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La Liturgia di Domenica 25 Agosto 2019

24/8/2019

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XXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
«Signore, quanti sono coloro che si salvano?» È una domanda alla quale Dio non risponde. Bisogna prendere atto che ci sono domande alle quali Dio non risponde. Anche riguardo al tempo della fine del mondo Gesù non risponde e chiude velocemente il discorso con le celebri parole: «Non sta a voi conoscere il tempo e il momento!».

Perché? Perché le domande che gratificano solo la curiosità non hanno senso nel rapporto religioso: Dio, infatti, cerca uno spazio nella vita dell'uomo e non nelle curiosità degli uomini.. Derivano alcune conseguenze: la Bibbia va letta con la volontà e l'umiltà di chi cerca una strada e una proposta da vivere, non per altri motivi.

La fede dà certezze, ma non sempre e non in tutto dà chiarezza: anzi spesso la fede è cammino nel buio.
Pertanto in nome della fede non posso pretendere di capire tutto, al punto da sostituirmi a Dio: accade il contrario: la fede mi fa capire la mia piccolezza e mi dà la gioia di essere un salvato e un salvato sempre e unicamente da Dio.

Comprendiamo allora l'atteggiamento di Gesù. Egli non solo non risponde alla domanda, ma sposta l'attenzione sul vero problema e dice: "Sforzatevi di entrare per la porta che è stretta". In altre parole Gesù sottolinea: non importa sapere quanti si salvano, quel che importa è sapere come ci si salva e, soprattutto, a me importa sapere come posso salvare me stesso. Gesù porta il discorso in questa
direzione: il suo Vangelo infatti va sempre diritto al cuore della persona e invita ciascuno a cominciare da se stesso il cambiamento del mondo. E' uscito ultimamente un libro dal tilolo: "Cambiare noi"; ci porta su questa linea.

Ecco allora la prima parte della risposta di Cristo: «È' stretta la porta».

Dio è una persona leale: non ci attira con gli specchietti né con la demagogia, che è sempre un inganno. Apertamente egli dice: «La vostra liberazione, la conquista della salvezza, il cammino della vostra felicità passa attraverso la croce, attraverso il martirio».

La fede di una persona diventa adulta solo quando la croce non scandalizza più, quando non scoraggia più, ma diventa cammino quotidiano con Cristo e accoglienza della forza di Cristo nella propria vita.

Il cardinale Stefano Wyszynski scrisse in carcere, nel settembre del 1953: «La mia vita sarebbe stata imperfetta se non avessi conosciuto la prigione».

In una visita in Albania, un uomo, che ricordava le sofferenze provare nella persecuzione e che parlava della situazione del mondo consumista nella sua fatica a credere, ha affermato: "Se non si soffre un po', non si capisce Dio".

Questa è la prima verità del Vangelo: la vita è bella non nell'egoismo, ma quando si appropria della croce e la riempie di un amore che libera e fa sprigionare tutto il bene che è dentro di noi. Aveva ragione il grande Johann von Goethe, quando disse: «Le lacrime rischiarano la vista». (da Credere).
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio,  
che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,  
concedi al tuo popolo  
di amare ciò che comandi  
e desiderare ciò che prometti,  
perché fra le vicende del mondo  
là siano fissi i nostri cuori  
dove è la vera gioia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

Oppure:  
O Padre, che chiami tutti gli uomini  
per la porta stretta della croce  
al banchetto pasquale della vita nuova,  
concedi a noi la forza del tuo Spirito,  
perché, unendoci al sacrificio del tuo Figlio,  
gustiamo il frutto della vera libertà  
e la gioia del tuo regno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 66,18-21)
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.

Così dice il Signore: 
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. 
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. 
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore. 
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 116)
Rit: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. 

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

SECONDA LETTURA (Eb 12,5-7.11-13) 
Il Signore corregge colui che egli ama. 

Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

VANGELO (Lc 13,22-30) 
Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio. 

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». 
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Preghiera dei fedeli

Gesù ci chiede di vivere la vita come un costante impegno nell’obbedienza al suo Vangelo. Questo radicalità può sorgere solo da una sincera conversione alla sua Parola. 
Preghiamo insieme e diciamo: Salvaci, Signore. 

1. Perché la Chiesa sia fedele alla missione che le hai affidato di annunciare a tutti il Vangelo della misericordia. Preghiamo.
2. Perché la grandezza del tuo amore vinca l’incapacità degli uomini di perdonarsi reciprocamente. Preghiamo. 
3. Perché nelle prove della vita non disperiamo mai della tua provvidenza. Preghiamo.
4. Perché la nostra vita non sia contraddittoria con la testimonianza del Vangelo, ma diventi continuo impegno perché tutti siano salvati nell’amore fraterno. Preghiamo.

O Padre, aiutaci ad aprire il cuore alla tua misericordia e ad avere fiducia nella tua promessa. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

ESEGESI di Padre Michelini

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Nella Diocesi di Bergamo
BEATO ALESSANDRO DORDI, SACERDOTE E MARTIRE
Memoria fac.

Don Alessandro Dordi (noto anche come padre Sandro Dordi Negroni; l’ultimo è il cognome della madre) è stato un sacerdote diocesano di Bergamo, appartenente alla Comunità Missionaria del Paradiso. Immediatamente dopo l’ordinazione sacerdotale, venne inviato nel Polesine, poi in Svizzera come cappellano degli emigranti italiani e, dal 1980, in Perù. S’impegnò a fondo nella pastorale familiare e nella promozione umana, che riteneva fosse l’antidoto ai movimenti guerriglieri che imperversavano nel Paese. Cadde vittima di un attentato da parte di alcuni militanti di Sendero Luminoso, un movimento armato maoista, il 25 agosto 1991. Aveva sessant’anni ed era sacerdote da trentasette. La sua causa di beatificazione si è svolta nella diocesi di Chimbote dal 9 agosto 1996 al 25 agosto 2002, unita a quella dei padri Francescani conventuali Michał Tomaszek e Zbigniew Strzałkowski, uccisi sedici giorni prima di lui. Il decreto che sancisce ufficialmente il loro martirio in odio alla fede cattolica è stato promulgato il 3 febbraio 2015, mentre la beatificazione si è svolta il 5 dicembre 2015 a Chimbote. I resti mortali di don Alessandro riposano nel cimitero adiacente alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente a Gromo San Marino, il suo paese d’origine.

​Colletta
O Padre, 
che ti compiaci di rivelare il tuo Figlio ai piccoli 
e mai abbandoni il tuo popolo, 
concedi a noi tuoi fedeli il coraggio apostolico 
che sostenne il beato Alessandro, sacerdote, 
nel donare la propria vita per il Vangelo 
fino alla prova suprema dell’effusione del sangue. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
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a sera
nella Diocesi di Bergamo
​Primi Vespri della Solennità di

SANT’ALESSANDRO, MARTIRE ​
​Patrono della città e Diocesi di Bergamo
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La Liturgia di Domenica 18 Agosto 2019

16/8/2019

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XX DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
L'annuncio del Vangelo è segno di contraddizione: il mondo, così amato dal Padre da dare il Figlio, vive con fastidio l'ingerenza divina e preferisce le tenebre alla luce.

Gesù lo dice parlando di sé, immaginando l'evoluzione che avrà il suo messaggio. Dopo la caduta di Gerusalemme ad opera dei romani e la rovinosa distruzione del Tempio, i seguaci del Nazareno saranno scomunicati dai rabbini e questo provocherà una frattura dolorosissima ed insanabile all'interno della neonata comunità cristiana. Cristo è fuoco, amici. Fuoco che brucia, che divampa, che illumina, che riscalda, che consuma. Cristo è fuoco e traspare dalla nostra vita. Se è dal fuoco che si misura il discepolato, i pompieri della fede possono stare tranquilli. Vi brucia dentro Cristo? Vi brucia da non poter fare a meno di pensare a lui? Vi è successo di desiderare profondamente di raccontarlo (senza fanatismi o semplificazioni) a chi vi sta accanto? Vi è successo di difenderlo in una discussione? E di essere presi in giro per le vostre convinzioni? No? Brutto segno: o vivete in un monastero o proprio non si vede che siete cristiani... Quando sant'Ignazio, fondatore dei Gesuiti, uomo di Dio, innamorato di Dio, inviò i suoi dodici compagni ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini dei mondo allora conosciuti, il giorno della loro partenza disse: "Andate, e incendiate il mondo". Incendiari sì, ma d’amore.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che hai preparato beni invisibili 
per coloro che ti amano, 
infondi in noi la dolcezza del tuo amore, 
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, 
otteniamo i beni da te promessi, 
che superano ogni desiderio. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Oppure: 
O Dio, che nella croce del tuo Figlio, 
segno di contraddizione, riveli i segreti dei cuori, 
fa’ che l’umanità non ripeta 
il tragico rifiuto della verità e della grazia, 
ma sappia discernere i segni dei tempi 
per essere salva nel tuo nome. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ger 38,4-6.8-10)
Mi hai partorito uomo di contesa per tutto il paese (Ger 15,10).

In quei giorni, i capi dissero al re: «Si metta a morte Geremìa, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male». Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi». 
Essi allora presero Geremìa e lo gettarono nella cisterna di Malchìa, un figlio del re, la quale si trovava nell’atrio della prigione. Calarono Geremìa con corde. Nella cisterna non c’era acqua ma fango, e così Geremìa affondò nel fango.
Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: «O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremìa, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città». Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’Etiope: «Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremìa dalla cisterna prima che muoia».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 39)
Rit: Signore, vieni presto in mio aiuto.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.

Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,
dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.

Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.

Ma io sono povero e bisognoso:
di me ha cura il Signore.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare.

SECONDA LETTURA (Eb 12,1-4) 
Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti. 

Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. 
Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. 
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato.

VANGELO (Lc 12,49-53) 
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Preghiera dei fedeli

Gesù ci ha avvertiti sul pericolo che corriamo di non comprenderlo, e di dividerci fra noi. Nella Preghiera dei fedeli chiediamo al Padre che ci renda capaci di accogliere con gioia il suo Figlio Gesù, e di condividere tutti insieme la sua forte amicizia.
Preghiamo insieme e diciamo: Fa' di noi, o Padre, veri discepoli del Cristo.

1. Preghiamo per la santa Chiesa di Dio, nata dal fuoco che Gesù ci ha portato nella Pentecoste. Suo compito è di annunciare il Vangelo a tutti, anche tra le incomprensioni e contraddizioni della storia. Perché animata dallo Spirito Santo, la Chiesa sappia testimoniare agli uomini l'amore indefettibile del Padre per tutte le sue creature, preghiamo.
2. Per i cristiani, chiamati a scegliere per la loro esistenza quel modello, a volte scomodo, quale appunto si presenta a noi Gesù. Perché con la fedeltà al Vangelo portino chi è accanto a loro a scoprire la fede in Cristo, e a crescere nella solidarietà e nell'amore, preghiamo.
3. Per tutte le famiglie, che nel difficile contesto sociale di oggi rischiano di vivere divise - come diceva Gesù - «tre contro due e due contro tre». Perché trovino nel nostro Salvatore non motivi di contrapposizione, ma lo stimolo a diventare più unite, nella concordia e nella pace, preghiamo.
4. Per coloro che ancora rifiutano il Signore Gesù. La presenza a volte contestata dei cristiani nel mondo, dovrebbe rivelarsi ai loro occhi come il segno dei nuovi tempi dello Spirito Santo. Perché quanti sono ancora lontani dal Signore vogliano accogliere con gioia l'invito a vivere nella fede, e a diventare suoi discepoli, preghiamo.
5. Per la nostra comunità (parrocchiale). Se vogliamo uscire dal «tirar a campare» di tutti i giorni, dobbiamo anche noi imparare a leggere i segni dei tempi. Perché - come ci chiede Gesù - diventiamo capaci di comprendere le situazioni e i problemi di chi ci vive accanto, e operiamo con efficacia evangelica in mezzo a loro, preghiamo.

O Dio nostro Padre, concedi a noi tuoi figli - che abbiamo conosciuto in Gesù il modello difficile della coerenza - la grazia della perseveranza cristiana nel compiere il bene. Per Cristo nostro Signore. Amen

ESEGESI di Padre Michelini

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Oggi a Bergamo
417’ ANNIVERSARIO della
APPARIZIONI della BEATA VERGNE ADDOLORATA
venerata nel Santuario di Borgo S. Caterina in Bergamo
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A mezzogiorno del 18 agosto 1602 una stella illuminò con tre raggi l'affresco della Madonna Addolorata dipinto nel 1597 da Gio. Giacomo Anselmi sul muro di una casa presso il ponte detto della Stongarda. Quei raggi portarono l'effige, in alcune parti assai logorata, alla bellezza originaria. Di quel prodigio e di altri avvenuti in quei giorni fu testimone una folla numerosa. L'affresco è da quattro secoli venerato nell'altare maggiore del Santuario.
L'11 luglio 1603 il vescovo di Bergamo mons. Giov. Battista Milani benediceva la prima pietra del Santuario, aperto al culto nel gennaio 1605. Nel 1606 venne scolpito il gruppo ligneo dell'Addolorata sul modello del dipinto miracoloso. Il 24 dicembre 1614 venne benedetta dal vescovo Giovanni Emo la colonna votiva sormontata dalla statua marmorea dell'Addolorata, posta all'ingresso del sagrato del santuario. E' opera di Antonio Abbati.
Nel 1615, in adempimento a un voto, gli abitanti di Pedrengo eressero l'altare della Madonna di Loreto nel transetto sinistro della Chiesa. Sulla pala di autore ignoto sono rappresentati con la Vergine Lauretana anche le sante Caterina e Maddalena e i santi Evasio e Silvestro. Il santuario si arricchì di opere d'arte dello Zucco, del Salmeggia, del Gozzi, del Fantoni, ecc.
Negli ultimi decenni del secolo XIX la costruzione venne notevolmente ampliata su progetti di don Antonio Piccinelli e di Elia Fornoni. Vi operarono gli artisti Ponziano Loverini, Giovanni Pezzotta, Giuseppe Riva, Antonio Rota, Nino Nespoli, Luigi Angelini, Attilio Nani. Il 17 agosto 1903 il beato card. Andrea ferrari incoronò solennemente l'effige.
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La Liturgia di Giovedì 15 Agosto 2019

15/8/2019

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ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA IN CIELO - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Ascoltare e mettere in pratica

27 Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».

Questo breve episodio riportato solo dall'evangelista Luca, ci aiuta a porre in giusta luce la figura di Maria. Maria ha avuto diversi "privilegi": è stata preservata dal peccato originale, è divenuta madre del Signore, però il suo vero merito è stato quello di ascoltare la parola di Dio, di renderla vita della sua vita. Maria è beata non tanto perché è stata la madre di Gesù, ma soprattutto perché ha ascoltato la parola di Dio e l'ha resa vita della sua vita. Per questo motivo nessuno si può sentire inferiore nei suoi confronti, nessuno può rinunciare all'impegno di porsi in attento ascolto della Parola e di metterla in pratica. 

Il brano si pone nel capitolo 11, lungo il viaggio che porta Gesù dalla Galilea a Gerusalemme, dove avrebbe affrontato la condanna e la morte. Dopo aver dato alcuni insegnamenti sulla preghiera (il Padre Nostro, 11,1-4; l'amico importuno 11,5-8; l'efficacia della preghiera 11,9-13) Gesù scaccia un demonio da un uomo muto, che ricomincia a parlare e dà alcuni insegnamenti sul comportamento degli spiriti immondi (11,1426). E' allora che una donna dalla folla dichiara beata sua madre.

Mentre quindi Gesù stava parlando degli spiriti impuri, una donna lo avrebbe lodato in modo indiretto, dichiarando beata colei che aveva avuto il privilegio di portarlo in grembo e di allattarlo. Questo episodio non è ricordato dagli evangelisti Marco e Matteo, che pur riportando una stessa struttura, ricordano qui l'episodio di Maria e dei parenti di Gesù che vanno a prenderlo preoccupati dal suo stile di vita, inserito da Luca più sopra (Lc 8,19-21). Luca avrebbe potuto inserire di suo pugno la lode della donna della folla per sottolineare di nuovo la beatitudine di coloro che ascoltano la parola di Dio, ma la presenza di semitismi (beato il grembo... beato il seno...) fa pensare che egli abbia avuto a sua disposizione un'altra fonte e che abbia attinto a essa.

La beatitudine con cui la donna prorompe dalla folla esalta Maria per essere stata la madre di Gesù. All'interno della comunità di Luca probabilmente Maria era considerata una persona privilegiata. Questo poteva portare al rischio di considerarla anche come una "cristiana" privilegiata. Quindi il brano cerca di correggere questa opinione.
28 Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Gesù è categorico. La beatitudine con cui Gesù risponde pone la sua interlocutrice su un altro piano. E' introdotta da menou (che traduciamo con piuttosto) che rettifica la prima affermazione.

Mettendo l'ascolto e l'osservanza della parola di Dio al di sopra della maternità di Maria, l'evangelista stabilisce la gerarchia dei valori secondo la visione della fede. Evita di assolutizzare il privilegio della maternità fisica (fatto unico, ormai precluso a chiunque altro), ricordando che la vera beatitudine è nell'ascolto (atteggiamento di Maria e che è possibile ai cristiani di tutti i tempi e di tutti i luoghi). 

Di fatto già nei primi capitoli di Luca, Maria è presentata come colei che ascolta la parola di Dio, la mette in pratica e la custodisce. Maria è il tipo del credente, la prima discepola.

Questa beatitudine dettata da Gesù è anche a favore di una valorizzazione della donna. Egli riconosce la donna come persona capace di risposta libera e personale. Gesù non riduce la dignità della donna alla sottomissione al marito e alla generazione dei figli, come invece avveniva nella cultura ebraica del suo tempo.


Preghiamo
(Colletta della messa vespertina nella vigilia della solennità dell'Assunzione di Maria Santissima)

O Dio, che volgendo lo sguardo all'umiltà della Vergine Maria l'hai innalzata alla sublime dignità di madre del tuo unico Figlio fatto uomo e oggi l'hai coronata di gloria incomparabile, fa' che, inseriti nel mistero di salvezza, anche noi possiamo per sua intercessione giungere fino a te nella gloria del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
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La Liturgia di Domenica 11 Agosto 2019

11/8/2019

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XIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Fede

State pronti, ammonisce Gesù. Pronti a viaggiare, pronti a mettere in discussione ogni risultato, ogni certezza, tanto più se derivante dalla fede e dalla religiosità. Se abbiamo capito che il nostro cuore è fatto per l'infinito e l'infinito cerchiamo, stiamo pronti a cercarlo all'infinito.

State pronti: è il salutare atteggiamento del discepolo, la consapevolezza del "già e non ancora". Già conosco Dio, eppure non lo possiedo ancora. Già ho vissuto una splendida esperienza affettiva, eppure so che nessun amore colma il mio cuore definitivamente. Già ho scoperto, alla luce del Vangelo, quanta grazia e luce interiore ricolmano il mio cuore, ancora vivo momenti di sconforto e di buio. Già ho capito chi sono, ma ancora non so chi sarò. Una tensione sana, bella, che ci conduce all'essenziale, che ci stacca dalla pesantezza della quotidianità, che ci restituisce al realismo. State pronti, ci chiede il Maestro. E noi vegliamo nella notte. Quanta fede ci chiedi, Signore! Come Israele, le cui gesta, enfatizzate e mitizzate, abbiamo letto nella prima lettura, anche noi siamo chiamati ad uscire dalla schiavitù, da ogni schiavitù, per imparare, nel deserto, a fidarci di Dio. Schiavi dell'idea che abbiamo di noi stessi, schiavi e preoccupati dell'immagine che dobbiamo restituire agli altri, schiavi dei finti bisogni che la pubblicità ci suscita, possiamo riscoprire, alla luce della parola, che o l'uomo è cercatore o non è, o l'uomo è mendicante o non è. O l'uomo è in cammino interiore o non è.
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ESEGESI di Padre Michelini
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La Liturgia di Domenica 4 Agosto 2019

3/8/2019

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XVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
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Mammona

L'atteggiamento della Bibbia, riguardo alla ricchezza, è adulto e maturo: riconosce in Dio l'origine di ogni cosa, ma lascia all'uomo la capacità di gestire il creato. Non occorre sfogliare la Scrittura per sapere cosa è bene per l'economia, è sufficiente ascoltare la nostra coscienza illuminata.


Gesù sa che dietro la domanda del rissoso fratello c'è una questione di soldi e ne approfitta per fare una riflessione sulla ricchezza. A parole, sempre, siamo tutti liberi e puri, francescani connaturali. Proviamo tutti un innato pudore nei confronti del denaro, lo consideriamo qualcosa di pericoloso, di sporco, di ambiguo. Una persona ricca è sempre guardata con sospetto e, specie nel nostro mondo cattolico, siamo sempre in imbarazzo a parlare di denaro. Gesù, paradossalmente, è molto libero a tal proposito: non dice che la ricchezza è una cosa sporca. Dice solo che è pericolosa. Guardate il pover'uomo della parabola: un gran lavoratore, non ci viene descritto come un disonesto, né come un avido, anzi, fa tenerezza la sua preoccupazione di far fruttare bene i suoi guadagni per poi poterseli godere in pace... La sua morte non è una punizione, ma un evento possibile, sempre nell'ordine delle autonomie delle cose di cui sopra. Chissà: forse troppo stress, troppo lavoro, troppe sigarette sono all'origine della sua morte improvvisa, non certo l'azione di Dio. Gesù ci ammonisce: la ricchezza promette ciò che non può mantenere, ci illude che possedere servirà a colmare il nostro cuore.

ESEGESI di Padre Michelin
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