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La Liturgia di Martedì 1 Novembre 2016

31/10/2016

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TUTTI I SANTI - ANNO C - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
SANDWICH
di Don Luciano Sanvito

​
La proclamazione delle beatitudini non è una serie di formule augurali, prospettiva del futuro che giungerà al momento del compimento. Piuttosto è una affermazione, una costatazione di fatto, la proclamazione della situazione presente.

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Infatti la beatitudine va ricercata nella appartenenza al Regno che è già in atto; è un fatto ormai compiuto. Questa è l'affermazione chiave che ci permette di comprendere tutte quante le affermazioni successive.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 
Per comprendere meglio si fa incontro l'ottava beatitudine che contiene la medesima affermazione della prima. Questo ci autorizza a ricercare una sintonia tra "i poveri in spirito" ed i "perseguitati per la giustizia".
Nella dinamica paolina dell'essere umano (corpo, anima e spirito) lo spirito è il luogo dell'incontro con Dio, della rivelazione: "Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio" (Rm 8,16). Il povero in spirito è colui che manifesta il bisogno di Dio e lascia a Lui lo spazio per la comunione. Così è di colui che cerca la giustizia, nel senso biblico della parola: il giusto è colui che si mette nella prospettiva di Dio e del suo Progetto.
Queste due "beatitudini" nella loro similitudine sono quasi un sandwich, un contenitore che ci permette di comprendere tutte le altre.

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Per comprendere il senso di queste affermazioni occorre "inserirle" nel mezzo alle altre due affermazioni. I diversi atteggiamenti, dal pianto al lavoro per la pace, trovano una corrispondenza nella situazione futura, dalla consolazione all'essere chiamati figli di Dio. Il motivo della beatitudine non va cercato nella prospettiva di una realtà futura annunciata, ma nel fatto che tutti questi atteggiamenti non sono altro che esplicitazioni dell'essere poveri in spirito e di costituire così il regno dei cieli.
La beatitudine non è una categoria futuribile, ma una realtà che si rende esplicita adesso dentro questa nostra storia.
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LETTURE DELLA SOLENNITA'
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa  
la gioia di celebrare in un’unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi,  
concedi al tuo popolo,  
per la comune intercessione di tanti nostri fratelli,  
l’abbondanza della tua misericordia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ap 7,2-4.9-14
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

SALMO RESPONSORIALE - Sal 23
Rit: Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
​
SECONDA LETTURA - 1Gv 3,1-3
Vedremo Dio così come egli è.
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

VANGELO - Mt 5,1-12
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
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La Liturgia di Lunedi 31 Ottobre 2016

30/10/2016

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31.10.2016 - Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Colletta

Dio onnipotente e misericordioso,  
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli  
il dono di servirti in modo lodevole e degno;  
fa’ che camminiamo senza ostacoli  
verso i beni da te promessi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA - Fil 2,1-4
Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire.

Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. 
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 130
Rit: Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.

Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me. 

Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.

Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.

VANGELO - Lc 14,12-14
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: 
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Commento
SAPER FARE DEI NOSTRI INCONTRI UN SEGNO DI GRATUITA'

L'incontro che avviene tra noi nell'amicizia, nell'incontrarci nel quotidiano e nello scambio dell'umanità, dai livelli più banali e superficiali, fino a quelli più profondi, è sempre soggetto alla mentalità che soggiace in noi del dare per avere.

Anche la logica dell'invito a un pranzo, come nel caso descritto dal Vangelo, rischia sempre di avere questa incisione nella struttura del nostro invitare l'altro: lo invito così un giorno mi inviterà a sua volta.

Anche nella mentalità religiosa avviene questo non solo nei confronti con l'altro, come già descritto sopra, ma addirittura nei confronti di Dio: io vado a Lui in questo modo, perché Lui in quest'altro modo mi aspetto che venga a me.

Questo atteggiamento non solo svalorizza il presente, ma supera nell'atteggiamento dell'avere qualcosa dall'altro l'occasione mancata per incontrarlo.

Il tempo della grazia si constata proprio invece dalla logica del rapporto gratuito con l'altro e, prima ancora, con l'Altro.
Sentirsi invitati come "ciechi, zoppi, storpi" ci aiuterà forse a recuperare il senso dell'invito nella gratuità verso chi il Cristo ci mette sul cammino.

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a sera
MESSA PREFESTIVA della
SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI 
​RITO ROMANO

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La Liturgia di Domenica 30 Ottobre 2016

28/10/2016

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XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
AUTOINVITO
di Don Luciano Sanvito

​
​Cosa ti manca, Zaccheo? Non hai tutto dalla vita? Perché lo cerchi?
Curiosità, semplice curiosità...voglio vederlo...come vive, come fa...

Non vedi che non lo vedi? Dietro la folla, come fai a vederlo? Lascia...
Devo trovare il modo...ecco, salgo su quella pianta...

Ma che fai? La tua reputazione!...Sembri un ragazzino...mi fai ridere!...
Non mi interessa...voglio vederlo, ho detto...a tutti i costi...

Eccolo che arriva, Zaccheo...lo vedi, adesso? Sei contento? Lo vedi?
No...sento che Lui mi vede...vede perché lo voglio vedere...sì: è Lui!

Adesso che l'hai visto, sei contento? Torniamo al nostro lavoro...
No, no...tutto cambia, adesso: capisco tutto di me, e seguo Lui!

Dove vai, Zaccheo? Dove corri?...
Vado a casa...Lui verrà e cenerà da me...Tutto cambia, da oggi per me!

Il Signore, amante della vita, oggi si ferma nella casa di Zaccheo.


Oggi devo fermarmi a casa tua. Gesù si invita, si autoinvita, perché Egli non viene mai per prendere ma sempre per donare. Zaccheo lo accoglie con gioia. Noi dobbiamo essere sempre degni della chiamata. Dio ci chiama e ci richiama sempre, lasciandoci nella coscienza della nostra indegnità. La conversione morale è prima di tutto teologale. Non posso cambiare la mia vita, se non accolgo il Signore. Solo se accolgo veramente il Signore, la mia vita da vuota diventa piena, da triste diventa gioiosa, da una vita chiusa si passa a una vita aperta, all'altro, e tutto viene restituito nella gratitudine e nella gioia. Accogliendo il Signore nello spazio della mia vita, essa diventa eucaristica.
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LETTURE DELLA DOMENICA
Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,  
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli  
il dono di servirti in modo lodevole e degno;  
fa’ che camminiamo senza ostacoli  
verso i beni da te promessi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, che nel tuo Figlio  
sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto,  
rendici degni della tua chiamata:  
porta a compimento  
ogni nostra volontà di bene,  
perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa  
per condividere i beni della terra e del cielo.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Sap 11,22-12,2
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.
Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, 
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 144
Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

SECONDA LETTURA - 2Ts 1,11-2,2
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui. 

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

VANGELO - Lc 19,1-10
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. 

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
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La Liturgia di Sabato 29 Ottobre 2016

28/10/2016

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29.10.2016 - Sabato della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,  
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,  
fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Fil 1,18-26
Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno.

Fratelli, purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. 
Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a tutti voi per il progresso e la gioia della vostra fede, affinché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo Gesù, con il mio ritorno fra voi.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 41
Rit. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anela
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela
a te, o Dio. 

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio?

Avanzavo tra la folla, 
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.

VANGELO - Lc 14,1.7-11
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Commento
Un percorso che nella storia porta l'azione di Dio alla massima esponenza di potenza nell'amore.

Ultimità per sè e nei confronti dell'altro.

Per sè, saper andare all'ultimo posto rivela la coscienza dell'essere indegno, ma anche invitato alla grazia, superando ogni logica di diritto e di dovere, e accedendo alla logica della grazia.

Nei confronti dell'altro, ultimità è procedere affinché non ci sia mai da parte nostra un varicamento della realtà del prossimo, ma sempre un sacro e misterioso rispetto nei suoi confronti.

L'ultimità genera da noi e dall'altro atteggiamenti utili a rinnovare il percorso della fede: l'umiltà, il rispetto, l'attenzione, l'ascolto, la considerazione, la presenza del mistero, l'azione di Dio, la priorità del suo invito rispetto al nostro diritto, un senso nuovo del dovere a ripartire dal basso,...

In questa revisione utile a noi e nella considerazione dell'altro, ecco che anche la presenza e la rivelazione di Dio ci viene proprio da queste ultimità: Dio ci appare solo quando noi siamo in sintonia con le ultimità nostre e nei confronti degli altri, e in esse troviamo la sua presenza.

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a sera
MESSA PREFESTIVA della
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 
ANNO C - RITO ROMANO

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La Liturgia di Venerdi 28 Ottobre 2016

27/10/2016

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28.10.2016 - SANTI SIMONE E GIUDA
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Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Rosso

Colletta

O Dio, che per mezzo degli Apostoli  
ci hai fatto conoscere il tuo mistero di salvezza,  
per l’intercessione dei santi Simone e Giuda  
concedi alla tua Chiesa di crescere continuamente  
con l’adesione di nuovi popoli al Vangelo.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ef 2,19-22
Edificati sopra il fondamento degli apostoli.

Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. 
In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 18
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

VANGELO - Lc 6,12-19
Ne scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli. 

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Commento
La festa degli Apostoli ci dà l'occasione di acquistare maggiore consapevolezza delle due imprescindibili dimensioni della Chiesa, che è corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo, e non può essere l'uno senza l'altro. E un'illusione credere di poter ricevere lo Spirito Santo senza far parte del corpo di Cristo, perché lo Spirito Santoè lo Spirito di Cristo e si riceve nel corpo di Cristo. La Chiesa come corpo di Cristo ha anche un aspetto visibile: per questo Gesù scelse i Dodici e sceglie nel tempo i loro successori, a formare la struttura visibile del suo corpo, quasi continuazione dell'incarnazione. Appartenendo al suo corpo, possiamo ricevere il suo Spirito ed essere intimamente uniti a lui in un solo corpo e in un solo Spinto.  
La prima lettura, dalla lettera agli Efesini, esprime bene queste due dimensioni. "Siete edificati sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù": è l'aspetto visibile del corpo di Cristo, che è un organismo con la propria struttura. E in Cristo "la costruzione cresce ben ordinata":  
ogni membro ha la propria funzione e il proprio posto. Scrive Paolo più avanti nella stessa lettera: "E lui (Cristo) che ha stabilito alcuni come Apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori...". Ognuno ha ricevuto la grazia "secondo la misura del dono di Cristo". Ed ecco la seconda dimensione, invisibile: "In lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito".  
Anche nella prima lettera ai Corinzi Paolo mette in evidenza lo stesso concetto: "I vostri corpi sono membra di Cristo... Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo" (6,15.19).
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La Liturgia di Giovedi 27 Ottobre 2016

26/10/2016

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27.10.2016 - Giovedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,  
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,  
fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ef 6,10-20
Prendete l’armatura di Dio, perché possiate resistere e restare saldi dopo aver superato tutte le prove.

Fratelli, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. 
In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 143
Rit: Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia. 

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.

VANGELO - Lc 13,31-35
Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. 

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». 
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Commento
I SEGNI DELLA CONTRARIETA' NON SPENGONO LA FORZA DELLA MISSIONE E DELLA PREDICAZIONE, ANZI...

Che siano persone come Erode o città come Gerusalemme che portano ostacolo, non importa; la via della profezia e dell'annuncio procede imperterrito e sempre più rafforzato di fronte alle minacce e agli ostacoli umani.

Non accogliere il segno non è possibile là dove la volontà di Dio pone l'esigenza di quell'evento: ecco perché Gesù non solo non ha paura di affrontare Erode e Gerusalemme nelle loro provocazioni, ma da loro viene autenticato come profeta nei riguardi degli atteggiamenti posti in atto.

Gerusalemme diventa deserta dello Spirito, proprio perché incapace di rapportarsi al segno posto in essa; Erode viene superato dal segno, essendo incapace di accoglierlo, mentre passa su di lui e sul suo destino il piano di Dio, la sua volontà.

Le minacce contro i portatori e i messaggeri dei segni di Dio non fanno paura; anzi, accrescono il senso e il destino di chi ne è messaggero, in positivo; e di chi riceve il messaggio profetico, in un destino reso negativo a se stesso.

IL SEGNO TRACCIA IL DESTINO ATTRAVERSO LA SUA AVVERSITA'
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La Liturgia di Mercoledi 26 Ottobre 2016

25/10/2016

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26.10.2016 - Mercoledì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,  
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,  
fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ef 6,1-9
Prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini.

Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. «Onora tuo padre e tua madre!». Questo è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa: «perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra». E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore.
Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.
Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, è nei cieli e in lui non vi è preferenza di persone.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 13
Rit: Fedele è il Signore in tutte le sue parole.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. 

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. 

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

VANGELO - Lc 13,22-30
Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio. 

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». 
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Commento
Di fronte alla deformazione operata dal mondo, la formazione e conformazione all'opera di Dio
attraverso il passare per la sua porta stretta.


E non si tratta solo di conformarsi a Lui attraverso questa strettoia che ci garantisce di passare per la via della verità.
Si tratta anche di ricevere attraverso questa porta di accesso a noi tutte le realtà che si confanno alla verità per noi, alla nostra identità, a quello che siamo e che dobbiamo essere di fronte a Lui.

La porta stretta diventa lo strumento per selezionare gli strumenti nostri verso Dio e per selezionare gli strumenti che ci arrivano da fuori di noi, perché possano essere quelli di Dio per noi, e quindi per la nostra identità piena e gioiosa.

Passare per la porta stretta è anche farsi riconoscere per quelli che seguono il Cristo e quindi testimoniare la sua sequela, a scapito della confusione e dell'ambiguità del testimone di Lui.
Tanti si spacciano per Lui; tanti ci offrono la verità; ma solo la porta stretta ci aiuta a individuare e autenticare il cammino di noi verso Lui e di Lui verso di noi attraverso gli strumenti e le persone che lo rappresentano in verità.

La porta stretta restringe l'obiettivo sul regno di Dio
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La Liturgia di Martedi 25 Ottobre 2016

24/10/2016

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25.10.2016 - Martedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,  
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,  
fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ef 5,21-33
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!

Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. 
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 127
Rit: Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. 

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. 

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

VANGELO - Lc 13,18-21
Il granello crebbe e divenne un albero. 

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Commento
Non pensiamo a un Regno di Dio in evidenza e già fatto e all'opera...

Il Regno di Dio giace nella semina fatta e nel lievito posto sul tavolo, in attesa della provocazione benefica della natura delle cose o delle persone, quali la casalinga, che intervengano all'opera della sua crescita e della produzione del frutto atteso.

Ma la realtà del Regno nell'attualità passa sotto lo sguardo attento e solerte di chi vede la sua azione nella storia umana attraverso la posta in gioco della piccolezza e del nascondimento.

Piccolezza e nascondimento.

Agli occhi umani e del mondo queste due caratteristiche hanno ben poco fascino e attenzione: la loro considerazione è minima, e nessuno va a cercare il Regno attraverso queste sottolineature.
Ma proprio questa è la rivoluzione, la contraddizione e il benefico scandalo della fede: Dio passa nel piccolo e nel nascosto per operare grandi miracoli e manifestare il suo Regno.

Allora, non dobbiamo pensare a un Regno fatto e finito, ma all'opera di Dio che per essere Regno di salvezza chiede a noi di entrare nel vivo della piccolezza e del nascondimento per poter esprimere al meglio l'opera della salvezza.

PICCOLEZZA E NASCONDIMENTO SONO I DUE PASSI DEL REGNO
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La Liturgia di Lunedi 24 Ottobre 2016

23/10/2016

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24.19.2016 - Lunedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,  
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,  
fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Ef 4,32-5,8
Camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato.

Fratelli, siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. 
Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio.
Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 1
Rit: Facciamoci imitatori di Dio, quali figli carissimi.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. 

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

VANGELO - Lc 13,10-17
Questa figlia di Abramo non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato? 

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. 
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». 
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». 
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

Commento
LIBERARE DALL'INFERMITA'
E' OCCASIONE DI GRAZIA
E' OCCASIONE DI DISGRAZIA

Ci sono delle regole e delle leggi che osservate in se stesse, invece di aiutarci, ci impediscono di essere vivi e di far vivere le nostre realtà.

Anche nella religione, l'essere osservanti delle regole in primo luogo e in modo assoluto, ci impedisce di sciogliere le modalità del nostro vivere e del nostro agire, e di non accedere così alla vita nel senso pieno e vero.
Succede che anche noi abbiamo legato "il nostro bue e il nostro asino" e non li possiamo condurre nemmeno all'abbeveraggio.

...SCIOGLIERE...
...LEGARE...
Ciò che viene legato dalla vita, anche attraverso la legge morale, può essere sciolto se l'umanità ne ha bisogno.
Sciogliere non è andare contro la legge, ma superare quel modo di osservanza della stessa che ci porterebbe a essere legati a essa.

Chi viene liberato viene anche sciolto dalla mera osservanza della legge, avvallandola maggiormente come un legame umano e umanizzante.

LIBERARE LA LEGGE E' GRAZIA, OSSERVARLA IN SE' DISGRAZIA
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La Liturgia di Domenica 23 Ottobre 2016

21/10/2016

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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
​Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
PREGARE ''SULL'ALTRO''
di Don Luciano Sanvito

​
Succede spesso di vedere che quando preghiamo, i nostri occhi e le nostre attenzioni, da Dio si spostano facilmente sull'altro che ci è accanto o vicino.
Guardare come è vestito quello, o quella, vedere quello là, guardare cosa fa', pensare che quello seduto lì è quello che era così e così...
Spesso le nostre assemblee da eucaristiche, diventano osservatorio dell'altro.

Il Vangelo non solo riprende questa situazione, ma fa emergere il paradosso del fariseo, buono e bravo, senza peccati, che prega Dio, ma alla fine prega a scapito dell'altro, prega sull'altro come se fosse un piedistallo per dare forza alla sua preghiera.

LA PREGHIERA DIVENTA COSI' IL MODO PER UCCIDERE L'ALTRO...

Già, quella preghiera innalzata a Dio per lodarlo, finisce non solo per lodare se stessi, dice il Vangelo, ma per ammazzare l'altro come fosse un insetto che disturba il nostro ambiente religioso personalizzato.
L'amore pavoneggiato per Dio è così lo specchio dell'egoismo esaltato di me stesso.
Nascono così i fanatismi religiosi: dalla preghiera per me, e sopra l'altro.

Solo la coscienza dell'incapacità a pregare ci fa essere atti alla preghiera: "O Dio, abbi pietà di me, peccatore...": questa è la garanzia e la prova della giustificazione: non siamo mai giusti, ma solo e sempre più giustificati.
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LETTURE DELLA DOMENICA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,  
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,  
fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, tu non fai preferenze di persone  
e ci dai la certezza  
che la preghiera dell’umile penetra le nubi;  
guarda anche a noi come al pubblicano pentito,  
e fa’ che ci apriamo  
alla confidenza nella tua misericordia  
per essere giustificati nel tuo nome.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - Sir 35,15-17.20-22
La preghiera del povero attraversa le nubi.

Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 33
Rit. Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA - 2Tm 4,6-8.16-18
Mi resta soltanto la corona di giustizia.

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. 
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

VANGELO - Lc 18,9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
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