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La Liturgia di Domenica 21 Maggio 2023

21/5/2023

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ASCENSIONE DEL. SIGNORE GESU' - ANNO A - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico:​ BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
​di Luca Rubin
​Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

La pagina del vangelo in questione è la stessa pagina della resurrezione. Ho cercato in lungo e in largo nei quattro vangeli, e sai che ti dico? Che Gesù non ha indicato nessun monte agli undici discepoli. Meno male che qualcuno si è posto il problema, e ne ha dato una possibile soluzione: effettivamente non c'è alcuna indicazione del monte da parte del Signore, e la frase andrebbe meglio tradotta: "andarono in Galilea, sul monte dove Gesù li aveva istituiti".

Un cambiamento importante, una svolta radicale deve sempre costituire un ritorno alle radici, ripercorrendo la propria storia non con le vesti logore del fallimento, della tristezza e della paura, ma alla luce della prima volta, quando "Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demò ni" (Mt 3,14-15). Stare con Lui, annunciare, liberare: ogni chiamata, ogni vocazione avviene pronunciando un nome e guardando un volto, solo allora puoi pronunciare il tuo Eccomi. Eccoli ora, spaesati e disorientati, uno di loro assente, tornano sul monte, il monte delle origini, non per un nostalgico revival, ma per dare solidità e stabilità a quella chiamata.

Il monte è il luogo di Dio, è il luogo dove Gesù li ha costituiti comunità, è il luogo della propria identità e vocazione: proprio là devi tornare quando necessiti di fare chiarezza, quando sei perso e disperso.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

Prostrarsi: letteralmente significa "baciare la terra", ed è descritto come il bacio tra il credente (la Sposa) e Cristo (lo Sposo). Per baciare la terra devi stenderti, in un abbassamento totale, è la modalità corporea più profonda: ci si prostra solo davanti a Dio, e il mio corpo steso a terra esprime la mia fede. Gli undici appena vedono Gesù, si prostrano, lo adorano, ma non solo: accolgono tutta l'umanità di Dio e la loro stessa umanità, e questo bacio sigilla l'amore tra terra e cielo. Il mio Eccomi prevede proprio questo: accettare me stesso, la mia storia, la mia natura, e sposare Dio e il suo progetto.
Dubitare. Questa parola, nel testo originale, significa "doppia scelta", ed esprime indecisione. Un nostro proverbio dice molto bene questo atteggiamento: "mettere il piede in due scarpe". Gli undici non sono convinti, si prostrano (e quindi credono), ma contemporaneamente dubitano, vogliono e non vogliono, fanno fatica.

Nel nostro modo di ragionare, contrapponiamo la fede e il dubbio, come il giorno e la notte, il bianco e il nero, il buono e il cattivo); in realtà fede e dubbio non sono contrari ma sinonimi, e camminano insieme: la fede è il piede ben appoggiato, che dà stabilità e sicurezza, mentre il dubbio è il piede sollevato, che si sposta, perde l'equilibrio per un attimo e permette il movimento. Un solo piede non può camminare: la sola fede mi immobilizza in uno scenario sempre uguale, stabile, sicuro, ma fermo, senza vita; il solo dubbio è estenuante, mi tiene sospeso in un dirupo, mi ferisce e indebolisce; anche in questo caso pur muovendomi tanto rimango fermo sempre sullo stesso punto.

Gesù si avvicinò e disse loro: A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

Un passo dopo l'altro, (fede dubbio fede dubbio fede dubbio), ecco che Gesù si avvicina. Se sfidi l'immobilità, cammini, e se cammini da qualche parte arrivi. Gesù si avvicina e tu, tra una prostrazione e un dubbio, lo incontri. Gesù mette subito le cose in chiaro, e riconcilia i due opposti: Lui ha il potere in cielo e sulla terra. Il bacio della prostrazione è dato dal Figlio di Dio, che nell'incarnazione si è abbassato e ha sposato la nostra carne, Ecco perché quando mi prostro, quando cioè vivo nella fede e nella verità di me stesso, incontro Dio, non lassù nei cieli, tra cori di angeli e orchestre di violini, ma quaggiù, in basso, nel temuto quotidiano.

Il concetto di potere, spesso identificato da un muscoloso bicipite ???? è quanto di più lontano ci possa essere dal potere di cui Gesù parla, Lui che con l'incarnazione ha voluto e potuto abbassarsi, si è chinato a terra, con la sua morte l'ha baciata intimamente, e risorgendo l'ha riconciliata con il cielo, cosicché non c'è più terra e cielo, fede e dubbio, notte e giorno, ma Cristo Signore è la presenza di Dio in ogni situazione.: "quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch'egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti". (1Cor 15,28).

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.
​
  • Andate. Letteralmente: passate, quindi fate Pasqua di dolore, morte e resurrezione, esattamente come Gesù. Solo se c'è quest'esperienza pasquale ci potrà essere tutto il resto che segue, sennò sarà un teatrino, una facciata senza contenuti.
  • Fate discepoli. Un altro modo per esprimere l'insegnamento, non di nozioni, ma trasmettere quella pasqua che tu stesso hai vissuto in prima persona.
  • Battezzandoli. Appunto: io insegno non con le (sole) parole, ma con l'esempio. Questa full immersion esprime perfettamente cos'è il battesimo: un'immersione in Dio,
  • Insegnando loro. Offrire indicazioni pratiche, di modo che il vangelo sia vivibile anche da chi si avvicina ad esso, e anche qui tramite l'esempio.
  • A osservare. Non un'applicazione sterile di una legge, ma vivere il vangelo, farlo diventare vita, non morte. Osserva non l'osservante scrupoloso, ma il vivente, chi si immerge, chi fa pasqua e vive in Dio.

Gesù non parla di convertire le masse e i popoli, strano eh? Forse qualcuno aveva già afferrato il secchiello dell'acqua santa per un battesimo intercontinentale... Ebbene no: ti viene chiesto di essere esempio per il mondo di come si vive in Dio e di Dio. Sì, terribilmente più complesso, ma anche molto più bello, vuoi mettere?!

Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

Quest'ultimo versetto scrivilo in un foglietto e mettilo in tasca o nel portafoglio. Quella di Gesù non è solo la compagnia di un amico, per quanto gradita, ma è un essere con te in ogni tua situazione, è un pedalare con te, per raggiungere la meta. Lo stesso termine tradotto "fine del mondo", fa riferimento al mondo dell'economia, possiamo dirlo cosi: "io sarò con te fino all'estinzione del tuo debito, del tuo mutuo": Lui è disposto a pagare con te, si indebita per te, perché senza di te non sa e non vuole stare.
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 ​LITURGIA DELLA PAROLA
Alla Messa della vigilia:
Colletta
O Padre, il tuo Figlio oggi è asceso alla tua destra
sotto gli occhi degli apostoli:
donaci, secondo la sua promessa,
di godere sempre della sua presenza accanto a noi sulla terra
e di vivere con lui in cielo.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Alla Messa della giorno:
Colletta
Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre,
per il mistero che celebra in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:  
Colletta 
Dio onnipotente,
concedi che i nostri cuori dimorino nei cieli,
dove noi crediamo che oggi è asceso
il tuo Unigenito, nostro redentore.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta (Anno A) 
Padre santo,
che nell’ora della croce hai glorificato il tuo Figlio,
concedi alla tua Chiesa,
che attende il dono dello Spirito,
di gustare la beatitudine
promessa a coloro che partecipano
alle sofferenze di Cristo.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - At 1,1-11
Fu elevato in alto sotto i loro occhi

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assu

SALMO RESPONSORIALE - Sal 46
Rit. Ascende il Signore tra canti di gioia

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra. Rit.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. Rit.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. Rit.

SECONDA LETTURA - Ef 1,17-23
Lo fece sedere alla sua destra nei cieli

Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.
Egli la manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato
non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.
Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
essa è il corpo di lui,
la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

VANGELO - Mt 28,16-20
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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