16.09.2014 - Santi Cornelio e Cipriano
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso
CORNELIO (251-253), pontefice e pastore di animo grande e misericordioso, molto operò per il recupero e la riconciliazione dei cristiani che avevano ceduto alle persecuzioni, mentre difese l’unità della Chiesa contro gli scismatici novazioni, confortato dalla solidarietà di san Cipriano. Morì a Civitavecchia (Roma), esiliato dall’imperatore Gallo, e fu sepolto nel cimitero di Callisto.
CIPRIANO (Cartagine, Tunisia, c.210 – Sesti, presso Cartagine, 14 settembre 258), convertitosi dal paganesimo nel 245, divenne vescovo di Cartagine nel 249. Fra i massimi esponenti, insieme a Tertulliano, della prima latinità cristiana, nel suo magistero diede un notevole contributo alla dottrina sull’unità della Chiesa raccolta intorno all’Eucaristia sotto la guida del vescovo. Morì martire nella persecuzione di Valeriano.
I loro nomi sono nell’elenco del Canone Romano.
Colletta
Accetta, Signore, l’offerta che ti presentiamo
nel ricordo dei santi Cornelio e Cipriano,
e donaci la forza meravigliosa,
che nell’ora della prova essi attinsero dal tuo sacrificio.
Per Cristo nostro Signore.
PRIMA LETTURA (1Cor 12,12-14.27-31)
Voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra
SALMO RESPONSORIALE (Sal 99)
Rit: Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida
VANGELO (Lc 7,11-17)
Ragazzo, dico a te, àlzati!
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Preghiera dei fedeli
Perché i ministri e i pastori trovino nell'intimità col Cristo, la fonte gioiosa della loro fede e del loro darsi agli altri, in purezza e povertà. Preghiamo:
Commento
Quella madre rappresenta la nostra madre nella fede, la madre Chiesa, che ci assiste e ci segue, e ci porta nel cammino della vita, anche se stiamo morendo nella fede o siamo morti, nella bara dell'egoismo, della superbia, della mondanità, della superficialità, o addirittura nella bara che racchiude tutta la freddezza della nostra vita religiosa.
Senza esagerare, ma quante cose sono davvero morte in quella bara della nostra fede, dove, in fin dei conti, ci siamo noi con quelle realtà.
Eccola, allora, questa madre Chiesa, condurre la bara della nostra fede morta, delle nostre opere morte, delle nostre parole morte, la bara di una certa nostra moralità fatta moralismo morto.
Ed ecco anche allora la compassione di Gesù, il farsi vicino di Lui a Lei, il toccare con quel tocco vitale e di resurrezione che è la caratteristica della potenza del Risorto.
E la resurrezione di quel giovinetto, simbolo delle nostre realtà di fede così giovani e rampanti, e così presto morte, simbolo dei nostri afflati mistici periti nell'aridità del tempo, simbolo delle paure che hanno soffocato la fede incerta.
RISORGI, RIPRENDI LA VITA DELLA FEDE, DICE PURE A NOI GESU'