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La Liturgia di Mercoledi 01 Febbraio 2017

31/1/2017

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FEBBRAIO
Mese dedicato allo Spirito Santo

Lo Spirito Santo è Dio, è l'Amore del Padre e del Figlio, è la terza persona della Santissima Trinità, è il dono più prezioso che possiamo chiedere al Padre. Quando lo Spirito Santo scende in un'anima e la mette in preghiera, questa si riempie di pace e gioia ineffabili.

" Senza lo Spirito Santo siamo come una pietra della strada. Prendete una spugna imbevuta d'acqua e nell'altra un sasso; premeteli ugualmente; dal sasso uscirà niente e dalla spugna si vedrà uscire acqua in abbondanza. La spugna è l'anima riempita di Spirito Santo, e la pietra è il cuore freddo e duro dove non abita lo Spirito Santo".  S. Giovanni Maria Vianney

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1.2.2017 - Mercoledì della IV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
Dio grande e misericordioso,  
concedi a noi tuoi fedeli  
di adorarti con tutta l’anima  
e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo.  
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Eb 12,4-7.11-15)
Il Signore corregge colui che egli ama.

Fratelli, non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 102)
Rit: L’amore del Signore è da sempre.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. 

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere. 

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza.

VANGELO (Mc 6,1-6) 
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Commento
È un rincorrersi di meraviglie e di stupori il vangelo di oggi. Si meraviglia la folla per l'eloquenza di Gesù. Si meravigliano alcuni concittadini perché Gesù, il figlio di Giuseppe, fa il predicatore senza avere il patentino. Si meraviglia il Signore della loro incredulità. Nella vita ci possiamo stupire per cose positive, per eventi che ci cambiano l'orizzonte, per alcune scoperte, come la fede, che ci mettono letteralmente le ali. Ma, purtroppo, ci possiamo anche stupire per le cose negative, infarciti dai nostri pregiudizi. Gesù non è sufficientemente qualificato per dire le cose che stupiscono! E invece di guardare la luna, gli sciocchi di sempre guardano il dito che la indica. Anche noi, purtroppo, a volte ci fermiamo all'apparenza della Chiesa e di chi parla del vangelo. Invece di ascoltare con stupore la buona notizia, ci lasciamo turbare dalle inevitabili incoerenze che talora accompagnano l'annuncio. Stupiamoci, oggi, per le tante cose belle che ci circondano e che riconosciamo come immenso segno della bontà di Dio. E che Dio non abbia a stupirsi, oggi, della nostra incredulità, della nostra poca fede. Perché Dio non è quasi mai come ce lo immaginiamo.
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La Liturgia di Martedi 31 Gennaio 2017

30/1/2017

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31.1.2017 - San Giovanni Bosco
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”.

Colletta
O Dio, che in san Giovanni Bosco  
hai dato alla tua Chiesa  
un padre e un maestro dei giovani,  
suscita anche in noi la stessa fiamma di carità  
a servizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 12,1-4)
Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti.

Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. 
Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. 
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 21)
Rit: Ti loderanno, Signore, quelli che ti cercano.

Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno 
tutte le famiglie dei popoli. 

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.

Lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».

VANGELO (Mc 5,21-43) 
Fanciulla, io ti dico: Alzati!. 

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Commento
Qualche tempo fa il filosofo Cacciari scrisse un interessante articolo sul sorriso di Gesù. Siamo reduci da molte riflessioni che hanno sottolineato l'aspetto salvifico e redentivo del Maestro, la forza delle sue parole e il suo impegno portato fino alla morte. Insomma: la fede ha molto a che fare con l'aspetto serioso della vita. Eppure in quell'articolo, giustamente, il filosofo notava che non si può raccontare un vangelo, una buona notizia, senza essere almeno di buon umore. L'unica volta, nel nuovo Testamento, è in questo racconto ed il ridere di cui si parla ha una accezione orribile: i famigliari che si sono radunati per piangere la morte della figlia di Giairo si lasciano andare ad un riso sguaiato, sarcastico che ne rivela la piccineria (come si può passare così rapidamente dalle lacrime al riso?). Non così l'atteggiamento di Gesù che prende a cuore le sorti di Giairo e dell'emorroissa. Tutta la sua azione è un inno alla vita, una delicata tessitura di sguardi e sorrisi, di intese e di complicità. Non capiscono gli apostoli che contestano la pretesa di Gesù di sapere chi l'abbia toccato. Non capiscono i famigliari di Giairo che hanno già indossato la maschera del lutto. Chi non sa sorridere alla vita non può vedere il sorriso di Dio.
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La Liturgia di Lunedi 30 Gennaio 2017

29/1/2017

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30.1.2017 - Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
Dio grande e misericordioso,  
concedi a noi tuoi fedeli  
di adorarti con tutta l’anima  
e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo.  
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Eb 11,32-40)
Per fede conquistarono regni. Dio per noi aveva predisposto qualcosa di meglio.

Fratelli, che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuèle e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. 
Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 30)
Rit: Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia.

Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dai litigi delle lingue.

Benedetto il Signore,
che per me ha fatto meraviglie di grazia
in una città fortificata.

Io dicevo, nel mio sgomento:
«Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.

Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.

VANGELO (Mc 5,1-20) 
Esci, spirito impuro, da quest’uomo. 

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. 
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. 
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. 
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. 
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Commento
Vive fra i sepolcri, l'indemoniato. Nulla gli dà pace, nessuno riesce a tenerlo fermo: urla e grida, si percuote con le pietre, si fa del male. Come se Marco ci facesse capire che l'autolesionismo è di origine malvagia, demoniaca, che l'accusarsi di ogni nefandezza non fa piacere a Dio e ci sprofonda nell'abisso. Quante ne conosco di persone così! Sempre irrequiete e insoddisfatte di ciò che sono, della propria vita, delle proprie scelte. E alcune, purtroppo, pensano di far piacere a Dio comportandosi in quel modo! Confondono depressione con umiltà, poco consapevoli della propria concreta situazione, preferiscono farsi travolgere dai sensi di colpa piuttosto che guardare oggettivamente i propri pregi e difetti. Il Signore ci libera da una visione piccina e meschina di noi stessi, non siamo i giganti dei nostri sogni, né i nani delle nostre paure, ma uomini e donne che, scoprendosi discepoli, in cammino, in crescita, vedono loro stessi alla luce dello sguardo di Dio. Il Signore ci libera nel profondo, ci aiuta e vedere la realtà dalla parte di Dio. Certo: farlo richiede fatica, uscire da se stessi, lasciar andare (affogare) la miriade di pensieri negativi che rischiano di schiacciarci.
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La Liturgia di Domenica 29 Gennaio 2017

27/1/2017

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IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
BEATI NOI

Pare che il Mahatma Gandhi considerasse il discorso della montagna di Matteo come la pagina più illuminante della letteratura mondiale. Una pagina che ha ispirato molte persone, nella storia, e che, a ragione, è considerata la Carta Costituzionale del Regno di Dio. Un discorso che Gesù pronuncia sulle sponde del lago di Tiberiade, a Nord, in Galilea, non lontano dalla casa dei suoi famigliari a Nazareth e da Cafarnao. Un discorso in cui Matteo cerca di sintetizzare gran parte della dottrina del Nazareno, proponendolo come un nuovo Mosè che dalla montagna, in realtà una collina, consegna le "nuove" tavole della Legge. E il discorso della montagna inizia con le Beatitudini (Mt 5,1-10), un testo poco conosciuto, ahimé, dagli stessi cristiani e ancora meno capito...
Otto affermazioni che sono delle scudisciate, otto asserzioni che, se prese sul serio, ribaltano le nostre prospettive, sconvolgono le nostre (poche) certezze. Forse per questo sono quasi del tutto ignorate!

Beati gli iellati
Gesù indica apoditticamente in cosa consiste la felicità, il senso della vita, la piena realizzazione. Era l'ora, finalmente!
Ma ad una prima lettura si resta spiazzati da ciò che riporta Matteo.
Gesù sembra esaltare la povertà, il pianto, la rassegnazione, la persecuzione...
Ma come? Gesù conferma la terribile impressione che danno molti cristiani di essere delle anime sofferenti e piagnucolose? Gesù avvalora l'idea della vita come di una concatenazione di disgrazie e di un cristianesimo dolorante e crocefisso? Torniamo al cliché del cristianesimo come religione che esalta la sofferenza come strumento di espiazione?
No, fidatevi.
Gesù propone, in realtà, una autentica rivoluzione interiore.

Beati
- Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Cioè beati quelli che sono consapevoli della loro povertà interiore, del limite che portiamo scolpito nel cuore e che, perciò, cercano altrove, cercano il senso. Ma anche beati coloro che vivono con un cuore semplice, essenziale, trasparente. Beati perché, anche se non se ne accorgono, lasciano Dio regnare in loro.
- Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati coloro che, pur essendo nella sofferenza, sanno volgere lo sguardo oltre l'orizzonte, al Dio che fa compagnia, che con-sola, che sta con chi è solo. Beato chi sa che la vita è inserita in un grande progetto e che se anche la singola vicenda umana può essere avvilente, può essere sconfitta, il grande progetto di Dio avanza. Beato chi scopre che la vita è preziosa agli occhi di Dio, che nessun uomo, mai, è solo e abbandonato, che anche i capelli del nostro capo sono contati (Mt 10,30) e le lacrime raccolte (Sal 56,9), perché il Dio di Gesù protegge i passeri che si vendono per due spiccioli (Lc 12,6). La sofferenza, allora, non è la parola definitiva della vita.
- Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che non cedono alla violenza che portano in loro stessi, che vedono il lato positivo delle persone, che credono nella redenzione dell'uomo. Anche se all'apparenza vincono i malvagi, la storia vera, quella di Dio, passa attraverso le persone che hanno imitato Dio nella sua mitezza compassionevole.
- Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati quelli che non si arrendono all'ingiustizia, che sanno mettersi in gioco, che sono autentici e sinceri, che portano il peso delle loro scelte e dei loro sbagli. Beati quelli che non cedono alla seduzione del compromesso, dell'astuzia malevola, del basso profilo.
- Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati quelli che, come Dio, guardano alla miseria col cuore, che non giudicano sé e gli altri impietosamente, che chiedono responsabilità e coerenza ma che non fanno della giustizia un idolo. Se giudicano gli altri con verità e compassione troveranno verità e compassione per loro stessi.
- Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che hanno uno sguardo trasparente, che non sono ambigui, che non hanno malizia, che non vedono sempre e solo il negativo, che non passano il tempo a sottolineare l'ombra degli altri per attenuare la propria, la loro purezza diventa una trasparenza da cui poter accedere a Dio.
- Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati quelli che scommettono sulla pace, che sono pacifisti perché pacificati, che non fanno della razza, del paese, della propria religione un idolo. Beati quelli che non solo parlano di pace, ma che la pace la costruiscono giorno per giorno con le loro azioni.
- Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Beati quelli che si assumono le proprie responsabilità, che non scaricano sugli altri, che hanno il coraggio di pagare fino in fondo le proprie scelte, e anche i propri errori. Beati i discepoli che non rinnegano la loro fede per paura.

Ci sto
Mi convince questa logica. Fatico a viverla, sinceramente, ma ci credo.
Gesù per primo l'ha vissuta, Gesù per primo, coerentemente, ha mostrato che è possibile vivere, sostenuti dallo Spirito, nella logica di Dio.
E di questi tempi, su questa nave che sta affondando, fatta di insulti e di arroganza, di minimalismo etico e di faciloneria morale, Dio solo sa di quanti discepoli che tentano di vivere le beatitudini ci sia bisogno..
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LETTURE DELLA DOMENICA
Colletta
Dio grande e misericordioso,  
concedi a noi tuoi fedeli  
di adorarti con tutta l’anima  
e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo.  
Egli è Dio, e vive e regna con te...  

oppure:
Colletta  
O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili  
la gioia del tuo regno,  
fa’ che la Chiesa  
non si lasci sedurre dalle potenze del mondo,  
ma a somiglianza dei piccoli del Vangelo,  
segua con fiducia il suo sposo e Signore,  
per sperimentare la forza del tuo Spirito.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sof 2,3; 3,12-13)
Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero.

Cercate il Signore
voi tutti, poveri della terra,
che eseguite i suoi ordini,
cercate la giustizia,
cercate l’umiltà;
forse potrete trovarvi al riparo
nel giorno dell’ira del Signore.
«Lascerò in mezzo a te
un popolo umile e povero».
Confiderà nel nome del Signore
il resto d’Israele.
Non commetteranno più iniquità
e non proferiranno menzogna;
non si troverà più nella loro bocca
una lingua fraudolenta.
Potranno pascolare e riposare
senza che alcuno li molesti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Beati i poveri in spirito.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.    

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,26-31) 
Dio ha scelto ciò che è debole per il mondo. 

Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. 
Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. 
Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore.

VANGELO (Mt 5,1-12) 
Beati i poveri in spirito. 

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»
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La Liturgia di Sabato 28 Gennaio 2017

27/1/2017

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28.1.2017 - San Tommaso d'Aquino Sacerdote e dottore della Chiesa
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Domenicano (1244), formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, e divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre ‘Summa’ la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull’indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti. (Mess. Rom.)

Colletta
O Dio, che in san Tommaso d’Aquino  
hai dato alla tua Chiesa  
un modello sublime di santità e di dottrina,  
donaci la luce per comprendere i suoi insegnamenti  
e la forza per imitare i suoi esempi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 11,1-2.8-19)
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

SALMO RESPONSORIALE (Lc 1,68-75)
Rit: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. 

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. 

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

VANGELO (Mc 4,35-41) 
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono? 

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Commento
Prendiamolo così com'è, il Signore, anche se non lo capiamo, anche se ci mette continuamente in crisi, anche se le sue parole sono troppo taglienti. Prendiamolo a bordo, come hanno saputo fare i discepoli e così, durante le tempeste della nostra vita, ci accorgeremo di quanto egli sia presente, anche se pare che dorma. Quanto è doloroso il sonno di Dio! Quanto ci spaventa e ci inquieta! Eppure, nella vita, interiore, succede di passare dei tempi, e dei lunghi tempi, talvolta, senza percepire la sua presenza, afflitti, scoraggiati persi, con la barca ormai piena d'acqua. Animo, fratello che sperimenti il silenzio di Dio! Coraggio, sorella che sperimenti l'abbandono e la disperazione! Anche se Dio pare lontano, anche se sembra indifferente o, peggio, cinico e crudele, egli è il presente. Discreto, silenzioso, immobile, ma presente. Paolo stesso sperimenterà, alla fine della sua vita, il silenzio di Dio. Attraverso il rifiuto e l'abbandono della comunità di Roma, che Paolo raggiunge nel momento della persecuzione, Paolo sperimenta in sé la spogliazione interiore e si dichiara pronto a morire come il suo Gesù, nella dimenticanza di tutti.
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a sera
MESSA PREFESTIVA della 
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ANNO A - RITO ROMANO
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La Liturgia di Venerdi 27 Gennaio 2017

26/1/2017

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27.1.2017 - Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
guida i nostri atti secondo la tua volontà,  
perché nel nome del tuo diletto Figlio  
portiamo frutti generosi di opere buone.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 10,32-39)
Avete dovuto sopportare una lotta grande. Non abbandonate dunque la vostra franchezza.

Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi. 
Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso.
Ancora un poco, infatti, un poco appena, 
e colui che deve venire, verrà e non tarderà. 
Il mio giusto per fede vivrà; 
ma se cede, non porrò in lui il mio amore.
Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 36)
Rit: La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore. 

Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno. 

Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via.
Se egli cade, non rimane a terra,
perché il Signore sostiene la sua mano. 

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.

VANGELO (Mc 4,26-34) 
L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Commento
Si parla di semi, oggi, per parlare di Dio e di Regno, di vita interiore e di dinamiche spirituali. Grande Gesù: di fronte a sé aveva uomini e donne abituati a veder crescere una spiga, un arbusto, che sapevano bene la fatica di arare la dura terra della Giudea o ammirare la terra feconda di Galilea. Più difficile per noi, abituati all'asfalto e al bitume, a timidi e depressi alberi a segnare i grandi viali delle nostre città. E l'invito di Gesù, oggi, è quello, dopo avere accolto il seme della Parola che il seminatore semina a piene mani, a lasciar fare alla Parola il proprio corso, senza ansie, senza fretta, senza eccessive preoccupazioni. Difficile a farsi, in questi nostri giorni segnati dal tempo incalzante. Difficile non cedere alla tentazione di monitorare continuamente la nostra vita, di valutarla, di porci degli obiettivi e fare dei business plan anche in parrocchia. L'invito di Gesù è chiaro: guardate alla pazienza del contadino. E, contro il rischio sempre serpeggiante del trionfalismo e del gigantismo, Gesù invita noi, la sua Chiesa a entrare nella logica dei piccoli gesti, dei piccoli numeri, come sa fare l'albero di senapa. E come ha fatto san Paolo che, occupandosi di poche comunità e scrivendo loro dei consigli, ha nutrito generazioni e generazioni di credenti...
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La Liturgia di Giovedi 26 Gennaio 2017

25/1/2017

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26.1.2017 - Santi Timoteo e Tito
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Timoteo
, di padre pagano e di madre ebreo-cristiana, Eunice, fu discepolo e collaboratore di san Paolo e da lui preposto alla comunità ecclesiale di Efeso.
Tito, anch’egli compagno di san Paolo nell’attività missionaria, fu posto alla guida della Chiesa di Creta.
I due discepoli sono destinatari di tre lettere «pastorali» dell’apostolo, che fanno intravedere i primi lineamenti dei ministeri nella Chiesa. 


Colletta
O Dio, nostro Padre,  
che hai formato alla scuola degli Apostoli  
i santi vescovi Timoteo e Tito,  
concedi anche a noi per loro intercessione  
di vivere in questo mondo  
con giustizia e con amore di figli,  
per giungere alla gloria del tuo regno.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Tm 1,1-8)
Mi ricordo della tua schietta fede.

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, a Timòteo, figlio carissimo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.
Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te.
Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. 

oppure:
PRIMA LETTURA (Tit 1,1-5) 
A Tito, mio vero figlio nella medesima fede.

Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. 

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. 

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. 

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

VANGELO (Lc 10,1-9) 
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. 

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Commento
Ieri abbiamo celebrato la conversione di Paolo, oggi celebriamo i frutti di quella conversione: la santità di due suoi discepoli, Timoteo e Tito, destinatari di alcuni suoi scritti.

È frizzante la prima esperienza cristiana, colma di entusiasmi, di luci, di conversioni, di passione. Così la fede di Paolo contagia le comunità che incontra, le rianima, le orienta, le motiva. Dalle sue lettere impariamo a conoscere una Chiesa dinamica, in continua evoluzione, embrionale ma già definita, ancora in movimento ma già basata su alcuni principi che, bene o male, ritroviamo ancora oggi. Il "sì" di Paolo alla chiamata del Signore ha prodotto molti frutti, molta santità, molte conversioni. Il "sì" di Paolo ha suscitato il "sì" di molti altri, fra cui Tito e Timoteo. Il "sì" di questi due discepoli ha permesso al vangelo di giungere ad altri cuori, di convertire numerose altre vite. Se la nostra vita diventa un "no" all'azione di Dio, molti uomini e donne, attorno a noi, dopo di noi, non sentiranno parlare del Signore Gesù. Celebrare, oggi, il "sì" di due discepoli vissuti così lontani nel tempo, ci ricorda che la catena della fede è fatta di tanti piccoli anelli che si uniscono per giungere fino a noi. Facciamo diventare la nostra giornata, la nostra vita, un grande "sì" al Signore, perché molti altri, un giorno possano conoscere la gioia dell'appartenere a Cristo.
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La Liturgia di Mercoledi 25 Gennaio 2017

24/1/2017

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25.1.2017 - CONVERSIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO
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Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Bianco

La conversione di Paolo che siamo chiamati a celebrare e a vivere, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato. La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dive egli scopre il mistero della passione di Cristo che si rinnova nelle sue membra. Egli stesso perseguitato per Cristo dirà: ‘Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa’. Questa celebrazione, già presente in Italia nel sec. VIII, entrò nel calendario Romano sul finire del sec. X. Conclude in modo significativo la settimana dell’unità dei cristiani, ricordando che non c’è vero ecumenismo senza conversione (cfr Conc. Vat. II, Decreto sull’ecumenismo ‘Unitatis redintegratio’, 7). (Mess. Rom.)

Colletta
O Dio, che hai illuminato tutte le genti  
con la parola dell’apostolo Paolo,  
concedi anche a noi,  
che oggi ricordiamo la sua conversione,  
di essere testimoni della tua verità  
e di camminare sempre nella via del Vangelo.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 22,3-16)
Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù.

In quei giorni, Paolo disse al popolo: 
«Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.
Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti”. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.
Un certo Ananìa, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, venne da me, mi si accostò e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi. Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”».

oppure:
PRIMA LETTURA (At 9,1-22) 
Ti sarà detto ciò che devi fare.

In quei giorni, Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. 
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». 
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?».
Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

VANGELO (Mc 16,15-18) 
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. 

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: 
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Preghiera dei fedeli
Preghiamo con fiducia il Padre affinché tutti riconosciamo e apriamo le porte a Cristo salvatore. Diciamo insieme: Sii tu la nostra vita, Signore.
…
PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI
Perché i cristiani divisi si convertano all'unico Cristo che risana le ferite e annulla le separazioni, guidandoli alla piena comunione nella fede. 
…

Commento
Paolo è l'unico discepolo di cui non celebriamo solo la nascita o la morte, ma anche la conversione. Una conversione talmente importante per la Chiesa che i discepoli hanno deciso di porre a modello dell'inattesa e imprevedibile azione di Dio.

Quanto è inafferrabile Dio! Quanto sono distanti le sue vie dalle nostre! Quanto inattese le sue iniziative! Con una sola conversione è riuscito a cambiare il corso della storia e della Chiesa. L'idea geniale di convertire un fariseo zelante e teologicamente preparato come Paolo ha scardinato in un solo colpo molti pregiudizi: quelli dei farisei che continuavano a combattere i seguaci del Nazoreno che si fece Messia e quelli della nascente Chiesa che pensava, Giacomo in testa, di essere l'unica autorizzata a stabilire la strategia dell'annuncio. Paolo irrompe nel ridente e idilliaco quadro della Chiesa nascente come un elefante in una cristalleria. Sarà lui a forzare la mano dei pavidi apostoli, a spalancare il recinto asfittico e limitato del popolo di Israele per far diventare l'annuncio di Gesù una buona notizia per ogni uomo. Sarà lui a porre la discussione sulle prassi ebraiche confluite intatte nelle primitive comunità. Sarà lui a confrontarsi, anche aspramente, contro coloro che si arrogavano il diritto di essere gli unici depositari della verità di fede del vangelo. Ringraziamo il Signore per tanto senso dell'ironia e chiediamogli di inviarci ancora discepoli così destabilizzanti!
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La Liturgia di Martedi 24 Gennaio 2017

23/1/2017

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24.1.2017 - San Francesco di Sales Vescovo e Dottore della Chiesa
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Memoria di san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa: vero pastore di anime, ricondusse alla comunione cattolica moltissimi fratelli da essa separati, insegnò ai cristiani con i suoi scritti la devozione e l’amore di Dio e istituì, insieme a santa Giovanna di Chantal, l’Ordine della Visitazione; vivendo poi a Lione in umiltà, rese l’anima a Dio il 28 dicembre e fu sepolto in questo giorno ad Annecy.
(28 dicembre: A Lione in Francia, anniversario della morte di san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, la cui memoria si celebra il 24 gennaio nel giorno della sua deposizione ad Annecy). 


Colletta
O Dio, tu hai voluto  
che il santo vescovo Francesco di Sales  
si facesse tutto a tutti nella carità apostolica:  
concedi anche a noi di testimoniare sempre,  
nel servizio dei fratelli,  
la dolcezza del tuo amore.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 10,1-10)
Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.

Fratelli, la Legge, poiché possiede soltanto un’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici – sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno – coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

Ho annunciato la tua giustizia 
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, 
Signore, tu lo sai. 

Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho celato il tuo amore
e la tua fedeltà alla grande assemblea.

VANGELO (Mc 3,31-35) 
Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre. 

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Preghiera dei fedeli
Preghiamo con fiducia il Padre affinché tutti riconosciamo e apriamo le porte a Cristo salvatore. Diciamo insieme: Sii tu la nostra vita, Signore.
…
PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI
Perché i cristiani divisi si convertano all'unico Cristo che risana le ferite e annulla le separazioni, guidandoli alla piena comunione nella fede. 
…

Commento
Gesù cambia radicalmente il nostro approccio a Dio e svela le piccole e grandi contraddizioni che, spesso, caratterizzano gli uomini religiosi. Le sue parole, chiare, autorevoli, inequivocabili, ci costringono all'angolo delle nostre presunte certezze per schierarci accanto o contro di lui. E Gesù osa: chiama accanto a sé gli intoccabili, fa discepoli i peccatori, ridicolizza gli atteggiamenti dei devoti, tratta le donne come pari, mette al centro le persone al di là del loro ruolo sociale. E, soprattutto in Marco, osa affermare che esiste la possibilità di costruire relazioni fra i discepoli che diventano più forti di quelle famigliari. Gesù pretende di essere più di una madre, di un padre, di una moglie, di un figlio... in lui possiamo intessere relazioni fra di noi più autentiche e profonde di quelle nate dai legami di sangue. E quanto è vero! Conosco persone che hanno trovato in una comunità cristiana attenzione, ascolto, verità, profondità come non hanno nemmeno sognato di ricevere dai propri famigliari. Così dovrebbe/potrebbe diventare la Chiesa: una famiglia incentrata sulla stessa esperienza di fede, sulla stessa esperienza di Dio...
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La Liturgia di Lunedi 23 Gennaio 2017

22/1/2017

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23.1.2017 - Lunedì della III settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
guida i nostri atti secondo la tua volontà,  
perché nel nome del tuo diletto Figlio  
portiamo frutti generosi di opere buone.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Eb 9,15.24-28)
Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta a coloro che l’aspettano.

Fratelli, Cristo è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa. 
Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. 
E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. 
E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

VANGELO (Mc 3,22-30) 
Satana è finito. 

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Preghiera dei fedeli
Preghiamo con fiducia il Padre affinché tutti riconosciamo e apriamo le porte a Cristo salvatore. Diciamo insieme: Sii tu la nostra vita, Signore.
…
PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI
Perché i cristiani divisi si convertano all'unico Cristo che risana le ferite e annulla le separazioni, guidandoli alla piena comunione nella fede. 
…

Commento
Ecco la "bestemmia contro lo Spirito Santo":
SCAMBIARE IL BENE PER IL MALE E IL MALE PER IL BENE

Questa confusione avviene proprio perché l'azione dello Spirito Santo è bestemmiata, non è più accolta nella disponibilità alla ricerca della verità, e diventa chiusura totale e non accoglienza della "regola" che discerne il vero dal falso, il bene dal male, la vita dalla morte.

Questa azione bestemmiatrice che si fa mentalità assume la sua gravità proprio perché mira ad un atteggiamento eterno e irrecuperabile.
Non è più il peccato della bestemmia, me è la mentalità della non accoglienza dello Spirito che si rende sempre più radicata nell'eterna scelta della morte.

L'azione dello Spirito, nella sua potenza, trova nel rifiuto della persona che si mette sotto l'influsso dello spirito del male la più energica delle chiusure, al punto da mettere sempre più in impossibilità ad avvenire lo stesso perdono: non c'è più nessuna disponibilità ad esso, a riceverlo e a donarlo.

Gesù viene accusato di "avere lo spirito immondo che lo possiede", ma proprio gli accusatori dimostrano nel loro dire di essere in se stessi pienamente posseduti da questo spirito del male, che li spinge a bestemmiare l'azione dello Spirito, e a rifiutare per se stessi la salvezza.

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oggi nella Diocesi di Bergamo
SANTA PAOLA ELISABETTA CERIOLI, RELIGIOSA

Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Costanza Cerioli nacque a Soncino (Cremona) il 28 gennaio 1816 da una nobile famiglia che la educò a una solida vita cristiana. A di­ciannove anni andò sposa all’anziano conte Buzzecchi Tassis e si trasferì a Comonte (Bergamo). La vita coniugale fu impegnativa e travaglia­ta: dei quattro figli soltanto il secondogenito Carlo raggiunse i sedici anni. Rimasta vedova, poté realizzare la sua vocazione di dedicarsi a Dio nell’educazione della gioventù e degli orfani, specialmente di famiglie contadine. Per garantire la continuità delle sue opere fon­dò l’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia e l’Istituto dei Padri e dei Fratelli della Sacra Famiglia. Morì a Seriate (Bergamo) la vigilia di Natale del 1865. Fu proclamata beata da Pio XII il 19 marzo 1950 e canonizzata da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.

Orazione
Signore nostro Dio, che nella santa Paola Elisabetta Cerioli ci hai indicato un luminoso esempio di vita familiare e reli­giosa e di ardente amore per i poveri e i fanciulli, donaci di seguire fedelmente la nostra vocazione perseverando nel tuo servizio, perché anche la nostra vita manifesti ai fratelli il tuo amore di Padre. Per il nostro Signore. 

PRIMA LETTURA
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 3, 14-18

SALMO RESPONSORIALE - dal Salmo 33
Rit. Beati i misericordiosi: troveranno misericordia.

VANGELO
Dal vangelo secondo Luca - 6, 27-38
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