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La Liturgia di Domenica 08 Ottobre 2017

6/10/2017

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XXVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
VIGNAIOLI OMICIDI

Di nuovo la vigna. Ancora.
In questi giorni di autunno, di vendemmie e di speranza, di dolce mosto d'uva che promette un vino corposo e robusto per il prossimo anno, ascoltiamo parole che raccontano di vigne.
In questi acri giorni la Parola ci interroga.
Di quanta Parola che scuota le parole abbiamo bisogno!
La liturgia parla di un Dio che ci invita a lavorare con lui, a costruire insieme un mondo diverso, nuovo, dove la diversità è dono e la condivisione diventa il riflesso dell'esperienza di chi, perdonato e pacificato, gioisce nel poter donare, nel potersi donare.
Il Dio di Gesù restituisce dignità all'operaio dell'ultima ora, apprezza l'autenticità di chi dice "no" per capire le ragioni di un possibile "sì".
Per due domeniche la vigna è stata rivelatrice della misericordia e della lungimiranza di Dio.
Nel vangelo di oggi, invece, la vigna è protagonista della parabola cupa e urticante del fallimento di Dio.

La vigna infruttuosa
È accigliato, mio fratello.
La grandine di fine agosto, evento piuttosto raro dalle mie parti, ha duramente colpito il raccolto. A lui è andata meglio che ad altri viticoltori, mi dice, la vendemmia è comunque salva.
Leggo nei suoi occhi la preoccupazione di chi passa mesi a faticare e che può perdere il guadagno di un anno in un quarto d'ora.
A Gerusalemme i frequentatori del tempio, i devoti, ascoltano il rabbì di Galilea che predica. Conoscono bene il cantico della vigna in Isaia, lo sanno a memoria. Quante volte è stato commentato nelle sinagoghe quel brano! Il brano dell'amore passionale del vignaiolo, Dio, per la sua vigna, Israele. Il brano di chi si aspetta tanto, fatica tanto, proprio come mio fratello, come chi ancora cava dalla terra il proprio stipendio e che, invece, non raccoglie che uva selvatica.
Immagine forte ed efficace, quella della vigna.
Dello sforzo che Dio, il padrone della vigna, fa per aiutare l'umanità a fiorire, a portare frutto, a maturare.
Ma quante volte Israele non ha portato frutto! Quante volte i profeti si sono visti rifiutare l'invito a conversione! Quante volte il mondo ignora la presenza di Dio e si ritrova in bocca il gusto amaro del fallimento!
Lo conoscono bene, il cantico della vigna.
Ma non capiscono che Gesù, riprendendolo e ampliandolo, sta parlando di sé.
E di loro.

Vignaioli malvagi
Il mondo è la splendida vigna che Dio ci affida.
Non è roba nostra, il mondo, la vita, il tutto. Nulla ci è dovuto, tutto ci è donato.
Eppure anche noi, come gli affittavoli malvagi, viviamo come se tutto ci appartenesse.
A Dio non dobbiamo nulla, e ci mancherebbe!
Dio continua a mandare i suoi servi, i profeti, ma chi li ascolta?
Accecato dalla propria cupidigia e follia, l'uomo dimentica che è solo il giardiniere del creato.
E arriva il cuore della parabola.
Il padrone manda il figlio. I vignaioli lo uccidono.
Gesù abbassa lo sguardo. Vede nella durezza di chi lo ascolta il proprio destino segnato.
Ha parlato del padre, ha insegnato il perdono, ha demolito l'insopportabile gabbia che i devoti avevano costruito intorno a Dio. Ha sorriso e condiviso, guarito e sperato, pregato e pianto.
Ha svelato il vero volto del Padre. Il vero volto dell'uomo lui, che del Padre è l'immagine e dell'uomo la perfezione.
Ma non è servito. L'uomo non ha capito. La missione è fallita.
Nessun frutto è arrivato dai vignaioli, solo la follia di chi uccide Dio pensando di prendere il suo posto.
Cosa deve ancora fare?

Vendetta
Si accalora, l'uditorio.
Sbraita, ora. Morte! Vendetta! Sangue! I vignaioli vanno uccisi!
Già.
Idioti.
Non sanno che Gesù sta parlando proprio di loro.
È vero: non ha senso che il padrone subisca l'uccisione del proprio figlio.
Sospira, ora, il Signore, e li guarda, lungamente.
No, non farà così.
Nessuna vendetta, né sangue, né morte, se non la sua.
Forse gli affittavoli, vedendo la misura dell'amore del padrone, vedendo la sua ostinata volontà di salvezza, capiranno e cambieranno.
Forse.
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, fonte di ogni bene,  
che esaudisci le preghiere del tuo popolo  
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,  
effondi su di noi la tua misericordia:  
perdona ciò che la coscienza teme  
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
Padre giusto e misericordioso,  
che vegli incessantemente sulla tua Chiesa,  
non abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato:  
continua a coltivarla  
e ad arricchirla di scelti germogli,  
perché innestata in Cristo, vera vite,  
porti frutti abbondanti di vita eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 5,1-7)
La vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele.

Voglio cantare per il mio diletto
il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato viti pregiate;
in mezzo vi aveva costruito una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva;
essa produsse, invece, acini acerbi.
E ora, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha prodotto acini acerbi?
Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa d’Israele;
gli abitanti di Giuda
sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79)
Rit: La vigna del Signore è la casa d’Israele.

Hai sradicato una vite dall’Egitto,
hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli.

Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

SECONDA LETTURA (Fil 4,6-9) 
Mettete in pratica queste cose e il Dio della pace sarà con voi. 

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. 
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

VANGELO (Mt 21,33-43) 
Darà in affitto la vigna ad altri contadini. 

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
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