BATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO A - RITO ROMANO =========================================== Grado della Celebrazione: FESTA (+) Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO Il tempo liturgico di Natale si conclude con la festa del Battesimo del Signore: il Dio che è nato a Betlemme nasce nel cuore di ogni discepolo che si fa battezzare. Con questa festa del Battesimo di Gesù terminiamo il tempo del Natale. Tempo di gioia grande perché Dio si fa uomo, sta con noi, vive con noi. Abbiamo ascoltato, in queste feste, come Gesù sia la luce che viene a rischiarare le tenebre del mondo, sia il volto dell'amore del Padre che è offerto proprio a tutti gli uomini senza condizioni. Il Signore viene ad insegnarci a vivere mostrandoci, con la sua stessa vita, il progetto che Dio Padre ha su tutta l'umanità. Un progetto chiamato Gesù, un progetto bello, di felicità e di benessere per tutti. In ogni domenica di questo anno liturgico noi faremo nostri i gesti e le parole che Gesù compie e dice perché vogliamo imparare da lui, vogliamo camminare come lui perché lui è il nostro modello di vita. Iniziamo a vedere il gesto che il Signore compie oggi. Gesù si mette in cammino dalla Galilea, dove si trova Nazareth, il suo paese, verso il fiume Giordano dove si trova Giovanni Battista, il grande profeta che, con la voce, grida agli uomini di preparare la strada e i cuori alla venuta del Messia. Il modo migliore per farsi trovare pronti è quello di cambiare vita, di purificarsi lavando nel fiume Giordano i peccati attraverso il rito del battesimo che Giovanni propone. Gesù comincia proprio da lì. Anche lui si mette in fila con tutti gli altri uomini peccatori per ricevere il battesimo! Ma come? Anche lui peccatore? Noi sappiamo che Gesù è buono, che non compie il male perciò non ha bisogno di conversione come gli altri uomini! Ma allora perché questo gesto? Gli evangelisti mettono questo episodio all'inizio della vita pubblica di Gesù per farci capire una cosa importante. Vediamola insieme. Io penso che questa estate molti di voi sono stati qualche giorno al mare, vero? Alcuni di voi sanno nuotare, altri addirittura sono capaci di andare sott'acqua! Quando io mi trovo al mare, sulla riva, e vedo qualcuno andare sott'acqua, resto lì in attesa finché non riemerge... Il gesto di andare sotto acqua è bello certamente, ma per certi aspetti mette un po' di ansia perché è come se la persona scomparisse, non esistesse più... è come fosse inghiottita dall'acqua. Il Battesimo è una vera e propria immersione nell'acque, e questa immersione ricorda la morte... una morte al peccato per poi uscire nuovi, lavati, puliti e capaci di impegnarsi a vivere in modo diverso. Per Gesù, il battesimo non è un'immersione-morte al peccato, ma è un pre-annuncio della sua morte in croce, il suo dono di amore per ciascuno di noi. Gesù muore per la nostra salvezza, ecco il segno della sua immersione nel fiume Giordano, ma poi riemerge segno della sua vita risorta. La sua morte e resurrezione sono il punto centrale della nostra fede. Gli evangelisti, mettendo questo gesto all'inizio della vita pubblica di Gesù, ci dicono quello che sarà la sua vita: un dono di amore, attraverso la morte e la resurrezione. Amore senza condizioni per tutti gli uomini, buoni e cattivi. Nella prima lettura abbiamo ascoltato un brano preso dal libro Isaia. Questo profeta ci descrive un personaggio misterioso chiamato "Servo del Signore". Chi è questo uomo? "Servo del Signore", nella Bibbia, è un termine speciale che viene dato solo al principe, al figlio di re, a colui che sta alla destra del re, che fa le sue veci. Questo servo-principe ha un compito meraviglioso: quello di ristabilire il diritto sulla terra. Cosa significa? Stabilire il diritto, significa riportare sulla terra l'amore tra le persone, la giustizia, la verità, la condivisione. Ecco il compito di questo principe! E come lo farà? Non con gli eserciti, e neppure con le armi, e nemmeno uccidendo ed eliminando i nemici o quelli che non la pensano come lui. Questo principe-servo insegnerà la giustizia senza gridare, senza urlare, senza fare comizi nelle piazze. Invece parlerà con soavità, con dolcezza e soprattutto la sua parola umilierà nessuno. Se la vita di qualcuno è così debole da essere paragonata ad una piccola luce che quasi si sta spegnendo, lui la aiuterà a risplendere incoraggiandolo, e così farà anche per coloro la cui vita somiglia a una canna incrinata, cioè mal concia: questo servo-principe darà speranza proprio a chi è più in difficoltà. Proviamo a pensare a quante volte a noi capita di trattare male qualcuno perché non sa fare bene qualcosa... Il servo del Signore sarà sostegno e forza per tutti anche quando dovrà sacrificare la sua vita. In Gesù, noi conosciamo il volto e il nome di questo servo annunciato dal profeta Isaia: Lui compirà l'opera che Dio, il re suo Padre, gli affida. Egli si immerge nell'acqua del fiume Giordano e quando riemerge si aprono i cieli. I cieli sono la dimora di Dio, e da lì scende la colomba segno dello Spirito di Dio, della sua forza, della sua stessa vita. E c'è la voce che accompagna questo segno con parole molto belle e importanti. Le ricordate?: «Questi è il figlio mio»". Ecco il servo del Signore, il Messia che è anche "l'amato", cioè il figlio più caro, più prezioso, è l'unico, l'erede. «In lui ho posto il mio compiacimento» Dio dice «Questo figlio mi dà gioia perché mi somiglia nell'amore». Dio è orgoglioso di questo figlio servo, che dona tutta la sua vita. Il rito del battesimo segna il nostro ingresso nella comunità dei credenti in Gesù. La nostra vita, come piccola pianticella, è innestata a Gesù, la vera vite, la vera pianta e, come lui, riceviamo il dono dello Spirito, della forza di Dio per compiere il bene e non cedere al male. Iniziamo allora il nostro cammino dietro Gesù e, in questa settimana, cerchiamo di ripensare al nostro Battesimo, a questo grande dono ricevuto. Ringraziamo e impegniamoci a vivere come Gesù, il Servo del Signore. Avviciniamoci agli altri sempre con soavità e con dolcezza. E cerchiamo di farci vicini a chi si trova in difficoltà per sostenerli e incoraggiarli. Buona domenica LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli, rinati dall’acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta O Padre, il tuo unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortale, concedi a noi, che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, di essere interiormente rinnovati a sua immagine. Egli è Dio e vive e regna con te... Oppure: Colletta Padre d’immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli; concedi a noi che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Egli è Dio, e vive e regna con te... PRIMA LETTURA (Is 42,1-4.6-7) Ecco il mio servo di cui mi compiaccio. Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre». SALMO RESPONSORIALE (Sal 28) Rit: Il Signore benedirà il suo popolo con la pace. Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. La voce del Signore è sopra le acque, il Signore sulle grandi acque. La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. Tuona il Dio della gloria, nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!». Il Signore è seduto sull’oceano del cielo, il Signore siede re per sempre. SECONDA LETTURA (At 10,34-38) Dio consacrò in Spirito Santo Gesù di Nazaret. In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui». VANGELO (Mt 3,13-17) Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui. In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». ESEGESI di Padre Michelini Domani LUNEDI 13 GENNAIO 2020 ha inizio il TEMPO ORDINARIO - ANNO PARI (II) Inizia il Tempo Ordinario dell’anno liturgico. Esso è diviso in due periodi: - dal giorno seguente la celebrazione della festa del Battesimo di Gesù fino al Mercoledì delle ceneri; - dal giorno dopo la Pentecoste fino ai primi vespri dell'Avvento. Il Tempo Ordinario rappresenta il pellegrinaggio del cristiano verso la meta finale. Questo ci aiuta ad assimilare e meditare i misteri della vita di Gesù attraverso la lettura progressiva e quasi continua che ogni domenica si fa della sua Parola. È per questo che i vangeli del tempo ordinario riprendono volta per volta ciascuno degli Scritti Sinottici per meditare la vita di Cristo e il suo messaggio, alla luce di ciascuno degli evangelisti e nella loro propria prospettiva. Nello scorrere della vita di ogni giorno il cristiano è invitato a verificare la sua esistenza sulla parola di Dio. Nella prima parte del Tempo Ordinario ogni battezzato è chiamato a rispondere all'invito del Signore Gesù "Vieni e segui me!"; nella seconda parte e a scoprire che cosa vuole Dio da lui. A ben vedere il tempo per annum è il tempo per eccellenza della sequela e del discepolato, sulle orme di Gesù verso il compimento della storia. Il Tempo Ordinario è così definito non nel senso che si tratti di un tempo di scarsa importanza, ma inteso come il tempo in cui si ricorda la missione ordinaria del Signore, esclusi i grandi misteri come l’Incarnazione del Figlio di Dio preceduto dall’Avvento, il Mistero pasquale, preceduto dal tempo forte della Quaresima. Il Tempo Ordinario ha una sua personalità propria, una specifica valenza liturgica, riferita sempre – come del resto gli altri periodi dell’Anno liturgico – al mistero di Cristo e alla vita della Chiesa. Il Tempo Ordinario non è segnato da grandi feste, ma scorre regolare, ritmato soltanto dalla festa settimanale della Domenica come celebrazione della Pasqua settimanale. La domenica, infatti, «festa primordiale» dei cristiani (SC 106), nasce il mattino del giorno della risurrezione, il primo giorno dopo il sabato e occupa un suo ruolo fondamentale durante tutto l’anno liturgico. In questo giorno la Chiesa celebra la fonte della sua vita e la meta del suo cammino e il Prefazio X per le domeniche del tempo ordinario canta: «Oggi la tua famiglia, riunita nell’ascolto della tua Parola e nella comunione dell’unico pane spezzato fa memoria del Signore risorto nell’attesa della domenica senza tramonto, quando l’umanità intera entrerà nel tuo riposo». Il ciclo domenicale ordinario rappresenta, pertanto, la più antica celebrazione della Pasqua del Signore ed è anteriore alla formazione dei cicli e “Avvento-Natale-Epifania” e “Quaresima-Pasqua-Pentecoste” . Sacrosanctum Concilium al numero 106 afferma che il giorno del Signore «è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico». Il Tempo Ordinario è un periodo di attesa e di speranza; da qui la scelta del colore liturgico verde. Fra le diverse domeniche si pongono alcune grandi festività: il mistero della Trinità, ... quello dell'Eucaristia – il Corpus Domini - , quello dell'amore del Cuore di Gesù. Importanti anche le grandi feste dei santi: san Giovanni Battista, santi Pietro e Paolo, gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele e, soprattutto, la Vergine Maria nelle sue grandi solennità. Questo tempo liturgico sfocia nella celebrazione della Chiesa trionfante nella festività di Tutti i Santi, della Chiesa militante nella festa della Dedicazione, e si prega per la Chiesa sofferente (i fedeli defunti); si celebra quindi Cristo Re che conclude il Tempo Ordinario. Il Tempo Ordinario richiama l’attenzione al quotidiano, alla ferialità, alla vita; aiuta ad entrare nei meandri di ogni esperienza personale e familiare, sociale ed ecclesiale del credente. Nulla può restare fuori dalla grazia trasformante di Cristo: affetti e doti, beni e scelte, lavoro e festa, gioie e fatiche, malattia e morte. Tutto ne viene segnato profondamente. L’adesione al Risorto abbisogna di un percorso costante e progressivo per arrivare a rivestirsi di Lui. Questo tempo è quello “ordinario”: occorrono tempo lunghi e varie mediazioni per accoglierlo come regola di vita e criterio di giudizio, forza d’azione e certezza di futuro, speranza beata. Sintetizza molto sapientemente il testo delle Norme generali per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario al numero 43: «Oltre i tempi che hanno proprie caratteristiche, ci sono trentatré o trentaquattro settimane durante il corso dell'anno, le quali sono destinate non a celebrare un particolare aspetto del mistero di Cristo, ma nelle quali tale mistero viene piuttosto venerato nella sua globalità, specialmente nelle domeniche. Questo periodo si chiama Tempo Ordinario». Il Tempo “durante l’anno” è il tempo in cui la vita nello Spirito è destinata ad approfondirsi, a concretizzarsi, al fine di condurre i cristiani ad una esistenza matura e consapevole. E’ il tempo della assimilazione dei doni dello Spirito e della crescita da essi provocata. Questo nuovo tempo liturgico riserverà per ciascuno alcuni aiuti per procedere nel cammino di una vita cristiana degna di questo nome: - La Parola quotidiana sarà luce al nostro cammino. - La “frazione del pane” e il memoriale del sacrificio della Croce è dono e offerta permanente del Signore alla sua Chiesa. L’Eucarestia è il pane degli angeli, l’alimento dei figli di Dio. Sant’Ignazio d’Antiochia, i martiri di Abitene dicevano che senza la domenica non potevano vivere. - La Domenica è il giorno dell’incontro settimanale con il Signore risorto. Giorno che ritma l’anno liturgico e ci richiama con forza a un rapporto equilibrato tra lavoro e riposo; giorno in cui salvaguardare in mezzo a tutto il nostro “fare” uno spazio di gratuità per celebrare l’amore di Dio che ci salva. - L’aiuto e il sostegno della misericordia di Dio nel sacramento della Riconciliazione è conforto pregno d’amore che consente di ricominciare nuovamente ogni giorno senza il penso dei peccati. - La preghiera offre l’opportunità di respirare e di vivere come credenti la relazione con Gesù amico. - La comunità di fede, soprattutto la comunità parrocchiale è un punto di riferimento necessario nelle intemperie della solitudine. Ovviamente il Tempo Ordinario ha quale fulcro e il suo senso dalla celebrazione del dies domini, la domenica, che lo scandisce e che rinnova ogni settimana la Pasqua del Signore. La domenica è vista come primo giorno e come Pasqua settimanale. Il Tempo Ordinario si presenta come un tempo di crescita e di maturazione, un tempo in cui il mistero di Cristo è chiamato a penetrare progressivamente nella storia fino alla ricapitolazione di tutto in Cristo. Questo culmine è rappresentato dalla solennità di Cristo Re dell’universo verso il quale tutta la storia è protesa. Assumere il mistero di Cristo nel Tempo Ordinario significa prendere sul serio l’essere discepoli, ascoltare e seguire il Maestro nel vissuto quotidiano, non per mettere fra parentesi la vita ordinaria ma per sottolinearla come momento salvifico. |
0 Comments
Leave a Reply. |
Archivi
Settembre 2024
|