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La Liturgia di Venerdi 01 Settembre 2017

31/8/2017

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SETTEMBRE: MESE DEDICATO AGLI ANGELI
INVOCAZIONE AGLI ANGELI CUSTODI

Assisteteci, Angeli custodi, soccorso nel bisogno, conforto nella disperazione, luce nelle tenebre, protettori nei pericoli, ispiratori di buoni pensieri, intercessori presso Dio, scudi che respingono il nemico malvagio, compagni fedeli, amici verissimi, prudenti consiglieri, specchi d’umiltà e purezza.
​
Assisteteci, Angeli delle nostre famiglie, Angeli dei nostri figli, Angelo della nostra parrocchia, Angelo della nostra città, Angelo del nostro paese, Angeli della Chiesa, Angeli dell’universo. 
Amen.

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1.9.2017 - Venerdì della XXI settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,  
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi  
e desiderare ciò che prometti,  
perché fra le vicende del mondo  
là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Ts 4,1-8)
Questa è volontà di Dio, la vostra santificazione.
Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. 
Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito. 
Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. 

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. 

Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi. 

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

VANGELO (Mt 25,1-13) 
Ecco lo sposo! Andategli incontro! 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Commento
Tornerà lo sposo. È venuto nella storia, continua a sfiorare i cuori di chi si mette alla sua ricerca e ne fa esperienza nello Spirito ma tornerà anche nella gloria per ricapitolare tutte le cose, come dice san Paolo. Tornerà e noi siamo chiamati a vegliare, a vigilare, ad aspettarlo con fiducia. Siamo sinceri: quanti, fra noi, credono ancora a questo ritorno? Quanti, davvero, aspettano il ritorno glorioso del Signore nella pienezza dei tempi? Se durante la celebrazione dell'eucarestia, dopo la consacrazione, quando la comunità proclama solennemente: nell'attesa della tua venuta, Gesù venisse veramente, come reagiremmo? Eppure l'attesa è la caratteristica principale del cercatore di Dio. Un'attesa operosa, che veglia, che agisce. Il rischio di assopirsi è sempre presente, siamo onesti. Il rischio di vivere come se Gesù non fosse e non fosse il presente, è palpabile nel nostro cristianesimo annacquato e inconcludente. Accogliamo questa parabola come un severo monito, come un invito a non desistere, come una scossa alla nostra tiepidezza. Vegliamo nella gioia aspettando il ritorno dello sposo. Verrà quando meno ce lo aspettiamo.
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La Liturgia di Giovedi 31 Agosto 2017

30/8/2017

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31.8.2017 - Giovedì della XXI settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,  
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi  
e desiderare ciò che prometti,  
perché fra le vicende del mondo  
là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Ts 3,7-13)
Il Signore vi faccia sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti.

Fratelli, in mezzo a tutte le nostre necessità e tribolazioni, ci sentiamo consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede. Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. 
Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio, noi che con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che manca alla vostra fede?
Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù guidare il nostro cammino verso di voi! 
Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Saziaci, Signore, con il tuo amore.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

VANGELO (Mt 24,42-51) 
Tenetevi pronti. 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. 
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Commento
Viene quando meno ce lo aspettiamo, il Signore. Tornerà alla fine dei tempi, alla consumazione dei tempi, lo sappiamo. Ma qui e ora continua a venire nel cuore di chi lo cerca con onestà, di chi si fida di lui, di chi spera nella sua Parola. Il Signore desidera incontrarci, desidera avere a che fare con noi, ci raggiunge attraverso la sua Parola, nel silenzio del nostro cuore, parla al nostro orecchio interiore, apre la nostra mente all'accoglienza. Ma, per accoglierlo, non bisogna scoraggiarsi. Nella vita spirituale attraversiamo dei lunghi periodi in cui non sentiamo più la sua presenza, in cui abbiamo la triste impressione di essere rimasti da soli. E il rischio è di fare come il servo malvagio della parabola che si lascia andare alla parte oscura, che non ha più freni, che getta in mare le cose belle e buone che ha imparato dal vangelo. La nostra fede è messa a dura prova quando non ci accorgiamo più della presenza del Signore, quando non ha più punti di appoggio. Ma proprio in quei momenti verifichiamo se la nostra fede è davvero salda e cosa deve essere purificato del nostro percorso. Non spaventiamoci, nella notte, ma continuiamo a vegliare nella perseveranza.
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La Liturgia di Mercoledi 30 Agosto 2017

29/8/2017

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30.8.2017 -Mercoledì della XXI settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,  
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi  
e desiderare ciò che prometti,  
perché fra le vicende del mondo  
là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Ts 2,9-13)
Lavorando notte e giorno, vi abbiamo annunciato il Vangelo.

Voi ricordate, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. 
Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 138)
Rit: Signore, tu mi scruti e mi conosci.

Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti. 

Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra. 

Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano
e la luce intorno a me sia notte»,
nemmeno le tenebre per te sono tenebre
e la notte è luminosa come il giorno.

VANGELO (Mt 23,27-32) 
Siete figli di chi uccise i profeti. 

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».

Commento
No, non siamo migliori dei nostri padri. Questa è una consapevolezza che ho maturato col passare degli anni, una verità che ora mi sembra evidente, inoppugnabile, ovvia. Quando, sull'onda dell'entusiasmo della conversione, ci avviciniamo al Signore, tutto ci sembra facile, tutto immediato, sentiamo, in tutta umiltà, di poter scavalcare i monti e superare i mari in un sol balzo. Sentiamo in noi la forza dei santi, l'ardire dei martiri e, piamente, rischiamo di giudicare tutto e tutti: i tiepidi che vengono a Messa e non "capiscono", coloro che, pur credendo, si sono allontanati dal Vangelo, gli errori evidenti della Chiesa durante le proprie vicissitudini storiche. In fondo, pensiamo, piamente, che trovandoci nelle stesse situazioni, ci saremmo comportati, in modo diverso, che ci saremmo schierati sempre dalla parte della verità e del Vangelo, specie quando i cristiani si sono lasciati offuscare la mente... E Dio sorride, scuotendo la testa. Sorride pensando all'irruenza di Pietro, sorride davanti alle boutades dei farisei che si discostano dai propri padri che non hanno riconosciuto i profeti. No, amici, oggi come allora non è facile riconoscere i profeti, né vivere con verità il cammino di fedeltà al Vangelo nella storia. Restiamo bene avvitati alla realtà, allora, non illudiamoci di essere diversi, né, tantomeno, migliori. Siamo solo fragili discepoli, amici, ed è già una cosa grandiosa essere in cammino...
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La Liturgia di Martedi 29 Agosto 2017

28/8/2017

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29.8.2017 - Martirio di San Giovanni Battista
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso

Giovanni sigilla la sua missione di precursore con il martirio. Erode Antipa, imprigionatolo nella fortezza di Macheronte ad Oriente del Mar Morto, lo fece decapitare (Mc 6,17-29). Egli è l’amico che esulta di gioia alla voce dello sposo e si eclissa di fronte al Cristo, sole di giustizia: «Ora la mia gioia è compiuta; egli deve crescere, io invece diminuire» (Gv 3,29-30). Alla sua scuola si sono formati alcuni dei primi discepoli del Signore (Gv 1,35-40). 
Ultimo profeta e primo apostolo, egli ha dato la sua vita per la sua missione, e per questo è venerato nella Chiesa come martire. 
Fin dal sec. V il 29 agosto si celebrava a Gerusalemme una memoria del Precursore del Signore. Il suo nome si trova nel Canone Romano.


Colletta
O Dio, che a Cristo tuo Figlio  
hai dato come precursore,  
nella nascita e nella morte, san Giovanni Battista,  
concedi anche a noi di impegnarci generosamente  
nella testimonianza del tuo Vangelo,  
come egli immolò la sua vita  
per la verità e la giustizia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ger 1,17-19)
Àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò.

In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Tu, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 70)
Rit: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

VANGELO (Mc 6,17-29) 
Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista. 

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. 
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Commenti
1 - È ucciso Giovanni il battezzatore. Lo sappiamo bene, conosciamo ogni dettaglio della sua incredibile morte frutto del delirio di un pavido re manipolato da un'amante vendicativa e rancorosa. Ucciso a causa della verità perché, è bene ricordarcelo, ci è insopportabile la verità e dobbiamo educarci per anni ad accoglierla e a farla crescere in noi stessi. È faticoso e doloroso convertirsi, cambiare strada, smettere i comportamenti malsani che ci portano alla morte interiore. Faticoso e doloroso: meglio uccidere il grillo parlante come fece Pinocchio. Quanti martiri ancora sono uccisi a causa della verità! Come il vescovo Romero che accusò il dittatoriale regime Salvadoregno e fu ucciso sull'altare mischiando il suo sangue all'offerta che stava innalzando al Signore. Come Pino Puglisi, da poco beato, ucciso dalla mafia nella sua Palermo per avere osato strappare i bambini dalla logica malsana dell'onore mafioso, come tanti ancora che sono perseguitati per causa del vangelo. Beati loro perché ora godono la pienezza di Dio. E per noi siano di monito, perché possiamo davvero convertirci dal nostro cristianesimo borghese da poltrona e pantofole!
2 - Il più grande uomo vissuto. Un complimento così ci fa riflettere, ovviamente. Ancora di più se a farlo è Gesù in persona. Giovanni Battista, di cui oggi celebriamo il cruento assassinio, è un modello di umanità compiuta, un gigante della coerenza, un asceta integerrimo. Di lui sappiamo poco: vive nel deserto di Giuda in attesa del Messia, accoglie i penitenti che dalla ricca Gerusalemme scendono da lui per un bagno di conversione nel Giordano. La sua è una vita dura, essenziale, improntata al servizio totale nei confronti dell'annuncio del Regno. Non ha paura di nessuno, non appartiene a nessuna scuola di pensiero, tiene testa ai dottori del tempio e ai devoti. Ha una parola sferzante per tutti, uno schiaffo morale che spinge le persone a pentirsi, a cambiare atteggiamento, a interrogarsi. Pochi sanno che, al tempo di Gesù, la fama del Battista era maggiore di quella del Nazareno e per un certo periodo i discepoli di Gesù dovettero confrontarsi con quelli di Giovanni. Anche la sua morte è vissuta all'insegna della coerenza e della testimonianza. Chiediamo a Giovanni di essere capaci di donare tutto alla causa del Regno, senza tirarci indietro davanti a nulla.
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La Liturgia di Lunedi 28 Agosto 2017

27/8/2017

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28.8.2017 - Sant'Agostino
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Decisivo nella vita di Agostino (Tagaste, attuale Song-Ahras, Algeria, 354 – Ippona, attuale Annata, 28 agosto 430), oltre l’influsso della madre, fu l’incontro con il vescovo Ambrogio dal quale ricevette il Battesimo. Dal suo curriculum di studi e di magistero nella scuola pubblica, attraverso un’appassionata ricerca della verità, passò alla totale sequela di Cristo Signore, punto di convergenza della creazione e della storia. In lui si incontrano in rara sintesi il contemplativo, il teologo, il pastore d’anime, il catechista, l’omileta, il mistagogo, il difensore della fede, il promotore di vita comune. E’ autore di una regola monastica che influenzò tutte le successive regole dell’Occidente cristiano. I suoi scritti restano un monumento di straordinaria sapienza e lo qualificano come il maggiore fra i Padri e Dottori della Chiesa latina.

Colletta
Suscita sempre nella tua Chiesa, Signore,  
lo spirito che animò il tuo vescovo Agostino,  
perché anche noi, assetati della vera sapienza,  
non ci stanchiamo di cercare te,  
fonte viva dell’eterno amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Ts 1,2-5.8-10)
Vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per attendere il suo Figlio che egli ha risuscitato.

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. 
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
La vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 149)
Rit: Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion. 

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria. 

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

VANGELO (Mt 23,13-22) 
Guai a voi, guide cieche. 

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: 
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. 
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

Commento
È duro e tagliente il Signore, quasi insostenibile. Dice il vero, ma questo "vero" è forte come l'acido, brucia le viscere, scuote nel profondo, accusa e converte. Gesù attacca duramente i professionisti del sacro. Quelli del suo tempo, certo, ma anche noi. Coloro che, presumendo di conoscere la volontà di Dio, complicano la vita di chi lo cerca con cuore semplice. E cita un esempio concreto, lampante: le sottili distinzioni teologiche che, seguendo i mille rivoli del ragionamento e delle acrobazie mentali giungevano, in nome di Dio, a commettere delle terribili ingiustizie. Come il fatto di consacrare parte del proprio patrimonio al tempio per non mantenere i propri anziani genitori. Filtrare il moscerino e ingoiare il cammello, dice Gesù in una efficace immagine. A volte anche a noi succede così: nella Chiesa ingrandiamo i problemi piccoli per farli diventare giganteschi in modo da nascondere quelli veramente importanti. Animo, fratelli, prendiamo questa pagina com'è, anche se fa male, per semplificare le nostre pastorali e tornare all'essenziale, per non commettere lo stesso errore e diventare ostacolo, invece di essere trasparenza.
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La Liturgia di Domenica 27 Agosto 2017

25/8/2017

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XXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Solennità / Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
CHI E' PER ME GESU'?

Puntuale come ogni anno, alla fine dell'estate arriva una delle pagine più provocanti del Vangelo. Gesù chiede ai suoi, e a noi, di schierarci: chi è lui per noi? Cosa rappresenta? Cosa ne abbiamo fatto del suo annuncio?

Che idea ha la gente di Gesù? Se ne parla, spesso, forse mai nessun personaggio della storia ha suscitato tante discussioni, ma il rischio è quello di restare sul piano della chiacchiera. Noi, discepoli, non restiamo nel vago, non facciamo salotto, lasciamo che la bruciante domanda del Rabbì ci perfori il cuore: chi è davvero Gesù di Nazareth per me? Un grande uomo del passato? Una distratta divinità a cui rivolgermi? Un amico da contattare quando le cose non funzionano? Pietro si schiera: Gesù è l'atteso da Israele, dalle genti, egli è il nuovo re Davide, il volto di Dio, il grande re venuto a restaurare il Regno. Domenica prossima vedremo che questa consapevolezza, in Pietro, dovrà maturare: egli s'immagina un Messia trionfante, resterà scandalizzato dall'apprendere che Gesù non vuole il successo, ma l'amore e la conversione, ed è disposto a morire per questo...Anche per noi, l'affermazione della messianicità di Cristo significa interrogarci su come Gesù intende la regalità, occorre scavare, approfondire, avere il coraggio di chiederci se a noi un Dio come quello presentato da Gesù ci sta (sul serio) bene. Domenica della scelta, questa, scelta che continuamente siamo chiamati a compiere, giorno dell'incontro con lo sguardo del Nazareno che ci chiede adesione al suo progetto, che non vuole un'appartenenza di abitudine, ma una passione almeno pari a quella che lui ha per ciascuno di noi
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,  
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi  
e desiderare ciò che prometti,  
perché fra le vicende del mondo  
là siano fissi i nostri cuori  
dove è la vera gioia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Padre, fonte di sapienza,  
che nell’umile testimonianza dell’apostolo Pietro  
hai posto il fondamento della nostra fede,  
dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito,  
perché riconoscendo in Gesù di Nazaret  
il Figlio del Dio vivente,  
diventino pietre vive  
per l’edificazione della tua Chiesa.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 22,19-23)
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide.

Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo:
«Ti toglierò la carica,
ti rovescerò dal tuo posto.
In quel giorno avverrà
che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa;
lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua cintura
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide:
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
Lo conficcherò come un piolo in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)
Rit: Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.    

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

SECONDA LETTURA (Rm 11,33-36) 
Da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. 

O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! 
Infatti, 
chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
O chi gli ha dato qualcosa per primo
tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

VANGELO (Mt 16,13-20) 
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli. 

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
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La Liturgia di Sabato 26 Agosto 2017

25/8/2017

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26.8.2017 - Sabato della XX settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che hai preparato beni invisibili  
per coloro che ti amano,  
infondi in noi la dolcezza del tuo amore,  
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,  
otteniamo i beni da te promessi,  
che superano ogni desiderio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rt 2,1-3.8-11; 4,13-17)
Il Signore non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.

Noemi aveva un parente da parte del marito, un uomo altolocato della famiglia di Elimèlec, che si chiamava Booz. Rut, la moabita, disse a Noemi: «Lasciami andare in campagna a spigolare dietro qualcuno nelle cui grazie riuscirò a entrare». Le rispose: «Va’ pure, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare nella campagna dietro ai mietitori. Per caso si trovò nella parte di campagna appartenente a Booz, che era della famiglia di Elimèlec.
Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto». 
Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi». 
Booz prese in moglie Rut. Egli si unì a lei e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio.
E le donne dicevano a Noemi: «Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli». 
Noemi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice. Le vicine gli cercavano un nome e dicevano: «È nato un figlio a Noemi!». E lo chiamarono Obed. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Benedetto l’uomo che teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

VANGELO (Mt 23,1-12) 
Dicono e non fanno. 

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. 
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Commento
Mette i brividi leggere certe pagine. Mette in crisi, e tanto, perché ci ritroviamo, perché le sentiamo rivolte a noi stessi, a noi cristiani, a noi discepoli. Anche noi, spesso, imponiamo agli altri pesi che non portiamo nemmeno con un dito. E siamo troppo attenti all'esteriorità, anche quella devota e santa. E amiamo i titoli onorifici. E cerchiamo guide e padri spirituali che a volte si sostituiscono a Dio. Esagero, lo so, ma ho paura per me, di me. Gesù, senza essere un fanatico anarchico, ci ammonisce severamente a non perdere la freschezza originaria delle relazioni, a non reiterare, anche nella comunità, le dinamiche del mondo, ad essere diversi, necessariamente. Solo in questa logica l'inevitabile organizzazione ecclesiale che la storia ci consegna, ingegnoso e amoroso tentativo di rendere capillare e costante l'annuncio di Cristo nel mondo, ha senso, altrimenti diventa, come tutto, una abitudine. Santa, cattolica, ma sempre e solo abitudine. Viviamo ciò che proponiamo agli altri, anche e soprattutto se costa fatica. Lasciamo che l'esteriorità, anche devota, sia in secondo piano e affidiamoci all'unico Maestro e guida che sa dove portarci.

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Oggi nella Diocesi di Bergamo
SANT’ALESSANDRO, MARTIRE
Patrono della città e Diocesi di Bergamo

Alessandro, secondo la tradizione vessillifero della legione tebea di stanza a Milano, subì il martirio a Bergamo durante la persecuzio­ne di Diocleziano e Massimiano. Sul luogo del suo sepolcro sorse la basilica cattedrale alessandrina. Il suo culto, anche fuori di Bergamo, è attestato con certezza dalla costruzione di una chiesa a lui dedicata a Fara Autarena (Fara d’Adda) nel 585, ad opera del re longobardo Autari. Il sangue sparso da Alessandro fu veramente, per la terra di Bergamo, “seme di cristiani”, ed a lui e alla sua gloriosa testimonian­za si riferiscono da allora i bergamaschi come a modello di coraggio e coerenza di fede.

Orazione
O Dio, nostro creatore e redentore, che nella tua ineffabi­le bontà ricompensi con abbondanza la gloriosa passione dei tuoi martiri, concedi alla tua Chiesa, che oggi si allieta per il trionfo del santo martire Alessandro, di essere liberata da ogni macchia di peccato e di ottenere quel premio che egli ha me­ritato con la suprema testimonianza della fede. Per il nostro Signore.

PRIMA LETTURA
Dal primo libro dei Maccabei (2, 49-52.57-64)
SALMO RESPONSORIALE (Sal 125)
Rit. Chi semina nel pianto, raccoglie nella gioia.
SECONDA LETTURA 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (1, 27-30)
VANGELO
Dal vangelo secondo Giovanni (15, 9-16)
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a sera
MESSA PREFESTIVA della
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO A - RITO ROMANO
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La Liturgia di Venerdi 25 Agosto 2017

24/8/2017

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25.8.2017 - Venerdì della XX settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che hai preparato beni invisibili 
per coloro che ti amano, 
infondi in noi la dolcezza del tuo amore, 
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, 
otteniamo i beni da te promessi, 
che superano ogni desiderio. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rt 1,1.3-6.14-16.22)
Venne Noemi, con Rut la moabita, e arrivò a Betlemme.

Al tempo dei giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo, [chiamato Elimèlec,] con la moglie Noemi e i suoi due figli emigrò da Betlemme di Giuda nei campi di Moab. 
Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l’altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni. Poi morirono anche Maclon e Chilion, [figli di Noemi,] e la donna rimase senza i suoi due figli e senza il marito.
Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. 
Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio». 
Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Loda il Signore, anima mia.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene. 

Egli rimane fedele per sempre, 
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. 

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. 

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

VANGELO (Mt 22,34-40) 
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso. 

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Commento
C'è una contraddizione nelle parole di Gesù che dice: il primo comandamento è ama! Come si può comandare di amare? L'amore non è esattamente il contrario della costrizione? Dell'obbligo? Non sentiamo una differenza netta e sostanziale tra la norma e la creatività derivante dall'innamoramento? Come posso "comandare" a qualcuno di amarmi? Obiezione vera, in effetti. Ma c'è un comandamento prima del primo, il comandamento "zero". È un comandamento che deriva dalla lettura approfondita dell'intera storia della salvezza. E questo comandamento dice: lasciati amare. L'esperienza di Israele, l'annuncio degli uomini significativi di questo popolo, la testimonianza appassionata e vibrante di Abramo, di Mosè, di Davide, dei Profeti, è tutta in questa verità: Dio ti ama, lasciati amare. Se scopriamo di essere amati, benvoluti, accolti da Dio per ciò che siamo, allora, e solo allora, potremo amare Dio con tutto noi stessi. Allora, e solo allora potremo amare noi stessi, accoglierci nelle parti oscure senza mascherarle o negarle, senza esserne travolti. Allora, e solo allora, potremo amare il fratello al di là della simpatia e dello slancio, amarlo poiché egli è. Quanto mi piace una religione che punta tutta la sua credibilità sull'amore! Non è proprio ciò che desideriamo? Esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, l'essere amati, il sentirci nel cuore di un progetto amorevole?

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Oggi
nella Diocesi di Bergamo
BEATO ALESSANDRO DORDI, SACERDOTE E MARTIRE
Memoria fac.
Don Alessandro Dordi (noto anche come padre Sandro Dordi Negroni; l’ultimo è il cognome della madre) è stato un sacerdote diocesano di Bergamo, appartenente alla Comunità Missionaria del Paradiso. Immediatamente dopo l’ordinazione sacerdotale, venne inviato nel Polesine, poi in Svizzera come cappellano degli emigranti italiani e, dal 1980, in Perù. S’impegnò a fondo nella pastorale familiare e nella promozione umana, che riteneva fosse l’antidoto ai movimenti guerriglieri che imperversavano nel Paese. Cadde vittima di un attentato da parte di alcuni militanti di Sendero Luminoso, un movimento armato maoista, il 25 agosto 1991. Aveva sessant’anni ed era sacerdote da trentasette. La sua causa di beatificazione si è svolta nella diocesi di Chimbote dal 9 agosto 1996 al 25 agosto 2002, unita a quella dei padri Francescani conventuali Michał Tomaszek e Zbigniew Strzałkowski, uccisi sedici giorni prima di lui. Il decreto che sancisce ufficialmente il loro martirio in odio alla fede cattolica è stato promulgato il 3 febbraio 2015, mentre la beatificazione si è svolta il 5 dicembre 2015 a Chimbote. I resti mortali di don Alessandro riposano nel cimitero adiacente alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente a Gromo San Marino, il suo paese d’origine.

​Colletta
O Padre, 
che ti compiaci di rivelare il tuo Figlio ai piccoli 
e mai abbandoni il tuo popolo, 
concedi a noi tuoi fedeli il coraggio apostolico 
che sostenne il beato Alessandro, sacerdote, 
nel donare la propria vita per il Vangelo 
fino alla prova suprema dell’effusione del sangue. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
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a sera
nella Diocesi di Bergamo
SANT’ALESSANDRO, MARTIRE
​Patrono della città e Diocesi di Bergamo

Primi Vespri
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La Liturgia di Giovedi 24 Agosto 2017

23/8/2017

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24.8.2017 - SAN BARTOLOMEO
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Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Rosso

Filippo e Natanaele sono due nuovi discepoli di Gesù. Il primo riceve direttamente la chiamata; il secondo la riceve tramite un suo amico. I due si ritrovano in Gesù. Questo incontro ha rappresentato per loro un’esperienza di fede, un cambiamento nel loro comportamento, una nuova dimensione nel modo di vedere le cose, che li apre ad altre possibilità.  
Esso ha rappresentato per loro una rottura con il passato, il penetrare in un nuovo mondo, in un nuovo tragitto di vita, poiché cercare Gesù vuol dire cercare la verità - cercare la luce, cercare Dio -.  
“Vieni e vedi”... Entrare nell’intimità di Gesù significa scoprire il suo modo di vivere, vivendo con lui... cioè con gli uomini nostri fratelli. È soltanto nell’esperienza comunitaria, nell’interesse per il modo di vivere degli altri, nel fatto di rimanere e di solidarizzare con gli altri, che noi acquistiamo a poco a poco l’esperienza della nostra fede. “Vedrete il cielo aperto”... Dio si presenta e prende contatto con gli uomini, attraverso Cristo; egli vuole sentirsi vicino agli uomini, ed è tra di loro che ha fissato la sua tenda, nella comunità. Il cielo, in questa prospettiva del Vangelo, viene a noi tramite Cristo. Attraverso la nostra partecipazione, nella misura in cui lo possiamo, alla vita di Dio. Quante cose potremmo vedere e provare se noi seguissimo Gesù.
Prega con noi, oggi, san Bartolomeo, il Natanaele del vangelo di Giovanni, uno dei peggiori caratteri dell'intera Scrittura, e che, pure, Dio vuole con sé.


Colletta
Confermaci nella fede, o Padre,  
perché aderiamo a Cristo, tuo Figlio,  
con l’entusiasmo sincero di san Bartolomeo apostolo,  
e per sua intercessione  
fa’ che la tua Chiesa si riveli al mondo  
come sacramento di salvezza.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 21,9-14)
Sopra i basamenti sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.

Uno dei sette angeli mi parlò e disse: «Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello».
L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. 
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. 
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit: I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. 

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. 

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

VANGELO (Gv 1,45-51) 
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità. 

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Commento
Natanaele è uno studioso, conosce bene la Scrittura (Sa che Nazareth è l'unico paese mai citato nella Bibbia! Sa che il Messia deve venire da Betlemme, città di nascita di Davide), è sotto il fico (Albero sotto cui si medita la Torah), ed è una linguaccia! I pregiudizi che si porta dentro su Nazareth sono abbastanza giustificati (non è un gran bel posto) eppure sentite con quanto entusiasmo cambia idea su Gesù! Perché? Gesù, avvicinandosi dice: Ecco un Israelita in cui non c'è inganno. Natanaele è una linguaccia e Gesù dice che è sincero. Che bello! Gesù sottolinea il positivo di Natanaele, anche se tirato fuori proprio con le pinze... Natanaele si arrende: è forse la prima volta che qualcuno trasforma un difetto in un complimento! Gesù è così: vede solo il bene, sa sottolineare solo il positivo di noi. Non gli interessa l'apparenza, i difetti del nostro carattere. Uno può essere discepolo anche se ha, come Natanaele, un pessimo carattere... Natanaele è il primo di una lunga schiera di santi, tra cui eccelle l'insopportabile Girolamo, che sono diventati santi malgrado il brutto carattere: abbiamo una qualche speranza!
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La Liturgia di Mercoledi 23 Agosto 2017

22/8/2017

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23.8.2017 - Mercoledì della XX settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che hai preparato beni invisibili  
per coloro che ti amano,  
infondi in noi la dolcezza del tuo amore,  
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,  
otteniamo i beni da te promessi,  
che superano ogni desiderio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gdc 9,6-15)
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.

In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
“Regna su di noi”.
Rispose loro l’ulivo:
“Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi al fico:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro il fico:
“Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi alla vite:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro la vite:
“Rinuncerò al mio mosto,
che allieta dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero tutti gli alberi al rovo:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose il rovo agli alberi:
“Se davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano”».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 20)
Rit: Signore, il re gioisce della tua potenza!

Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra. 

Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre.

Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.

VANGELO (Mt 20,1-16) 
Sei invidioso perché io sono buono? 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Commento
La chiave di interpretazione di questa parabola è tutta in una annotazione terribile: i lavoranti che da più tempo hanno faticato, quelli che sono in vigna dal mattino presto, vedendo dare un denaro agli operai dell'ultima ora, pensano: allora a noi darà di più del pattuito. Vedendosi però pagati nello stesso modo, non hanno il coraggio di chiedere di più per loro e, allora, chiedono di meno per gli altri. Un denaro, amici, era il salario minimo per poter vivere, lo stretto indispensabile per potere sfamare una famiglia. Gli operai della prima ora - dal cuore piccino - chiedono per i compagni di fatica meno del necessario per vivere, non avendo il coraggio di chiedere, come forse sarebbe stato giusto, qualcosa di più per loro. Mistero della nostra inquietante fragilità, del demone che abita nel profondo di ciascuno di noi! Quando impareremo a ragionare come Dio che fa piovere sui buoni e sui malvagi? Quando impareremo a gioire della gioia degli altri? Quando usciremo dalla piccola mentalità del ragioniere del meritarci o meno la salvezza? Dio è gratis, amici, approfittatene, accorgetevene, convertitevi. E impariamo da lui a giudicare noi stessi e gli altri, dando a ciascuno il necessario per viverre, rispettandone la dignità. E se siamo operai della prima ora, rendiamo grazie a Dio che ci ha concesso di lavorare nella sua vigna tutto il santo giorno!
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