XIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO Grado della Celebrazione: Domenica Colore liturgico: Verde COMMENTO AL VANGELO PAN DI VIA Capita, soprattutto in questo periodo estivo, che il pane diventi ancor più alimento per le soste del cammino. Un viaggio lungo in automobile, un'escursione in montagna, una gita al mare... sono spesso momenti estivi accompagnati da un pranzo al sacco, con panini preparati a casa o da preparare sul momento... Proprio il pane, già da sempre simbolo di tutto ciò che alimenta le nostre esistenze, in queste domeniche di agosto si ritrova nella liturgia come Segno semplice e grande della presenza del Signore nella vita del credente. Gli appassionati dell'opera di Tolkien sanno che nel lungo viaggio della Compagnia sarà a volte indispensabile nutrirsi di un pane elfico («Basta, basta!», esclamarono gli Elfi all'hobbit ridendo; «quel che hai mangiato è sufficiente per un lungo giorno di marcia... noi le chiamiamo lembas, o pan di via, e sono più nutrienti di qualsiasi cibo fatto dagli Uomini, e senza dubbio di gran lunga più gradevoli delle gallette».) Sembra proprio che l'autore del Signore degli Anelli, fervente cattolico, conoscesse bene, a questo proposito, il bellissimo brano della prima lettura: Elia attraversa il deserto, perseguitato dalla regina Gezabele, che aveva deciso la sua morte dopo lo sterminio dei profeti di Baal. Sarebbe morto, anzi desiderava morire, sopraffatto dalla fatica fisica e spirituale, se non avesse avuto in dono un pane offerto, per le mani di un angelo, direttamente da Dio. Dentro il grande segno offerto al profeta, si rivela anche un tenero gesto di attenzione: Dio stesso prepara un pasto per Elia che inizialmente sembra non capire: mangia e basta, rimettendosi a dormire. Ha bisogno di un nuovo risveglio, di una maggiore consapevolezza: quel pane non è "pane di sosta" ma "pan di via", serve per un lungo cammino! Per questo andiamo a ricevere la Comunione - e ripartiamo da lì - camminando… Noi spesso siamo come Elia... Ci nutriamo del Pane, senza curarci più di tanto del fatto che Dio stesso si "è scomodato" dal cielo per noi e, invece di metterci in cammino, torniamo a dormire. Oggi questa liturgia vuole essere uno "scossone" che ci risveglia. Le parole che risulteranno "dure" agli ascoltatori di Gesù nella sinagoga di Cafarnao, ci ricordano che Gesù Cristo è Pane per la nostra fame e che ogni Eucaristia, come quella che celebriamo oggi non è un semplice atto di culto, ma un Dono immenso della vita di Dio, dato a noi attraverso il pane, perché anche noi nella vostra vita diventiamo pane per la fame dei fratelli. E invece, considerando anche l'assenza di molti dalla Messa nel periodo estivo, c'è chi continua a credere che l'Eucaristia sia solo "qualcos'altro da fare" per essere bravi cristiani ma, se ci prendiamo un po' di vacanza anche da questo "dovere", non è poi la fine del mondo… Non c'è da meravigliarsi dunque se la gente che ascoltava Gesù, mormorasse. Del resto si dice che il cibo e la mormorazione vadano di pari passo. Quante volte a tavola, con la scusa o a causa del cibo, ci si accusa e si mormora... A casa, a mensa, al ristorante... in chiesa. E il pane che dovrebbe essere motivo di comunione, diviene motivo di guerra. Già era successo nel deserto dell'esodo contro Dio e contro Mosè: il mormorare è l'espressione tipica dell'incredulità, o di chi vuole fermarsi alla materia, al pane materiale, senza provare a "varcare la soglia" per passare dall'uomo a Dio, dal pane al Pane con la "P" maiuscola. Non è più l'ora di "aspettare la manna dal cielo", anche perché, pure quando arriva, siamo capaci ugualmente di criticare e di decidere noi quale sia il cibo migliore. Preferiamo "cambiare canale" e andare da un "Master chef" alla "Prova del cuoco", pur sapendo che non possiamo mai gustare qualcosa attraverso lo schermo… Da che mondo è mondo, potremmo dire, nessun cibo, anche il più buono, ha dato la vita eterna. Niente ci sazia dando alla nostra vita il sapore della eternità. Ora ci vuole la fede. Per questo Gesù spiega che cosa significhi credere. E se il mormorare è il verbo attorno a cui ruota la crisi dei Giudei e il loro ostinato rifiuto, il credere è il verbo dell'accoglienza del Pane di vita: un pane dato da un Padre che attira e dal Figlio che risuscita. Questo Pane che dà la vita eterna è incomprensibile per chi si ferma a ciò che è terreno. Allora oggi, con semplicità, con fiducia, con umiltà, proviamo a fissare gli occhi al Cielo - pur rimanendo con i piedi per terra - e forse riscopriremo che se siamo qui è perché il Signore ci attira. Noi possiamo andare da Lui solo se ci liberiamo di tutti i pesi che ci impediscono di essere "più leggeri" - superbia, egoismo, mormorazione, etc... - e solo possiamo essere attirati senza fatica e capire che l'uomo è fatto per camminare verso una meta precisa, che è Dio. E per questo cammino abbiamo bisogno del Pane che è Dio. Nell'Eucaristia la distanza tra Dio e l'uomo si accorcia, entrando in comunione con Gesù e, nello stesso tempo, entrando in comunione con la Chiesa, la famiglia di Dio, per cui tutti ci diventano cari, fratelli, intimi, anche se non ci conosciamo. È l'invito che ci fa Paolo nella lettera agli Efesini, nell'essere "benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, pronti al perdono", per non rattristare lo Spirito e camminare nella Carità. Un unico pane sazia la fame di Dio e ci fa fratelli e si pone come segno di una Fedeltà che chiama a gran voce la nostra fedeltà: solo amati in questo modo, possiamo a nostra volta amare. Fidiamoci di Dio, ancora una volta e, forti di questo Cibo, alziamoci, mangiamo perché è ancora lungo il cammino. Lungo..., ma bellissimo, quando si cammina con Dio. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure: Colletta Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non perisce, perché perseverando nella fede di Cristo giunga a contemplare la luce del tuo volto. Per il nostro Signore Gesù Cristo... PRIMA LETTURA (1Re 19,4-8) Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio. Dal primo libro dei Re In quei giorni, Elia s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 33) Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. SECONDA LETTURA (Ef 4,30-5,2) Camminate nella carità come Cristo. Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. Parola di Dio VANGELO (Gv 6,41-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. + Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore Preghiera dei fedeli Sorelle e fratelli, nell'Eucaristia viviamo le parole di Gesù: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Il pane che io vi do è la mia carne per la vita del mondo”. Preghiamo perché noi, che ci nutriamo di questo pane, possiamo vivere la speranza della vita eterna fin da oggi. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per la Chiesa, grande comunità dei figli di Dio presente in ogni luogo: trovi sempre il centro della sua vita nella celebrazione dell'Eucaristia, intorno all'altare dove Gesù si dona come pane di vita, preghiamo. 2. Per coloro che cercano Dio e non sanno riconoscerlo: perché i cristiani uniti nella parola invochino il dono della fede per tutti gli uomini, preghiamo. 3. Per i cristiani: la riflessione sulla parola di Dio li persuada a riconoscere ogni cosa come dono di Dio, certi che l'esperienza religiosa non si fonda solo sulle opere, sui sacrifici, sulle offerte, ma anzitutto nel sentirsi accompagnati dal Padre, preghiamo. 4. Per la nostra comunità cristiana: partecipi con gioia alla Mensa, condivida il pane anche con tutti i fratelli lontani e con coloro che hanno bisogno del nostro sostegno, preghiamo. Padre santo, aiutaci ad andare incontro a Cristo, perché attraverso di Lui possiamo giungere a te. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. |
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