Insegnare la vigilanza nella più pura fedeltà alla Parola di Gesù è opera primaria di ogni buon evangelizzatore. Da questo si distingue il santo predicatore della Parola di Dio dal falso, dal menzognero, dal bugiardo: dall'attenzione che pone sulla vigilanza, sulla fedeltà alla Parola, sull'impegno a perseverare sempre senza mai stancarsi. Un missionario della Buona Novella che nega, annulla, minimizza il giudizio di Dio sulle nostre azioni, sia in vita che dopo la nostra morte, è un ingannato dal Maligno e un ingannatore dei suoi fratelli. È un distruttore di tutta l'opera salvifica di Gesù Signore. San Paolo è vero missionario, vero predicatore, vero esempio di vigilanza.
Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole; perché chi ama l'altro ha adempiuto la Legge. Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne (Rm 13,8-14).
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo! Io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni (1Cor 7,29-35).
La storia attesta ogni giorno che la morte giunge quando vuole. Essa non è governabile dall'uomo. Non cade sotto la sua giurisdizione. Sappiamo che viene quando è già venuta. L'uomo invece vorrebbe avere il suo governo. La vorrebbe ridurre in suo potere. È stoltezza. Somma demenza. Non ci sono case a lei impenetrabili, né luoghi da essa irraggiungibili. Essa viene, prende, se ne va per ritornare al momento da lei, non da noi, ritenuto opportuno. Non è però la morte che deve farci paura. Questa è la cosa più naturale di questo mondo. Deve farci paura il giudizio di Dio che segue immediatamente dopo. Giudizio di vita eterna, ma anche di morte eterna, di Paradiso o anche di inferno. Noi ignoriamo cosa sia la perdizione eterna, per questo ci permettiamo di scherzare sulla nostra vita. Se ad un solo dannato fosse consentito di ritornare dall'inferno, per tutta la vita, anche se durasse mille anni, vivrebbe nella più alta moralità, mai si concederebbe un solo vizio, neanche lieve.
Si veglia per rimanere sempre nella Parola del Vangelo, nella volontà del Padre celeste, nella bellezza della Buona Novella. È la Parola vissuta la chiave che ci consente di varcare la soglia del Paradiso. Se questa chiave va smarrita, persa, rubata, per noi si aprono solo le porte dell'inferno. È verità eterna del Dio eterno.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la fede in questa verità.