essere giustificati nel tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA - Sir 35,15-17.20-22 La preghiera del povero attraversa le nubi. Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone. Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell’oppresso. Non trascura la supplica dell’orfano, né la vedova, quando si sfoga nel lamento. Chi la soccorre è accolto con benevolenza, la sua preghiera arriva fino alle nubi. La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità. SALMO RESPONSORIALE - Sal 33 Rit. Il povero grida e il Signore lo ascolta. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo. Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce. Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti. Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. SECONDA LETTURA - 2Tm 4,6-8.16-18 Mi resta soltanto la corona di giustizia. Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen. VANGELO - Lc 18,9-14 Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo. In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». |
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Settembre 2024
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