Ottobre è comunemente chiamato il Mese del Rosario perché il giorno 7 viene celebrata la memoria della Beata Maria Vergine del Rosario.
Il Santo Rosario è chiamato “Salterio della beatissima Vergine Maria”. Questo modo di pregare Dio consiste nel lodare la beatissima Vergine ripetendo il saluto angelico 150 volte, quanti sono i salmi del salterio di David, interponendo ad ogni decina il “Padre nostro” con meditazioni illustranti l’intera vita del Signore nostro Gesù Cristo.
Sorto all’inizio del secolo XII, il Rosario si è diffuso in tutta la Chiesa arricchito da numerose indulgenze, compagno fedele di tutti i cristiani che vogliono condurre seriamente la loro vita.
Il Beato Giovanni Paolo II ha pubblicamente dichiarato di preferire la preghiera del Santo Rosario a qualunque altra non liturgica. Egli ha anche felicemente arricchito i Misteri tradizionali con quelli della Luce che culminano con il mistero della istituzione dell'Eucaristia. Quanta luce entra nel cuore e nella vita con questo augusto Sacramento!
TU HAI LA CORONA DEL S. ROSARIO? LA RECITI IN FAMIGLIA, O CON L'ASSEMBLEA DEI FIGLI, O ALMENO DA SOLO?
In questo mese, trova un po’ di tempo, meglio se ogni giorno, per pregare il Rosario. Semina, durante la giornata tante “Ave Maria” dovunque ti trovi. Incarica il tuo “Angelo custode” di raccoglierle per farne una corona d’amore per la Regina del cielo e della terra, una catena di salvezza per le anime infelici e sbandate a causa del peccato, una forza di sostegno per i missionari che dedicano la vita alla predicazione del Vangelo nel mondo. Essi lo fanno anche a nome tuo, perché nessun battezzato si può sottrarre alla missione di “annunciare la buona novella di salvezza”.
XXVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - A - RITO ROMANO ============================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO di Luca Rubin Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Un padre aveva due figli. Questa introduzione colloca tutto l'episodio in un contesto familiare, intimo e senza filtri, almeno si spera. Questo padre parla ai suoi figli; più che un comando che non ammette replica, è un invito accorato, che lascia liberi, ma con una scadenza: oggi, oggi va' a lavorare nella vigna. Oggi è il giorno perfetto, perché di ieri ormai non se ne fa nulla, ma neppure di domani: oggi sei invitato a lavorare, non come servo, non come operaio, ma come figlio. In questo essere figlio risiede la chiave che ti fa vivere oggi. Uffa... Ok, vado. Questa è la risposta tipica del figlio, che pur sbuffando, perché non ne ha voglia, poi esegue quanto richiesto. Normalmente questi "uffa" sono abbastanza tollerati e prevedibili: il padre sa che chiede una fatica ai figli, e non un passatempo o un divertimento. Non ne ho voglia. Questo primo figlio non fa mistero di quanto non voglia lavorare, ma non si ferma a ciò che sente, e dice il testo originale "si prese cura dopo", ha il coraggio cioè di tornare indietro, di ripensarci, e fare quanto gli viene offerto dal padre. Questa cura guarisce le relazioni e permette di cogliere buoni frutti dalla vigna dell'oggi. Sissignore! (No, non mi va). La risposta del secondo figlio è davvero entusiastica, e il testo greco riporta: io Signore! Vado io! Eppure questa esplosione di buona volontà si spegne subito, perché "non vi andò". Chiama il padre "signore", certamente un titolo importante. Signore è una persona che esercita diritti di proprietà assoluta, e chi si rivolge a una persona con questo titolo, intende onorarla grandemente. Non c'è tuttavia intimità in questa risposta, ma solo riconoscere che papà ha potere, forza, risorse, e lo stimo per questo; quell'uomo non ha il mio affetto; gli obbedisco formalmente ma poi mi sento libero di fare il contrario. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Risposero: «Il primo». Potrebbe sembrare una domanda retorica quella posta da Gesù. Eppure ogni volta caschiamo negli atteggiamenti diametralmente opposti dei figli. Tutto si gioca nell'ambito della relazione: se tu sei per me padre, potrò risponderti male, farti le mie rimostranze, dirti le cose in faccia (e non per questo mancarti di rispetto), ma alla fine prevale la relazione familiare, prevale l'affetto, e pur facendo fatica, cerco di vivere quanto mi viene proposto. Se tu sei per me un signore, un datore di lavoro, formalmente ti rispetto, accetto le tue proposte, ma ciò che dici non diventa parte della mia vita, rimane una regola scritta, non incarnata, e quindi facilmente trascurata e dimenticata. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Mentre tu, che ti senti giusto e pio, in cammino verso il regno di Dio, tu che onori il Signore e fai mille cose per Lui, ma non ti senti figlio, e quindi non lo riconosci come padre, c'è qualcun altro che, senza dubbio ne ha fatte di cotte e di crude, ma nel momento in cui ha scoperto di avere Dio come padre, si è lanciato senza tentennamenti sulla strada verso casa, e corre così veloce che ti supera. Attenzione però: questa velocità non brucia le tappe, non è l'entusiasmo inconcludente del secondo figlio: è semplicemente una risposta d'amore, e sai bene che l'amore o c'è o non c'è. Dopo una vita di errori, i pubblicani (cioè i ladri) e le prostitute passano avanti a chi si perde per strada per fare inutili conteggi di meriti e demeriti, di privilegi e candide innocenze. Il padre della parabola, anche lui non ha tempo da perdere: la vigna ha bisogno di cure, oggi è il giorno buono, tu sei il figlio perfetto per quella vigna, tocca a te rispondere con la vita a questa proposta. Corri anche tu, come sei, come puoi, e firma il foglio bianco di Dio, il Signore, ma prima di tutto Padre, Padre che infinitamente ti ama. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, affrettandoci verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta (Anno A) O Padre, che prometti vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall'ingiustizia, donaci gli stessi sentimenti di Cristo, perché possiamo donare la nostra vita e camminare con i fratelli verso il tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - Ez 18,25-28 Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso Così dice il Signore: «Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà». SALMO RESPONSORIALE - Sal 24 Rit. Ricòrdati, Signore, della tua misericordia Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; io spero in te tutto il giorno. Rit. Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre. I peccati della mia giovinezza e le mie ribellioni, non li ricordare: ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. Rit. Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. Rit. SECONDA LETTURA - Fil 2,1-11 Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. oppure: SECONDA LETTURA Forma Breve - Fil 2, 1-5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù. VANGELO – Mt 21,28-32 Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». |