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La Liturgia di Domenica 1 Luglio 2018

30/6/2018

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XIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
DERUBATO...

La figlia di Giairo ha dodici anni. Da dodici anni l'emorroissa soffre di perdite di sangue. Dodici è il numero della totalità in Israele, Marco oggi ci parla di due situazioni nelle quali descrive il massimo del dolore, la totalità della disperazione. 

La donna emorroissa non solo è ammalata ma ha fatto il giro, e senza risultato, di tutti i più famosi medici del paese. La sua condizione la rende impura, non può toccare nessuno senza renderlo impuro. Non ha vita affettiva, né rapporti sessuali, forse non ha famiglia né amicizie: la sua condizione la rende sola. La donna si avvicina timidamente, non vuol farsi notare. Non osa chiedere nulla al Maestro, come potrebbe? Tanti anni di solitudine l'hanno infine davvero convinta di essere sbagliata, di essere peccatrice, impura. Le è proibito di toccare: trasmetterebbe la sua impurità. Decide di osare, di trasgredire la legge: e tocca Gesù. Se ne accorge, il Maestro: in mille gli si sono fatti vicini, ma una sola lo ha toccato. Ha toccato il cuore di questo Cristo di Dio, gli ha rubato la forza ed è guarita. La malattia non è forse lo squilibrio della nostra armonia interiore? Il Signore si lascia derubare, la sua forza dona guarigione e salvezza a questa donna che si ritiene inadatta, incapace, condannata. Gesù ci guarisce nel profondo, ci salva da ogni disarmonia. Continua il suo cammino Gesù, gli apostoli lo guardano straniti. Gesù guarda la donna con un lungo sguardo. Gli altri, la folla, gli apostoli stessi non hanno capito, non sanno. Lui, il Rabbì, e la donna sì, loro sanno bene cosa è successo.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che ci hai reso figli della luce 
con il tuo Spirito di adozione, 
fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, 
ma restiamo sempre luminosi 
nello splendore della verità. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure:
Colletta
O Padre, che nel mistero del tuo Figlio povero e crocifisso 
hai voluto arricchirci di ogni bene, 
fa’ che non temiamo la povertà e la croce, 
per portare ai nostri fratelli 
il lieto annunzio della vita nuova. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA(Sap 1,13-15; 2,23-24)
Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo.

Dal libro della Sapienza

Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono. 

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE(Sal 29)
Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.    

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

SECONDA LETTURA(2Cor 8,7.9.13-15) 
La vostra abbondanza supplisca all’indigenza dei fratelli poveri. 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa. 
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. 
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».

Parola di Dio

VANGELO(Mc 5,21-43) 
Fanciulla, io ti dico: Àlzati! 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Parola del Signore.

oppure: 
VANGELO Forma breve(Mc 5, 21-24.35b-43):
Fanciulla, io ti dico: Àlzati! 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Con l'atteggiamento fiducioso dell'uomo che si rivolge a Gesù per guarire la propria figlia, affidiamo al Signore le nostre suppliche, sapendo che lui non resterà sordo al nostro grido.
Preghiamo insieme e diciamo: Illuminaci con la tua parola, Signore.

1. Per la Chiesa di Dio: là dove domina la cultura di morte, essa diffonda nel mondo la parola di Gesù, che dona la vita ed offre la speranza, preghiamo. 
2. Per tutti i cristiani: in tutti i luoghi dove le tragedie affliggono l'umanità, possano essere segno della presenza del Signore, che allevia le sofferenze degli ultimi e protegge la vita di tutti gli essere viventi, preghiamo. 
3. Per tutti i giovani che per imprudenza o inconsapevolezza rischiano la vita e hanno smarrito il rispetto di se stessi: sappiano ritrovare la strada della vita e la gioia delle piccole cose che rendono preziosa anche la noia della quotidianità, preghiamo. 
4. Per tutti i poveri, per i senza tetto: perché, guardando a Cristo, che si è fatto povero perché noi diventassimo ricchi, tutti sappiamo riscoprire il valore delle cose, e viviamo la solidarietà evitando gli sprechi e accogliendo i bisogni dei più disagiati, preghiamo. 
5. Per la nostra comunità: sappia promuovere sempre il valore e il rispetto della vita e la cura per ogni essere vivente, preghiamo. 

O Padre, che ci hai resi ricchi con il dono della vita del tuo Figlio Gesù, donaci la grazia di vivere per sempre con te, nella gioia del Paradiso, dove la vita non avrà mai fine. Per Cristo nostro Signore.
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La Liturgia di Sabato 30 Giugno 2018

29/6/2018

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30.6.2018 - Sabato della XII settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dona al tuo popolo, o Padre,  
di vivere sempre nella venerazione e nell’amore  
per il tuo santo nome,  
poiché tu non privi mai della tua guida  
coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Lam 2,2.10-14.18-19)
Grida dal tuo cuore al Signore, gemi, figlia di Sion.

Dal libro delle Lamentazioni

Il Signore ha distrutto senza pietà
tutti i pascoli di Giacobbe;
ha abbattuto nella sua ira
le fortezze della figlia di Giuda,
ha prostrato a terra, ha profanato
il suo regno e i suoi capi.
Siedono a terra in silenzio
gli anziani della figlia di Sion,
hanno cosparso di cenere il capo,
si sono cinti di sacco;
curvano a terra il capo
le vergini di Gerusalemme.
Si sono consunti per le lacrime i miei occhi,
le mie viscere sono sconvolte;
si riversa per terra la mia bile
per la rovina della figlia del mio popolo,
mentre viene meno il bambino e il lattante
nelle piazze della città.
Alle loro madri dicevano:
«Dove sono il grano e il vino?».
Intanto venivano meno come feriti
nelle piazze della città;
esalavano il loro respiro
in grembo alle loro madri.
A che cosa ti assimilerò?
A che cosa ti paragonerò, figlia di Gerusalemme?
A che cosa ti eguaglierò per consolarti,
vergine figlia di Sion?
Poiché è grande come il mare la tua rovina:
chi potrà guarirti?
I tuoi profeti hanno avuto per te visioni
di cose vane e insulse,
non hanno svelato la tua colpa
per cambiare la tua sorte;
ma ti hanno vaticinato lusinghe,
vanità e illusioni.
Grida dal tuo cuore al Signore,
gemi, figlia di Sion;
fa’ scorrere come torrente le tue lacrime,
giorno e notte!
Non darti pace,
non abbia tregua la pupilla del tuo occhio!
Àlzati, grida nella notte,
quando cominciano i turni di sentinella,
effondi come acqua il tuo cuore,
davanti al volto del Signore;
alza verso di lui le mani
per la vita dei tuoi bambini,
che muoiono di fame 
all’angolo di ogni strada.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 73)
Rit: Non dimenticare, Signore, la vita dei tuoi poveri.
oppure:
Rit. Ascolta, Signore, il grido dei tuoi poveri.

O Dio, perché ci respingi per sempre,
fumante di collera contro il gregge del tuo pascolo?
Ricòrdati della comunità
che ti sei acquistata nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tua proprietà,
il monte Sion, dove hai preso dimora. 

Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel santuario.
Ruggirono i tuoi avversari nella tua assemblea,
issarono le loro bandiere come insegna. 

Come gente che s’apre un varco verso l’alto
con la scure nel folto della selva,
con l’ascia e con le mazze frantumavano le sue porte.
Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome. 

Volgi lo sguardo alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
L’oppresso non ritorni confuso,
il povero e il misero lodino il tuo nome.

VANGELO (Mt 8,5-17) 
Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.

Commento
Matteo raccontando gli episodi di guarigione ripresi dall'evangelista Marco, aggiunge un dettaglio, cita il profeta Isaia per sottolineare l'atteggiamento di Gesù che, come Messia, si fa carico della sofferenza del mondo. È una riflessione opportuna che ci aiuta a capire il senso delle guarigioni operate da Gesù: il Signore non è un santone che cerca notorietà ma, attraverso la guarigione, manifesta il vero volto di un Dio che compatisce la sofferenza degli uomini. Perché, allora, non evita la sofferenza agli innocenti? La Bibbia non offre risposte a questa domanda, ma indica l'atteggiamento di Gesù, figlio di Dio, che accoglie le persone ammalate, offre loro un orizzonte di speranza, a volte le guarisce nel corpo, sempre le guarisce nell'anima. Nella doppia guarigione del vangelo di oggi Matteo sottolinea anzitutto la fede del pagano: sono il suo desiderio e la sua bontà d'animo, non chiede la guarigione per sé ma per un suo servo, che attuano la guarigione. È vero: la bontà degli altri e la loro attenzione gratuita sono un sollievo da qualunque sofferenza. La suocera di Pietro è guarita per servire Gesù e i suoi discepoli. Siamo guariti per metterci a servizio del Regno.

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a sera
MESSA PREFESTIVA della

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO B - RITO ROMANO
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La Liturgia di Venerdi 29 Giugno 2018

28/6/2018

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SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI - Messa del Giorno
Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Rosso
COMMENTO AL VANGELO
COLONNE

​Non siamo soli, nel cammino del discepolato, nella ricerca del Dio di Gesù.
Altri fratelli e sorelle, prima di noi, hanno scoperto il volto straordinario del Dio comunione raccontato da Gesù. Nutriti del pane del cammino, possiamo vivere la nostra vita orientandola all'ascolto della parola, costruendo relazioni nuove all'interno della comunità cristiana, colmi di Spirito Santo e luce.
Oggi la liturgia e il calendario ci propongono un simpatico incrocio, ricordando in contemporanea due grandi amici di Dio, due fra i primi testimoni del Signore, due colonne che hanno condiviso avventure e passione per il vangelo, che hanno reso visibile la santità di Dio.
Due uomini che hanno passato la vita a confrontarsi, anche aspramente, ma sempre nel rispetto del comune Vangelo.
Dobbiamo, per riscoprirli, toglierli dalle nicchie in cui li abbiamo messi, avere il coraggio di pensare a loro come a delle persone qualunque che hanno avuto Dio in sorte.
Perciò ci sono simili.
Perciò ci sono necessari.

Pietro, il pescatore di Cafarnao, uomo semplice e rozzo, entusiasta e irruente, generoso e fragile.
Paolo, l'intellettuale raffinato, lo zelante persecutore, il convertito divorato dalla passione.
Nulla avrebbe potuto mettere insieme due persone così diverse.
Nulla.
Solo Cristo.

Pietro
Pietro il pescatore di Cafarnao, uomo rude e semplice, di grande passione e istinto, Pietro che segue il Maestro con irruenza, poco abituato alle sottili disquisizioni teologiche, Pietro che ama profondamente Gesù, che ne scruta i passi, Pietro il generoso e che sa poco di diplomazia e il più delle volte nel Vangelo interviene grossolanamente e a sproposito. Pietro abituato alla fatica, con il volto segnato da profonde rughe, con le mani ingrossate e screpolate dalla canapa e dall'acqua.
Che ne sapeva, lui, delle profezie e delle diatribe tra rabbini? Uomo della concretezza, di lago e di pesci, Gesù lo ha scelto per la sua cocciutaggine, per la sua tempra.
Pietro che viene scelto, proprio lui, non Giovanni il mistico, per essere il capo del gruppo, per garantire nella fede i fratelli. Pietro stranito e confuso da questo nuovo ruolo, decisamente fuori dalle sue corde.
La storia di Pietro ha così un'impennata inattesa, brutale; Pietro dovrà essere masticato dalla croce, sbattere pesantemente il naso contro il proprio limite, piangere amaramente la propria fragilità per diventare il punto di riferimento dei cristiani.
Nessuno di noi conosce la propria fede fino a quando questa non è messa alla prova: così Pietro che si sentiva adulto nella fede, fondato nelle sue convinzioni, deve fare i conti con la sua paura e rinnega il Maestro e piange.
Pietro che troviamo, dopo il suo fallimento, presso il lago di Tiberiade, dove lo aspetta il risorto che gli chiede, ora, di amarlo. E Pietro abbassa lo sguardo, sente tagliente bruciare la ferita dentro di sé.
Eppure crede, eppure ama: ora sì, è davvero capace di confermare i fratelli, ora sì, sul serio, può accompagnare il cammino dei fratelli
Grande Pietro, noi ti amiamo.
Non sei stato il migliore ma il più vero, il più autentico, capace di piangere i tuoi sbagli.
Per questo pianto noi ti amiamo, Pietro, per questo silente singhiozzare di cane fedele, perché la tua fragilità e la tua paura sono le nostre.
A Pietro il Signore chiede di conservare la fede, di tenerla intatta, di lasciarla crescere dentro di sé e confermare i fratelli. Perché mai Pietro è stato scelto come garante della nostra fede? Perché crede.
È l'unico che si è buttato nel lago andando incontro a Gesù che cammina sulle acque, impulsivo come sempre.

Paolo
Paolo, così diverso da Pietro, Paolo lo studioso, l'intellettuale, il polemico, il credente intransigente e fanatico che si trova per terra davanti alla luce del Nazareno, ci ricorda l'ardore della fede, l'ansia dell'annuncio, il dono del carisma, il fuoco dello Spirito.
Paolo è osteggiato prima dai suoi ex compagni, i farisei, e poi dai suoi nuovi fratelli, i cristiani.
Alcuni di quelli di Gerusalemme vedono nella sua apertura al paganesimo un tradimento del Vangelo e lo ostacolano in tutti i modi. Quanta pazienza e rabbia Paolo dovrà esercitare per portare avanti la sua idea di Regno! Grazie a lui noi pagani siamo figli di Dio, grazie alla sua costanza e alle prove che ha dovuto superare.
Senza di lui il cristianesimo sarebbe rimasto chiuso nell'angusto spazio dell'esperienza di Israele, grazie a Paolo le mura sono state abbattute, grazie a lui e alla sua forza il Vangelo ha travalicato la storia.
Paolo il passionale, il focoso, che ama e dona la sua vita alle sue comunità.
Paolo che, da solo, evangelizza l'intero bacino del Mediterraneo, che inventa un linguaggio per dire il Vangelo di Dio, che affronta, trovando soluzioni innovative e creative, le difficoltà che incontrano le comunità. Paolo che media, che non transige, che si appassiona, che litiga, che difende i suoi.
Paolo che delega, che accetta le tante diversità presenti nelle sue comunità.
Paolo il grande evangelizzatore.

Le colonne
Nella loro vita poche volte i due si incontrarono, a volte litigarono, si confrontarono, si richiamarono alla fedeltà. Eppure il loro comune Signore li adoperò per farli diventare le due colonne principali cui poggia l'edificio della Chiesa.
Pietro e la conservazione della fede. Paolo e l'ardore dell'annuncio, l'anarchia dello Spirito.
Difficilmente si sarebbe riusciti a mettere insieme due figure più diverse, eppure la Chiesa è così, fatta di gioiosa diversità, di dilagante ricchezza. Ed è bello e consolante, oggi, celebrare insieme due che mai, nella vita, avrebbero voluto essere ricordati insieme...
Così è la Chiesa, che oggi gioisce per questi innamorati di Dio, lieta di poter proporre ad ogni uomo lo stesso percorso di scoperta del volto del Signore Gesù.
Pietro il pescatore, Paolo l'intellettuale, le due colonne su cui poggia la nostra fede, Pietro e Paolo, le colonne della fede, ci insegnino a vivere nella tenerezza dell'appartenere alla Chiesa.
Loro, oggi ci ricordano la fantasia di Dio, lo splendore della Chiesa.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che allieti i tuoi figli 
con la solennità dei santi Pietro e Paolo,  
fa’ che la tua Chiesa segua sempre  
l’insegnamento degli apostoli  
dai quali ha ricevuto il primo annunzio della fede.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 12,1-11)
Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode.

Dagli Atti degli Apostoli

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. 
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. 
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. 
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA (2Tm 4,6-8.17-18) 
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia. 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. 
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. 
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Parola di Dio

VANGELO (Mt 16,13-19) 
Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore
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La Liturgia di Giovedi 28 Giugno 2018

27/6/2018

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28.6.2018 - Sant'Ireneo
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso

Colletta

O Dio, che al vescovo sant’Ireneo  
hai dato la grazia di confermare la tua Chiesa  
nella verità e nella pace,  
fa’ che per sua intercessione  
ci rinnoviamo nella fede e nell’amore,  
e cerchiamo sempre  
ciò che promuove l’unità e la concordia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Re 24,8-17)
Il re di Babilonia deportò Ioiachìn e tutti gli uomini di valore a Babilonia.

Dal secondo libro dei Re

Quando divenne re, Ioiachìn aveva diciotto anni; regnò tre mesi a Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Necustà, figlia di Elnatàn. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre.
In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor, re di Babilonia, salirono a Gerusalemme e la città fu assediata. Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse presso la città mentre i suoi ufficiali l’assediavano. Ioiachìn, re di Giuda, uscì incontro al re di Babilonia, con sua madre, i suoi ministri, i suoi comandanti e i suoi cortigiani; il re di Babilonia lo fece prigioniero nell’anno ottavo del suo regno. 
Asportò di là tutti i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d’oro che Salomone, re d’Israele, aveva fatto nel tempio del Signore, come aveva detto il Signore. Deportò tutta Gerusalemme, cioè tutti i comandanti, tutti i combattenti, in numero di diecimila esuli, tutti i falegnami e i fabbri; non rimase che la gente povera della terra. 
Deportò a Babilonia Ioiachìn; inoltre portò in esilio da Gerusalemme a Babilonia la madre del re, le mogli del re, i suoi cortigiani e i nobili del paese. Inoltre tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, e tutti gli uomini validi alla guerra, il re di Babilonia li condusse in esilio a Babilonia. 
Il re di Babilonia nominò re, al posto di Ioiachìn, Mattanìa suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 78)
Rit: Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.
Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. 

Hanno versato il loro sangue come acqua 
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.
Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.
Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia? 

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!
Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

VANGELO (Mt 7,21-29) 
La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Parola del Signore
 
Commento
No, non ci bastano le parole. Abbiamo bisogno di parole credibili, pronunciate da persone che vivono ciò che dicono. La folla è ammirata da Gesù perché, diversamente dagli uomini religiosi del suo tempo, fa ciò che dice. Perciò la sua parola è autorevole, ascoltata e accolta. Così per noi: non basta professarsi cristiani per esserlo davvero, non basta dirsi credenti per vivere da discepoli. Anche le nostre parole, anche le mie, possono diventare sterili e teoriche manifestazioni di cultura teologica. La Parola che Dio pronuncia diventa il fondamento di ogni nostra scelta, di ogni nostra decisione. Poiché abbiamo scoperto che la volontà di Dio è tutto ciò che ci può costruire perché ci conduce all'essenziale di noi stessi, su tale volontà, espressa anzitutto attraverso la Scrittura, fondiamo la casa della nostra vita. Allora né tempeste, né affanni, né preoccupazioni, e nemmeno il nostro peccato possono far crollare ciò che è costruito a partire dalla Parola di Dio. Interroghiamoci, oggi, su quanto il Vangelo che meditiamo quotidianamente abbia scavato in noi stessi, colmando i nostri abissi di solitudine e aprendoci alla speranza.
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a sera
Messa della Vigilia dei    
SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI
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Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Rosso
PIETRO, scelto da Cristo a fondamento dell’edificio ecclesiale, clavigero del Regno dei cieli (Mt 16, 13-19), pastore del gregge santo (Gv 21, 15-17), confermatore dei fratelli (Lc 22, 32), è nella sua persona e nei suoi successori il segno visibile dell’unità e della comunione nella fede e nella carità.
PAOLO, cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso sulla via di Damasco (At 9, 1-16), strumento eletto per portare il suo nome davanti ai popoli (At 9,15), è il più grande missionario di tutti i tempi, l’avvocato dei pagani, l’apostolo delle genti, colui che insieme a Pietro fa risuonare il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo. Entrambi gli apostoli «sigillarono con il martirio a Roma, verso l’anno 67, la loro testimonianza al Maestro. La «Depositio martyrum» (354) ne riferisce la solennità il 29 giugno.
COMMENTO AL VANGELO
Oggi la Chiesa celebra in un'unica festa Pietro e Paolo, le colonne che diedero la loro vita nell'annuncio del vangelo e che insieme morirono a Roma. Viviamo in profonda comunione e senso di gratitudine con chi ci diede il Cristo.

Pietro e Paolo, così unici, così diversi, così simili. Unici perché hanno sperimentato la vicinanza di Cristo, la sua compassione, la sua misericordia. Unici perché, consumati dall'amore, hanno vissuto la loro vita mettendo il loro carattere, le loro convinzioni, il loro limite a servizio del Regno. Affascinati e travolti da Cristo, ci hanno consegnato il suo vangelo e ci hanno indicato la via della salvezza. Così diversi fra loro, a tratti anche contrapposti. Pietro, discepolo della prima ora, irruento e generoso, ha saputo superare il suo fallimento mettendo da parte il proprio orgoglio ferito e lasciandosi plasmare. Paolo, dotto e zelante, ha saputo cambiare radicalmente le sue convinzioni mettendo tutti i suoi carismi a servizio del Regno. Nelle scelte pratiche hanno litigato con vigore, ricordandoci che la Chiesa è anche luogo di confronto, che ci si intende sull'essenziale ma si può dibattere su come viverlo all'interno delle comunità. Così simili fra loro perché scelti da Cristo. Così anche oggi, nella Chiesa, possiamo avere sensibilità diverse ma sempre l'unica esperienza interiore di Dio ci accomuna. Ricordiamocelo quando anche nella Chiesa preferiamo sottolineare le diversità!
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LITURGIA  DELLA PAROLA
Colletta
Signore Dio nostro,  
che nella predicazione dei santi apostoli Pietro e Paolo  
hai dato alla Chiesa le primizie della fede cristiana,  
per loro intercessione vieni in nostro aiuto  
e guidaci nel cammino della salvezza eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 3,1-10)
Quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. 
Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina. Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. 
Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò. 
Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. 
Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

SECONDA LETTURA (Gal 1,11-20) 
Dio mi scelse fin dal seno di mia madre.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, vi dichiaro che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. 
Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo – lo dico davanti a Dio – non mentisco.

Parola di Dio

VANGELO (Gv 21,15-19) 
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. 
E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore
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La Liturgia di Mercoledi 27 Giugno 2018

26/6/2018

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27.6.2018 - Mercoledì della XII settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dona al tuo popolo, o Padre,  
di vivere sempre nella venerazione e nell’amore  
per il tuo santo nome,  
poiché tu non privi mai della tua guida  
coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Re 22,8-13;23,1-3)
Il re lesse alla presenza del popolo tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore e concluse l’alleanza davanti al Signore.

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re.
Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti. Il re comandò al sacerdote Chelkìa, ad Achikàm figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Michèa, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: «Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro, mettendo in pratica quanto è stato scritto per noi». Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine. 
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. 

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità. 
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno.

Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via. 
Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia.

VANGELO (Mt 7,15-20) 
Dai loro frutti li riconoscerete. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. 
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Parola del Signore

Commento
Lo sappiamo bene: siamo stufi marci di imbonitori da fiera, di guru e di tuttologi, di opinionisti che riflettono al posto nostro! Anche nella fede emergono, periodicamente, delle figure carismatiche, sia nella Chiesa universale che nelle piccole situazioni. Uomini e donne particolarmente significativi che ci rapiscono con la loro spiritualità. È bene che sia così, da sempre il vangelo si trasmette da bocca a orecchio attraverso la testimonianza di persone credibili... Ma seguiamo il consiglio del Signore Gesù: non dall'entusiasmo, né dalla forza della predicazione, non dalla capacità organizzativa valutiamo un'intuizione, ma dai frutti che produce. Non dai risultati, per non cadere nella logica dell'efficientismo, ma dai frutti evangelici: pace interiore, gioia, conpassione, perdono... Siamo chiamati a valutare le nostre azioni pastorali, le nostre parrocchie, le nostre attività partendo dalla stessa logica: guardando ai frutti che questi producono. E con lo stesso criterio possiamo valutare noi stessi: la nostra vita sta portando dei frutti? O viviamo solo in mezzo ai rovi? Prima di incolparci di ogni insuccesso, proviamo a guardare se abbiamo investito il nostro tempo e le nostre energie nell'unico che ci fa portare frutto, se siamo innestati a lui come il tralcio alla vite...
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La Liturgia di Martedi 26 Giugno 2018

25/6/2018

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26.6.2018 - Martedì della XII settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dona al tuo popolo, o Padre, 
di vivere sempre nella venerazione e nell’amore 
per il tuo santo nome, 
poiché tu non privi mai della tua guida 
coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Re 19,9-11.14-21.31-35.36)
Proteggerò questa città per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo.

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, Sennàcherib, re d’Assiria, inviò di nuovo messaggeri a Ezechìa dicendo: «Così direte a Ezechìa, re di Giuda: “Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d’Assiria. Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re d’Assiria a tutti i territori, votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?”».
Ezechìa prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l’aprì davanti al Signore e pregò davanti al Signore: «Signore, Dio d’Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. È vero, Signore, i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d’uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo, o Signore, sei Dio».
Allora Isaìa, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechìa: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib, re d’Assiria. Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme”.
Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dal monte Sion un residuo.
Lo zelo del Signore farà questo.
Perciò così dice il Signore riguardo al re d’Assiria:
“Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l’affronterà con scudi
e contro essa non costruirà terrapieno.
Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore.
Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo”».
Ora in quella notte l’angelo del Signore uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini. Sennàcherib, re d’Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Nìnive, dove rimase.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 47)
Rit: Dio ha fondato la sua città per sempre.
oppure:
Rit: Forte, Signore, è il tuo amore per noi.

Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra. 

Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.
Dio nei suoi palazzi
un baluardo si è dimostrato. 

O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra.

VANGELO (Mt 7,6.12-14) 
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Parola del Signore

Commento
Confucio ha detto: “Non fate agli altri ciò che non volete che gli altri facciano a voi”. 
Cristo ha detto: “Fate agli altri ciò che vorreste che gli altri facessero a voi”. 
La nostra fede non deve essere sulle difensive. Noi abbiamo troppa tendenza a focalizzare i nostri esami di coscienza sui divieti. Non ho fatto né questo né quello, dunque non ho nulla da rimproverarmi. Quando mi capita di rimproverare amichevolmente a uno dei miei parrocchiani le sue rare apparizioni in chiesa, egli mi risponde, convintissimo: “Forse non vengo in chiesa, ma ciò non mi impedisce di essere un credente migliore di molti altri. Non uccido, non rubo, non tradisco nessuno, non faccio del male a nessuno...”. 
Molto edificante, non è vero? Mi resta tuttavia il compito di portarlo a capire che la fede in Gesù Cristo non consiste unicamente nell’evitare il male, ma nel fare il bene. 
Che ciò gli stia bene o meno, un cristiano sarà giudicato in base all’amore, cioè la messa in atto della sua fede. 
I comandamenti di Dio dovrebbero servire come carta di tutte le religioni, di tutte le ideologie, di tutte le politiche, poiché rispondono a ciò che ognuno desidera nel più profondo di se stesso: vita, amore, rispetto, libertà, felicità... 
Non dovremmo prendere che una sola risoluzione nella nostra vita e applicarci a viverla nei confronti di tutto e contro tutto: “Metterci al posto di ciascuno dei nostri fratelli e agire come ameremmo che essi agissero nei nostri confronti”. 
Il mondo andrebbe a meraviglia.
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La Liturgia di Lunedi 25 Giugno 2018

24/6/2018

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25.6.2018 - Lunedì della XII settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

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Dona al tuo popolo, o Padre,  
di vivere sempre nella venerazione e nell’amore  
per il tuo santo nome,  
poiché tu non privi mai della tua guida  
coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Re 17,5-8.13-15.18)
Il Signore allontanò Israele dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, Salmanàssar, re d’Assiria, invase tutta la terra, salì a Samarìa e l’assediò per tre anni. Nell’anno nono di Osèa il re d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria, e li stabilì a Calach e presso il Cabor, fiume di Gozan, e nelle città della Media.
Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, dalle mani del faraone, re d’Egitto. Essi venerarono altri dèi, seguirono le leggi delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti, e quelle introdotte dai re d’Israele.
Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle vostre vie malvagie e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo tutta la legge che io ho prescritto ai vostri padri e che ho trasmesso a voi per mezzo dei miei servi, i profeti». 
Ma essi non ascoltarono, anzi resero dura la loro cervìce, come quella dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore, loro Dio. Rigettarono le sue leggi e la sua alleanza, che aveva concluso con i loro padri, e le istruzioni che aveva dato loro.
Il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 59)
Rit: Salvaci con la tua destra e rispondici, Signore!
oppure:
Rit: Salvaci, Signore, per amore del tuo popolo.

Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta,
ti sei sdegnato: ritorna a noi. 

Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata:
risana le sue crepe, perché essa vacilla.
Hai messo a dura prova il tuo popolo,
ci hai fatto bere vino che stordisce. 

Nell’oppressione vieni in nostro aiuto,
perché vana è la salvezza dell’uomo.
Con Dio noi faremo prodezze,
egli calpesterà i nostri nemici.

VANGELO (Mt 7,1-5) 
Togli prima la trave dal tuo occhio. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Parola del Signore

Commento
Siamo chiamati a giudicare noi stessi e gli altri come Dio fa: con amorevolezza e autenticità. Il discepolo, prima di giudicare gli altri, guarda ai propri limiti, riconosce la trave che gli impedisce di vedere bene... Ma, nel contempo, sa distinguere bene chi gli sta intorno. Siamo chiamati ad essere un libro aperto, autentici e schietti, accoglienti e disponibili, certo, ma anche a riconoscere chi, travestendosi da pecora, è invece un lupo rapace. Anche nelle nostre comunità ci sono persone poco centrate che abusano della nostra disponibilità e pretendono un'amicizia e un'intimità di relazione poco trasparente. Penso che Gesù intenda proprio questo quando chiede ai suoi di non dare le perle ai porci. Ci sono persone con cui è impossibile parlare efficacemente di Dio. Altre che lo fanno solo in spirito polemico e provocatorio. Altre che si nascondono dietro alla fede per non vedere i propri limiti e il percorso di crescita che dovrebbero affrontare. Non è certo facile destreggiarsi fra prudenza e disponibilità, ma è possibile e necessario. Una porta stretta che ci fa crescere nello spirito evangelico, senza diventare insignificanti o inutilmente ingenui.
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La Liturgia di Domenica 24 Giugno 2018

23/6/2018

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NATIVITA' DI SAN GIOVANNI IL BATTISTA - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Bianco
COMMENTO AL VANGELO
TESTIMONE

Oggi la Chiesa celebra la nascita di Giovanni il battezzatore, l'unico santo, insieme a Maria, di cui si celebra il compleanno. La sua figura è stata talmente importante da meritare questo onore riservato a pochissimi!

Ci sono persone che rendono onore alla razza umana, uomini e donne che nelle loro scelte e nel loro operato ci fanno sentire orgogliosi di appartenervi. Giovanni è sicuramente fra questi: chiamato fin da bambino ad assumere un ruolo scomodo, quello del profeta, ha vissuto questo compito con grande serietà, diventando il punto di riferimento per un intero popolo alla ricerca di Dio. Ricerca che la rinata classe sacerdotale, sorta intorno al tempio in costruzione, evidentemente non riusciva a soddisfare. Quanta credibilità deve dimostrare un profeta per convincere migliaia di persone a scendere nel deserto per ascoltare una sua parola? Eppure anche per noi oggi è così: la fame e la sete di infinito che portiamo nel cuore ci spingono alla ricerca di parole che possono orientare le nostre scelte. Sempre più spesso, purtroppo, la nostra ricerca si indirizza verso parole poco credibili, bizzarre, stregonesche. Sul bisogno di felicità che portiamo nel cuore la società contemporanea ha costruito un intero sistema finanziario. Ciò che ci è necessario è, invece, una parola che ci conduca a Dio, che vada dritto all'essenziale. Una Parola di cui Giovanni è diventato voce. 
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Padre, che hai mandato san Giovanni Battista  
a preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto,  
allieta la tua Chiesa  
con l’abbondanza dei doni dello Spirito,  
e guidala sulla via della salvezza e della pace.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 49,1-6)
Ti renderò luce delle nazioni.

Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 138)
Rit: Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.    

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.

SECONDA LETTURA (At 13,22-26) 
Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo. 

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, [nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia,] Paolo diceva: 
«Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».

Parola di Dio

VANGELO (Lc 1,57-66.80) 
Giovanni è il suo nome. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. 
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, oggi festeggiamo la nascita di Giovanni Battista. E un giorno di gioia, nel quale ci è annunciato il Messia. Infatti a suo tempo Giovanni lo indicherà ai suoi discepoli: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo". Il Signore conceda anche noi di metterci con tutte le nostre energie al servizio di Cristo e di preparare la sua venuta nel mondo.  

Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.  

1. Per la Chiesa, affinché annunci senza paura il messaggio del Vangelo, e riveli la presenza di Cristo, sempre vivo e presente in lei: preghiamo.  
2. Per i pastori della Chiesa. Perché predichino coraggiosamente la verità, ma lo facciano con umiltà, pazienza e carità, affinché essa sia da tutti accettata: preghiamo.  
3. Per i cristiani. Perché si sforzino di mettere in pratica per primi gli insegnamenti di Cristo, per insegnarli con maggior efficacia nel loro ambiente di vita: preghiamo.  
4. "Che sarà mai questo bambino"? - si domandava la gente, parlando di Giovanni Battista. Perché i genitori si preoccupino di preparare l'avvenire dei loro figli, rivelando loro un Cristo vivo, dinamico e pieno di amore: preghiamo.  
5. Per la nostra comunità. Perché ognuno si impegni a vivere nello spirito di Giovanni Battista, osservando per primo gli insegnamenti di Cristo per poterli insegnare agli altri: preghiamo.  

Signore, tu sei sempre "colui che viene". Fa' che anche noi, sull'esempio del Battista, prepariamo la tua venuta in mezzo ai fratelli. Fa' che sappiamo aprire il loro cuore e la loro anima, senza mai cedere allo scoraggiamento, ma contenti di spendere tutte le nostre forze al tuo servizio. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
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La Liturgia di Sabato 23 Giugno 2018

22/6/2018

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23.6.2018 - Sabato della XI settimana del Tempo Ordinario
============================================

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, fortezza di chi spera in te,  
ascolta benigno le nostre invocazioni,  
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo  
senza il tuo aiuto,  
soccorrici con la tua grazia,  
perché fedeli ai tuoi comandamenti  
possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Cr 24,17-25)
Avete ucciso Zaccarìa tra il santuario e l’altare. 

Dal secondo libro delle Cronache

Dopo la morte di Ioiadà, i comandanti di Giuda andarono a prostrarsi davanti al re, che allora diede loro ascolto. Costoro trascurarono il tempio del Signore, Dio dei loro padri, per venerare i pali sacri e gli idoli. Per questa loro colpa l’ira di Dio fu su Giuda e su Gerusalemme. Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui. Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati. 
Allora lo spirito di Dio investì Zaccarìa, figlio del sacerdote Ioiadà, che si alzò in mezzo al popolo e disse: «Dice Dio: “Perché trasgredite i comandi del Signore? Per questo non avete successo; poiché avete abbandonato il Signore, anch’egli vi abbandona”». Ma congiurarono contro di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile del tempio del Signore. Il re Ioas non si ricordò del favore fattogli da Ioiadà, padre di Zaccarìa, ma ne uccise il figlio, che morendo disse: «Il Signore veda e ne chieda conto!».
All’inizio dell’anno successivo salì contro Ioas l’esercito degli Aramei. Essi vennero in Giuda e a Gerusalemme, sterminarono fra il popolo tutti i comandanti e inviarono l’intero bottino al re di Damasco. L’esercito degli Aramei era venuto con pochi uomini, ma il Signore mise nelle loro mani un grande esercito, perché essi avevano abbandonato il Signore, Dio dei loro padri. Essi fecero giustizia di Ioas. Quando furono partiti, lasciandolo gravemente malato, i suoi ministri ordirono una congiura contro di lui, perché aveva versato il sangue del figlio del sacerdote Ioiadà, e lo uccisero nel suo letto. Così egli morì e lo seppellirono nella Città di Davide, ma non nei sepolcri dei re.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 88)
Rit: La bontà del Signore dura in eterno.

Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono. 

Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo. 

Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi. 

Punirò con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa.
Ma non annullerò il mio amore
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.

VANGELO (Mt 6,24-34) 
Non preoccupatevi del domani.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore
 
Commento
Che Cristo non abbia esitato a porre (anche se solo verbalmente) Dio e il denaro uno di fianco all’altro, questo ci sbalordisce.  
Eppure il Denaro (con la D maiuscola) è troppo spesso venerato come un Dio. Lo si cerca, se ne è sedotti, stregati, lo si adula, lo si adora, per esso si uccide, si fa la guerra e non ci si ferma se non ci conviene, ci si vende per esso. E Cristo ci chiede di scegliere tra lui e il denaro. Alcuni seguono Cristo, altri il denaro, ed altri immaginano che, per non perdere nulla, potranno servire tutti e due nello stesso tempo.  
Ma Cristo è categorico: “Non potete servire Dio e il denaro”.  
Ciò mi ricorda un gruppo di universitari libanesi in visita ad un vecchio saggio sulla montagna, pacifico e felice nella sua evidente povertà.  
“Parlaci del denaro”, chiedono i giovani.  
Il saggio sorride e dice: “Guardate attraverso il vetro della mia finestra. Che cosa vedete?”.  
“Il cielo, il sole, la montagna, gli alberi, la gente che passa...”.  
Il saggio, allora, tende loro, un piccolo specchio e dice: “Guardate in questo specchio. Che cosa vedete?”.  
“I nostri volti, evidentemente”, rispondono i giovani, meravigliati.  
Il saggio riprende lo specchio, vi toglie la lamina d’argento e lo porge di nuovo ai suoi visitatori.  
“Ed ora, che cosa vedete?”.  
“Questo specchio non è che un vetro, dicono, non ci si vede più, ma si vedono gli altri”.  
Credo che abbiate capito come loro hanno capito.

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a sera
MESSA DELLA VIGILIA della

NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Bianco
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente, concedi alla tua famiglia  
di camminare sulla via della salvezza  
sotto la guida di san Giovanni il precursore,  
per andare con serena fiducia  
incontro al Messia da lui predetto,  
Gesù Cristo nostro Signore,  
Egli è Dio, vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Ger 1,4-10)
Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto.

Dal libro del profeta Geremìa

Nei giorni del re Giosìa mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”.
Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò.
Non aver paura di fronte a loro,
perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano 
e mi toccò la bocca,
e il Signore mi disse:
«Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.
Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 70)
Rit: Dal grembo di mia madre sei tu il mio sostegno.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

SECONDA LETTURA (1Pt 1,8-12) 
Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, voi amate Gesù Cristo, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.

Parola di Dio

VANGELO (Lc 1,5-17) 
Ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, oggi festeggiamo la nascita di Giovanni Battista. E un giorno di gioia, nel quale ci è annunciato il Messia. Infatti a suo tempo Giovanni lo indicherà ai suoi discepoli: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo". Il Signore conceda anche noi di metterci con tutte le nostre energie al servizio di Cristo e di preparare la sua venuta nel mondo.  
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.  

1. Per la Chiesa, affinché annunci senza paura il messaggio del Vangelo, e riveli la presenza di Cristo, sempre vivo e presente in lei: preghiamo.  
2. Per i pastori della Chiesa. Perché predichino coraggiosamente la verità, ma lo facciano con umiltà, pazienza e carità, affinché essa sia da tutti accettata: preghiamo.  
3. Per i cristiani. Perché si sforzino di mettere in pratica per primi gli insegnamenti di Cristo, per insegnarli con maggior efficacia nel loro ambiente di vita: preghiamo.  
4.  "Che sarà mai questo bambino"? - si domandava la gente, parlando di Giovanni Battista. Perché i genitori si preoccupino di preparare l'avvenire dei loro figli, rivelando loro un Cristo vivo, dinamico e pieno di amore: preghiamo.  
5. Per la nostra comunità. Perché ognuno si impegni a vivere nello spirito di Giovanni Battista, osservando per primo gli insegnamenti di Cristo per poterli insegnare agli altri: preghiamo.  

Signore, tu sei sempre "colui che viene". Fa' che anche noi, sull'esempio del Battista, prepariamo la tua venuta in mezzo ai fratelli. Fa' che sappiamo aprire il loro cuore e la loro anima, senza mai cedere allo scoraggiamento, ma contenti di spendere tutte le nostre forze al tuo servizio. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
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La Liturgia di Venerdi 22 Giugno 2018

21/6/2018

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22.6.2018 - Venerdì della XI settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, fortezza di chi spera in te,  
ascolta benigno le nostre invocazioni,  
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo  
senza il tuo aiuto,  
soccorrici con la tua grazia,  
perché fedeli ai tuoi comandamenti  
possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Re 11,1-4.9-18.20)
Unsero Ioas e acclamarono: Viva il re!.

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, Atalìa, madre di Acazìa, visto che era morto suo figlio, si accinse a sterminare tutta la discendenza regale. Ma Ioseba, figlia del re Ioram e sorella di Acazìa, prese Ioas, figlio di Acazìa, sottraendolo ai figli del re destinati alla morte, e lo portò assieme alla sua nutrice nella camera dei letti; lo nascose così ad Atalìa ed egli non fu messo a morte. Rimase nascosto presso di lei nel tempio del Signore per sei anni; intanto Atalìa regnava sul paese.
Il settimo anno Ioiadà mandò a chiamare i comandanti delle centinaia dei Carii e delle guardie e li fece venire presso di sé nel tempio del Signore. Egli concluse con loro un’alleanza, facendoli giurare nel tempio del Signore; quindi mostrò loro il figlio del re. I comandanti delle centinaia fecero quanto aveva disposto il sacerdote Ioiadà. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio il sabato e quelli che smontavano il sabato, e andarono dal sacerdote Ioiadà. Il sacerdote consegnò ai comandanti di centinaia lance e scudi, già appartenenti al re Davide, che erano nel tempio del Signore. Le guardie, ognuno con l’arma in pugno, si disposero dall’angolo destro del tempio fino all’angolo sinistro, lungo l’altare e l’edificio, in modo da circondare il re. Allora Ioiadà fece uscire il figlio del re e gli consegnò il diadema e il mandato; lo proclamarono re e lo unsero. Gli astanti batterono le mani e acclamarono: «Viva il re!».
Quando sentì il clamore delle guardie e del popolo, Atalìa si presentò al popolo nel tempio del Signore. Guardò, ed ecco che il re stava presso la colonna secondo l’usanza, i comandanti e i trombettieri erano presso il re, mentre tutto il popolo della terra era in festa e suonava le trombe. Atalìa si stracciò le vesti e gridò: «Congiura, congiura!». Il sacerdote Ioiadà ordinò ai comandanti delle centinaia, preposti all’esercito: «Conducetela fuori in mezzo alle file e chiunque la segue venga ucciso di spada». Il sacerdote infatti aveva detto: «Non sia uccisa nel tempio del Signore». Le misero addosso le mani ed essa raggiunse la reggia attraverso l’ingresso dei Cavalli e là fu uccisa.
Ioiadà concluse un’alleanza fra il Signore, il re e il popolo, affinché fosse il popolo del Signore, e così pure fra il re e il popolo. Tutto il popolo della terra entrò nel tempio di Baal e lo demolì, ne fece a pezzi completamente gli altari e le immagini e ammazzò Mattàn, sacerdote di Baal, davanti agli altari. Il sacerdote Ioiadà mise sorveglianti al tempio del Signore. 
Tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalìa era stata uccisa con la spada nella reggia.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 131)
Rit: Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.
oppure:
Rit: Il Signore è fedele al suo patto.

Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono! 

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono». 

Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto. 

Là farò germogliare una potenza per Davide,
preparerò una lampada per il mio consacrato.
Rivestirò di vergogna i suoi nemici,
mentre su di lui fiorirà la sua corona».

VANGELO (Mt 6,19-23) 
Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore

Commento
Dov'è il nostro tesoro? Qual è la cosa a cui teniamo maggiormente? Verso cosa orientiamo le nostre energie? Lì è il nostro cuore, dice Gesù. E se, malauguratamente, il nostro tesoro è un conto in banca o il profitto, se il nostro rapporto col denaro è poco equilibrato, non funzionale, allora il nostro cuore è legato al portafoglio. La ricchezza è un dono di Dio. Ma ci è data perché sia condivisa. E, soprattutto, la ricchezza inganna perché promette cose che non riesce a mantenere. Fatichiamo ad ammettere i nostri limiti, a guardare alla nostra vita con lo sguardo di Dio, a giudicare e discernere quello che facciamo alla luce della Parola. Esiste un'ombra in ciascuno di noi ma se la guardiamo con gli occhiali scuri, certamente non riusciamo a riconoscerla. Il nostro mondo ci insegna ad essere feroci nel giudicare gli altri. Ed eccessivamente indulgenti nel giudicare noi stessi. La frequentazione della Parola, una preghiera vissuta nel quotidiano, la possibilità, ove possibile, di confrontarci con qualche fratello più anziano nella vita interiore, ci aiutano ad avere la luce sufficiente per avere uno sguardo limpido e onesto su noi stessi.
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