IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO B - RITO ROMANO ========================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO di Luca Rubin Quando nelle pagine della Bibbia troviamo l’immagine del pastore (come nel vangelo di oggi, o ad esempio nel salmo 23), ci sentiamo pervadere da tanta tenerezza, creiamo un quadretto bucolico con il gregge e il pastore, magari su un prato fiorito e un bel tramonto… Non è così, e chi il pastore lo fa ci può dire tutta la fatica e il sacrificio che questa occupazione comporta. Ma entriamo nel brano di vangelo di questa domenica. Gesù ripete due volte che Lui è il buon pastore, e sappiamo che ogni parola del vangelo è pesata e misurata; il Signore vuole essere sicuro che abbiamo capito: è una nozione fondamentale per la vita! Perché buono? Perché c’è anche il cattivo pastore, quello che non si prende cura del gregge, quello al quale interessa solo la busta paga a fine mese, quello che non dona la vita per il gregge, come invece fa il buon pastore Gesù. Anche qui la stessa frase è ripetuta due volte: do la mia vita per le pecore. Stiamo arrivando al nucleo: “conosco le mie pecore”. Nel linguaggio biblico conoscere non è tanto un’azione intellettuale, ma un atteggiamento spirituale che comprende tutto l’essere della persona. Conoscere è amare, amare con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutto il corpo. Conosco le mie pecore con tutto me stesso: che meraviglia! Gesù non risparmia nulla di se stesso per il mio bene, per il bene del suo gregge. Le mie pecore conoscono me: anche questa è una verità che ci consola. Spesso diciamo che non amiamo abbastanza, che non preghiamo bene, che siamo una nullità e blablabla. Ma pensate: una mamma e un papà si sentono amati dal loro figlio neonato? Sì, indubbiamente. E questo bimbo cosa fa per dimostrare il suo amore? Niente di niente: per il solo fatto di vivere questo figlio è un inno di amore per la sua mamma e il suo papà! Anche tu per Dio sei un meraviglioso inno di amore; Lui sa cogliere nel tuo respiro una carezza per il suo Cuore innamorato, ma tu non ci credi, vorresti fare di più, fare meglio, fare fare fare… e ti perdi per strada, proprio come quella pecora sul dirupo che se non ci fosse un pastore buono perderebbe la vita! Sant’Agostino scrive: “L’amore vince tutto” lasciati amare e lascia che il tuo amore circoli intorno a te, non trattenerlo! Ho altre pecore: il buon pastore ha mire espansionistiche, non per un guadagno, ma perché altre pecore ribelli possano trovare in Lui pace e riposo. Ecco allora l’evangelizzazione, l’apostolato, il portare la buona notizia del Vangelo: non ti senti chiamato in prima persona? Per concludere: qualcuno afferma che la metafora del gregge e del pastore non tiene conto della dignità umana… Lui stesso si è definito agnello di Dio, oltre che pastore, Lui ci insegna come si fa ad amare e donare la vita. Mentre noi così attenti a prendere le misure e a filosofeggiare ci perdiamo in mille questioni, perdendo il senso vero delle cose. Ti auguro allora una buona e bella domenica, e non aver paura di farti abbracciare dal buon pastore. E se beli, bela per amore! LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna, perché l’umile gregge dei tuoi fedeli giunga dove lo ha preceduto Cristo, suo pastore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta (Anno B) Dio, nostro Padre, che in Cristo buon pastore ti prendi cura delle nostre infermità, donaci di ascoltare oggi la sua voce, perché, riuniti in un solo gregge, gustiamo la gioia di essere tuoi figli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - At 4,8-12 In nessun altro c’è salvezza In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». SALMO RESPONSORIALE (Sal 117) Rit. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. Rit. Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Rit. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Rit. SECONDA LETTURA - 1Gv 3,1-2 Vedremo Dio così come egli è Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. VANGELO - Gv 10,11-18 Il buon pastore dà la propria vita per le pecore In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». |
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