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La Liturgia di Domenica 06 Dicembre 2015

4/12/2015

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II DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO - ANNO C - RITO ROMANO
PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE, RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI

La prima lettura di oggi esprime la gioia degli ebrei deportati che ritornano dal loro esilio di Babilonia. Dopo tanti anni di lontananza dalla loro terra, essi ritornano nella gioia e percorrono al contrario quel cammino che in precedenza avevano fatto nel pianto e nel dolore. Il profeta Baruc esprime questa gioia con le seguenti parole: «Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre» (Bar 5,1). A queste parole fanno eco quelle del Salmo responsoriale, che così canta: «Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell'andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni» (Sal 125). Queste parole ispirate ci fanno comprendere che se il Signore permette un sacrificio è per donarci una gioia ancora più grande. Il tempo del sacrificio è simboleggiato dalla semina; quello della gioia dalla mietitura. Quanto più abbondante sarà stata la semina, tanto più copioso sarà il raccolto.

Possiamo, inoltre, fare un'altra considerazione: l'esilio in terra straniera simboleggia il peccato che ci allontana da Dio; il rimpatrio rappresenta il ritorno al Signore. Solo tornando a Dio con una sincera conversione potremo assaporare un'autentica gioia. L'esperienza di ogni giorno lo dimostra: con il peccato ci si illude di raggiungere la felicità, ma, in realtà, il nostro cuore si riempie di tristezza; con una buona Confessione, invece, ci si colma di consolazione.

Il Tempo di Avvento è il periodo propizio per realizzare questo ritorno a Dio. Giovanni Battista, nel brano del Vangelo, esorta tutti noi a preparare i nostri cuori all'incontro con il Signore. Il brano dell'evangelista Luca dice: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» (3,4). Chi grida nel deserto rompe il silenzio, un silenzio che durava da troppo tempo. Giovanni, con la sua predicazione, indica a tutti la via da percorrere per tornare al Signore. Questa via è quella della penitenza e di una profonda conversione. Egli, infatti, dice: «Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate» (Lc 3,5). Queste vie tortuose da raddrizzare sono quelle del nostro cuore; questi burroni da riempire sono quelli dei nostri peccati; questi monti da abbassare sono quelli della nostra superbia. Se vogliamo accogliere il Signore che vuole venire nella nostra vita, dobbiamo operare questa profonda conversione interiore. Dobbiamo fare della nostra vita una via retta che va a Dio senza tortuosità o compromessi.

La conversione personale include anche l'impegno di lavorare per il bene dei fratelli. è questa la riflessione che scaturisce dalla seconda lettura di oggi. San Paolo, scrivendo ai Filippesi, prega che la loro carità diventi sempre più grande. Egli così scrive: «Prego che la vostra carità cresca sempre più [...] perché possiate essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo» (Fil 1,9-10).

La misura della nostra conversione sarà la carità fraterna. Se, al contrario, manchiamo di pazienza con il prossimo, chiudiamo il nostro cuore di fronte alle necessità dei nostri fratelli, sparliamo di loro dietro le spalle, o magari anche davanti, ci rallegriamo quando le cose vanno male a qualcuno, o magari ci rattristiamo quando tutto va a lui bene, dimostriamo di essere ancora lontani dal Signore e che le nostre vie sono ancora molto contorte.

All'ingresso della porta di una chiesa era riportata questa scritta: «Qui si entra per amare Dio e si esce per amare il prossimo». Sia questo il nostro programma, non solo per questo periodo di Avvento, ma per ogni giorno della nostra vita.

LETTURE DELLA DOMENICA
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Colletta
Dio grande e misericordioso, fa’ che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore. Egli è Dio, e vive e regna con te... 

Oppure: 
O Dio grande nell’amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te…

PRIMA LETTURA (Bar 5,1-9)
Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura.

Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore
a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
«Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi, 
incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce
in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia
che vengono da lui.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 125)
Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

SECONDA LETTURA (Fil 1,4-6.8-11)
Siate integri e irreprensibili per il giorno di Cristo.

Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. 
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

VANGELO (Lc 3,1-6)
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. 
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
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