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26.10.2014 - XXX DOMENICA del TEMPO ORDINARIO Anno A - Rito Romano

25/10/2014

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AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO di Padre Mariano Pellegrini

Rispondendo al dottore della Legge che gli chiedeva quale fosse il più importante comandamento, Gesù proclama e diffonde il primato dell'amore nella vita di ogni uomo. Dio è amore, e l'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è chiamato prima di tutto ad amare. È l'amore a dare senso e significato alla vita umana. Una creatura umana si realizza nella misura del suo amore al Creatore e ai fratelli. Diversamente, se si lascia vincere dall'egoismo, che è esattamente il contrario dell'amore, si incammina a rapidi passi verso la sua infelicità.

L'amore ci spinge a donarci; l'egoismo ci porta a dominare e a ricercare unicamente il nostro tornaconto. L'uomo d'oggi tante volte si illude di amare, ma, in realtà, è guidato quasi esclusivamente dall'egoismo. L'insegnamento delle letture di questa domenica deve spingerci a fare un serio esame di coscienza e a domandare al Signore la grazia del puro e santo amore, quell'amore che ha condotto Gesù a donare la sua vita per noi, fino a morire in croce.
L'amore richiede sforzo, impegno personale e sacrificio. La prova inconfutabile dell'amore è il dolore. Solo se siamo disposti a soffrire per una persona diamo prova di amare quella persona. E quando si ama, quella sofferenza non pesa, anzi, è desiderata. Così ci ha amati Gesù, fino a versare tutto il suo Sangue per la nostra salvezza; così hanno amato i Santi, i quali hanno donato la loro vita per Dio e per i fratelli; così dobbiamo amare anche noi, se veramente ci teniamo alla nostra felicità.

L'amore ci porta ad amare Dio al sopra di ogni cosa, e il prossimo come noi stessi. Questi due amori sono strettamente congiunti e non si possono separare l'uno dall'altro, al punto che noi dimostreremo il nostro amore a Dio amando e servendo i nostri fratelli; ma è anche vero che quanto più ameremo Dio, tanto più riusciremo ad amare il prossimo.

L'amore ci avvicina sempre di più a Dio, pertanto bisogna esortare tutti a far del bene, anche i lontani: in tal modo, senza accorgersene, anche loro si avvicineranno alla conversione, si avvicineranno sempre di più all'incontro con Dio. L'amore, inoltre, ci spingerà a fare sempre di più per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli.

È stato l'amore a spingere la beata Teresa di Calcutta a dedicarsi completamente ai bisognosi più poveri e abbandonati. Nel suo cuore ci fu come un fuoco ardente che la consumava giorno per giorno, e lei non si risparmiò minimamente, volendo potare la luce di Dio e della carità cristiana a chi non aveva mai conosciuto un gesto d'amore, una parola gentile, e viveva in condizioni disumane.

È stato l'amore a spingere San Pio da Pietrelcina a rinchiudersi per ore e ore ogni giorno in confessionale per dare alle anime il perdono di Dio e la grazia della sua amicizia. San Pio avvertiva tutto quel peso immane, ma lo faceva volentieri perché amava le anime. Per loro sgranava in continuazione decine e decine di Rosari, per ottenere dal Cuore materno di Maria tutte le grazie di cui avevano bisogno e, soprattutto, la grazia della conversione e della perseveranza nella grazia di Dio. La vita di Padre Pio fu letteralmente divorata dal fuoco dell'amore di Dio. Per lui la più grande carità era quella di offrirsi al Signore e di pregare incessantemente per la conversione dei peccatori e per le anime del Purgatorio.

È stato l'amore di Dio a spingere santa Teresina ad offrirsi come vittima all'amore misericordioso di Gesù, per la conversione dei peccatori, rinchiudendosi in un monastero di clausura. Oggi questa vocazione non è molto compresa, ma, agli occhi di Dio, è preziosissima.

L'amore ci fa uscire da noi stessi, in modo tale che ci prendiamo cura degli interessi del prossimo come se fossero i nostri. Si dice che "chi ama non calcola, mentre chi calcola non ama”.

Scriveva sant'Agostino: «Sempre, in ogni istante, abbiate presente che bisogna amare Dio e il prossimo: Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, e il prossimo come se stessi. Questo dovete sempre pensare, meditare, ricordare, praticare e attuare. Amando il prossimo per amore di Dio e prendendoti cura di lui, tu cammini. Aiuta, dunque, il prossimo con il quale cammini, per poter giungere a Colui con il quale desideri rimanere».

L'amore è la misura del cristiano. Saremo riconosciuti come discepoli di Gesù se avremo carità gli uni per gli altri. E, ricordiamolo sempre, la carità deve essere esercitata con la mente, pensando bene e giudicando bene il prossimo; con le parole, evitando con cura la mormorazione; e con le opere, servendo Gesù nella persona del prossimo. Saremo veramente cristiani nella misura di questo amore.

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