MESE DEDICATO A DIO PADRE
In questo santo mese di Agosto, rinnoviamo il nostro affidamento consacrandoci totalmente a Dio
Consacrazione a Dio Padre
Dio, Padre Nostro, con profonda umiltà e grande riconoscenza ci apprestiamo al tuo cospetto e mediante quest’atto speciale di affidamento e di consacrazione poniamo la nostra vita, le nostre opere, il nostro amore sotto la tua paterna protezione.
Ardentemente desideriamo poterti conoscere ed amare sempre più.
Umilmente aneliamo poter accogliere in noi la tua bontà ed il tuo infinito paterno amore e di donarli ad altri.
Concedici, te ne preghiamo, la grande grazia di imparare ad amare sempre più il divin Cuore del tuo amatissimo Figlio e, così rafforzati dal tuo santo Spirito, poter glorificare sempre la tua paterna ed eterna bontà, o Padre infinitamente buono.
Santa Maria, figlia del Padre e nostra Madre Celeste, prega per noi. Amen.
XVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO ==================================================== Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO Il nostro non è un Dio che ci risolve i problemi, anzi Gesù, che sa bene quello che sta facendo, mette alla prova proprio Filippo, realista e disincantato: è Gesù che gli chiede una mano, mentre Filippo è dal Maestro che si aspettava una soluzione: davanti alle nostre difficoltà Gesù ci rende capaci di intervenire e di cambiare la realtà, solo ci chiede un cuore di bambino capace di mettere in gioco quello che abbiamo dentro, come il ragazzo che offre la sua merenda, scintilla che fa esplodere il miracolo della moltiplicazione. Gesù, però, visto che il suo miracolo è male interpretato, fugge. Dio fugge sempre dalle interpretazioni approssimative che lo riguardano, non si lascia mettere in gabbia. La gente lo cerca perché è stata saziata: vuole un Dio così, che ti metta al riparo dalla fatica, che esiga devozione e rispetto ma che mantenga i suoi sudditi. Gesù rimprovera la gente, deluso: voi mi state cercando perché vi ho saziati. E noi: per quale ragione cerchiamo il Signore, cosa ci spinge a cercarlo? Forse perché siamo stati saziati nelle nostre preghiere, nei nostri desideri? La folla reagisce: va bene, dicci tu cosa dobbiamo fare! Gesù scuote la testa: il discepolato non è "fare" ma "credere", la nostra religiosità non si esaurisce nel "fare" devozioni, preghiere, ritualità, ma nel credere. E' un atteggiamento interiore di conversione quello che Gesù chiede, non un'appartenenza esteriore. La folla continua: facci un altro segno, come Mosé diede la manna. Povero Gesù! E poveri noi! Di quanti segni abbiamo ancora bisogno, di quante testimonianze per credere, infine? Forse che Dio non ci ha colmato a sufficienza di misericordia e di grazia? No, sempre bisognosi di conferme continuiamo a chiedere dei segni. Gesù invita a riflettere: non è una fede fatta di segni che ci salva, ma una fede che sazia il cuore, la presenza del Signore Gesù che si dice l'unico capace di saziare la nostra fame profonda. Ricordiamocelo, amici, quando pensiamo che per saziare la nostra fame abbiamo bisogno di più soldi, di più ferie, di più emozioni: Gesù pretende di essere l'unico capace di saziare ogni nostro più profondo desiderio. Vedete, amici, quante riflessioni a partire dalla pagine di oggi? Riprendiamole brevemente: Gesù scappa dalla folla che lo vuole incoronare re: chi non voterebbe un governo che invece di imporre le tasse offra del denaro? Ma Dio non è così: il gesto del Signore che è stato l'insegnamento di una condivisione che porta beneficio per tutti, è stato letto nel suo esatto contrario, Gesù è un guru capace di fare cose straordinarie... al posto mio. Per cosa cerchiamo Dio? Quale ragione ci spinge nella nostra ricerca? Deciserio di serenità? Desiderio di bene? Oppure qualche soddisfazione terrena che riteniamo indispensabile alla nostra felicità e che Dio – accidenti a lui – per qualche misteriosa ragione si rifiuta di darmi? Gesù è consapevole che solo un' attenta ricerca nella nostra vita ci può portare alla sazietà del cuore. Gesù, poi, ci ricorda che essere cristiani non consiste nel "fare" o "non fare" determinate cose, ma nel credere in lui, nel credere che Gesù è la rivelazione definitva del volto di Dio. Ma se davvero crediamo questo, amici, smettiamo di correre dietro a un'idea di Dio fasulla e approssimativa, fidiamoci davvero di lui e del Dio che è venuto a svelare. Impariamo poi a leggere i segni che continuamente ci vengono donati e che testimoniano dell'amore di Dio verso ciascuno di noi. Gesù è il solo che può saziare il mio cuore: tutte le gioie umane, legittime e che vanno vissute nella gratitudine, non riusciranno mai a colmare quel desiderio del nostro cuore che è il bisogno di infinito. Vale la pena – allora – di puntare nella giusta direzione: se crediamo davvero che riempiendoci di lavoro e di benessere cambieremo la nostra vita, ammonisce il Signore, occorre restare prudenti e puntare più in alto, cioè dentro. Giovanni, come vedete, non scherza quando ci racconta di ciò che è accaduto dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. E non è finita... LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Mostra la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce creatore e guida; rinnova l'opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta O Dio, che affidi al lavoro dell'uomo le risorse del creato, fa' che non manchi il pane sulla mensa dei tuoi figli, e risveglia in noi il desiderio della tua parola. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA (Es 16,2-4.12-15) Io farò piovere pane dal cielo per voi. In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”». La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo». SALMO RESPONSORIALE (Sal 77) Rit: Donaci, Signore, il pane del cielo. Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo. L’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza. Li fece entrare nei confini del suo santuario, questo monte che la sua destra si è acquistato. SECONDA LETTURA (Ef 4,17.20-24) Rivestite l’uomo nuovo, creato secondo Dio. Fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri. Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità VANGELO (Gv 6,24-35) Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». |
INDULGENZA PLENARIA DEL SANTO PERDONO DI ASSISI
Una notte dell'anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!
Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe".
"Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza".
E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indulgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni, ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: "Come, non vuoi nessun documento?". E Francesco:"Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".
COME OTTENERE L'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI (Per sè o per i defunti)
Dal mezzogiorno dell'1 agosto alla mezzanotte del giorno seguente (2 agosto), oppure, col permesso dell'Ordinario (Vescovo della Diocesi), nella domenica precedente o seguente il 2 agosto si può lucrare una volta sola l'indulgenza plenaria.
CONDIZIONI RICHIESTE
1 - Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l'indulto e recita del Padre nostro (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del Credo (dove si rinnova la professione di fede);
2 - Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
3 - Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica;
4 - Una preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un Padre nostro e un'Ave Maria o altre preghiere a scelta), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice;
5 - Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.
Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti (8 gg) a quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.
L'INDULGENZA: che cosa è?
I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l'equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche ma riparazione del disordine provocato, che di solito continua a sussistere. In questo impegno di purificazione il penitente non è isolato. Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per cui la santità di Cristo e dei santi giova anche a lui. Dio gli comunica le grazie da altri meritate con l'immenso valore della loro esistenza, per rendere più rapida ed efficace la sua riparazione.
La Chiesa ha sempre esortato i fedeli a offrire preghiere, opere buone e sofferenze come intercessione per i peccatori e suffragio per i defunti. Nei primi secoli i vescovi riducevano ai penitenti la durata e il rigore della penitenza pubblica per intercessione dei testimoni della fede sopravvissuti ai supplizi. Progressivamente è cresciuta la consapevolezza che il potere di legare e sciogliere, ricevuto dal Signore, include la facoltà di liberare i penitenti anche dei residui lasciati dai peccati già perdonati, applicando loro i meriti di Cristo e dei santi, in modo da ottenere la grazia di una fervente carità. I pastori concedono tale beneficio a chi ha le dovute disposizioni interiori e compie alcuni atti prescritti. Questo loro intervento nel cammino penitenziale è la concessione dell'indulgenza. (C.E.l., Catechismo degli adulti, n. 710)
Per saperne di più: https://perdonodiassisi.org/
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