VI DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - RITO ROMANO ========================================== Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO di Luca Rubin Se mi amate, osserverete i miei comandamenti e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Parà clito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Siamo nella notte più brutta del mondo, l'ultima chiacchierata di Gesù con gli amici prosegue, a tavola. Dopo aver parlato di meta e di indirizzo, Gesù va al cuore, e parla di amore, anteponendo un se: l'amore è sempre condizionale, poiché prevede un tuo sì, una tua risposta. Il se consiste nella decisione di osservare i suoi comandamenti, un osservare di chi fa la guardia, ben attento a non farsi rubare un tesoro prezioso. Chi osserva è custode, e intende mantenere intatto ciò che ritiene importante. L'amore è la risorsa fondamentale e insostituibile: quelle che chiamiamo pazzie d'amore sono gesti che vanno oltre ogni logica e il buon senso, ma fatti per amore di qualcuno. Se ami, non sarà la fatica a fermarti, e neanche il buon nome o il rispetto umano: ti esponi a colossali figuracce in nome dell'amore! Gesù ci regala una chiave fondamentale per vivere il vangelo: l'amore. Qualche volta però, succede che le parole del vangelo vengano rimescolate, e quindi il suo insegnamento è stravolto. Anche in questo caso specifico: "se mi amate osserverete i miei comandamenti" diventa "se osserverete i comandamenti mi amate": il dovere congela tutte le forze, spegne la passione, intorpidisce i muscoli, e i comandamenti diventano una cosa pesante, improponibile, noiosa. Il vangelo conserva la sua forza propulsiva se viene osservato e custodito nella sua forma originale, (in purezza, direbbe l'enologo), mentre se viene manipolato per usarne e abusarne a sproposito, diventa un mattone, o nella migliore delle ipotesi una favola moralistica. Un altro Paraclito. Questo termine greco, ricchissimo di significati, viene associato unicamente (ed erroneamente) allo Spirito Santo. Paraclito è colui che è vicino, il difensore, il consolatore, colui che intercede. Gesù stesso parla di "un altro Paraclito", per indicare che questo titolo è anche il suo. Da una veloce consultazione, sulla carta d'identità di Dio troviamo scritto: Professione: Paraclito. Dalla prima all'ultima pagina della Bibbia, Dio non è altro che il vicino, il consolatore, il difensore, Colui che sta dalla mia parte, sempre. Ma non basta ancora: anche nelle pagine della tua Bibbia, quelle scritte da te, e quelle ancora da scrivere, le pagine della tua vita, i paragrafi della tua quotidianità, Dio continua a essere Paraclito. Ed essendo tre, si danno il cambio, per assicurare a noi, piccole creature, di non lasciarci soli un attimo. Se Dio è il Paraclito, perché è così difficile ammettere la sua presenza? I filosofi parlano del problema di Dio, i teologi si arrovellano per provare e confermare la sua esistenza. Gesù taglia corto, come sempre, e afferma che il mondo non può ricevere Dio. Questo verbo, nel testo originale greco, ci può aiutare tantissimo, perché ha tanti possibili significati:
Gesù fornisce anche il doppio motivo di questa mancata ricezione: non lo vede e non lo conosce. A ben vedere (è proprio il caso di dirlo), le due motivazioni sono una la conseguenza dell'altra: la vista è uno dei sensi che mi permette di conoscere, è il primo modo: vedi un volto, lo riconosci, lo saluti. Se non lo vedi, non lo riconosci, non lo saluti, la connessione non avviene. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Voi lo conoscete. Tu sai bene cos'è la sete, fai esperienza di cosa sia una gola riarsa e desideri un bicchiere d'acqua fresca, conosci le sue proprietà dissetanti e per questo la desideri. Anche se per te Dio può rimanere un problema irrisolvibile, è la sete a guidarti, perché conosci e desideri. Questa conoscenza esperienziale non avviene sui libri, ma nella vita, nel concreto dei tuoi giorni, tra i piatti da lavare e i letti da fare, in mezzo al tuo "lavoro agile" e tra i bambini o gli anziani da accudire. Tu lo conosci, e lo conosci perché Lui rimane, e anche qui con più significati: rimane chi non va via, e rimane chi non cambia, chi rimane se stesso. Dio non va via (che Paraclito sarebbe se andasse via?), e Dio rimane se stesso, fedele alla sua Parola e alla sua identità. Una persona che rimane e che non cambia, diventa una di noi, appunto. Ma non solo rimane e non cambia: Lui, ci dice Gesù, sarà in voi, un'esperienza di profonda e inseparabile intimità e unità: questa è l'esperienza di chi ama profondamente! Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Cogliamo in queste parole tutta la sensibilità e l'attenzione del Signore nei nostri confronti. Altre volte si è paragonato a una chioccia coi suoi pulcini (Mt 23,37): siamo i suoi fratellini e sorelline, i piccoli di casa, e Lui si prende cura di noi, non ci lascia senza Padre. Lui è l'immagine del Padre, e lo Spirito continuerà a essere questa via di comunicazione verso il cuore di Dio. Questo "ancora un poco" è davvero questione di minuti (ricordiamo che finito di parlare Gesù andrà nel giardino degli ulivi, dove verrà arrestato). Ancora un poco è tutta la tua vita, come due amici che si salutano ma non riescono a separarsi, e allora stanno insieme ancora un poco. Ancora un poco è il tempo che ti è dato per esprimere chi sei nella modalità dell'amore e del dono. Ancora un poco. Ancora un poco che continua. Gesù parla di vita, per chi lo ha scelto, conosciuto e ricevuto. Come un maestro, torna sugli stessi concetti, con intensità diverse, per far comprendere ai suoi amici, profondamente turbati e sconvolti, che Dio rimane, e anche loro parteciperanno della Vita che non finisce. Gesù illustra come avviene la comunione, cioè la comune-unione tra Dio e noi, una comunione in tre step: Gesù col Padre, noi con Gesù, Gesù in noi.
In questi tre punti c'è tutta la tua realizzazione, tutta la tua felicità, il tuo passato, il tuo presente il tuo futuro. Qui l'ancora un poco si incarna e chiede di diventare amore che riceve e che dona. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Il brano si conclude con un'affermazione apparentemente contraria: Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. In realtà Gesù, da buon maestro, chiude la lezione sintetizzando il concetto principale. Abbiamo detto che è l'amore che ci permette di accendere il motore delle possibilità, e andare oltre la mia fatica. Ora, in conclusione, Gesù afferma che chi fa la guardia ai comandamenti e li accoglie, cioè li tiene con sé, li trattiene, sta con essi, lo può fare perché ama. Sia in partenza che in arrivo, è l'amore che permette di vivere il vangelo, non l'obbligo, non il dovere morale, ma l'amore. Si respira meglio vero? Ma non hai ancora visto niente: Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui. Tre amori e una dichiarazione. L'amore è sempre circolare, non trattiene ma libera se stesso e libera chi incontra. Potrebbe sembrare eccessivo, ma tutto parte dal tuo sì all'amore. Se ci pensi, tutto il Nuovo Testamento si è realizzato grazie al sì di una ragazzina: "Eccomi, sono la serva del Signore" (Lc 1,38). Gesù ti dice che il tuo sì permetterà l'incarnazione dell'amore: non un amore tutto cuoricini e fuffa, ma un amore concreto, di carne, la carne del Figlio di Dio, la tua carne, una carne salvata da chi ti ha a cuore, da chi ti riceve, da chi tiene a te, da chi desidera il tuo amore. La dichiarazione: Dio non è il problema, e neanche la soluzione: Dio è Dio, il Paraclito, il vicino, Colui che vive in te e tu in Lui. Se vuoi. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente, fa’ che viviamo con intenso amore questi giorni di letizia in onore del Signore risorto, per testimoniare nelle opere il mistero che celebriamo nella fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta (Anno A) O Padre, che per la preghiera del tuo Figlio ci hai donato lo Spirito della verità, ravviva in noi con la sua potenza il ricordo delle parole di Gesù, perché siamo pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - At 8,5-8.14-17 Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo. SALMO RESPONSORIALE - Sal 65 Rit. Acclamate Dio, voi tutti della terra Acclamate Dio, voi tutti della terra, cantate la gloria del suo nome, dategli gloria con la lode. Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere! Rit. A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome». Venite e vedete le opere di Dio, terribile nel suo agire sugli uomini. Rit. Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume: per questo in lui esultiamo di gioia. Con la sua forza domina in eterno. Rit. Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia. Rit. SECONDA LETTURA - 1Pt 3,15-18 Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. VANGELO - Gv 14,15-21 Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». |
0 Comments
Leave a Reply. |
Archivi
Settembre 2024
|