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La Liturgia di Domenica 03 Dicembre 2017

1/12/2017

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I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO B - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Viola
COMMENTO AL VANGELO
SVEGLIA!

Se tu squarciassi il cielo e scendessi!
Il lamento straziante sale dalla bocca di uno degli autori del libro del profeta Isaia, in esilio in Babilonia dopo la durissima sconfitta contro Nabucodonosor. Nessuna speranza all'orizzonte, nessuna possibilità di riscatto, solo l'amarezza dell'esilio e della schiavitù.
Non ci sono più i Patriarchi a difendere Israele, Patriarchi che certamente si vergognano dei propri discendenti, incapaci a gestire la propria politica estera, alleandosi con le nazioni sbagliate.
E, per la prima volta nella Bibbia, il Dio dei patriarchi viene invocato col titolo padre.
Titolo che non veniva usato perché comune nell'invocazione pagana alle proprie divinità.
Ma ora non c'è più remora, né timore di essere ambigui.
Non c'è più il tempio, né la città santa, né il re.
Tutto è perduto.
Solo sale quell'invocazione fatta quasi sottovoce, una immensa ricerca di salvezza, un grido silente.
Se tu squarciassi il cielo e scendessi!
Un grido che ancora sale da questa terra d'esilio in cui siamo.

Grida
No, non sono le lamentazioni insopportabili dei lamentosi di turno, quelli che hanno colpevolmente taciuto mentre depredavano la nostra piccola italietta. E nemmeno le urla sguaiate dei politici ai talk-show, sempre in prima fila nell'accusare gli avversari, senza pudore, senza un adulto che abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.
È il grido di chi vede il mondo disgregarsi attorno a sé.
Simile, molto simile, al tempo in cui viviamo.
In cui qualcuno pensa di rendere un favore a Dio sgozzando le persone.
In cui l'interesse di pochissimi ha mandato sul lastrico la maggioranza.
In cui nessuno sembra avere le soluzioni.
In un lugubre dissolversi della scena di questo mondo.
Se tu squarciassi il cielo e scendessi!
E così accade. Dio ha squarciato il cielo ed è sceso. Dio squarcia il cielo e continua a scendere.
Instancabile salvatore, plasma il cuore degli uomini che lo invocano, come fa il vasaio con la creta. E l'avvento è il tempo in cui accorgerci delle mani di Dio che ci stringono, ci abbracciano, ci plasmano.
Finalmente.

Siamo onesti
Questo è un tempo liturgico straordinario, di attesa, di crescente gioia, di desiderio che trova il suo spazio. O una ulteriore occasione di sofferenza. O di perdita di tempo. O di pagliacciate.
Sapete come la penso riguardo al Natale, a come lo abbiamo svilito, umiliato, stravolto.
E se la crisi, non solo economica ma esistenziale, per una volta ci aiutasse a smettere i panni inutili delle facili emozioni per diventare, infine, credenti?
Ad attendere lo sposo, infine?
Quel padrone di cui siamo servi? Quell'amico che tanto amiamo e che ci ama? Quel senso del tutto che sembra essersi perso? Anche nella nostra Chiesa, a volte, così contagiata dalla logica mondana, pronta a schierarsi, a discutere invece che ha dibattere, a contrapporsi invece che ad arricchirsi?
L'inizio di questo tempo di avvento è folgorante, intenso, luminoso: siamo chiamati alla vigilanza.
A svegliarci, infine.

Sveglia!
In questa domenica uggiosa ho sorriso leggendo il Vangelo di inizio avvento.
Quando mio figlio pre-adolescente si perde nei suoi mondi interiori fantastici (ed è bellissimo che accada) trascurando però la realtà che lo circonda lo redarguisco: sveglia!
Ed è la stessa cosa che oggi ci chiede Gesù, attraverso Marco, che da oggi ci accompagna col suo piccolo, meraviglioso vangelo.
Sveglia!
Viviamo in un sonno catatonico dell'anima, in un perenne stato di coma interiore, tutti travolti dalle cose da fare, dai problemi da risolvere.
Il nostro mondo ci restituisce una quotidianità delirante, con ritmi insostenibili. La tecnologia, che ha velocizzato e semplificato le relazioni, in teoria, in realtà le ha fatte implodere. Sono sempre più stranito, quando viaggio in metropolitana a Milano o a Roma, vedere centinaia di persone chattare, ascoltare musica, relazionarsi... con un telefoni, mentre le persone e la vita reali sono lì, sedute accanto a loro.
Mi ribello a questo mondo, non voglio che uno strumento diventi un fine.
Voglio vivere. Vivere densamente, vivere da vivo.
E per farlo devo svegliarmi.

Sonni mortiferi
Nel Getsemani gli apostoli si addormentano per grande tristezza.
Il dolore ci può anestetizzare, disconnettere dalla realtà. O il troppo lavoro. O lo sballo.
Il sonno della coscienza, l'anestesia dell'anima ci tagliano da noi stessi.
Questo è l'avvento: un bel bricco di caffè spirituale per restare svegli.
Perché il Signore viene.
Tornerà alla fine dei tempi, certo.
Ma viene ora, qui, adesso.
Non come quando mi sono convertito. O come un anno fa.
Oggi.
Dio ancora squarcia il cielo e scende.
Speriamo di esserci.
LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria.

Colletta
O Dio, nostro Padre, 
suscita in noi la volontà di andare incontro 
con le buone opere al tuo Cristo che viene, 
perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria 
a possedere il regno dei cieli. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure: 
Colletta
O Dio, nostro Padre, 
nella tua fedeltà che mai vien meno 
ricordati di noi, opera delle tue mani, 
e donaci l’aiuto della tua grazia, 
perché attendiamo vigilanti 
con amore irreprensibile 
la gloriosa venuta del nostro redentore, 
Gesù Cristo tuo Figlio. 
Egli è Dio, e vive e regna con te, 
nell’unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 63,16-17.19; 64,2-7)
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te, 
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79)
Rit: Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza 
e vieni a salvarci.    

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.     

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,3-9) 
Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. 

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. 
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

VANGELO (Mc 13,33-37) 
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Preghiera dei fedeli
Ci facciamo voce di tutta la creazione, che attende con impazienza la venuta del Signore, e imploriamo con insistenza la sua misericordia. 
Lo invochiamo dicendo: Vieni, Signore Gesù.

1. Per la santa Chiesa di Dio, perché riconosca sempre la visita del Signore e sia memoria vivente del suo amore, preghiamo. 
2. Per gli uomini del nostro tempo, perché sappiano vivere con sapienza il presente, prestando attenzione al passaggio di Dio nella nostra vita, preghiamo. 
3. Per coloro che sono ciechi di fronte ai dolori delle persone che vivono accanto a loro, perché sappiano ritrovare speranza e pienezza di vita nell'amore e nella solidarietà, preghiamo. 
4. Per gli oppressi, i perseguitati, per coloro che non hanno patria, perché trovino nei credenti dei difensori della dignità e della libertà dell'uomo, preghiamo. 
5. Per la nostra comunità, perché il Signore ci trovi vigilanti nell'attesa, in una concreta testimonianza di fiducia nelle persone e di fedeltà ai nostri impegni, preghiamo. 

O Dio, nostro Padre e redentore, che hai cura di tutti i tuoi figli, esaudisci le nostre preghiere. Concedi che il corso degli eventi nel mondo sia guidato nella pace, secondo la tua volontà, e che la Chiesa conosca la gioia di servirti con serenità e vigilanza. Per Cristo nostro Signore.
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