di Padre Mariano Pellegrini
Oggi celebriamo una festa molto bella, quella dell'Immacolata Concezione di Maria. Dire che la Vergine Santissima è l'Immacolata significa dire che Ella è la Piena di Grazia fin dal primo istante della sua esistenza, quando fu concepita dai suoi genitori, i santi Gioacchino ed Anna. Tutti noi, quando abbiamo cominciato ad esistere nel grembo delle nostre madri eravamo privi della Grazia di Dio. Questo dono ci è stato dato con il sacramento del Battesimo.
Vi è un'unica eccezione: l'Immacolata. Ella doveva essere la Piena di Grazia, fin dal suo concepimento, perché Ella doveva diventare la Madre di Dio. Dunque non era conveniente che la Madre di Dio fosse stata, anche solo per un istante, sotto il dominio del peccato originale.
La Madonna ha ricevuto questa grazia, la prima e la più grande, in vista dei meriti di Gesù in Croce. Anche Lei è stata redenta da Gesù, ma nel modo più perfetto: Ella non è stata liberata dal peccato, ma è stata preservata dal peccato. Il peccato non l'ha nemmeno sfiorata. Pertanto, l'Immacolata è la creatura più perfetta, il Capolavoro uscito dalle mani e dal Cuore di Dio.
Il mistero dell'Immacolata è prefigurato già nelle prime pagine della Sacra Scrittura, precisamente nella prima lettura della Messa di oggi. In seguito al peccato di Adamo e di Eva, Dio disse al serpente tentatore: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,15). Questa donna di cui parla il testo della Genesi è l'Immacolata. Ella è la nemica del demonio; e, affinché questa inimicizia potesse essere piena, era necessario che la Madonna fosse stata la "Piena di Grazia" fin dall'inizio. Se, per assurdo, Ella fosse stata, anche per poco tempo, con il peccato d'origine, non poteva chiamarsi a pieno titolo la nemica del demonio.
Gesù è il Redentore del genere umano. Egli è la "stirpe" di cui parla la lettura della Genesi, il Figlio della donna che schiaccia la testa al serpente infernale. Ma, unita a Gesù, vi è pure la Vergine Immacolata, la Corredentrice. Insieme a Gesù, anche Lei schiaccia la testa al serpente, collaborando alla Redenzione dell'umanità, alla salvezza di tutti i figli a Lei affidati da Gesù dall'alto della Croce e rappresentati dal fedele discepolo Giovanni. Per questo motivo, tante volte la Madonna è raffigurata nell'atteggiamento di schiacciare la testa al serpente, in base alle apparizioni mariane avute da santa Caterina Labouré. Questa donna, l'Immacolata, è la vera «Madre di tutti i viventi» (Gen 3,20), di cui Eva era solo un abbozzo iniziale.
Nel Vangelo, la Madonna è salutata dall'Arcangelo Gabriele con queste parole: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). Queste parole indicano il nome proprio di Maria: Ella è la "Piena di Grazia", Ella è l'Immacolata. Con la preghiera dell'"Ave Maria" noi ripetiamo continuamente questo saluto, arrecando al Cuore materno di Maria una gioia indicibile. Scriveva san Luigi di Montfort che, come la salvezza del mondo iniziò con un'"Ave Maria", ovvero con il saluto dell'Arcangelo Gabriele, allorquando avvenne l'Incarnazione del Verbo ed ebbe inizio la Redenzione; così la salvezza di ogni anima in particolare inizia con la recita devota di questa bella preghiera. Pregando la Madonna, Ella ci colmerà della grazia di Dio di cui è ripiena; e, prima di tutto, Ella vorrà donarci la grazia più importante, quella della Salvezza, grazia ottenuta da Gesù in Croce e custodita nel suo Cuore materno. Pregando con assiduità la Madonna, riceveremo certamente questa grazia.
Se la Madre è Immacolata, anche i figli devono essere immacolati, ovvero devono assomigliare quanto più è possibile alla Madonna. Tutto questo lo possiamo comprendere dalla seconda lettura di oggi. San Paolo, rivolgendosi agli Efesini, afferma che, in Cristo, il Padre «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). La Volontà del Padre Celeste è proprio questa: che noi diveniamo santi e immacolati nella carità, che diveniamo anche noi, per quanto è possibile, "pieni di grazia", che, in poche parole, diveniamo simili all'Immacolata. Esaminiamo dunque la nostra vita, e vediamo se concretamente tendiamo a questo ideale, o se ci facciamo vincere dalle nostre passioni disordinate.
Se veramente vogliamo bene alla Madonna, sforziamoci di piacere sempre di più al Signore. Non possiamo dire di amare la Madonna se poi, a Lei e al Signore, preferiamo il peccato. Essere devoti dell'Immacolata significherà lavorare instancabilmente dentro di noi. Un giorno incontrai un pellegrino che veniva da molto lontano, forse non era nemmeno cattolico. Comunque gli feci questa domanda: «Tu credi che la Madonna è Immacolata?». Mi diede una bellissima risposta che dimostrava quanto egli era molto più avanti di me. Mi disse infatti: «Non solo ci credo, ma lo vivo!». Fu una vera e propria lezione di teologia. In poche parole aveva detto tutto, mi aveva fatto comprendere che è vero teologo non colui che sa molte cose, ma colui che mette in pratica ciò che apprende con la mente.
Se amiamo l'Immacolata cercheremo di uniformare la nostra vita sempre di più a questo sublime modello. Sia questo anche il nostro proposito.