II DOMENICA DI PASQUA (o DELLA DIVINA MISERICORDIA) - ANNO A - RITO ROMANO ================================================ Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO È risorto. Abbiamo lungamente atteso la notizia passata da bocca a orecchio, ci siamo preparati in questi quaranta giorni. Lo abbiamo cantato durante la notte pasquale e ripetuto durante gli otto giorni che seguono. È risorto! Lo credo, lo credo con ogni mia fibra. Credo che Gesù sia vivo, accessibile, incontrabile. Credo che egli sia raggiungibile e che abiti nei mille segni che ci ha lascito. Non come sbiadito ricordo ma come misteriosa (misterica) presenza. Eppure: come vorrei poterlo vedere! E conoscere! E abbracciare! Così le prime comunità cristiane, morti gli apostoli, desideravano in cuor loro. È allora che Giovanni l'evangelista ha deciso di raccontare la storia di uno degli apostoli, Tommaso. Ferite Gesù, la sera di Pasqua, appare ai suoi. Manca Tommaso. Quando torna, i suoi amici gli danno la notizia, confusi e stupiti, raggianti e pieni di entusiasmo. È gelida la risposta di Tommaso. No, non crede. Non crede a loro. Loro che dicono che Gesù è risorto, dopo essere fuggiti come conigli, senza pudore. Non crede, Tommaso, alla Chiesa fatta da insopportabili uomini fragili che, spesso, nemmeno sanno riconoscere la propria fragilità. Non crede ma resta, e fa bene. Non fugge la compagnia della Chiesa, non si sente migliore. Rassegnato, masticato dal dolore, segnato dal sogno infranto, ancora resta. Tenace. Torna Gesù, apposta per lui. So che hai molto sofferto, Tommaso. Anch'io, guarda qui. Gli mostra le mani, il risorto, trafitte dai chiodi. Ora cede, Tommaso, il grande credente. Si getta in ginocchio, piange, come un bambino che ritrova i propri genitori. Piange e ride e, primo, professa la fede che sarà di tutti: Gesù è Signore e Dio. Può il dolore avvicinarci a Dio? Sì, se scopriamo che Dio lo condivide senza riserva. Il risorto, ormai, lo riconosciamo solo attraverso dei segni: le bende, la voce, il pane spezzato, il segno della pesca. Ma anche le ferite del risorto, la partecipazione al dolore di Dio diventano segno. Fede Gioca con noi l'evangelista. È un crescendo di titoli rivolti a Gesù, il suo vangelo. Come una piccola traccia fatta di briciole che ci conducono alla pienezza della verità. I primi due discepoli lo hanno chiamato rabbì (Gv 1,38), poco dopo Andrea dice a Simone di avere trovato il messia (Gv 1,41), Natanaele osa chiamarlo Figlio di Dio (Gv 1,49), i samaritani lo proclamano salvatore del mondo (Gv 4,43) e la gente lo acclama come un profeta (Gv 6,14). Per il cieco guarito egli è il Signore (Gv 9,38) e Pilato gli attribuisce il titolo di re dei giudei (Gv 19,19). Ma è Tommaso ad avere l'ultima parola proclamandolo mio Signore e mio Dio, un'espressione che la Bibbia attribuisce solo a Jahwé (Sal 35,23). L'incredulo, in realtà, si dimostra il più credente di tutti perché crede anche senza avere visto. Nessun vantaggio per chi c'era, dice Giovanni, anche noi, come gli apostoli, possiamo fare esperienza totale di Dio. Giovanni conclude il suo scritto dicendo che l'esperienza di fede nel risorto è comune a molti. Molti segni sono successi e molti ne succederanno, e vangeli possono essere scritti da ognuno di noi, ogni volta che facciamo esperienza del risorto nei segni della sua presenza, l'eucarestia anzitutto. E la misericordia, la compassione di Cristo diventano il grande segno dell'amore di Dio verso di noi. E la misericordia che noi abbiamo verso gli altri diventano segno dell'amore di Dio per gli uomini. E ogni vita diventa sacramento. Santi Come quella di Papa Giovanni e di Papa Giovanni Paolo. Due giganti nella fede, diversi, vissuti in epoche diverse, ma entrambi travolti dalla compassione e testimoni fedeli del vangelo. Giovanni con la sua bontà, sacramento di vicinanza rimasto impresso nel cuore di molti. Giovanni Paolo con la sua energia e con la sua impressionante tenacia durante la malattia. Vite divenute segni. No, non abbiamo bisogno di vedere e di toccare per credere. Cristo risorto ci raggiunge e ci tocca attraverso la delicatezza dei fratelli che ci pone accanto. Animo, fratelli scoraggiati, la misericordia ci salva. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati a una speranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in noi, sulla testimonianza degli apostoli, la fede pasquale, perché aderendo a lui pur senza averlo visto riceviamo il frutto della vita nuova. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (At 2,42-47) Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune. [Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. SALMO RESPONSORIALE (Sal 117) Rit: Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre». Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto prodezze. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo! SECONDA LETTURA (1Pt 1,3-9) Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. SEQUENZA [Facoltativa] Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. VANGELO (Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Consacrazione del mondo alla Divina Misericordia. Dio, Padre Misericordioso, che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio Tuo Gesù Cristo, e l'hai riversato su di noi nello Spirito Santo Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo. Chinati su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male, fa' che tutti gli abitanti della terra sperimentino la Tua Misericordia, affinché in Te , Dio Uno e Trino trovino sempre la fonte della speranza. Eterno Padre, per la dolorosa Passione e la Risurrezione del Tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen. (Giovanni Paolo II) |
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