13.09.2014 - San Giovanni Crisostomo
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Il Crisostomo (Antiochia c. 349 - Comana sul Mar Nero 14 settembre 407) fu annunziatore fedele della parola di Dio, come presbitero ad Antiochia (386-397) e come vescovo a Costantinopoli (397-404). Qui si dedicò all’evangelizzazione e alla catechesi, all’opera liturgica, caritativa e missionaria. L’anafora eucaristica da lui rielaborata in forma definitiva sull’antico schema antiocheno è ancor oggi la più diffusa in tutto l’Oriente. La sua predicazione nel campo morale e sociale gli procurò dure opposizioni e infine l’esilio (404-407), dove morì. Nella sua opera di maestro e dottore ha rilievo il commento alle Scritture, specialmente alle lettere paoline, e il suo contributo alla dottrina eucaristica.
Colletta
O Dio, sostegno e forza di chi spera in te,
che ci hai dato in san Giovanni Crisostomo
un vescovo mirabile per l’eloquenza
e per l’invitta costanza nelle persecuzioni,
fa’ che il popolo cristiano,
illuminato dalla sua dottrina,
sappia imitare la sua fortezza evangelica.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
PRIMA LETTURA (1Cor 10,14-22)
Noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane
SALMO RESPONSORIALE (Sal 115)
Rit: A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.
VANGELO (Lc 6,43-49)
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Preghiera dei fedeli
Per gli educatori, che devono offrire l'esempio di una vita coerente.
Commento
Frutti di terra e frutti di roccia
Costruire sulla roccia e non sulla terra...
Allora il frutto della roccia e il frutto che viene dalla terra si distinguono.
Il frutto che viene dalla roccia diventa fede rocciosa, carità rocciosa, speranza rocciosa,...
Il frutto che viene dalla terra diventa fede terrena, carità terrena, speranza terrena,...
Certo, i frutti della roccia bisogna sudarseli bene: chi ci sta a costruire l'albero della propria esistenza sulla roccia?
Non è forse meglio per noi e più comodo e più piacevole e efficace per la nostra logica costruire sulla terra?
Certo, diciamo, e anche i frutti crescono più alla svelta, e anche di più.
Che ne facciamo del frutto atteso e della pazienza e nel credere anche solo che l'albero della vita costruito sulla roccia possa produrre frutto?
Costruire l'albero della vita: sulla roccia o sulla terra?
La vita non è fatta della logica della terra, ma della roccia.
Chi si fida di questa mentalità nuova, viene rinnovato nei frutti della vita.
E da questi lo potranno riconoscere.
Altrimenti, nessuno è riconosciuto, nemmeno con tutti i suoi frutti.
Il fiume della vita passa, la terra va via presto, e solo la roccia rimane lì.