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La Liturgia di Mercoledì 06 Gennaio 2016

4/1/2016

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EPIFANIA DEL SIGNORE - ANNO C - RITO ROMANO 
ABBIAMO VISTO SPUNTARE UNA STELLA E SIAMO VENUTI AD ADORARLO
di Padre Settimio M. Manelli


La solennità di oggi è un prolungamento della celebrazione del Natale del Signore. Più specificamente, ha lo scopo di celebrare il mistero della manifestazione della gloria infinita del Figlio unigenito del Padre al mondo intero. Già san Girolamo così spiegava ai suoi ascoltatori nell'Omelia sul giorno dell'Epifania: «Per designare questo giorno si usa il termine greco epifania. Ciò che noi, latini, indichiamo col termine apparizione oppure manifestazione, i greci lo chiamano epifania. A questo giorno si è dato questo nome proprio perché il nostro Signore e salvatore si è manifestato al pubblico». Per questo oggi ciascuno di noi è in festa ed è pieno di gioia, perché è sicuro di non essere escluso dalla salvezza che Gesù è venuto a portare a tutti.

Le Letture di oggi mostrano molto bene questo grande mistero. La salvezza non è più offerta soltanto ai giudei, ma anche i pagani sono chiamati ad entrare nel Regno di Dio. È interessante notare come san Matteo, all'inizio del suo Vangelo, riferisca questo accenno alla misericordia di Dio rivolta a tutti i popoli, e concluda il suo Vangelo con la frase di Gesù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli [...] io sono con voi [...]» (28,19s). Gesù vuole aprirsi a tutti gli uomini. 

A tutti vuole portare più pace, più amore, più gioia. Vuole diffondere ovunque il Suo lieto annuncio, la Buona Novella. Nessuno può più restare nelle tenebre. E per questo oggi vuole servirsi di noi.

Nella prima Lettura vediamo la processione dei popoli verso la luce di Gerusalemme: «Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano» (Is 60,3s). In passato, solo la città di Gerusalemme, cioè il popolo eletto, aveva la gioia di conoscere Dio. Ora, Dio in Cristo si è donato interamente all'umanità, per la salvezza di tutti. La Chiesa, istituita da Cristo, ha il compito di annunciare questa Buona Novella a tutti i popoli della terra.

La salvezza è offerta a tutti, ma per averla in dono bisogna aderire a Cristo e fare la sua Volontà. Dopo aver conosciuto Cristo, non è possibile continuare a vivere come prima. Questo vale anche per noi cristiani. Se non ci convertiamo e non cambiamo stile di vita, finiremo anche noi per seguire il tragico cammino del popolo eletto, il quale non seppe riconoscere il suo giorno e la sua luce. Non riconobbe il suo Re e il suo Salvatore nel Bambino di Betlemme.

L'episodio evangelico della visita dei Magi a Gesù Bambino è la manifestazione di questa grande verità: oggi viene rivelato quel mistero – come lo chiama san Paolo – che era rimasto nascosto precedentemente sia agli Ebrei che agli altri popoli, cioè che Cristo è l'unico Salvatore di tutti gli uomini, e non solo del popolo ebraico. È vero che Gesù è «il re dei Giudei», il Messia, discendente di Davide, nato a Betlemme. Però, Egli è pure destinato ad essere la «salvezza preparata da Dio davanti a tutti i popoli» (Lc 2,30s), e la «luce per illuminare le genti» (2,32).

L'Epifania è perciò per eccellenza la festa missionaria, la festa in cui tutti i popoli sono chiamati alla fede. E poiché anche noi eravamo tra quei popoli pagani, oggi è anche la festa della nostra chiamata alla fede. Pure noi siamo stati chiamati ad entrare in quel disegno di salvezza, che Dio ha voluto per tutti gli uomini. Questo grande dono non possiamo però tenerlo per noi. Anche noi dobbiamo essere luce e salvezza per gli altri con la testimonianza delle nostre opere buone, scaturite dalla nostra fede, secondo quanto scriveva san Paolo agli Efesini, e secondo quanto la Liturgia ora rivolge a noi: «Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente» (Ef 5,8-11). Gli altri vedendo le buone opere nostre glorificheranno il Padre e si sentiranno attirati al Vangelo di Gesù, che dona la salvezza.

La preghiera di Colletta della Santa Messa ci fa chiedere con fiducia: «O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria» (dal Messale Romano). Rivolgiamoci con fiducia alla Madonna: come ha presentato Gesù Bambino all'adorazione dei pastori nella Notte di Natale, come lo ha presentato all'adorazione dei Magi, così lo presenti ogni giorno anche a noi, come nostro Salvatore.

LETTURE DELLA SOLENNITA'
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Colletta
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 60,1-6)
La gloria del Signore brilla sopra di te.

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 71)
Rit: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

SECONDA LETTURA (Ef 3,2-3.5-6) 
Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità. 

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. 
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

SEQUENZA
ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA 

Dopo la proclamazione del Vangelo, il diacono o il sacerdote o un altro ministro idoneo può dare l’annunzio del giorno della Pasqua. 


Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. 
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. 
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 27 marzo. 
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. 
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: 
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 10 febbraio. 
L’Ascensione del Signore, l'8 maggio. 
La Pentecoste, il 15 maggio. 
La prima domenica di Avvento, il 27 novembre. 
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. 

A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. 
Amen.


VANGELO (Mt 2,1-12) 
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re. 

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
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