23 Luglio 2014 - SANTA BRIGIDA DI SVEZIA
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Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Bianco
Colletta
Signore, nostro Dio, che hai rivelato a santa Brigida
la sapienza della croce nella contemplazione amorosa
della passione del tuo Figlio,
concedi a noi tuoi fedeli di esultare di gioia
nella manifestazione gloriosa del Signore risorto.
Egli è Dio, e vive e regna con te...
PRIMA LETTURA (Gal 2,19-20)
Non vivo più io, ma Cristo vive in me.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Benedirò il Signore in ogni tempo.
VANGELO (Gv 15,1-8)
Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Commento
Santa Brigida nacque in Svezia nel 1303. Sposata in giovane età, ebbe otto figli che educò con cura esemplare. Associata al Terz’Ordine di san Francesco, dopo la morte del marito, si diede a una vita più ascetica, pur rimanendo nel mondo. Fondò allora un ordine religioso e, messasi in cammino verso Roma, fu per tutti esempio di grande virtù. Intraprese pellegrinaggi a scopo di penitenza e scisse molte opere in cui narrò le esperienze mistiche da lei stessa vissute. Morì a Roma nel 1373.
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Nell'Antico Testamento è Dio che pianta la vigna. Tra Lui e la sua piantagione vi è solo una relazione di giustizia, che è tutta nella verità della vigna. La vigna è vigna vera, se produce buoni frutti. Ma è la vigna che deve produrli. Dio deve solo coglierli a suo tempo. Dio pianta, la vigna produce, il Signore raccoglie. La sua vigna però si è degenerata. Non produce frutti secondo la sua verità, la sua essenza più vera.
Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d'Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi. Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nella terra. Ha giurato ai miei orecchi il Signore degli eserciti: «Certo, molti palazzi diventeranno una desolazione, grandi e belli saranno senza abitanti». Poiché dieci iugeri di vigna produrranno solo un bat e un homer di seme produrrà un'efa. Guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca di bevande inebrianti e si attardano alla sera. Il vino li infiamma. Ci sono cetre e arpe, tamburelli e flauti e vino per i loro banchetti; ma non badano all'azione del Signore, non vedono l'opera delle sue mani. Perciò il mio popolo sarà deportato senza che neppure lo sospetti. I suoi grandi periranno di fame, il suo popolo sarà arso dalla sete. Pertanto gli inferi dilatano le loro fauci, spalancano senza misura la loro bocca. Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo, il tripudio e la gioia della città. L'uomo sarà piegato, il mortale sarà abbassato, gli occhi dei superbi si abbasseranno. Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio santo si mostrerà santo nella giustizia. Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro prati, sulle rovine brucheranno i grassi capretti (Cfr. Is 5,1-30).
Con Gesù tutto cambia. Non vi sarà più tra Lui e la vigna un rapporto estrinseco di sola giustizia. Neanche vi sarà più una vigna. Vi sarà una sola vera vite e tutti dovranno essere tralci di questa vera vite. Come la natura divina è una e Padre, Figlio e Spirito Santo sono tralci di questa unica natura e producono frutti attingendo linfa e donandosi linfa l'uno all'altro, così dicasi di tutti i discepoli di Gesù. Essi sono un solo corpo, sono il corpo di Cristo, e in questo corpo tutti attingono la vita vera da Cristo e questa vita vera attinta si comunicano gli uni gli altri. È questo il grande mistero della comunione.