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La Liturgia di Domenica 20 Dicembre 2020

20/12/2020

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IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO B - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VIOLA
 COMMENTO AL VANGELO
Eccolo, arriva, il Natale
E noi qui a chiederci se lo vogliamo ancora, un Dio così. se abbiamo ancora voglia di metterci in gioco, di svegliarci, di stupirci e di stupire.
Dio continua a nascere, a venire, a provocarci, a chiedere ospitalità e accoglienza.
Basta che non facciamo il madornale errore di prenderci noi per Dio.
Viene, ancora, bussa alle porte del nostro cuore. Irrompe nel quotidiano, così come siamo, in mezzo a questa cavolo di crisi che sembra non finire mai, in mezzo a questo mondo che pare frammentarsi ed implodere, in questa Chiesa così credibile nonostante i nostri evidenti limiti.
Eccolo, arriva. Dio nasce. Rinasce in ciascuno di noi.
Siamo pronti ad accoglierlo? Datemi retta, seguite Maria.

Un angelo
Maria è stata sfiorata da Dio.
Non sappiamo come. Sappiamo che ha avuto la certezza di una teofania, dell'irruzione di Dio nella sua vita. Non è stata un'illusione, ma una reale percezione nell'intimo, una profonda esperienza interiore. No, non fatico a credere che Dio si manifesti nell'anima di chi lo cerca. Che Dio sia altro dalle nostre convinzioni e non credo affatto che la fede sia un sentimento religioso. Ma un incontro reale. Talmente reale da spaventare. Maria, in quel saluto, capisce tre cose: deve rallegrarsi perché Dio l'ha riempita di grazia, perché il Signore è con lei.
Il saluto dell'angelo è un invito alla gioia. Una gioia preventiva, a prescindere.
La gioia del cristiano. La gioia del sapersi in compagnia di Dio.
È piena di grazia perché Dio precede e suscita la nostra conversione, accompagna la nostra ricerca, orienta le nostre decisioni.
Anche noi siamo pieni di grazia. Anche noi siamo riempiti, se prima abbiamo il coraggio di svuotarci. Anche noi siamo capaci di Dio.

Turbamenti
Maria è turbata. Ci mancherebbe.
Come non essere travolti e stravolti dalla improvvisa visita di Dio? Come non cedere davanti al soffio di Dio? Alla bellezza dell'Altissimo? Come non provare un brivido quando ci rendiamo conto che Dio è, ed è presente, ed è bellissimo?
E ci visita? Maria è turbata, scossa. Dio è ed è lì.
L'angelo invita Maria a non spaventarsi.
E aggiunge: sarai madre. Ah, solo!
Il tuo sarà un grande figlio e sarà chiamato figlio dell'Altissimo. Ma dai?
Regnerà sul trono di Davide. Parliamo del Messia, vero?
Gli angeli dovrebbe fare qualche corso sulla comunicazione.
E almeno qualche lezione di psicologia umana, almeno le basi...
Dio irrompe nella vita di Maria per renderla feconda, per fare grandi cose attraverso di lei.
Suo figlio sarà grande, come ogni figlio!, ma sarà anche fonte di benedizione per molti. Dio viene sempre per compiere grandi cose in noi per gli altri. Anche in me.
Maria, come ogni figlia di Israele, sa che la gente aspetta un liberatore, un nuovo re Davide che restituirà coraggio e gloria al popolo scelto da Dio.
Ora sta succedendo, finalmente.
Ma come?

Concretezze
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?». (Lc 1,34)
Sono le prime parole di Maria.
E sono come un treno in corsa.
Fino a qui l'abbiamo immaginata intimorita, un'adolescente sussiegosa che ascolta il roboante annuncio del principe degli angeli. Macché, non è affatto così.
Maria non è timida, né impacciata.
Mette i brividi vedere come tiene testa a Gabriele, come interagisce con determinazione e lucidità. Le sue prime parole - una richiesta di chiarimento - svelano una donna adulta, una credente intelligente e posata, una persona concreta e con i piedi ben posati per terra.
Guardatela la ragazzina che interroga un ammirato messaggero celeste!
Siate fiere, figlie di Eva, per tanta forza, tanta grazia, tanta audacia!
Imparate, figli di Adamo, da tanta concretezza e determinazione.
L'adolescente che osa, che controbatte, che chiede.
Eppure è così che dobbiamo fare. È questo l'atteggiamento che deve assumere il credente.
Il Dio che si racconta nella Bibbia, quello definitivamente svelato in Gesù è un Dio che non tratta gli uomini come servi (Gv 15,15), ma come figli, che li pone alla pari (Sal 8,5-6), che accetta di farsi mettere in discussione (Gen 18).

Spiegazioni
L'angelo spiega, interviene, non se l'aspettava.
Dio entra nel suo grembo, l'infinito si contrae e lei si chiede come sia possibile se non ha avuto rapporti con Giuseppe?
Cala il silenzio. Tutto si ferma. Tutto è immobile.
Dio aspetta una risposta.
È giovane, Maria, certo, ma non sprovveduta.
Cosa sarebbe successo il giorno dopo? Con Giuseppe? Con Anna, sua madre?
Chi le avrebbe creduto? Lei stessa, come avrebbe potuto ripensare a quel momento senza farsi travolgere dai dubbi? Senza credersi esaurita?
Voi cosa avreste risposto?

Sì
Il silenzio si interrompe.
Maria ha scelto.
Sa che la sua vita non è sua, che è dono e ne fa dono.
Una risposta diretta, precisa, la sua, una disponibilità ragionata che rivela lo spessore dell'anima dell'adolescente. Ci si prepara, alle grandi scelte, giorno per giorno, è pronta. Da tempo ha fatto della sua vita un servizio a Dio. Sa che siamo tutti servi gli uni della felicità degli altri. Sa che la vita o si dona o sfiorisce. Sa. Se stasera sono qui a scrivere, a riprendere in mano questa pagina, se, fra poco, prenderò un salmo per affidare la mia giornata a Dio, se ho accolto la fede, se ho un orizzonte di speranza, se credo, con fatica ma tenacia, dopo tanti anni, è grazie a quel "sì".
Il sì pronunciato da un'adolescente in un buco di paese sperduto nel nulla.
Sono qui grazie a quel sì.

E inizia la salvezza.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, 
tu, che nell’annunzio dell’angelo 
ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, 
per la sua passione e la sua croce 
guidaci alla gloria della risurrezione. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo.... 

oppure:
Colletta 
Dio grande e misericordioso, 
che tra gli umili scegli i tuoi servi 
per portare a compimento il disegno di salvezza, 
concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, 
perché sull’esempio di Maria accolga il Verbo della vita 
e si rallegri come madre 
di una stirpe santa e incorruttibile. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Sam 7,1-5.8-12.14.16)
Il regno di Davide sarà saldo per sempre davanti al Signore.

Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». 
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. 
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. 
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 88)
Rit: Canterò per sempre l’amore del Signore.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione 
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».    

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».    

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

SECONDA LETTURA (Rm 16,25-27) 
Il mistero avvolto nel silenzio per secoli, ora è manifestato.

Fratelli, 
a colui che ha il potere di confermarvi
nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero, 
avvolto nel silenzio per secoli eterni,
ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti,
per ordine dell’eterno Dio,
annunciato a tutte le genti
perché giungano all’obbedienza della fede,
a Dio, che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli. Amen.

VANGELO (Lc 1,26-38) 
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
​

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

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SETTENARIO DI PREPARAZIONE AL NATALE
ANTIFONA MAGGIORE DEL 20 DICEMBRE

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Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano tutte con l’esclamazione di ammirazione: “O” (da qui il loro nome popolare di “grandi antifone O”). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore. Dom Geranger diceva che queste antifone contengono tutto il midollo della liturgia dell’Avvento. Queste grandi antifone cantano di volta in volta i diversi aspetti messianici del Salvatore Gesù. Oggi, prepariamoci ad accogliere il Messia come Sapienza dell’Altissimo. Lasciamo che ci guidi sulla via della saggezza.

ANTIFONA

O Chiave di Davide,
scettro della casa d’Israele,
che apri, e nessuno può chiudere,
chiudi e nessuno può aprire:
vieni, libera l’uomo prigioniero
​che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte.

La decadenza della stirpe davidica suggerisce che Dio rimane il solo Signore di Israele. Che cosa è avvenuto dei titoli universali attribuiti ai re da certe liturgie, cosiddette di intronizzazione, titoli dei quali troviamo un’eco in alcuni salmi (Sal 2; 71; 109)? Avranno esercitato qualche suggestione un tempo, ma i libri storici ci dicono che questi re si sono per lo più resi colpevoli di rinnegamenti e di debolezze (2Re 17,7-19). Solamente due re di Giuda ricevono piena approvazione (2Re 18, 3-6; 22,2). Quanto ai re d’Israele, un giudizio nei loro riguardi ricorre insistente come un disincantato ritornello:“E fece ciò che è male agli occhi del Signore”. Davide stesso non è forse caduto anche lui nel peccato? Non parliamo poi degli ultimi anni del suo regno…Ciò non toglie che “a causa di Davide… ci sia sempre una lampada dinanzi a Dio in Gerusalemme” (1Re 11,36; Sal 88).Il mandato, i titoli ricevuti, le promesse divine vengono così trasmessi alle successive generazioni. La Chiave di Davide e lo scettro appartenente alla sua stirpe vengono trasferiti con un atto di solenne rinnovamento ad alcuni uomini che per la loro reputazione e la loro fedeltà sono staffette che portano la fiaccola della Luce messianica (Is 22,15-25).
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