XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, PERCHE' HA MOLTO AMATO da Il settimanale di Padre Pio Siamo tutti poveri peccatori e abbiamo tutti bisogno della salvezza e del perdono di Dio. Di questo perdono parlano le letture di oggi, insegnandoci quelle che devono essere le nostre disposizioni per poter ottenere la Misericordia divina. Iniziamo con la seconda lettura. San Paolo apostolo, scrivendo ai Galati, insegna che, per essere salvati, innanzitutto dobbiamo avere fede in Dio e nel suo Figlio Unigenito che ci ha amati e ha consegnato se stesso per noi (cf Gal 2,20). In poche parole, dobbiamo avere quelle disposizioni che esprimiamo nella stupenda preghiera dell'atto di fede: «Mio Dio, poiché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in te, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato e morto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede». La fede è talmente importante che lo stesso sacramento della Riconciliazione avrà effetto in noi, donandoci il perdono di Dio, solo se crediamo alle verità fondamentali espresse da questa preghiera. La prima lettura ci insegna, invece, ad avere umiltà. Per essere perdonati da Dio, dobbiamo umilmente riconoscere i nostri errori. È quanto ha fatto Davide. Egli aveva gravemente peccato, diventando adultero e omicida. Grazie poi all'intervento del profeta Natan, egli riconobbe umilmente i propri errori e fece penitenza. Allora disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore» (2Sam 12,13). L'umiltà è così importante che nulla piace a Dio senza di essa. Essa è come una potente calamita che attira la grazia di Dio e il suo perdono. Umiltà è verità, affermava santa Teresa d'Avila, è riconoscere senza attenuanti le nostre colpe. Se uno si accusa, Dio lo scusa; se, al contrario, non fa altro che giustificarsi, egli dimostra chiaramente di essere lontano dalla verità. Sbagliano tutti quelli che dicono di non aver peccati da confessare. I peccati sono come la polvere: quanto più ci si avvicina alla luce, tanto più si vedranno. La Chiesa, inoltre, ci fa ripetere uno stupendo atto di umiltà al momento culminante della Santa Messa, prima di ricevere la Comunione. In quel momento ripetiamo l'atto di umiltà del Centurione, e diciamo: «O Signore non sono degno di partecipare alla tua Mensa, ma di' soltanto una parola e io sarò salvato». Ripetiamo queste parole con attenzione e convinzione. Passiamo ora al Vangelo. Esso ci riporta l'episodio della donna peccatrice che lava con le sue lacrime i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli, cospargendoli di profumo. Questo episodio ci insegna la carità che noi dobbiamo avere innanzitutto nei confronti di Dio. Esistono due tipi di pentimento. C'è il pentimento imperfetto, la cosiddetta attrizione, che deriva dalla paura dei giusti castighi di Dio. Certamente questo pentimento non è l'ideale per i cristiani, ma è pur sempre una grazia ed è sufficiente per ricevere il perdono di Dio nel sacramento della Riconciliazione. Vi è poi il pentimento perfetto, che si chiama contrizione, che nasce non dal timore, ma dall'amore di Dio. Ci si pente non per paura dell'inferno, ma perché si ama Dio e ci dispiace sommamente di averlo offeso con il peccato. Questo è l'ideale per i cristiani. È certamente una grazia, grazia che dobbiamo domandare con fiducia ogni giorno nella preghiera. Quando recitiamo l'Atto di dolore diciamo: «Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa». Fede, umiltà e carità. Sono queste le disposizioni fondamentali per ricevere il perdono e la salvezza di Dio. Queste disposizioni le ritroviamo in un episodio che leggiamo nella vita di sant'Antonio da Padova. Si racconta che un giorno un grande peccatore andò a confessarsi dal Santo, dopo avere ascoltato una sua predica. Il pentimento del peccatore era così vivo che gli impedì di parlare per i continui singhiozzi. Sant'Antonio allora gli disse: «Va', figlio, scrivi i tuoi peccati poi ritorna». Il penitente andò, scrisse i peccati su un foglio, tornò dal Santo e gli lesse la lista delle colpe. Quale non fu la sorpresa, però, quando alla fine della lettura si accorse che il foglio era tornato bianco, senza più traccia di scrittura. Così avviene nella nostra anima. Se accuseremo i nostri peccati con fede, umiltà e carità, la nostra anima ritornerà bianca come la neve. LETTURE DELLA DOMENICA Colletta O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure Colletta O Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e fedele che sappia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (2Sam 12,7-10.13) Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai. In quei giorni, Natan disse a Davide: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Urìa l’Ittìta, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammonìti. Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittìta». Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai». SALMO RESPONSORIALE (Sal 31) Rit: Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato. Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia, mi circondi di canti di liberazione. Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! SECONDA LETTURA (Gal 2,16.19-21) Non vivo più io, ma Cristo vive in me. Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano. VANGELO (Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. |
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