XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO ================================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO Perdere la pazienza può essere una virtù? A noi sembra impossibile, abituati come siamo a pensare la pazienza come una delle qualità più necessarie all'animo umano. Avere pazienza ci pare in ultimo l'atteggiamento migliore davanti alle avversità della vita. Eppure il Vangelo di domenica (Mc 6,7-13) afferma che anche perdere la pazienza può diventare una virtù. Così infatti sembra dire Gesù mandando i suoi discepoli in missione: «Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno andatevene, e scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». Noi forse ci saremmo aspettati parole diverse: magari parole di comprensione nei confronti di quegli uditori poco accoglienti. Soprattutto noi avremmo voluto sentire la parola tolleranza, questa parola magica che oggi sembra risolvere ogni dissidio. Sì, forse un po' più di tolleranza non sarebbe guastata nelle raccomandazioni di Gesù. E invece no, il comando del Maestro è diverso: «Se non vi ascolteranno, andatevene e scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi». «Andatevene»: perché il missionario non può appoggiare la sua vita ad un mondo che ha deciso fin dal principio di far tacere la sua parola. Il missionario – come il profeta dell'antico Israele – deve parlare comunque: e quindi deve anche perdere la pazienza, davanti all'indifferenza o al rifiuto degli uditori. Certo la tolleranza è anche un valore: e Gesù non mancò di testimoniarla nella sua vita. Eppure non sempre è il tempo della tolleranza: ci sono infatti momenti in cui appaiono necessarie parole intransigenti. Come accadde quel giorno, durante il viaggio verso Gerusalemme, quando uno dei discepoli chiese a Gesù di andare a seppellire suo padre: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti – disse il Maestro con durezza – tu va', e annunzia il Regno di Dio» (Lc 9,60). O come accadde quando Gesù arrivò nel tempio della Città Santa, e rovesciò con violenza i tavoli dei venditori: «Avete trasformato questa casa in una spelonca di ladri!» (cfr Lc 19,46). Appunto, non sempre è il tempo della tolleranza: a volte ci vogliono parole intransigenti; ci vogliono cioè parole sincere, che sappiano rompere il cerchio insopportabile dell'indifferenza e dell'ipocrisia, testimoniando quella verità che non può essere nascosta. Infatti, dietro alla tanto predicata tolleranza dei tempi moderni si nascondono facilmente proprio l'indifferenza e l'ipocrisia: da una parte l'indifferenza di chi non vuole mai compromettersi, difendendo sino alla fine il proprio piccolo mondo; ma dall'altra anche l'ipocrisia di chi vuole starsene comodo, e allora tollera gli altri affinché gli altri tollerino lui. Purtroppo questo accade anche nelle nostre famiglie. Oggi sono meno frequenti i conflitti accesi tra genitori e figli: c'è più tolleranza, e dunque ci sono meno scontri. Eppure dietro a questa tolleranza si insinua facilmente la rinuncia ad ogni cammino educativo: ad ogni cammino cioè che sappia condurre insieme genitori e figli verso traguardi più grandi. Certo, è più facile accontentarsi di piccoli compromessi, mettendo da parte rimproveri e tensioni: ma questa strada non sembra condurre molto lontano... Quindi, a volte nella vita ci vogliono davvero parole intransigenti: «Se non vi ascolteranno, andatevene...», diceva Gesù. In questi casi, perdere la pazienza è una virtù. Naturalmente non è facile sapere quando davvero è il caso; non è facile cioè saper distinguere i tempi della pazienza dai tempi dell'intransigenza: non ci sono regole automatiche. Eppure ogni domenica nell'Eucaristia ci è donato lo Spirito di Gesù: e ci è donato appunto perché sappiamo riconoscere i tempi diversi della nostra vita, imparando ogni giorno che cosa è bene dire e che cosa è bene tacere. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta O Padre, che chiami tutti gli uomini a essere tuoi figli in Cristo, concedi alla tua Chiesa di confidare solo nella forza dello Spirito per testimoniare a tutti le ricchezze della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Am 7,12-15) Va’, profetizza al mio popolo. In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasìa e disse: «Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele». SALMO RESPONSORIALE (Sal 84) Rit: Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. SECONDA LETTURA (Ef 1,3-14) In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo. Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria. oppure: SECONDA LETTURA Forma breve (Ef 1, 3-10) In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo. Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. VANGELO (Mc 6,7-13) Prese a mandarli. In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. |
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