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La Liturgia di Domenica 28 Novembre 2021

28/11/2021

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I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C - RITO ROMANO
INIZIO NUOVO ANNO LITURGICO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VIOLA
COMMENTO AL VANGELO
È iniziato l'Avvento, ovvero il Tempo che ci prepara a festeggiare il Natale del Signore. In questo Tempo la Chiesa ci invita a riflettere sulla venuta del Signore. Vi è stata una prima venuta del Figlio di Dio sulla terra, a Betlemme. Questa prima venuta si è verificata nel silenzio e nel nascondimento: il Figlio di Dio è sceso su questa terra prendendo carne nel grembo della Vergine Maria. La Sacra Scrittura paragona questa discesa a quella della rugiada che irrora la terra, oppure a un germoglio che spunta da un ramo. Questa prima venuta è avvenuta nella povertà e nell'umiltà per insegnare a noi la via da percorrere se vogliamo raggiungere il Cielo.
Vi è poi una seconda venuta che ci sarà alla fine dei tempi. Quest'ultima venuta sarà contraddistinta dalla gloria e dalla maestà: il Figlio di Dio verrà per giudicare il mondo intero e vi sarà la definitiva vittoria del bene sul male.
Di queste due venute parlano le letture di oggi. La prima lettura si riferisce alla prima venuta. Il profeta Geremia, infatti, afferma: «In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra» (Ger 33,15). Della seconda venuta ci parla il Vangelo: «Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria» (Lc 21,27). Per prepararci a questa venuta, il Vangelo ci esorta a pregare con perseveranza: «Vegliate in ogni momento pregando» (Lc 21,36).
Nessuno sa quando Gesù verrà nella gloria. Una cosa sola è certa: quel giorno verrà all'improvviso, quando meno ce lo aspetteremo. Il Signore dice: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso» (Lc 21,34). Ogni giorno dobbiamo essere pronti per l'incontro con Dio. Del resto, quando verrà la nostra ultima ora, quella per noi sarà la fine e dovremo rendere conto a Dio della nostra vita. Poco importa sapere quando verrà la fine del mondo! I vizi e i peccati appesantiscono il nostro cuore e ci impediscono di pensare al Cielo.
Per prepararci all'incontro con Gesù, san Paolo, nella seconda lettura di oggi, ci esorta a comportarci rettamente, ricercando la nostra santificazione e l'amore fraterno. Egli, infatti, così scrive ai Tessalonicesi: «Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra di voi e verso tutti [...] per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità» (1Ts 3,12-13).
Se faremo così anche noi, non avremo nulla da temere da quel giorno che verrà all'improvviso. Sarà un giorno di gioia per tutti quelli che amano il Signore, e un giorno di condanna per tutti quelli che moriranno in peccato mortale. Pertanto, la Chiesa ci esorta a confessarci spesso e a confessarci bene, sinceramente, con vivo pentimento e sincero proposito di non peccare più.
Il modo migliore per vivere il Tempo dell'Avvento è quello di riordinare la nostra coscienza con un buon esame di coscienza, con una buona Confessione e con una preghiera più generosa.
Un proposito molto bello potrebbe essere quello di leggere e meditare quotidianamente le letture della Messa. Da questa meditazione scaturiranno certamente dei propositi di miglioramento. Un altro proposito ci viene indicato dalla Colletta, ovvero dalla preghiera iniziale della Messa. Con quella preghiera abbiamo chiesto a Dio di suscitare in noi la volontà di andare incontro a Gesù con le buone opere. Il campo delle opere buone è sconfinato. L'Avvento sarà il tempo propizio per individuare cosa potremo fare concretamente.
Riassumendo, possiamo dire che la preghiera e le opere buone devono essere il nostro proposito: allora il Natale che si sta avvicinando sarà il più bello della nostra vita, e Gesù tornerà a nascere nel nostro cuore.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Non si dice il Gloria

Colletta
O Dio, nostro Padre, 
suscita in noi la volontà 
di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, 
perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria 
a possedere il regno dei cieli. 
​Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta 
Padre santo,
che mantieni nei secoli le tue promesse,
rialza il capo dell’umanità oppressa dal male
e apri i nostri cuori alla speranza,
perché attendiamo vigilanti la venuta gloriosa di Cristo,
giudice e salvatore.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Ger 33,14-16)
Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.
​

Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. 
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. 
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 24)
Rit: A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.
 
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.
 
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. R.

SECONDA LETTURA (1Ts 3,12-4,2) 
Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo. 

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

VANGELO (Lc 21,25-28.34-36) 
La vostra liberazione è vicina. 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
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INIZIO NUOVO ANNO LITURGICO 2021-2022

27/11/2021

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Le feste di precetto stabilite per la Chiesa Latina, oltre alla domenica, sono (l'elenco è ordinato partendo dall'Avvento):
  • Solennità fisse:
    • la Solennità dell'Immacolata Concezione, 8 dicembre
    • la Solennità del Natale, 25 dicembre
    • la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, 1º gennaio. Il Rito Ambrosiano celebra questa solennità la VI domenica di Avvento, mentre il 1° gennaio celebra la solennità della Circoncisione del Signore (sempre di precetto)
    • la Solennità dell'Epifania, 6 gennaio
    • la Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno
    • la Solennità dell'Assunzione di Maria, 15 agosto
    • la Solennità di tutti i Santi, 1º novembre
  • Solennità mobili:
    • la Solennità dell'Ascensione del Signore, il quarantesimo giorno del Tempo di Pasqua
    • la Solennità del Corpus Domini, il giovedì dopo la Solennità di Pentecoste.

Non sono di precetto, ancorché feste civili, i seguenti giorni:
  • Santo Stefano, 26 dicembre
  • Lunedì dell'Angelo, il giorno seguente al giorno della Pasqua
  • la festa del santo patrono nelle singole località

Le Conferenze Episcopali possono, con l'approvazione della Sede Apostolica, abolire o trasferire alla domenica alcuni giorni festivi di precetto.
Le Conferenze Episcopali e i vescovi diocesani possono inoltre stabilire altre feste di precetto per i fedeli a loro soggetti.
In Italia la Conferenza Episcopale ha abolito il carattere di festa di precetto di due solennità:
  • San Giuseppe;
  • i Santi Pietro e Paolo.
La ragione di ciò risiede nel fatto che una legge civile del 1977 ne ha soppresso il carattere festivo civile.
La stessa legge ha tolto il carattere festivo ad altre due solennità:
  • l'Ascensione del Signore;
  • il Corpus Domini.
Esse sono state pertanto trasferite alla domenica seguente, ad eccezione del Rito Ambrosiano che le mantiene invariate al giorno proprio, sebbene non di precetto.
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La Liturgia di Domenica 21 Novembre 2021

21/11/2021

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NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO RE DELL'UNIVERSO
XXXIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO  - ANNO B - RITO ROMANO
ULTIMA DELL'ANNO LITURGICO

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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Siamo giunti ancora una volta alla fine dell'anno liturgico e lo concludiamo con la solenne e bellissima festa di Cristo Re, Signore dell'Universo e della storia.

Un Regno dell'altro mondo...
Quel titolo di Re, gli era stato attribuito da Pilato, procuratore romano pagano, che gli aveva detto: "Dunque Tu sei re?" E Gesù aveva risposto: "Tu lo dici, Io lo sono". Un re dunque. E un re che è in procinto di salire sul trono e di essere incoronato! Ma il suo trono è una Croce; la sua corona, una corona di spine e il suo regno non è di questo mondo. Non si era mai visto un re che avesse rovesciato in modo così radicale, ogni concetto di sovranità! Ma è così, sconvolgendo ogni schema di regalità e potenza umana, che ha vinto la più grande battaglia, e ha sconfitto il più grande e temibile nemico del genere umano: la morte eterna. E solo dopo - contrariamente ad ogni logica umana- avverrà la solenne ed eterna intronizzazione, quando, all'Ascensione, Gesù salirà per sempre alla destra del Padre. La logica umana infatti, prima fa i re e poi fa le battaglie, mentre qui, Gesù, ha dovuto prima sconfiggere, con la morte di Croce, il tremendo e mortale nemico, e poi essere intronizzato.

Ma ora è veramente il Sovrano assoluto, lo splendore della gloria del Padre, "esaltato al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù, ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra, ed ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre".

Quando sarà la fine?
E poi sarà la fine "quando - dopo aver ridotto al nulla ogni principato, potestà e potenza- egli consegnerà il regno a Dio Padre. Bisogna infatti che egli regni, finché non abbia posto tutti i suoi nemici, sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte" (seconda lettura).

Allora, in quel misteriosissimo ultimo giorno che Lui solo conosce, non solo l'uomo, ma tutta la creazione sarà di Cristo. Egli farà l'ingresso nella nuova Gerusalemme, regnerà sui nuovi cieli e la nuova terra, e "consegnerà il mondo a Dio Padre, affinché Egli sia tutto in tutti".

Sarà l'inaugurazione del Regno di Dio in tutto il suo splendore, con tutti i beati, miriadi di angeli e arcangeli, gli eletti con a capo Maria Santissima e avremo i cieli nuovi e la terra nuova definitivamente liberati dal nemico mortale che sarà precipitato in fondo agli abissi e sarà un Regno dove non ci sarà più traccia di male, pena o colpa.

Cieli chiusi o cieli aperti?
Da quando Gesù è salito alla destra del Padre, siamo già entrati in un regime nuovo: quello dei cieli aperti e della destinazione alla gloria. Prima della morte di Croce, tutta l'umanità era nel regime dei cieli chiusi. Anche i giusti dell'Antico Testamento, dovettero aspettare il sabato santo, per poter salire in cielo. Solo dopo la morte di Gesù in Croce - unico trono che ha avuto sulla terra - le porte del paradiso si riaprirono e l'uomo riacquistò il suo destino di gloria, perso col peccato. Il primo a sperimentare questa realtà dei cieli aperti, fu il buon ladrone. Alla sua domanda: "Signore ricordati di me, quando sarai nel tuo regno" si sentì rispondere. "Oggi sarai con me in Paradiso".

Ma il Regno dei Cieli, non è solo una realtà che ci aspetta dopo la morte, è anche quel regno che è dentro di noi, quella capacità di diventare sempre migliori di ciò che siamo e sempre più somiglianti all'immagine divina scolpita in noi .

Il Regno di Dio dunque, non è solo un regno che viene, ma è anche un regno che c'è già, perché è indivisibile dalla persona di Gesù: è la comunione con Lui e "Nessuno dirà eccolo qui, eccolo là, perché è già tra di voi" (Lc 17).
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Se Gesù sarà veramente il Re del nostro cuore, sperimenteremo fin da quaggiù, questo regno di verità e di grazia, di luce, di amore e di pace.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto ricapitolare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell'universo,
fa' che ogni creatura,
libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta  
O Padre,
che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, re e salvatore,
e ci hai resi partecipi del sacerdozio regale,
fa' che ascoltiamo la sua voce,
per essere nel mondo
fermento del tuo regno di giustizia e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Dn 7,13-14)
Il suo potere è un potere eterno.

Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 92)
Rit: Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza. R.
 
È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall'eternità tu sei. R.
 
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. R.

SECONDA LETTURA (Ap 1,5-8) 
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio. 

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

VANGELO (Gv 18,33-37) 
Tu lo dici: io sono re. 

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
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La Liturgia di Domenica 14 Novembre 2021

14/11/2021

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XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - B - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

Tutto passa: la vita, gli eventi, le cose belle e le cose brutte. Di questa transitorietà ne sono testimoni i nostri smartphone, attraverso i quali cerchiamo di fissare i bei ricordi: foto, video, audio, perché sappiamo bene che niente è per sempre. Ti è mai successo di perdere una persona cara e sembrarti impossibile che essa se ne sia andata? In quel momento constati di persona come tutto, ma proprio tutto è di passaggio.

Anche il sole, la luna e le stelle che a noi sembrano per sempre, anche loro finiranno. senza bisogno di essere apocalittici, è nella natura delle cose create iniziare e finire. Una potenza sconvolta è una debolezza, un venir meno, un finire.

Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.

Questa decadenza delle cose, degli eventi e delle persone non ci deve deprimere o scoraggiare: santa Teresa d'Avila ci viene in aiuto, esclamando: "Niente ti turbi, niente ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio ha tutto. Dio solo basta". Un cielo che finisce ci rivela Dio che rimane per sempre, presente nei nostri momenti belli e meno belli. Un sole e una che si oscurano fanno luce su Dio che raduna, raccoglie, accoglie: sta bene con noi, ci ama, siamo i suoi prescelti, tutti quanti (questo significa il termine "eletti"). Se tutto ha fine, l'amore di Dio per noi non finisce, e proprio quando tutto crolla, Lui si mette in viaggio, come fa la chioccia coi suoi pulcini, per metterli al sicuro, al caldo, vicini al suo cuore.

Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina.

Dopo il rigido inverno, la natura torna a germogliare e a dare i suoi frutti. Tra tutti, il fico è l'albero più precoce, che dà i suoi frutti prima ancora delle foglie. Dopo un grande dolore si è senza forze, provati e stremati, senza energie, Da quell'abisso ci raggiunge un raggio di sole che scalda le nostre ossa e ci invita a tornare in vita, a sperare ancora. L'estate, la bella stagione è vicina: quando tutto sembra finito, lasciati cogliere dal calore della vita che ritorna, stendi ancora i tuoi rami, e lascia che la linfa torni a fluire per compiere meraviglie.

Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

In questa situazione di transitorietà descritta dalle parole del Signore, possiamo ancorare la nostra fiducia a due colonne: Dio resta, e resta vicino. Don Tonino Bello ci rincuora: "Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo. Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. Coraggio, tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga".

Egli è vicino, è alle porte: queste parole, che ci accompagnano precocemente nel tempo di Avvento, tempo di attesa, di desiderio e speranza, sono la sintesi della tua vita, quale che sia la stagione che stai vivendo, Dio è il Vicino, il Presente, Colui che ti dà appuntamenti al buio, il tuo buio, per renderlo luogo di luce, abitazione di amore, sorgente di pace, culla di una vita che sa rinascere, ogni giorno.  La Sua mano è già sulla maniglia, eccolo, corrigli incontro.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Il tuo aiuto, Signore Dio nostro,
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,
possiamo avere felicità piena e duratura.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta  
O Dio, che farai risplendere i giusti come stelle nel cielo,
accresci in noi la fede, ravviva la speranza
e rendici operosi nella carità,
mentre attendiamo
la gloriosa manifestazione del tuo Figlio. Egli è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Dn 12,1-3)
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.
 
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R.
 
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.

SECONDA LETTURA (Eb 10,11-14.18) 
Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. 

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

VANGELO (Mc 13,24-32) 
Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti. 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
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La Liturgia di Domenica 7 Novembre 2021

7/11/2021

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XXXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - B - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Nel Vangelo che la liturgia ci dona in questa Domenica si concludono questi incontri difficili con gli scribi che Gesù ha avuto nel tempio, ma a loro è contrapposta una vedova con il suo gesto che Gesù mette in evidenza come segno portatore di un insegnamento e rivelazione di una via da percorrere. “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa”.

La Parola di Dio di questa domenica ci parla di due povere donne: la vedova di Sarèpta, nella prima lettura (che accetta di condividere il poco che ha con uno straniero, mentre lei e suo figlio sono alle soglie della morte per fame), e, nel Vangelo, la vedova presso il tesoro del tempio (la quale, in atto di omaggio e adorazione a Dio, dà il denaro di cui aveva bisogno per vivere e riconosce così che Dio vale più della vita).

Atteggiamenti di commovente generosità, autentiche icone della misura dell’amore, per Dio e per i fratelli. La povera vedova che accoglie e dà ospitalità all'uomo di Dio si fida della sua promessa ("la farina della giara non si esaurirà") e fa esperienza dell'efficacia della Parola di Dio che, come dice il salmo responsoriale, è fedele per sempre.

Egli, infatti, " rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati, libera i prigionieri, rialza chi è caduto, ama i giusti, protegge lo straniero, sostiene l'orfano e la vedova, ma sconvolge le vie degli empi". La serie si conclude con la proclamazione di fede: "Il Signore regna per sempre".

Dio si rivela in quest'episodio come re giusto e fedele nell'azione protettrice e liberatrice a favore dei poveri.

L'elogio della povera vedova fatto da Gesù nel piazzale del tempio di Gerusalemme si pone nella stessa lunghezza d'onda dell'episodio di Elia. Egli non nasconde la propria simpatia verso la generosità di questa donna. Il motivo per cui ella è stata più munifica di tutti viene indicato da Gesù stesso: gli altri hanno dato prendendo dal loro superfluo, la vedova, invece, ha preso dalla sua privazione, dalla sua miseria, dallo stesso necessario. E' come se avesse offerto la propria vita.

Con questa sentenza sull'autentico valore religioso dell'offerta della povera donna si conclude l'insegnamento di Gesù nel tempio.

Quel sacrificio silenzioso e completo, nel quale l'uomo tralascia molto concretamente tutte le sue sicurezze per abbandonarsi totalmente alla misericordia di Dio, all’evangelista risulta essere conclusione adatta dell'attività pubblica di Gesù. L'elemosina di tanta gente ha bisogno delle trombe. In certi casi, anche oggi, non ci sarebbero offerte, se non fosse assicurata un'adeguata pubblicità.

Tuttavia, bisogna sempre ricordare che nella contabilità di Gesù le cifre sono importanti non tanto per la loro consistenza, ma per la provenienza. Non è questione di quantità, ma di valore. A dare ciò che si ha, tutti siamo capaci. Dare ciò che non si ha, o togliere l'offerta da ciò che ci manca, è una caratteristica di quei "piccoli" che Gesù predilige.

Perciò questa povera donna è ricordata nel Vangelo, cioè nel libro di quelli che sono grandi davanti a Dio. In definitiva, Gesù ci mette alla scuola di una donna, un'analfabeta, sì, ma che sapeva amare Dio. Dobbiamo imparare da lei la disposizione a porre gesti concreti, piccoli finché si vuole, ma importanti, perché gesti impregnati d’amore.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,
allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te,
perché, nella serenità del corpo e dello spirito,
possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta 
O Padre, che soccorri l'orfano e la vedova
e sostieni la speranza di chi confida nel tuo amore,
fa' che sappiamo donare tutto quello che abbiamo,
sull'esempio di Cristo che ha offerto la sua vita per noi.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Re 17,10-16)
La vedova fece con la sua farina una piccola focaccia e la portò a Elia.

In quei giorni, il profeta Elìa si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po' d'acqua in un vaso, perché io possa bere».
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' d'olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elìa le disse: «Non temere; va' a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d'Israele: "La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra"».
Quella andò e fece come aveva detto Elìa; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elìa.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
 
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
 
Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

SECONDA LETTURA (Eb 9,24-28) 
Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti. 

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.

VANGELO (Mc 12,38-44) 
Questa vedova, nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva. 

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

oppure:
VANGELO Forma breve (Mc 12, 41-44):
Questa vedova, nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva. 

In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
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La Liturgia di Lunedì 1 Novembre 2021

1/11/2021

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MESE di NOVEMBRE dedicato alle ANIME dei DEFUNTI
​

La pietà cristiana dedica questo mese al ricordo dei defunti. Un mese intero per ricordare e rinsaldare il legame di solidarietà che esiste tra chi è ancora pellegrino sulla terra e chi ci ha preceduti nella vita eterna.

Un mese intero in cui devono essere più numerose le azioni di suffragio per i nostri cari defunti. Ma anche per tutti i defunti indistintamente, compresi quelli che nessuno più ricorda, ma che da Dio sono amati e conosciuti per nome.

Un mese intero per meditare che cos'è il peccato, che ha portato la morte nel mondo. E per pensare che su questa terra siamo solo dei viandanti senza borsa e senza sandali, che non hanno paura della morte, perché sentono nostalgia della vera patria, più grande e più bella di questo mondo, e vivono in modo da poterla raggiungere.

Oggi come forse mai, i non credenti sono protesi verso la ricerca del piacere, e tanti credenti sono animati da una sorta di ottimismo spensierato, come se tutto alla fine dovesse finire bene, come in certi tipi di films. Allora il mese di novembre viene a richiamarci a quelle sobrie verità che i nostri ragionamenti non potranno mai cambiare. In tal modo le verità circa la sorte dell'uomo dopo la morte, rivelataci da Cristo, spazzano via tutte le tenebre, tutte le perplessità, tutti i nostri dubbi per far luce alle sue parole: «Io sono la via, la verità, la vita».

ESEMPIO: Racconta il padre Lacordaire che un celebre principe polacco stava scrivendo un libro contro l'immortalità dell'anima. Un giorno, mentre il principe passeggiava nel suo giardino, gli si avvicinò una povera donna, che, tutta afflitta, gli chiese un'elemosina per far celebrare una messa in suffragio di suo marito defunto. Il principe, benché miscredente, prese di tasca una moneta e la consegnò alla donna. Passano alcuni giorni, e una sera il principe era inténto a ritoccare il suo manoscritto quando a un certo punto alza gli occhi e vede davanti a sé un uomo, che gli dice: «principe, io sono il marito di quella donna a cui avete regalato una moneta per una messa in mio suffragio. Vengo dal purgatorio per ringraziarvi della carità che avete fatto a mia moglie e a me, e a ricambiarvela col dirvi: c'è un'altra vita».

FIORETTO: Raccomandiamo a s. Giuseppe, patrono dei moribondi, chi oggi è in fin di vita.

GIACULATORIA: Confido in te Signore e nell'immenso tuo amore.

PREGHIERA: O Dio onnipotente ed eterno, Signore dei vivi e dei morti, pieno di misericordia verso tutte le tue creature, concedi il perdono e la pace a tutti i nostri fratelli defunti, perché immersi nella tua beatitudine ti lodino senza fine. Amen! 

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​TUTTI I SANTI- RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Il santo è il beato del Vangelo. Non il beato beota: il beato, cioè colui che vive con uno sguardo positivo il suo rapporto con Dio, la realtà e gli altri. il santo è il povero che riconoscendo la propria condizione si rivolge con gioia al Signore che ci salva. Il santo è colui che piange, perché domandandosi il senso del dolore, si apre al sorriso di Gesù che lo guarda. Il santo è il mite che non cerca vendetta contro il nemico, sapendo che non vi altro bene se non lo stare don Dio. Il santo è la persona che cerca di costruire la giustizia sulla terra, in mezzo alle contraddizioni, conscio che essa coincide con l'annunciare Gesù ai propri fratelli. Il santo è chi perdona con quella stessa misura con cui desidera essere perdonato. Il santo è chi ha il cuore puro e non agisce con doppiezza, chi cerca di portare pace - magari a volte mordendosi la lingua. Il santo è colui che viene perseguitato in questo mondo a causa dell'ingiustizia e della cattiveria degli altri uomini: pur incassando il colpo e magari standoci male, il santo sa che l'unico giudizio importante da ricercare è quello di un Padre che dice di essere orgoglioso del proprio figlio. Dice di essere orgoglioso - questa è la santità - anche di te. Allora buona festa di tutti i santi.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che ci doni la gioia di celebrare in un’unica festa
i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo popolo,
per la comune intercessione di tanti nostri fratelli,
l’abbondanza della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Ap 7,2-4.9-14)
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo:
centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 23)
Rit. Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. R.
 
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli. R.
 
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.

SECONDA LETTURA (1Gv 3,1-3)
Vedremo Dio così come egli è.

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

VANGELO (Mt 5,1-12)
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».


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2 NOVEMBRE 2021
COMMEMORAZIONE TUTTI I FEDELI DEFUNTI - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: COMMEMORAZIONE
Colore liturgico: VIOLA O NERO
COMMENTO AL VANGELO
Solo nella luminosa presenza dei santi possiamo riflettere serenamente sul destino dei nostri cari defunti e sul nostro proprio destino di fronte alla morte. Solo grazie alla speranza che ci deriva dal vangelo osiamo credere.
Siamo immortali dal giorno del nostro concepimento. In noi abita la presenza stessa di Dio, brandello della sua essenza, eccedenza che riempie il nostro cuore e che scatena il noi il desiderio di assoluto che così faticosamente riconosciamo e assecondiamo. Tutta la nostra vita diventa la scoperta del senso della stessa vita, l'accoglienza del vangelo e dello straordinario volto di Dio raccontato da Gesù. La nostra esistenza è una caccia al tesoro e quando scopriamo lo splendore del Padre scopriamo la nostra anima e ne assecondiamo i sussulti. Quando sorella morte bussa alla nostra porta la nostra anima raggiunge Dio per essere accolta, se pronta, o per un periodo di preparazione. Dio accetta anche che rifiutiamo risolutamente la sua salvezza e, nella nostra libertà, dolorosamente accetta anche la nostra scelta distruttrice. La preghiera di intercessione che facciamo per i nostri defunti fa loro sentire vicino il nostro affetto e li incoraggia sulla via della purificazione. Alla pienezza dei tempi le nostre anime torneranno a ricongiungersi ai nostri corpi trasfigurati. Con questa speranza, oggi, visitiamo i cimiteri (cioè i dormitori) dove i corpi dei defunti attendono la resurrezione finale e preghiamo per le loro anime.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Messa I
​
Colletta
Nella tua bontà, o Padre,
ascolta le preghiere che ti rivolgiamo,
perché cresca la nostra fede nel Figlio tuo risorto dai morti
e si rafforzi la speranza che i tuoi fedeli
risorgeranno a vita nuova.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Gb 19,1.23-27
Io lo so che il mio redentore è vivo.

Rispondendo Giobbe prese a dire: 
«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 26
Rit: Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R.

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario. R.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto. R.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.

SECONDA LETTURA - Rm 5,5-11
Giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.

Fratelli, la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. 
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

VANGELO - Gv 6,37-40
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
In quel tempo, Gesù disse alla folla: 
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Messa II

Colletta
O Dio, gloria dei credenti e vita dei giusti,
che ci hai salvati con la morte
e la risurrezione del tuo Figlio,
sii misericordioso con i tuoi fedeli defunti;
a loro, che hanno creduto nel mistero
della nostra risurrezione,
dona la gioia della beatitudine eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 25,6.7-9
Il Signore eliminerà la morte per sempre.

In quel giorno, preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
l’ignominia del suo popolo
farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 24
Rit: Chi spera in te, Signore, non resta deluso.

​Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. R.

Allarga il mio cuore angosciato,
liberami dagli affanni.
Vedi la mia povertà e la mia fatica
e perdona tutti i miei peccati. R.

Proteggimi, portami in salvo;
che io non resti deluso,
perché in te mi sono rifugiato.
Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato. R.

SECONDA LETTURA - Rm 8,14-23
Aspettiamo la redenzione del nostro corpo.

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». 
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. 
Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. 
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

VANGELO - Mt 25,31-46
Venite benedetti del Padre mio.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Messa III

Colletta
O Dio, che hai fatto passare alla gloria del cielo
il tuo Figlio unigenito, vincitore della morte,
concedi ai tuoi fedeli defunti che, vinta la condizione mortale,
possano contemplarti in eterno creatore e redentore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Sap 3,1-9
Il Signore li ha graditi come l’offerta di un olocausto.

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento li toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero,
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza resta piena d’immortalità.
In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé;
li ha saggiati come oro nel crogiolo
e li ha graditi come l’offerta di un olocausto.
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno,
come scintille nella stoppia correranno qua e là.
Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità,
i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui,
perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 41
Rit: L’anima mia ha sete del Dio vivente.

Come la cerva anela
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela
a te, o Dio. R.

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio? R.

Avanzavo tra la folla, 
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa. R.

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora. R.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio. R.

Perché ti rattristi, anima mia,
perché ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio. R.

SECONDA LETTURA - Ap 21,1-5.6-7
Non vi sarà più la morte.

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro 
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: 
«Ecco, io faccio nuove tutte le cose. 
Io sono l’Alfa e l’Omèga,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete 
io darò gratuitamente da bere
alla fonte dell’acqua della vita.
Chi sarà vincitore erediterà questi beni;
io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio».

VANGELO - Mt 5,1-12
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
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