SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO - ANNO C - RITO ROMANO ======================================================= Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO Oggi celebriamo la solennità del Corpo e Sangue di Cristo. È dunque la festa dell'Eucaristia. L'Eucaristia è il dono per eccellenza, poiché è Gesù stesso che si dona a noi nelle sembianze di un po' di pane e di un po' di vino. Le letture di oggi ci aiutano a comprendere, per quanto è possibile, la grandezza di questo dono. La prima lettura ricorda la più antica figura di Cristo Sacerdote: Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo che, in ringraziamento a Dio per la vittoria ottenuta da Abramo, offre un sacrificio di "pane e vino". Questo sacrificio fatto a Dio del pane e del vino simboleggia il sacrificio dell'Eucaristia. E Melchisedek, questo misterioso personaggio di cui l'Antico Testamento non ci dà alcuna indicazione, è una prefigurazione, ovvero una anticipazione profetica, di Gesù Cristo vero Sacerdote che congiunge la terra al Cielo. Il Salmo responsoriale dice di Lui: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek». La seconda lettura ci presenta l'Istituzione dell'Eucaristia. San Paolo, scrivendo ai Corinzi, riporta il racconto dell'Ultima Cena di Gesù con i suoi Apostoli. Durante l'Ultima Cena avvenne il più grande miracolo, miracolo che si perpetua ad ogni celebrazione della Santa Messa: il pane muta di sostanza e diventa il Corpo di Cristo, e così pure il vino che si trasforma nel Sangue Preziosissimo del Redentore. L'Eucaristia che Gesù stringeva tra le sue mani durante l'Ultima Cena è lo stesso suo Corpo che a distanza di pochi giorni è stato immolato sulla Croce, ed è lo stesso Corpo che, ogni volta, riceviamo alla Comunione. Durante l'Ultima Cena, dunque, Gesù anticipò il Sacrificio che compì sul Calvario e disse agli Apostoli: «Fate questo in memoria di me» (1Cor 11,25). Fin dal suo sorgere, la Chiesa ha sempre obbedito a questo comando del Signore, celebrando la Messa ogni giorno. Non si tratta di un semplice ricordo di un avvenimento passato, in quanto l'Eucaristia rende presente, in modo sacramentale, lo stesso Sacrificio del Calvario. Anche il Vangelo di oggi parla dell'Eucaristia, di cui il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci è anch'esso un'anticipazione profetica. Gesù prende i pani, eleva gli occhi al cielo, li benedice, li spezza e li distribuisce. Tutti questi gesti saranno poi ripetuti durante l'Ultima Cena. Per compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù si servì dell'aiuto dei suoi Apostoli; per compiere invece il Miracolo Eucaristico, Gesù si avvale dei suoi sacerdoti, i quali sono come i suoi tesorieri. Il Vangelo dice che «tutti mangiarono a sazietà» (Lc 9,17). L'Eucaristia, soltanto l'Eucaristia, può saziare ogni nostro desiderio. Tutto il resto, anche le ricchezze e i beni di questo mondo, ci lasceranno sempre vuoti e insoddisfatti. Come proposito pratico, impegniamoci a partecipare con più amore all'Eucaristia domenicale e a ricevere spesso la Comunione. Ricordiamoci però che, per ricevere la Comunione, bisogna essere in grazia di Dio. Quindi, se uno è consapevole di essere in peccato mortale, deve prima confessarsi. In questi nostri tempi spesso si è pensato che questa norma fosse ormai decaduta, come qualcosa di superato. La Chiesa, invece, continua a ribadirla. L'ultimo Catechismo così riporta: «Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il Sacramento della Riconciliazione, prima di accedere alla Comunione» (CCC, n. 1385). Ciò significa che, per quanto grande possa essere il nostro pentimento, se si è in peccato mortale, bisogna prima confessarsi dal sacerdote. Anche il papa Giovanni Paolo II, in una sua lettera Enciclica, ha ripetuto questo insegnamento, dichiarando: «Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma [...] che, al fine di una degna ricezione dell'Eucaristia, si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale». LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta Signore del cielo e della terra, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, fa’ che nella partecipazione all’unico pane e all’unico calice impariamo a condividere con i fratelli i beni della terra e quelli del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Gen 14,18-20) Offrì pane e vino In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». E [Abramo] diede a lui la decima di tutto. SALMO RESPONSORIALE (Sal 109) Rit: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi».. R. Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!. R. A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato.. R. Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek». R. SECONDA LETTURA (1Cor 11,23-26) Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. SEQUENZA [Sion, loda il Salvatore, la tua guida, il tuo pastore con inni e cantici. Impegna tutto il tuo fervore: egli supera ogni lode, non vi è canto che sia degno. Pane vivo, che dà vita: questo è tema del tuo canto, oggetto della lode. Veramente fu donato agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena. Lode piena e risonante, gioia nobile e serena sgorghi oggi dallo spirito. Questa è la festa solenne nella quale celebriamo la prima sacra cena. È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l'antico è giunto a termine. Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l'ombra: luce, non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza. È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura. È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue; ma rimane Cristo intero in ciascuna specie. Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato. Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione ben diverso è l’esito! Quando spezzi il sacramento non temere, ma ricorda: Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell’intero. È diviso solo il segno non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona.] Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato. Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell'agnello della Pasqua, nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi. Canto al Vangelo (Gv 6,51) Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia. VANGELO (Lc 9,11-17) Tutti mangiarono a sazietà In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. |
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