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La Liturgia di Domenica 18 Giugno 2017

16/6/2017

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CORPO E SANGUE DEL SIGNORE - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Bianco
COMMENTO AL VANGELO
La solennità del "Corpo e sangue del Signore" - come quella della Santissima Trinità -, posta al limitare tra il ciclo liturgico della Quaresima/Pasqua e la ripresa delle domeniche del Tempo Ordinario, ha una funzione non anzitutto storica, bensì catechistica illustrando il mistero dell'Eucaristia attraverso i testi biblici.

Il brano del Deuteronomio presenta l'insegnamento di Mosè al popolo d'Israele che si apprestava a entrare nella terra promessa. I quarant'anni nel deserto sono stati il "cammino che il Signore ti ha fatto percorrere"; è stato Lui che "ti ha condotto" nelle difficoltà del cammino, nel quale "ti ha nutrito di manna", "per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore". L'Esodo come metafora della storia della Chiesa: cammino nel deserto, guidato dal Signore, che nutre il suo popolo con un pane che è esclusivo dono del suo amore. Profezia, questa, del pane eucaristico che Gesù darà al nuovo popolo perché, con la forza di questo pane, cammini nella storia fino alla patria celeste.

Nel Vangelo, Giovanni narra l'adempimento della profezia; il pane che nutrirà il nuovo popolo di Dio è annunciato da Gesù nel confronto con la gente nutrita con la moltiplicazione dei pani: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Una cosa incomprensibile per chi ascolta. Ma Gesù non demorde; ritiene irrinunciabile questo "cibo": "Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita". E annuncia i frutti di questo pane: la garanzia della vita eterna, la certezza della risurrezione nell'ultimo giorno, la possibilità di "rimanere" in lui e di vivere per Lui. Con l'aggiunta: "Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda... Chi mangia questo pane vivrà in eterno". La realizzazione dell'antica profezia viene qui annunciata, per essere poi resa concreta con l'istituzione dell'Eucaristia nell'ultima cena.

La prima lettera ai Corinzi conclude l'insegnamento, indicando gli effetti di salvezza dall'Eucaristia: il calice e il pane eucaristici sono "comunione con il sangue di Cristo" e "comunione con il corpo di Cristo" e creano comunione tra i cristiani: "Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane". Dopo la profezia e il compimento, ecco i frutti di salvezza: nasce la Chiesa.

La celebrazione eucaristica - sottolinea la Costituzione "Lumen Gentium" del Concilio Vaticano II - è "fonte e culmine di tutta la vita cristiana"; mentre la Chiesa "fa/celebra" l'Eucaristia, ecco che l'Eucaristia "fa/costruisce" la Chiesa.
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LETTURE DELLA SOLENNITA'
Colletta
Signore Gesù Cristo,  
che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia  
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,  
fa’ che adoriamo con viva fede  
il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue,  
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.  
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre,
nell'unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta 
Dio fedele, che nutri il tuo popolo  
con amore di Padre,  
ravviva in noi il desiderio di te,  
fonte inesauribile di ogni bene:  
fa’ che, sostenuti dal sacramento  
del Corpo e Sangue di Cristo,  
compiamo il viaggio della nostra vita,  
fino ad entrare nella gioia dei santi,  
tuoi convitati alla mensa del regno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dt 8,2-3.14-16)
Ti ha nutrito di un cibo, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto.

Mosè parlò al popolo dicendo: 
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. 
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 147)
Rit: Loda il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.    

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.    

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

SECONDA LETTURA (1Cor 10,16-17) 
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo. 

Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? 
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.

SEQUENZA
[Sion, loda il Salvatore, 
la tua guida, il tuo pastore 
con inni e cantici. 

Impegna tutto il tuo fervore: 
egli supera ogni lode, 
non vi è canto che sia degno. 

Pane vivo, che dà vita: 
questo è tema del tuo canto, 
oggetto della lode. 

Veramente fu donato 
agli apostoli riuniti 
in fraterna e sacra cena. 

Lode piena e risonante, 
gioia nobile e serena 
sgorghi oggi dallo spirito. 

Questa è la festa solenne 
nella quale celebriamo 
la prima sacra cena. 

È il banchetto del nuovo Re, 
nuova Pasqua, nuova legge; 
e l'antico è giunto a termine. 

Cede al nuovo il rito antico, 
la realtà disperde l'ombra: 
luce, non più tenebra. 

Cristo lascia in sua memoria 
ciò che ha fatto nella cena: 
noi lo rinnoviamo. 

Obbedienti al suo comando, 
consacriamo il pane e il vino, 
ostia di salvezza. 

È certezza a noi cristiani: 
si trasforma il pane in carne, 
si fa sangue il vino. 

Tu non vedi, non comprendi, 
ma la fede ti conferma, 
oltre la natura. 

È un segno ciò che appare: 
nasconde nel mistero 
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue; 
ma rimane Cristo intero 
in ciascuna specie. 

Chi ne mangia non lo spezza, 
né separa, né divide: 
intatto lo riceve. 

Siano uno, siano mille, 
ugualmente lo ricevono: 
mai è consumato. 

Vanno i buoni, vanno gli empi; 
ma diversa ne è la sorte: 
vita o morte provoca. 

Vita ai buoni, morte agli empi: 
nella stessa comunione 
ben diverso è l’esito! 

Quando spezzi il sacramento 
non temere, ma ricorda: 
Cristo è tanto in ogni parte, 
quanto nell’intero. 

È diviso solo il segno 
non si tocca la sostanza; 
nulla è diminuito 
della sua persona.]


Ecco il pane degli angeli, 
pane dei pellegrini, 
vero pane dei figli: 
non dev’essere gettato. 

Con i simboli è annunziato, 
in Isacco dato a morte, 
nell'agnello della Pasqua, 
nella manna data ai padri. 

Buon pastore, vero pane, 
o Gesù, pietà di noi: 
nutrici e difendici, 
portaci ai beni eterni 
nella terra dei viventi. 

Tu che tutto sai e puoi, 
che ci nutri sulla terra, 
conduci i tuoi fratelli 
alla tavola del cielo 
nella gioia dei tuoi santi.

VANGELO (Gv 6,51-58) 
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 

In quel tempo, Gesù disse alla folla: 
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
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