SS. PASQUA DI RISURREZIONE - ANNO C - RITO ROMANO ============================================= Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO Matura nell'oscurità e nel silenzio una vittoria che irromperà in tutta la vicenda umana. Quando Maria di Magdala si recò di buon mattino al luogo dove il Crocifisso era stato deposto, con l'intenzione di rendere l'estremo omaggio al corpo inerte del Salvatore, trovò che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro (Gv 20,1) e il sepolcro era vuoto. Il sepolcro era vuoto: Dio aveva vinto: l'uomo - questo essere fragile, dalle aspirazioni sconfinate ma dal respiro breve e affannoso - in Cristo aveva debellato la morte, antica e implacabile nemica; la vita aveva trionfato. Questo è nella storia un evento tanto grande e decisivo che noi siamo qui ancora, dopo venti secoli, a commemorarlo e a riviverlo, così come ogni generazione cristiana ha sempre fatto in ogni Pasqua, anzi ogni domenica dell'anno. IL SILENZIO DI UNA NOTTE E LA POTENZA DI DIO Maria di Magdala aveva visto Gesù nell'ora della morte, non l'ha potuto vedere nell'ora della risurrezione. Unita a lui aveva assaporato ai piedi della croce tutto l'amaro della sconfitta, aveva assistito nell'angoscia al tripudio delle forze del male; non ha avuto la consolazione di partecipare all'esperienza della rivincita, nel momento preciso in cui si compie. È una annotazione che deve far riflettere. Il Crocifisso aveva invocato a gran voce colui che poteva salvarlo. E il Padre allora non si era mosso: aspettava, per intervenire, il silenzio di una notte, quando ormai anche i più intimi dei discepoli erano lontani e senza fiducia. Dio usa così: sembra nascondersi quando lo si chiama; ma poi arriva con la sua potenza quando tutto pare perduto. Anche nel caso di Gesù, l'intervento divino giunge dopo, quando lo spasimo della passione si è consumato; ma, quando viene, si dimostra più grande di ogni attesa: non salverà un agonizzante dalla morte, ma addirittura ridonerà a un morto sull'orlo del disfacimento la pienezza della vita. L'istante della vittoria non ha spettatori. Dio ha consentito che fosse uno spettacolo il sacrificio del suo unico Figlio, immolato su una altura al cospetto della città; non ha voluto che fosse uno spettacolo l'esplosione della sua gloria. Gesù risorge quando tutto tace e non c'è occhio d'uomo a vedere. I soldati, i maligni, l'umanità ostile non avranno altra visione che quelle di un sepolcro scoperchiato; un sepolcro sul quale da secoli si vanno a infrangere tutte le ipotesi e i ragionamenti di chi non accetta di arrendersi alla luce della fede e di riconoscere la potenza di Dio LA CHIESA, SEMPRE DEBOLE E SEMPRE APPARENTEMENTE SCONFITTA Anche noi - come persone singole e come comunità cristiana - dobbiamo tener conto di queste preferenze di Dio. La Chiesa deve attendersi, nel tempo del suo pellegrinaggio terreno, i giorni della difficoltà, dell'incomprensione, della persecuzione; non deve attendersi che possa venire qui sulla terra l'ora del suo trionfo e della sua gloria. Essa è chiamata a vivere nel disagio e nella speranza. Non si meraviglia né di essere osteggiata dai vari principi di questo mondo in ogni epoca della sua storia, né di non ricevere subito da Dio i mezzi per affermarsi nella vicenda umana. Il suo Signore non le farà mancare mai, invece, né la fermezza della fede in mezzo al continuo turbinare delle varie incredulità, né il conforto della speranza di fronte alle voci falsamente allegre dei maestri di disperazione, né la sorgente di una inesauribile carità. E il suo Signore risuscitato dai morti - poiché è perennemente vivo e la morte non ha più potere su di lui (Rm 6,9) - le assicura altresì una indistruttibile vitalità: sempre debole e sempre apparentemente sconfitta, la Chiesa è la sola che non si estingue, mentre tutte le potenze mondane - dopo aver imperversato a turno per un tempo più o meno lungo - irrimediabilmente tramontano. I profeti del niente - cioè gli esaltatori dell'esistenza senza destinazione trascendente, della libertà senza contenuti, del piacere senza finalità - hanno come loro naturale e immancabile approdo l'annientamento. GESÙ RISORTO E VIVO Le testimonianze pasquali però non ci parlano solo del sepolcro vuoto. Ci informano anche di Gesù risorto e vivo e dei suoi molteplici incontri. È da notare che il Risorto non va in cerca dei suoi nemici, ma solo di coloro che lo hanno amato. Il trionfatore della morte non ha il minimo pensiero di rivalsa né tanto meno di vendetta verso quello che lo hanno messo in croce. Egli va a trovare i suoi amici per rianimarli, per ridare loro la gioia, per riprendere con loro gli antichi discorsi sul Regno di Dio, per affidare ad essi il prolungamento della sua stessa missione di salvezza. Incontra Maria di Magdala, incontra Pietro, incontra i due discepoli di Emmaus, incontra una folla di cinquecento persone. A tutti si rivela come colui che è radicalmente mutato, perché vive, ormai nell'eternità, e dall'eternità può dominare tutto lo svolgimento del tempo, e ha perciò ogni potere in cielo e in terra. Al tempo stesso si preoccupa di rassicurare che è ancora lui: è ancora il Maestro di sempre, e non porta un Vangelo diverso, ma solo un Vangelo che è arrivato al suo compimento; è ancora l'amico che ama chiamare per nome, che ancora prende cibo in compagnia, che si piega ancora sulle tristezze umane e vuole asciugare le lacrime; è lo stesso che ha patito sulla croce, e reca ancora nelle sue carni i segni del suo tremendo martirio. A ogni Pasqua il Risorto viene anche a noi, che desideriamo essere suoi nella fedeltà e nella coerenza, e vuole incontrarci. Da questo incontro pasquale noi ripartiamo con una gioia rinnovata e riconquistata; la gioia di chi sa di aver già vinto e di essere già liberato dalla tirannia della morte. Certo questa vita di vittoria e di gioia è ancora senza splendore e nascosta. Ma è nascosta, come ci ha detto san Paolo, con Cristo in Dio (Col 3,3). E quando si manifesterà Cristo, nostra vita, allora noi saremo manifestati con lui nella gloria (cf. Col 3,4). Questa certezza è il più bel dono di questa annuale celebrazione della risurrezione del Signore. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo Figlio unigenito, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la risurrezione del Signore, di rinascere nella luce della vita, rinnovati dal tuo Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (At 10,34.37-43) Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». SALMO RESPONSORIALE (Sal 117) Rit. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». R. La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. R. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. R. SECONDA LETTURA (Col 3,1-4) Cercate le cose di lassù, dove è Cristo Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Oppure: SECONDA LETTURA (1Cor 5,6-8) Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova Fratelli, non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità. SEQUENZA Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. VANGELO (Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. |
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