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La Liturgia di Lunedi 01 Ottobre 2018

30/9/2018

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OTTOBRE:
MESE DEDICATO ALLA RECITA DEL SANTO ROSARIO


Ottobre è comunemente chiamato il Mese del Rosario perché il giorno 7 viene celebrata la memoria della Beata Maria Vergine del Rosario.    

TU HAI LA CORONA DEL SANTO ROSARIO? LA RECITI IN FAMIGLIA, O CON L’ASSEMBLEA DEI FEDELI, O ALMENO DA SOLO?          
​
In questo mese, trova un po’ di tempo, meglio se ogni giorno, per pregare il Rosario. Semina, durante la giornata tante “Ave Maria” dovunque ti trovi. Incarica il tuo “Angelo custode” di raccoglierle per farne una corona d’amore per la Regina del cielo e della terra, una catena di salvezza per le anime infelici e sbandate a causa del peccato, una forza di sostegno per i missionari che dedicano la vita alla predicazione del Vangelo nel mondo. Essi lo fanno anche a nome tuo, perché nessun battezzato si può sottrarre alla missione di “annunciare la buona novella di salvezza”.

INVITO
Il Santo Padre invita tutti a concludere la recita del Rosario con l’antica invocazione “Sub Tuum Praesidium”, e con la preghiera a San Michele Arcangelo che ci protegge e aiuta nella lotta contro il male (cfr. Apocalisse12, 7-12).

L’invocazione "Sub Tuum Praesidium" recita così:
“Sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo Gloriosa et Benedicta”.
[Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Gloriosa e Benedetta].

Il Santo Padre ha chiesto anche che la recita del Santo Rosario durante il mese di ottobre si concluda con la preghiera scritta da Leone XIII:
“Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen”.
[San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen].


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1.10.2018 - Santa Teresa di Gesù Bambino
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa: entrata ancora adolescente nel Carmelo di Lisieux in Francia, divenne per purezza e semplicità di vita maestra di santità in Cristo, insegnando la via dell’infanzia spirituale per giungere alla perfezione cristiana e ponendo ogni mistica sollecitudine al servizio della salvezza delle anime e della crescita della Chiesa. Concluse la sua vita il 30 settembre, all’età di venticinque anni.

Colletta
O Dio, nostro Padre,  
che apri le porte del tuo regno agli umili e ai piccoli,  
fa’ che seguiamo con serena fiducia  
la via tracciata da santa Teresa di Gesù Bambino,  
perché anche a noi si riveli la gloria del tuo volto.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gb 1,6-22)
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!

Dal libro di Giobbe

Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore.
Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabèi hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldèi hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse:
«Nudo uscii dal grembo di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 16)
Rit: Tendi a me l’orecchio, Signore, ascolta le mie parole.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno. 

Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.

Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

VANGELO (Lc 9,46-50) 
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. 
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Parola del Signore

Commento
''Chi è il più piccolo fra tutti i voi, questi è il più grande''.
Lc 9,48

Il contesto è una scena vivace. I discepoli discutono tra loro, non certo con gioia e pace. La ragione è il loro eterno problema: Chi è il più grande, chi, tra loro, conta di più?

Gesù questa volta non inventò una delle sue stupende parabole, ma fa un gesto di sorprendente bellezza. Prende un bambino, e se lo pone accanto. Poi in certo senso, si identifica con lui, perché dice che accoglierlo vuol dire accogliere la sua persona adorabile. Ecco, come fa spesso, capovolge completamente il criterio di grandezza dei mondani.

Il più piccolo tra tutti voi - dice - questo è grande .

Nella mia pausa giornaliera, oggi contemplo Te, Gesù! Lascio che il cuore sia abitato dallo stupore del bimbo vicino a te o addirittura sulle tue ginocchia. Il bambino e la sua semplicità, fuori da ogni presunzione saccenteria, vanità. Il bambino con occhi che rispecchiano il cielo della verità e dell'amore.

Ti prego, rendimi semplice perciò libero, vero, pienamente tuo e di quelli a cui tu mi mandi.

La voce di una Santa Monaca Dottore della Chiesa:
''Il buon Dio non può ispirare desideri inattuabili, perciò posso, nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità''.
S. Teresa di Gesù Bambino
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La Liturgia di Domenica 30 Settembre 2018

28/9/2018

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XXVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
ESSERE DEI NOSTRI
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Quante volte le nostre comunità cristiane si chiudono in se stesse perché fanno fatica a vivere un cristianesimo limpido, aperto, dove ogni persona possa trovare la sua casa!
La fede è un dono prezioso che però ha bisogno di molti elementi per maturare e crescere. La comunità cristiana vive sempre all'interno di queste due grandi logiche.
Da una parte un'apertura indiscriminata a tutti, magari svolgendo molte attività che niente hanno a che fare con un annuncio di fede.
Dall'altra, sperimentando all'interno una chiusura che di certo non aiuta le persone ad entrare nelle attività della parrocchia. Tanto sono sempre quelli...
Gesù ci aiuta a superare questa contrapposizione. Da un lato invita i discepoli ad accogliere qualsiasi persona che possa vivere e annunciare la fede in sintonia con la Chiesa.
Dall'altra fa capire, a noi credenti, che il percorso più autentico si svolge con opere concrete di carità fatte e ricevute nel nome di Gesù.
Poi Gesù parla di scandalo. Scandalo significa essere pietra d'inciampo, ostacolo nel cammino nostro e di altre persone.
Si crea scandalo per un atteggiamento di superbia. di giudizio, ma soprattutto per un messaggio sbagliato che poniamo verso gli altri con la nostra vita.
Lo scandalo più grande è quello di non vivere la nostra fede al meglio, accontentandoci di un cristianesimo annacquato.
In questi giorni stiamo assistendo a veri scandali, molti scandali che si consumano a tutti i livelli.
Quello che più ci fa rabbia è soprattutto l'uso assoluto di un potere per cui persone elette possono fare ciò che vogliono, sperperando soldi, mentre la gente vive questi mesi di grande e profonda crisi economica.
L'uso del denaro va ripensato specie in questo periodo in cui molti faticano a vivere.
L'altro grosso scandalo riguarda la dimensione affettiva della nostra vita. La fatica della fedeltà agli impegni, alla persona che si è sposata.
Si creano famiglie cosiddette allargate, che generano grossa confusione nei figli.
Credo che come Chiesa dovremmo rivedere sempre più i nostri percorsi in preparazione al matrimonio come sacramento.
Avere il coraggio di far vivere, alle coppie che vogliono sposarsi in Chiesa, un percorso più approfondito del significato dell'amore di coppia e della fedeltà, oltre all'esperienza fondamentale della fede.
Gesù ci invita a togliere ogni occasione di scandalo in modo radicale per ripensare il nostro modo di rapportarci agli altri.
Con schiettezza, sobrietà e grande fede.
Magari scandalizzando le persone perché viviamo da veri testimoni del Vangelo!!
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che riveli la tua onnipotenza  
soprattutto con la misericordia e il perdono,  
continua a effondere su di noi la tua grazia,  
perché, camminando verso i beni da te promessi,  
diventiamo partecipi della felicità eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure: 
Colletta 
O Dio,  
tu non privasti mai il tuo popolo della voce dei profeti;  
effondi il tuo Spirito sul nuovo Israele,  
perché ogni uomo sia ricco del tuo dono,  
e a tutti i popoli della terra  
siano annunziate le meraviglie del tuo amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Num 11,25-29)
Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo!

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, il Signore scese nella nube e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito. 
Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell’accampamento. 
Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

Il timore del Signore è puro, 
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.    

Anche il tuo servo ne è illuminato,
per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze, chi le discerne?
Assolvimi dai peccati nascosti.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro da grave peccato.

SECONDA LETTURA (Giac 5,1-6) 
La vostre ricchezze sono marce. 

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! 
Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente. 
Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. 
Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.

Parola di Dio

VANGELO (Mc 9,38-43.45.47-48) 
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, siamo diversi gli uni dagli altri e ciascuno ha carismi e doni da condividere. Lo Spirito Santo ci spinge a condividere e ad amalgamare le nostre differenze in uno stile di fraternità. Preghiamo il Padre perché ci doni benignità e mitezza verso tutti. 
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore!

1. Per coloro che hanno responsabilità nella Chiesa, perché aiutino a non avere mai atteggiamenti intolleranti, a non innalzare steccati, a non cercare divisioni, preghiamo. 
2. Per i cristiani di tutte le confessioni, perché il Padre aiuti a ricercare l'unità, a valorizzare ciò che unisce e non ciò che divide, e a perseverare nel dialogo ecumenico con reciproco rispetto, preghiamo. 
3. Per i bambini innocenti, per tutti gli emarginati e per tutte le vittime di abusi e di violenze, perché la loro grande sofferenza sia consolata dalla vicinanza del Signore, preghiamo. 
4. Per la nostra comunità cristiana, perché offra un'immagine vera di Gesù, mite e accogliente, intorno a cui possano radunarsi i piccoli nella fede, preghiamo.

Signore Gesù, aiutaci a distaccare il nostro cuore dai beni che passano. Tu che sei sempre accanto a noi, rendi il nostro cuore umile e accogliente come il tuo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
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La Liturgia di Sabato 29 Settembre 2018

28/9/2018

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29.9.2018 - SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE
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Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Bianco

Michele (Chi è come Dio?) è l’arcangelo che insorge contro Satana e i suoi satelliti (Gd 9; Ap 12, 7; cfr Zc 13, 1-2), difensore degli amici di Dio (Dn 10, 13.21), pretettore del suo popolo (Dn 12, 1).
Gabriele (Forza di Dio) è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio (Lc 1, 19), rivela a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 11-20) e a Maria quella di Gesù (Lc 1, 26-38).
Raffaele (Dio ha guarito), anch’egli fra i sette angeli che stanno davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8, 2), accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco.

La Chiesa pellegrina sulla terra, specialmente nella liturgia eucaristica, è associata alle schiere degli angeli che nella Gerusalemme celeste cantano la gloria di Dio (cfr Ap 5, 11-14; Conc. Vat. II, Costituzione sulla sacra liturgia, «Sacrosanctum Concilium», 8). 
Il 29 settembre il martirologio geronimiano (sec. VI) ricorda la dedicazione della basilica di san Michele (sec. V) sulla via Salaria a Roma.


Colletta
O Dio, che chiami gli Angeli e gli uomini  
a cooperare al tuo disegno di salvezza,  
concedi a noi pellegrini sulla terra  
la protezione degli spiriti beati,  
che in cielo stanno davanti a te per servirti  
e contemplano la gloria del tuo volto.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dn 7,9-10.13-14)
Mille migliaia lo servivano.

Dal libro del profeta Daniele

Io continuavo a guardare,
quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

Parola di Dio.

oppure:
PRIMA LETTURA (Ap 12, 7-12) 
Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. 
E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana, e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli. 
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
perché è stato precipitato
l’accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto
grazie al sangue dell’Agnello
e alla parola della loro testimonianza,
e non hanno amato la loro vita,
fino alla morte.
Esultate, dunque, o cieli
e voi che abitate in essi».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)
Rit: Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!

VANGELO (Gv 1,47-51) 
Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo. 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore

Commento
Gli Angeli sono esseri misteriosi, e in forma misteriosa ne parla il profeta Daniele nella celebre profezia sul Figlio dell'uomo che la liturgia ci fa leggere oggi:  
"Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui; mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano". Daniele non nomina gli Angeli: parla di fuoco, di migliaia, di miriadi di miriadi... Sono veramente esseri misteriosi. Noi li rappresentiamo come uomini dal viso soave e dolce, nella Scrittura invece appaiono come esseri terribili, che incutono timore, perché sono la manifestazione della potenza e della santità di Dio, che ci aiutano ad adorare degnamente: "A te voglio cantare davanti ai tuoi angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo". Come preghiamo nel prefazio di oggi: "Signore, Padre santo, negli spiriti beati tu ci riveli quanto sei grande e amabile al di sopra di ogni creatura". Nella visione di Daniele non sono gli Angeli gli esseri più importanti: vediamo più avanti "uno, simile ad un figlio d'uomo" ed è lui, non gli Angeli, ad essere introdotto fino al trono di Dio, è a lui che egli "diede potere, gloria e regno", è a lui che "tutti i popoli serviranno". La stessa cosa vediamo nel Vangelo: gli Angeli sono al servizio del Figlio dell'uomo. "Vedrete i cieli aperti e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo" dirà Gesù, facendo allusione sia a questa visione di Daniele sia alla visione di Giacobbe, che nel sonno vede gli Angeli salire e scendere sul luogo dove è coricato e che dà il senso della presenza di Dio in tutti i luoghi della terra.  
Gli Angeli di Dio sono dunque al servizio del Figlio dell'uomo, cioè di Gesù di Nazaret; la nostra adorazione non è rivolta agli Angeli, ma a Dio e al Figlio di Dio. Gli Angeli sono servitori di Dio che egli, nella sua immensa bontà, mette al nostro servizio e che ci aiutano ad avere un senso più profondo della sua santità e maestà e contemporaneamente un senso di grande fiducia, perché questi esseri terribili sono al nostro servizio, sono nostri amici.  
Domandiamo al Signore che ci faccia comprendere davvero la sua santità e maestà infinite, perché ci prostriamo con sempre maggiore reverenza alla sua presenza, davanti ai suoi Angeli.
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a sera
MESSA PREFESTIVA della
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO B - RITO ROMANO
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La Liturgia di Venerdi 28 Settembre 2018

27/9/2018

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28.9.2018 - Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo  
hai posto il fondamento di tutta la legge,  
fa’ che osservando i tuoi comandamenti  
meritiamo di entrare nella vita eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 3,1-11)
Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.

Dal libro del Qoèlet

Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 143)
Rit: Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido.

Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore?
Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero?
L’uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.

VANGELO (Lc 9,18-22) 
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Parola del Signore

Commento
Erode si chiede chi sia questo Nazareno di cui tutti parlano. Popola le sue notti insonni, si rigira nel letto chiedendosi chi possa essere. Il fantasma del Battista lo inquieta: è morto il profeta, non la profezia. Molti altri si pongono domande riguardo all'identità di Gesù: i sacerdoti del tempio, da lontano, lo osservano sospettosi, ma senza preoccuparsi perché hanno ben altro a cui pensare. E i farisei, convinti che Gesù stia dalla loro parte. E i sadducei, infastiditi da questi popolani che diventano profeti. La folla si chiede se non sia lui il Messia, o il profeta Elia risorto o Giovanni il battezzatore. Ancora oggi molti parlano di Gesù: dopo duemila anni un libro su di lui ancora fa discutere. E Gesù chiede ai suoi discepoli e a noi: lascia stare ciò che pensano gli altri. Chi sono io per te? Cosa dici di me? Pietro osa e risponde: il Cristo di Dio. Grande gesto di Pietro: nulla in Gesù corrisponde all'idea di Messia che la gente si è fatta. E io, cosa penso di Gesù? Chi è per me il Signore? Nessuna risposta da catechismo, amici: rispondiamo con verità a questa provocazione. Lasciamo che la nostra preghiera risponda a questa domanda.
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La Liturgia di Giovedi 27 Settembre 2018

26/9/2018

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27.9.2018 - San Vincenzo de' Paoli
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Vincenzo (Pony presso Dax, Francia, 1581 – Parigi, Francia, 27 settembre 1660), sacerdote, parroco si dedicò dapprima all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633).

Colletta
O Dio, che per il servizio dei poveri  
e la formazione dei tuoi ministri  
hai donato al tuo sacerdote san Vincenzo de’ Paoli  
lo spirito degli Apostoli,  
fa’ che, animati dallo stesso fervore,  
amiamo ciò che egli ha amato  
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 1,2-11)
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.

Dal libro del Qoèlet

Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta 
nei secoli che ci hanno preceduto.
Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

VANGELO (Lc 9,7-9) 
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose? 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Parola del Signore

Commento
A volte tornano. E popolano di incubi le notti insonni di chi ha la coscienza nera come il carbone. Erode ha fatto uccidere il Battista per non smentire l'incauta promessa fatta alla figlia della sua amante davanti a tutti. Promessa dettata dall'eccitazione di un re piccino di mezza età che non ha saputo rifiutare la vendetta della sua concubina nei confronti di un profeta che non aveva certo peli sulla lingua. Ma non è finita. La coscienza rode, l'anima si scuote. Invano, purtroppo, ma c'è e lavora. Via un profeta eccone un altro, peggiore del primo. Vuole vederlo, è curioso e inquieto. Ma di una inquietudine inutile, di una curiosità che non produce conversione ma solletica solo i propri sensi. Stupido Erode, annegato e travolto dal suo delirio di onnipotenza, incapace di far crescere le sue emozioni, impedito nel far sbocciare le proprie intuizioni. E sciocchi noi quando la curiosità ci spinge verso la fede e non abbiamo il coraggio di lasciarla germogliare, di farla crescere, di farci portarci alle soglie della fede. No, certo, non basta incuriosirsi, anche se è sempre da lì che parte la ricerca. Occorre convertirsi.
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La Liturgia di Mercoledi 26 Settembre 2018

25/9/2018

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26.9.2018 - Mercoledì della XXV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo  
hai posto il fondamento di tutta la legge,  
fa’ che osservando i tuoi comandamenti  
meritiamo di entrare nella vita eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 30,5-9)
Non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane.

Dal libro dei Proverbi

Ogni parola di Dio è purificata nel fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Non aggiungere nulla alle sue parole,
perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo.
Io ti domando due cose,
non negarmele prima che io muoia:
tieni lontano da me falsità e menzogna,
non darmi né povertà né ricchezza,
ma fammi avere il mio pezzo di pane,
perché, una volta sazio, io non ti rinneghi
e dica: «Chi è il Signore?»,
oppure, ridotto all’indigenza, non rubi
e abusi del nome del mio Dio.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Lampada per i miei passi, Signore, è la tua parola.

Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge. 
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento. 

Per sempre, o Signore,
la tua parola è stabile nei cieli.
Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero,
per osservare la tua parola.

I tuoi precetti mi danno intelligenza,
perciò odio ogni falso sentiero. 
Odio la menzogna e la detesto,
amo la tua legge.

VANGELO (Lc 9,1-6) 
Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». 
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Parola del Signore

Commento
“Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi”. Ecco qual è la missione dei dodici apostoli, secondo quanto ha stabilito Cristo duemila anni fa. Dopo la morte e la risurrezione di Cristo, sotto l’impulso dello Spirito Santo, i Dodici si sono messi all’opera. Poi, dopo un certo tempo, si sono dati dei successori, che a loro volta hanno trasmesso il loro potere e il loro dovere di conservare e di proclamare la fede.  
I successori degli apostoli, con a capo il successore di Pietro, continuano ancor oggi l’evangelizzazione del mondo e formano la gerarchia della Chiesa. Ma i poteri e i doveri sono rimasti gli stessi. Fa bene, ogni tanto, ricordare queste verità elementari, poiché l’opinione diffusa - e spesso anche la nostra - vorrebbe attribuire ai pastori della Chiesa altri compiti che appaiono più utili o più urgenti.  
È incontestabile che alcune deviazioni sono oggi molto alla moda. L’opinione pubblica, il famoso “parere della maggioranza”, si esprime nei voti o nei sondaggi, e tende a considerare questi risultati come “verità”. Ma la verità è raramente il frutto dei voti di una maggioranza già nella vita corrente, e non lo è mai in materia di religione o di fede. La Chiesa di Cristo non è una repubblica parlamentare. Le sue leggi non vengono dal consenso dei suoi componenti, ma da Dio e dall’insegnamento di suo Figlio, che noi ritroviamo nei Vangeli.  
I vescovi, successori degli apostoli, hanno ricevuto in consegna questo insegnamento con il duplice incarico di serbarlo puro e di proclamarlo, a qualsiasi prezzo. Molti sono coloro che hanno pagato con la loro vita questa fedeltà. Nell’esercizio del loro apostolato, sacerdoti e vescovi meritano la nostra stima e il nostro rispetto. Noi siamo solidali con loro nella proclamazione - nell’annuncio - della parola di Dio. Siamo tutti chiamati a quest’opera, ognuno secondo il proprio carisma. La differenza stessa dei carismi mostra che dobbiamo essere complementari e non opposti in questo incarico. La cooperazione è la nostra forza, la divisione sarà la nostra rovina. Il nostro motto deve allora essere: “Viribus unitis”, con tutte le nostre forze unite nel servizio del regno.  
Ma è davvero sempre così?
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La Liturgia di Martedi 25 Settembre 2018

24/9/2018

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25.9.2018 - Martedì della XXV settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo  
hai posto il fondamento di tutta la legge,  
fa’ che osservando i tuoi comandamenti  
meritiamo di entrare nella vita eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 21,1-6.10-13)
Proverbi di carattere vario. 

Dal libro dei Proverbi

Il cuore del re è un corso d’acqua in mano al Signore:
lo dirige dovunque egli vuole.
Agli occhi dell’uomo ogni sua via sembra diritta,
ma chi scruta i cuori è il Signore.
Praticare la giustizia e l’equità
per il Signore vale più di un sacrificio.
Occhi alteri e cuore superbo,
lucerna dei malvagi è il peccato.
I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto,
ma chi ha troppa fretta va verso l’indigenza.
Accumulare tesori a forza di menzogne
è futilità effimera di chi cerca la morte.
L’anima del malvagio desidera fare il male,
ai suoi occhi il prossimo non trova pietà.
Quando lo spavaldo viene punito, l’inesperto diventa saggio;
egli acquista scienza quando il saggio viene istruito.
Il giusto osserva la casa del malvagio
e precipita i malvagi nella sventura.
Chi chiude l’orecchio al grido del povero
invocherà a sua volta e non otterrà risposta.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie. 

Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi. 
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità. 
Osserverò continuamente la tua legge,
in eterno, per sempre.

VANGELO (Lc 8,19-21) 
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». 
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Parola del Signore

Commento
L’amore è uno dei più grandi misteri della vita dell’uomo, se non il più grande. È indispensabile a tal punto che una vita senza amore non è più una vita.  
Il Vangelo celebra spesso la grandezza dell’amore.  
Con la sua presenza alle nozze di Cana, Cristo ha benedetto l’unione di una giovane coppia. La sua compassione per i malati, la sua simpatia per i poveri occupano tutte le pagine dei Vangeli. Il suo amore per gli uomini l’ha condotto al sacrificio supremo nell’obbedienza al Padre. Questa obbedienza ha le sue radici nell’amore. L’amore di Gesù per sua madre ci è rivelato alla croce, quando, prima di morire, l’affida a Giovanni, il discepolo prediletto. Eppure, nel brano che abbiamo letto del Vangelo di Luca, Gesù sembra “rinnegare” sua madre. Ma lo fa davvero? No: si tratta di altro. In realtà la frase chiave: “Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” è la sintesi dell’amore supremo che egli ci insegna.  
Dio è Amore. Colui che professa quest’amore e lo mette in pratica fa già parte della grande famiglia di Cristo, del suo regno sulla terra, regno che sta per annunciare e costruire con il suo insegnamento e con il suo esempio, Vangelo vivo.  
Gesù non rinnega allora la famiglia, ma la ingrandisce, l’allarga. Di qui l’importanza del secondo elemento della sua affermazione: “e la mettono in pratica”, in cui si riferisce a coloro che traducono la parola di Dio in atti, che la vivono quotidianamente, costruendo giorno dopo giorno il regno di Dio, la cui legge fondamentale è l’amore.  
L’amore non può allora essere un mero slogan di qualche ideologia, né una teoria bella ma senza realtà. L’amore è vita. Grazie all’amore ogni vita comincia, cresce, si arricchisce e si compie. San Paolo, più tardi, avrebbe celebrato la gloria dell’amore.
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La Liturgia di Lunedi 24 Settembre 2018

23/9/2018

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24.9.2018 - Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo  
hai posto il fondamento di tutta la legge,  
fa’ che osservando i tuoi comandamenti  
meritiamo di entrare nella vita eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 3,27-34)
Il Signore ha in orrore il perverso.

Dal libro dei Proverbi

Figlio mio:
non negare un bene a chi ne ha il diritto,
se hai la possibilità di farlo.
Non dire al tuo prossimo:
«Va’, ripassa, te lo darò domani»,
se tu possiedi ciò che ti chiede.
Non tramare il male contro il tuo prossimo,
mentre egli dimora fiducioso presso di te.
Non litigare senza motivo con nessuno,
se non ti ha fatto nulla di male.
Non invidiare l’uomo violento 
e non irritarti per tutti i suoi successi,
perché il Signore ha in orrore il perverso,
mentre la sua amicizia è per i giusti.
La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio,
mentre egli benedice la dimora dei giusti.
Dei beffardi egli si fa beffe
e agli umili concede la sua benevolenza.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 14)
Rit: Il giusto abiterà sulla tua santa montagna, Signore.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore, 
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

VANGELO (Lc 8,16-18) 
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla: 
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Parola del Signore

Commento
Luce. Parola semplice, parola meravigliosa. Per ognuno di noi è una parola carica di ricordi... Il lampo nella notte fa paura, i primi raggi del sole all’alba ridanno coraggio e speranza. C’è forse uno spettacolo più bello, un momento più esaltante di quando si raggiunge la cima di una montagna mentre spunta il sole?  
Come ogni avvenimento importante anche questo è preceduto da alcune prove. Dapprima la notte, una notte buia e fredda, a volte glaciale, resa ancora più penosa dai venti. Il momento tanto atteso tarda a giungere, bisogna aspettare, bisogna saper aspettare. Mentre le stelle sbiadiscono lentamente, l’orizzonte lontano si copre dolcemente di un alone chiaro, che si fa rosa col passare del tempo. Il momento atteso arriva, infine, quando una riga rossa sottile si staglia nel cielo e si ingrandisce a vista d’occhio verso l’est. Si leva il giorno.  
La luce della fede, questa luce preziosa, si accende nelle nostre anime allo stesso modo, se sappiamo aspettarla, sollecitarla con la preghiera. E la grazia segue la luce, la luce diventa grazia. Dio è presente.  
Con il battesimo noi abbiamo ricevuto questa piccola luce nel nostro cuore, nell’intimo della nostra anima. Ma può capitare che, col passare degli anni, la fiamma di questa piccola torcia diminuisca e tenda a spegnersi. Dobbiamo allora fare molta attenzione, vegliare e non accettare che si spenga definitivamente. Dobbiamo ravvivarla e conservarla sempre al centro della nostra vita in balia di dubbi e domande. Dobbiamo proteggerla e tenerla sempre accesa affinché possa illuminarci, guidarci nelle nostre scelte, nelle nostre decisioni o nelle nostre azioni, ed inondi tutta la nostra vita.  
Dobbiamo proteggerla e tenerla sempre accesa affinché la nostra vita sia essa stessa una luce per tutti quelli che incontriamo e che, come noi, cercano Cristo, fonte di ogni vera luce grazie al suo Amore infinito.
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La Liturgia di Domenica 23 Settembre 2018

21/9/2018

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XXV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
COME BAMBINI

Domenica scorsa abbiamo riflettuto sul primo annuncio della passione di Gesù. Oggi Gesù ne fa un altro. Perché un secondo annuncio? Beh, è molto semplice: perché il primo non aveva funzionato. Fu parecchio difficile per i suoi discepoli accettare che Gesù fosse così e non come loro speravano che lui fosse.

Il vangelo dice: "Partirono di là e attraversarono la Galilea, ma non voleva che alcuno lo sapesse, perché istruiva i suoi discepoli" (Mc 9,30-31).
Gesù di nuovo è in incognito: non vuole che si sappia che ci sia. L'abbiamo visto altre volte: Gesù si nasconde da problemi (gli scribi e i farisei), dalla gente (che gli sottrae tempo) e si concentra sugli apostoli (ha bisogno di tempo per formarli).
Formare il gruppo, lo staff, l'equipe, la squadra, è decisivo per compiere una qualsiasi cosa. Avete presente il calcio: tu puoi avere Messi, Ibrahimovic, Cristiano Ronaldo, ma se non c'è una squadra che li supporta, non serve a nulla. E' così anche per un capo, per un maestro, per una grande mente: è avere e formare una squadra vincente che ti permetterà di ottenere i risultati che speri. Se non hai una buona squadra puoi essere bravo quanto vuoi ma non vai da nessuna parte. E Gesù lo sa.
Gesù era un leader ma sapeva anche lui che da solo il suo messaggio non sarebbe continuato. Per questo forma un gruppo, di volontari, di appassionati, di gente libera, di gente che lo segue perché coinvolta, "presa", appassionata.
E poiché sa che la squadra è il fattore decisivo perché il leader, il fuoriclasse riesca ad esprimersi e a fare la differenza, Gesù dedica tempo e formazione proprio a questo. Saranno loro che lo aiuteranno e continueranno la sua missione.
Lo si vede molto bene: Gesù non è uno sprovveduto, e ad un certo punto, quando capisce che lui rischia, che morto lui tutto finisce, dall'esterno (miracoli, pranzi, parabole, moltitudini, ecc.) Gesù si concentra all'interno (forma il suo team: gli apostoli).
Gesù parla agli apostoli e gli dice: "Il Figlio dell'uomo sarà consegnato nelle mani di certi uomini e lo uccideranno; tuttavia, anche se lo uccideranno, dopo tre giorni risorgerà" (Mc. 9,31).
Cos'ha di diverso questo annuncio rispetto al primo? Se vi ricordate nel primo annuncio Gesù diceva: "Il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi" (Mc 8,31). Era tutta gente ebrea.
Ma qui Gesù non parla di loro, parla di "uomini". Gesù lo ha già visto: dapprima lo hanno rifiutato i suoi familiari (Mc 3,20-21), poi i suoi paesani (Mc 6,1-6), poi le autorità religiose (Mc 7,1; 3,6): è tutta gente ebrea, ma la storia è sempre la stessa. Perché quando Gesù andrà dai pagani sarà la stessa cosa: qualcuno gli crederà ma molti lo rifiuteranno anche lì (Mc 5,17).
Gesù di nuovo qui dice: "Il Figlio dell'uomo" (Mc 9,31). Figlio dell'uomo vuol dire il modello di umanità. Lui porta la vera umanità, la vita vera. E tutti quelli che non la vogliono lo attaccheranno e cercheranno di eliminarlo.
Non puoi pensare di non avere nemici. Non puoi pensare di essere accettato da tutti. Non puoi cambiare la testa a tutti gli altri. E' una guerra inutile: hai già perso. Puoi però accettare di avere dei nemici... e che puoi vivere bene lo stesso.

Dopo il secondo annuncio, tristemente Marco dice: "Ma essi non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazione" (Mc. 9,32).
Non chiedono perché non vogliono capire, perché stanno intuendo che Gesù intende la sua novità del vangelo in maniera completamente diversa da come loro la intendono.
Loro pensano ad una grande nazione, con a capo Gesù, ad un forte esercito (loro ministri degli esteri e degli interni), ad armi e potere. Loro sperano che Gesù sia il nuovo Davide e che restaurerà l'antico regno.
Ma Gesù non è nulla di tutto questo. Lui è il Figlio dell'uomo: solidarietà, perdono, amore, tenerezza, compassione per tutti, servizio, non violenza.

Arrivano a Cafarnao e Gesù chiede loro: "Ma di che cosa stavate discutendo lungo la via?" (Mc 9,33).
Visto che loro non parlano a Gesù è Gesù che parla a loro.
La via è la strada verso Gerusalemme: Gesù ha deciso, là deve andare e là andrà.
Questo vuol dire che non hanno fatto parte Gesù del loro discorso. Camminava insieme a loro ma loro lo hanno escluso dai loro discorsi, tant'è vero che lui non sa di cosa stessero parlando.
E Mc fa capire abilmente quanto lontani siano Gesù e i discepoli, infatti dice: "Quando (Gesù) fu in casa" (Mc 9,33). E loro dov'erano? Parlava da solo Gesù? No, ovvio. Certo che tutti sono entrati, solo che Mc fa capire che Gesù è dentro mentre loro sono fuori, da un'altra parte. Loro sono da un'altra parte: non comprendono affatto quello che Gesù dice.

Qui si coglie un particolare bellissimo di Gesù. I discepoli hanno parlato di chi è il più grande. Avevano già sentito Gesù dire: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mc 9,34), ma non avevano capito. Gesù però non sa di cosa hanno parlato.
Quindi quando si avvicina, Gesù pensa positivo e chiede: "Di che cosa stavate discutendo" (Mc 9,33). Lui pensa che abbiano parlato di qualcosa di interessante, di profondo. Lui è positivo.
Il verbo di Gesù, infatti, non è "discutere" ma dialoghizo, cioè dialogare, parlare. Loro sì che invece hanno discusso (dialego=discutere, disputare)!
Ognuno vedrà gli altri secondo i suoi occhi.
Gesù che ha l'amore dentro pensa e vede positivo. Loro hanno dentro l'ambizione, il successo, la gloria e non possono che vedere questo.

E, dice il vangelo, essi tacevano (Mc 9,34). Qui c'è il silenzio dell'imbarazzo.
Gli apostoli pensano una cosa, Gesù un'altra e poiché hanno discusso di ciò che lui rifiuta, adesso nessuno dice niente. Nessuno, infatti, dice di che cosa stavano parlando. E' Mc, l'evangelista, che ce lo dice ma non loro: "Avevano discusso tra loro chi fosse il più grande" (Mc 9,34).
Quando si discute su chi è "più grande, migliore", inevitabilmente si va in competizione e ci si mette uno contro l'altro.
Poiché se uno manca di autostima si sente sempre inferiore rispetto agli altri: se gli altri vincono è perché "hanno imbrogliato"; se gli altri riescono è perché "sono fortunati"; se gli altri vincono, loro però sono stati i "più onesti"; se gli altri riescono è perché sono "raccomandati". E visto che lui non riesce ad innalzarsi, si cercherà, giudicando, di abbassare gli altri. Gli altri avranno sempre qualcosa che non va. Sempre.

Mc dice: "Gesù chiamò i Dodici" (Mc 9,35). Ma non erano lì con lui? Quanto grande poteva essere la casa da doverli chiamare. Perché li deve chiamare? Li deve chiamare perché loro vanno per un'altra strada e non per la sua.
Avrebbe potuto arrabbiarsi con loro: "Ma voi non capite proprio niente!". E, invece, Gesù si siede e riparte. Dà loro una nuova opportunità. Non è come noi che a volte diciamo: "Te lo dico una volta e poi basta!". Lui sa che tutto si impara con calma e pazientemente.

E poi: "Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti" (Mc 9,35).
Loro avevano parlato di "essere il più grande" (Mc 9,34). Gesù di "essere il primo" (Mc 9,35).
Mentre per gli apostoli "il più grande" è più degli altri, per Gesù il primo non è più di nessuno. Di "più grande" ce ne può essere solo uno (esclusivo) ma tutti possiamo essere al primo posto. Infatti per lui il primo è il servo di tutti (Mc 9,36). Servo è diaconos non dulos, schiavo.
Il diacono è colui che volontariamente (lo schiavo no: a lui gli tocca!) si mette a servizio degli altri, di tutti. Allora: se tu sei disponibile a servire tutti vuol dire che non consideri nessuno sopra di te ma tutti come te.
Servo non vuol dire, come a volte c'è stato fatto credere, servilismo o che dobbiamo morire, distruggerci, esaurirci per gli altri. Servo vuol dire solo che non domino sugli altri (come invece pensavano gli apostoli), che non mi sento superiore a loro.
Servo non vuol dire che siamo inutili, che dobbiamo umiliarci, obbedire, stare zitti. Vuol dire solo che nessuno è sotto di noi perché noi non siamo sopra a nessuno. E viceversa nessuno è sotto di noi perché noi, per Dio, non siamo inferiori a nessuno.

E che fa Gesù? Prende un bambino, lo pone in mezzo e lo abbraccia (Mc 9,36).
E uno si chiede: ma questo bambino da dove salta fuori? Mc è sottile: gli apostoli li deve chiamare, il bambino no, è già lì, perché lui è "vicino" a Gesù.
Ma perché un bambino? Per noi il bambino è il simbolo della tenerezza, dell'amore, della vulnerabilità (e ci sta tutto questo). Ma dobbiamo contestualizzare la figura del bambino al tempo di Gesù.
Un bambino a quel tempo non contava nulla perché non aveva potere su nulla. Il bambino in quella società non dominava né comandava nessuno. Lui non aveva potere. "Così dovete essere, dice Gesù, bambini (non infantili!). Cioè: non usate il potere con nessuno". E poi Gesù si identifica con il bambino, cioè con l'uomo senza potere: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me e colui che mi ha mandato" (Mc 9,37).

Qual è allora il vero potere? Il vero potere è non avere potere, come il bambino.
Il vero potere è l'amore perché l'amore non ha potere. Se ha potere è dominazione.
Potere è gestire gli altri; tenerli in pugno, farli girare attorno a sé.
Potere è far sentire in colpa perché così si tiene legato l'altro a sé e lo si manipola.
Quando dico "no" a qualcuno che vuole (pretende) il mio ascolto e il mio aiuto, a volte le persone mi dicono: "Per gli altri sì che hai tempo... sarebbe la tua missione questa... e che sei prete!". Stanno tentando di estorcermi, con il senso di colpa, ciò che loro vogliono.
Potere è fare silenzio. Allora l'altro non sa cosa io voglio, penso, decido, vivo e io lo tengo in pugno.
Ci sono tanti modi per utilizzare il proprio potere e far fare agli altri quello che si vuole: fare il broncio, alzare la voce, avere una crisi di nervi, manipolare, sedurre, cercare di avere sempre ragione, minacciare l'altro.
Lo si può fare con il pianto.
Potere è fare la vittima.
Potere è pretendere senza chiedere.
Potere è sminuire l'altro: sottolineo la tua incapacità e mi metto sopra un piedistallo. T
Il potere ha tante forme e tanti volti e spesso non li riconosciamo.
Uso il mio potere non verso di te, non per farti fare quello che voglio io. Perché so che il potere usato verso di te è solo dominazione e manipolazione.
Uso il mio potere per me, per fare della mia vita ciò che desidero. Perché il potere non usato verso di me è solo giustificazione e delega.

L'amore vero, quello che dà pace e pienezza, l'amore di Gesù, è amare senza potere.
Un giorno il discepolo chiese al maestro la differenza fra il potere e l'amore. Il maestro rispose: "Il potere vuole che tutto ciò che esista, esista per sé. L'amore vuole che tutto ciò che esista, esista in sé".
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo  
hai posto il fondamento di tutta la legge,  
fa’ che osservando i tuoi comandamenti  
meritiamo di entrare nella vita eterna.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, Padre di tutti gli uomini,  
tu vuoi che gli ultimi siano i primi  
e fai di un fanciullo la misura del tuo regno;  
donaci la sapienza che viene dall’alto,  
perché accogliamo la parola del tuo Figlio  
e comprendiamo che davanti a te  
il più grande è colui che serve.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sap 2,12.17-20)
Condanniamo il giusto a una morte infamante.

Dal libro della Sapienza

[Dissero gli empi:]
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.

Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà». 

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 53)
Rit: Il Signore sostiene la mia vita.

Dio, per il tuo nome salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Poiché stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita;
non pongono Dio davanti ai loro occhi.

Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
Ti offrirò un sacrificio spontaneo,
loderò il tuo nome, Signore, perché è buono.

SECONDA LETTURA (Giac 3,16-4,3) 
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia. 

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. 

Parola di Dio

VANGELO (Mc 9,30-37) 
Il Figlio dell’uomo viene consegnato… Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Servire è la parola che, da sola, può riassumere tutta la vita di Gesù. Egli si è messo a servizio di tutti gli uomini fino al dono della vita. Chiediamo nella preghiera la capacità di imitarlo in questo fondamentale stile di vita. 
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

1. Per la Chiesa: sia nel mondo serva e povera come Gesù, vicina a tutte le vittime dell'ingiustizia e accogliente verso i loro bisogni, preghiamo. 
2. Per i perseguitati, i piccoli e gli oppressi: siano al centro delle politiche economiche, perché la priorità vada sempre data alla cura della persona, preghiamo. 
3. Per coloro che si arricchiscono vendendo armi e alimentando guerra, vendetta e odio: Dio tocchi loro il cuore prima che procurino altro male all'umanità, preghiamo. 
4. Per la nostra comunità cristiana: sia il luogo dell'ascolto reciproco e del servizio verso tutti, senza preferenze o distinzioni, e sappia educare e stimolare al servizio, preghiamo.

O Padre, noi ti invochiamo con umiltà e fiducia: aiutaci a confidare non nella grandezza, o negli onori o nella forza, ma nella gioia di servire i nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.
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La Liturgia di Sabato 22 Settembre 2018

21/9/2018

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22.9.2018 - Sabato della XXIV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, che hai creato e governi l’universo,  
fa’ che sperimentiamo la potenza della tua misericordia,  
per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Cor 15,35-37.42-49)
È seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, qualcuno dirà: «Come risorgono i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. Quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un semplice chicco di grano o di altro genere. Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale.
Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 55)
Rit: Camminerò davanti a Dio nella luce dei viventi.

Si ritireranno i miei nemici,
nel giorno in cui ti avrò invocato;
questo io so: che Dio è per me. 

In Dio, di cui lodo la parola,
nel Signore, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo? 

Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto:
ti renderò azioni di grazie,
perché hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei piedi dalla caduta.

VANGELO (Lc 8,4-15) 
Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che custodiscono la Parola e producono frutto con perseveranza. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Parola del Signore

Commento
Dio continua a seminare con abbondanza la sua Parola nelle nostre vite, col gesto ampio e generoso del seminatore della parabola. È un seme, la Parola, se non viene accolto e coltivato secca nella terra o fra le pietre. Non basta ascoltare per farla germogliare ma occorre coltivarla, capirla, studiarla, amarla, meditarla, pregarla. Una volta attecchita, la Parola può incorrere in diversi pericoli. Il primo è il fatto di essere semplicemente portata via dall'avversario. È una lotta anche solo ricordarsi qual era il Vangelo della scorsa domenica! Ma i pericoli sono molti: le troppe cose da fare, le preoccupazioni, possono impedirci di dedicarle il tempo necessario o possono farcela mettere in secondo piano, come se non avesse nulla a che vedere con le nostre vite. Se però perseveriamo con costanza, facendoci aiutare, celebrando la Parola alla domenica, ritagliandoci magari un incontro d'ogni tanto per meditarla, allora porta frutto. Ma qual è il terreno che porta frutto? Credo lo sia chi si è riconosciuto nei primi terreni infruttuosi, chi con umiltà, ha ammesso di dedicare poco tempo e poca attenzione alla meditazione della Parola.

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a sera
MESSA PREFESTIVA della
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO B - RITO ROMANO
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