XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO ================================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna? È la domanda di tutti, nessuno escluso: cosa devo fare affinché la mia vita abbia senso? Come posso migliorare me stesso e lasciare un mondo migliore? In sintesi: cosa devo fare per non morire? Chi pone questa domanda è un dottore della legge, e Gesù gli risponde con un'altra domanda: "che cosa sta scritto nella Legge?" Gesù ti riconduce sempre a te stesso, alla tua identità. Attenzione a chi ti porta lontano da te, fuori, altrove: costui sta violando la tua dignità e la tua persona, non ha rispetto di te e della tua storia. Gesù ti incontra a casa tua, e ti dà tutti gli strumenti per ereditare, cioè avere in dono, la vita eterna. E chi è mio prossimo? La legge, risponde l'esperto, prescrive di amare Dio e il prossimo come se stessi. La domanda che viene posta a Gesù è lecita anche se un po' birbona; è la stessa domanda che noi poniamo quando non vogliamo grane, quando ne abbiamo a sufficienza dei nostri problemi e nutriamo l'egoismo, sempre così rigoglioso. Gesù tuttavia non si ferma e risponde raccontando un fatto di cronaca. Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Un uomo (non viene specificato chi, potrebbe essere chiunque, anche te stesso o un tuo caro) è in viaggio e i briganti gli portano via tutto, lo spogliano, lo feriscono così tanto quasi da togliergli la vita. Quest'uomo vive una situazione gravissima, lontano da casa, senza risorse, nudo e in fin di vita. Non ha più nulla da sperare, e se è ancora cosciente lo sa anche lui. Chi lo ha ridotto in quello stato se ne va via, e lo lascia solo, in mezzo alla strada. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Un sacerdote (i sacerdoti erano persone religiose che svolgevano il loro ministero nel tempio a Gerusalemme) sta percorrendo la stessa strada, vive gli stessi pericoli, la stessa fatica, gli stessi imprevisti. Vede quest'uomo così mal ridotto e non solo va oltre, ma, specifica meglio il testo greco: lo vede e passa oltre dal lato opposto. Non vuole saperne, se ne allontana quasi di corsa, non se ne cura, è totalmente insensibile e procede per la sua strada, e per mettere più spazio tra lui e il malcapitato, attraversa la strada. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. I levìti (appartenenti alla tribù di Levi), erano i custodi del tempio e collaboravano con i sacerdoti. Forse questo secondo passante non ha fatto la stessa strada ma giunge per altre vie; anche lui vede l'uomo depredato e passa oltre dal lato opposto. Sia il sacerdote che il levita non si sentono coinvolti, e se ne guardano bene dall'offrire un aiuto. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. I samaritani sono delle brutte persone, o meglio: così erano considerati dagli ebrei, perché non osservavano la legge e le tradizioni. Questo samaritano era in viaggio, aveva una meta precisa. Come il sacerdote e il levìta vede, ma ha un atteggiamento diametralmente opposto: gli passa accanto, ne ha compassione, vive cioè il suo dolore, lo fa proprio. La compassione è la chiave di tutta la parabola, chiave che salva la vita fisica di quell'uomo e libera il samaritano dal ripiegamento egoistico. Egli compie diverse azioni, che diventano una sorta di libretto di istruzioni per chiunque voglia vivere il bene: Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Si avvicina, lo tocca, si macchia del suo sangue, disinfetta le ferite col vino e le unge con l'olio, lo fascia e lo prende tra le sue braccia, lo carica sul suo cavallo, (o asino che fosse), e lo porta in un albergo. Mentre i due precedenti si allontanano dal lato opposto, il samaritano si immerge totalmente nella situazione e mette in atto un piano di salvataggio. Queste azioni, così semplici, ma così necessarie, continuano anche il giorno dopo (pensiamo a quanto tempo investe), e paga di tasca sua l'albergatore e tutte le cure necessarie. Sa bene che quei due denari non saranno sufficienti, e per questo promette di rimborsarlo al suo ritorno. Risultato: l'uomo aggredito è portato in salvo, potrà avere tutte le cure necessarie e tornare in salute, perché qualcuno ha saputo non allontanarsi ma avvicinarsi, essere la persona giusta al momento giusto. Prossimo non è la persona che mi è vicina: prossimo sono io che non mi allontano, che accetto di essere non solo un passante, ma compagno di viaggio, amico, fratello, con tutto ciò che questa scelta di vita comporta. «Va' e anche tu fa' così». La conclusione di Gesù è il messaggio di tutta questa parabola: fai esattamente così, non c'è altro da aggiungere. Le azioni del samaritano sono il modello delle tue azioni. Le fasce, l'olio e il vino sono gli ingredienti da tenere sempre in tasca, pronti a intervenire là dove qualcuno ha bisogno. Ma prima ancora delle azioni: sii tu il prossimo che vorresti incontrare. Non pensare di dover compiere chissà quale grande azione: dona un sorriso, un "come stai?", un grazie: sono una cura miracolosa per chi è in un momento nero della sua vita, sono piccoli gesti che ti aiuteranno a non scappare, ma a vivere fino in fondo l'Amore, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente. (Dt 6,5). LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta Padre misericordioso, che nel comandamento dell'amore hai portato a compimento la legge e i profeti, donaci un cuore capace di misericordia affinché, a immagine del tuo Figlio, ci prendiamo cura dei fratelli che sono nel bisogno e nella sofferenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Dt 30,10-14) Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica Mosè parlò al popolo dicendo: «Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima. Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica». SALMO RESPONSORIALE (Sal 18) Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. R. I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. R. Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti. R. Più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante R. SECONDA LETTURA (Col 1,15-20) Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli. Canto al Vangelo (Gv 6,63.68) Alleluia, alleluia. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. Alleluia. VANGELO (Lc 10,25-37) Chi è il mio prossimo? In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». |
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