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La Liturgia di Domenica 12 Novembre 2017

10/11/2017

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XXXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
RESTIAMO ACCESI

È faticosa, la vita. E, talora, incomprensibile, oscura.
Abbiamo l'impressione di vagare nelle tenebre, di brancolare nel buio.
Ma ci sono anime che osano.
Che escono nelle tenebre e le sfidano tenendo in mano una piccola luce.
Insignificante, rispetto alla massa cupa e spessa del buio che sovrasta.
Eppure quella fiammella squarcia le tenebre, le obbliga ad arretrare, le ammorbidisce e dona misura e dimensione ad ogni notte.
Ci sono persone che passano la vita a maledire l'oscurità, altre che preferiscono accendere un fiammifero.
Come le ragazze della parabola di oggi.

Attendiamo
La buona notizia che la Parola ci consegna è che non siamo condannati a vagare nel nulla.
Se accendiamo la lampada e sfidiamo l'ombra è perché viene lo Sposo.
Questo mondo, la mia vita, la realtà, la quotidianità che tanto mi affascina e mi affatica è in attesa di uno Sposo. Un Salvatore, un Amante, un Amato. Il Signore.
Allora anche la notte più fitta diventa la scena che sta per accogliere il veniente.

Abbiamo appena celebrato la dolente memoria dei nostri fratelli defunti, illuminata, il giorno prima, dalla grande festa della santità che Dio riversa sui suoi figli. Non sono morti, i nostri defunti, ma altrove a continuare il loro percorso di conoscenza, di liberazione, di semplificazione, di guarigione definitiva. Anch'essi in attesa.
La vita è attesa. Non di una condanna, non di un verdetto nefasto.
Di una festa di nozze.
Attendiamo il ritorno nella gloria del Signore Gesù. E chiediamo, ora, di prendere consapevolezza di chi siamo noi, di chi è lui, di cos'è la vita.
È buia, la notte, ma ci sono anime leggere che la sfidano andando incontro allo Sposo.

Ardimenti
Sfidano la notte, le ragazze. Sfidano il sonno che appesantisce le nostre anime, così indaffarate a farsi spazio nel caos cui abbiamo ridotto le nostre vite oberate. Sfidano le convenzioni di chi dice che non c'è nessuno Sposo da attendere e che uno Sposo non può essere così idiota da presentarsi nel cuore della notte.
Ma può accadere di assopirsi, di stancarsi, di scoraggiarsi. Accade anche agli apostoli al Getsemani. Accade anche ai migliori. Troppa stanchezza, troppo dolore, troppa fatica, e si lasciano i remi, e prevale lo sconforto. L'anima si assopisce.
Allora, Dio lo conceda, arriva un grido.
Un gallo che canta. L'eccitazione dei soldati inviati ad arrestare Gesù. Uno sconosciuto che ha intravvisto nella notte la venuta dello Sposo. Un grido, una Parola, un segno che ci scuote, ci toglie al sonno.
Osano, le ragazze, prendono la lampada, escono. Ma ad alcune manca l'olio.
La durezza della risposta di cinque fra loro ci lascia perplessi. Ma hanno ragione: se dividessero il loro olio mancherebbe a tutte. Considerazione dura ma vera, sgradevole ma onesta.
Cos'è, quell'olio?
La parabola non lo dice.
Ma brucia. Qualcosa che brucia e fa luce. Per tenere la lampada accesa nella notte dobbiamo ardere.
Desiderio. Curiosità. Inquietudine. Emozione. Amore. Passione.
Solo le anime ardenti osano sfidare la notte.
E ciò che siamo è unico e non può essere facilmente condiviso. Come si potrebbe?
Possiamo seguire un guru, possiamo frequentare una parrocchia, un gruppo di amici credenti convincenti. Ma, alla fine, solo io posso sapere e decidere se alimentare la lampada.
Sono solo di fronte a Dio. Io e lui. Faccia a faccia. Cuore a cuore.

Durezze
Le ragazze sprovvedute riescono comunque a rimettersi in marcia, trovano dell'olio, riaccendono passione e desiderio. Ma è troppo tardi, la porta è chiusa. Colui che dice di stare alla porta ad attendere qualcuno che apra, inaspettatamente, non apre alle ragazze che insistono.
Non è per ripicca, non per vendetta, Dio non è duro o crudele.
È una legge della vita: ci sono occasioni che non si ripetono, momenti unici.
Nelle relazioni, negli affetti, nella fede.
Se aspetti il momento passa. Se cincischi o tentenni, si svuota.
Quel bacio che avrebbe rivelato l'amore che hai per quella persona, se non lo dai lo perdi per sempre. E, a volta, perdi anche la persona che ami.

Quando avrò più tempo mi occuperò delle cose di Dio.
Se solo riuscissi a organizzarmi meglio!
Coltiverei volentieri la mia anima, ma ora proprio non ho la testa.

Non basta recuperare l'olio del desiderio, riaccendere la lampada, avventurarsi nella tenebra.
La strada che devo percorrere è tanta e rischio di non esserci.
Dicevamo qualche domenica fa: cosa ho di meglio da fare oggi dell'essere felice? Dello scrutare? Dell'osare? Dell'attendere un Amante?
Restiamo accesi.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio grande e misericordioso,  
allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te,  
perché, nella serenità del corpo e dello spirito,  
possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, la tua sapienza  
va in cerca di quanti ne ascoltano la voce,  
rendici degni di partecipare al tuo banchetto  
e fa’ che alimentiamo l’olio delle nostre lampade,  
perché non si estinguano nell’attesa,  
ma quando tu verrai  
siamo pronti a correrti incontro,  
per entrare con te alla festa nuziale.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sap 6,12-16)
La sapienza si lascia trovare da quelli che la cercano.

La sapienza è splendida e non sfiorisce,
facilmente si lascia vedere da coloro che la amano
e si lascia trovare da quelli che la cercano.
Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta,
chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni;
poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei,
appare loro benevola per le strade
e in ogni progetto va loro incontro.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 62)
Rit: Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.    

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.    

Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

SECONDA LETTURA (1Ts 4,13-18) 
Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 

Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. 
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

oppure:
SECONDA LETTURA Forma breve (4, 13-14)
Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 

Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

VANGELO (Mt 25,1-13) 
Ecco lo sposo! Andategli incontro! 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
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