NFD Il Blog
  • HOME
    • CONSACRAZIONE DEL NETWORK
    • PERDONODIASSISI
  • FOCUS ON
    • MONDO OGGI
    • CHIESA OGGI
  • CHIESA CATTOLICA
    • FONDAMENTALI >
      • I 10 COMANDAMENTI
      • I 5 PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA
      • 54 MODI DI ESSERE MISERICORDIOSI DURANTE IL GIUBILEO
      • 12 MODI PER ESSERE CATTOLICI MIGLIORI
      • GALATEO IN CHIESA
      • REGOLE PER I LETTORI
      • ATTENTI A MESSA
      • CIRCOSTANZE IN CUI BISOGNA EVITARE DI COMUNICARSI
      • DECALOGO DEL CHIRICHETTO
      • 17 SCUSE - SMONTATE - PER NON ANDARE A MESSA
    • RIFLESSIoni DI LUCE >
      • RIMEDITIAMOCI SOPRA >
        • ANNO B 2014-2015
        • ANNO C 2015-2016
        • ANNO A 2016-2017
        • ANNO B 2017 - 2018
        • ANNO C 2018 - 2019
        • ANNO A 2019-2020
        • ANNO B 2020 - 2021
        • ANNO C 2021 - 2022
      • SANTE PAROLE
      • RIFLESSIONI
      • VITA E DETTI DEI PADRI DEL DESERTO
    • UN SACERDOTE RISPONDE
    • ESAME DI COSCIENZA
    • LITURGIA
    • LECTIO BREVIS
    • PREGHIERE
  • NOVELLE MODERNE
  • MEDIA
  • DOWNLOAD
  • LINKS

La Liturgia di Domenica 26 Gennaio 2020

26/1/2020

0 Commenti

 
Foto
Foto
III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
=====================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
L’evangelista Matteo, riprendendo un’immagine del libro di Isaia, ci dice quello che è Gesù per noi: la luce. Nella nostra vita, vediamo spesso tenebre, resistenze, difficoltà, compiti non risolti che si accumulano davanti a noi come un’enorme montagna, problemi con i figli, o gli amici, con la solitudine, il lavoro non gradito...  

È tra tutte queste esperienze penose che ci raggiunge la buona parola: non vedete solo le tenebre, guardate anche la luce con cui Dio rischiara la vostra vita. Egli ha mandato Gesù per condividere con voi le vostre pene. Voi potete contare su di lui che è al vostro fianco, luce nell’oscurità.  

​Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo. È lui. Non è né il nostro lavoro, né il nostro sapere, né il nostro successo. È lui, e la luce che ci distribuisce. Perché il valore della nostra vita non si basa su quello che facciamo, né sulla considerazione o l’influenza che acquistiamo. Essa prende tutto il suo valore perché Dio ci guarda, si volta verso di noi, senza condizioni, e qualsiasi sia il nostro merito. La sua luce penetra nelle nostre tenebre più profonde, anche là dove ci sentiamo radicalmente rimessi in causa, essa penetra nel nostro errore. Possiamo fidarci proprio quando sentiamo i limiti della nostra vita, quando questa ci pesa e il suo senso sembra sfuggirci. Il popolo immenso nelle tenebre ha visto una luce luminosa; una luce è apparsa a coloro che erano nel buio regno della morte!
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
guida i nostri atti secondo la tua volontà,  
perché nel nome del tuo diletto Figlio  
portiamo frutti generosi di opere buone.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Dio, che hai fondato la tua Chiesa  
sulla fede degli apostoli,  
fa’ che le nostre comunità,  
illuminate dalla tua parola  
e unite nel vincolo del tuo amore,  
diventino segno di salvezza e di speranza  
per tutti coloro che dalle tenebre anelano alla luce.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 8,23-9,3)
Nella Galilea delle genti, il popolo vide una grande luce.

In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. 
Il popolo che camminava nelle tenebre 
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, 
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 26)
Rit: Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?    

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.    

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. 

SECONDA LETTURA (1Cor 1,10-13.17) 
Siate tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi. 

Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. 
Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo». 
È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? 
Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.

VANGELO (Mt 4,12-23) 
Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa. 

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

oppure:
VANGELO Forma breve (Mt 4,12-17):
Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa.

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»

ESEGESI di Padre Michelini
0 Commenti

La Liturgia di Domenica 19 Gennaio 2020

19/1/2020

0 Commenti

 
Foto
Foto
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
====================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
ECCE AGNUS DEI
​
Come vivere questa Parola?
Giovanni è assediato da moltitudini che cercano chi li liberi dalla pesantezza del male da cui si sentono avvinti. Battezza, corregge, indirizza, ma con l'umile certezza di essere soltanto un battistrada, la cui missione, come il corso di un fiume solenne, sfocerà nel grande mare dell'incommensurabile amore di Dio, per perdersi in esso.
Il suo sguardo è teso all'orizzonte, per cogliere il primo annuncio del nuovo giorno, inaugurato dal Messia. Ed è questo essere in stato di attesa che gli permette di cogliere la presenza dello Sposo, come egli definirà Gesù. Una presenza che porrà fine alla sua missione, ma egli ne sa soltanto gioire. Dal cuore sale la più solenne testimonianza che egli sia chiamato a rendere: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». E le folle sono consegnate a lui, l'Atteso, senza ombra di rammarico, senza un tentativo di trattenerle a sé.
Quel dito puntato, quell'affermazione ci interpellano in quanto cristiani. Oggi siamo noi i battistrada di Dio. La gente attende da noi la luce, la conferma che Egli è veramente presente nella nostra storia per salvarla.
È in fondo questa la consegna del Natale: non il ricordo sfocato e ovattato di un evento, ma la testimonianza che Egli è presente e noi l'abbiamo incontrato.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi chiederò quanto la mia vita testimoni Gesù presente nel mio quotidiano.

Donami, Signore, di essere come il Battista: una voce che annuncia la tua presenza, un dito che la indica, un cuore appassionato che costantemente la cerca.
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
che governi il cielo e la terra,  
ascolta con bontà  
le preghiere del tuo popolo  
e dona ai nostri giorni la tua pace.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure: 
Colletta 
O Padre,  
che in Cristo,  
agnello pasquale e luce delle genti,  
chiami tutti gli uomini  
a formare il popolo della nuova alleanza,  
conferma in noi la grazia del battesimo  
con la forza del tuo Spirito,  
perché tutta la nostra vita  
proclami il lieto annunzio del Vangelo.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 49,3.5-6)
Ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza.

Il Signore mi ha detto:
«Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza – 
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.    

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».    

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia 
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, 
Signore, tu lo sai. 

SECONDA LETTURA (1Cor 1,1-3) 
Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. 

Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!

VANGELO (Gv 1,29-34) 
Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo. 

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». 
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

ESEGESI di Padre Michelini

Foto
Dal 18 al 25 Gennaio 2020
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
 
L'UNITA' E' POSSIBILE SOLO NELLA VERITA'
 
La Chiesa sta vivendo una situazione di crisi che non credo abbia precedenti nella sua bimillenaria storia, perché non stiamo assistendo solo ad eventi riprovevoli, se non scandalosi, frutto della debolezza dell’uomo – che è peccatore, non scordiamocelo – ma addirittura vediamo messi in discussione gli stessi principi fondamentali, e la casa costruita sulla roccia sembra sempre più costruita sulla sabbia. Una pastorale sempre più confusa, un’ansia di “apertura al mondo” portano inevitabilmente anche alla confusione sulle basi dottrinali. Il solo porsi determinate domande (un esempio per tutti: la Comunione ai divorziati risposati) è già un segnale gravissimo, perché non si possono porre domande su ciò che è per sua natura indiscutibile.

Sul fronte pro-life non da oggi si scontrano due posizioni: quella della difesa della Vita “senza compromessi” e quella di chi afferma, e si presume e si spera che lo faccia in buona fede, la possibilità di aperture, collaborazione, dialogo con un mondo che ha già dimostrato nei fatti la feroce avversione alla vita. Già mesi fa mi capitava di scrivere un articolo sulla confusione che poteva nascere da certe “classificazioni” dell’abortismo (libertario, umanitario, ecc.), laddove l’abortismo, se anche teorizzasse l’uccisione di un solo innocente, è una dottrina perversa, né è possibile alcun dialogo con chi la professa.

Una posizione di difesa della vita “senza compromessi” comporta ovviamente anche una capacità di riconoscimento della realtà, per quanto ciò possa risultare sgradevole. E la realtà ci dice che, purtroppo, non solo da parte di politici (che pur si dichiarano cattolici) ma anche da parte di tanti Pastori non ci si può aspettare un vero aiuto. Anzi, spesso è accaduto di trovare in essi dei veri ostacoli.

La Provvidenza però non abbandona mai e giustamente si è da più parti sottolineato che il “Popolo della Vita”, quello che è stato protagonista della grande crescita, anno per anno, di iniziative come la Marcia Nazionale per la Vita, è nato “dal basso”, ossia dal risveglio di quei sani sentimenti popolari che, ringraziando il Signore, non muoiono nemmeno nei tempi più bui della Storia. Molte volte nella Storia il popolo si è mostrato custode fermo e sicuro di ciò che i Pastori stessi sembravano aver dimenticato.

In questa situazione di oggettiva difficoltà, di Chiesa allo sbando, di messaggi contradditori, è naturale che sorgano discussioni sulle modalità, sulle strategie, su ciò che insomma sia meglio fare per affermare e difendere i principi non negoziabili. Discussioni sulle modalità, sulle azioni, che divengono molto pericolose se scivolano sul piano inclinato delle azioni che rischiano di mettere in discussione gli stessi principi che si devono affermare e difendere. Per tornare all’esempio di prima, se io metto in discussione il fatto di consentire o meno a un divorziato risposato di ricevere la S. Comunione (e magari lo faccio per un malinteso spirito di “carità), metto in discussione la stessa Dottrina della chiesa sul matrimonio indissolubile.

Per tornare al fronte pro-life, è naturale, ma anche doveroso, che io esprima il mio dissenso verso quelle azioni che rischiano di mettere in discussione gli stessi principi fondamentali, ossia la difesa assoluta della Vita, senza alcun compromesso. La più piccola smagliatura nella rete porta prima o poi allo sfascio della rete.

Discussione sui metodi, quindi. Doverosa e utile per individuare, con spirito fraterno, le strategie migliori per lottare contro un mondo il cui principe, non scordiamocelo, lavora per la distruzione. Ma se di fatto si mettono in discussione anche i principi, se lo spirito fraterno viene meno, se la discussione scade nello scontro personale, è allora altrettanto inevitabile e doveroso assumere posizioni chiare e nette e, ove necessario, dissociarsi da chi oltretutto fa attacchi personali. Perché, parliamoci chiaro, lo stesso fatto di far cadere la discussione negli attacchi personali dimostra che la difesa dei principi non negoziabili è comunque in secondo piano rispetto alle proprie ambizioni, ai risentimenti, alla vanità.

In questa situazione, per tornare al titolo di questo articolo, le esortazioni all’unità, alla concordia, sono tanto belle quanto fuori luogo, perché solo nella Verità, ovvero nel non transigere mai sui principi, si possono esercitare la carità e lo spirito fraterno. Esiste una gerarchia dei valori; se la capovolgiamo ci mettiamo sulla strada rovinosa di un umanitarismo senza basi. Diventiamo come quella tale casa costruita sulla sabbia.

Nella gran confusione in cui si vive, una delle parole il cui significato è stato di più stravolto è senza dubbio la parola “ecumenismo”. Il falso spirito ecumenico ci porta alla rovina, perché ci illude. La Verità per sua natura è una sola,e solo aderendo ad essa si può arrivare poi al dialogo, al confronto, alla discussione costruttiva.

Per concludere, cerchiamo di essere il più chiari possibile: tra i fedeli deve senza dubbio regnare la concordia; senza dubbio la divisione è opera del demonio. Ma la concordia è possibile solo nella Verità. 

Altrimenti si usano parole di contrabbando, si predicano atteggiamenti che non sarebbero più di carità, bensì di remissività, di resa al mondo.

Ci sono fatti e atteggiamento che è impossibile non vedere. Di fronte ad essi la critica severa non è “divisiva” (parola venuta di gran moda). È semplicemente doverosa.
0 Commenti

La Liturgia di Domenica 12 Gennaio 2020

12/1/2020

0 Commenti

 
Foto
Foto
Foto
BATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO A - RITO ROMANO
===========================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Il tempo liturgico di Natale si conclude con la festa del Battesimo del Signore: il Dio che è nato a Betlemme nasce nel cuore di ogni discepolo che si fa battezzare.

Con questa festa del Battesimo di Gesù terminiamo il tempo del Natale.
Tempo di gioia grande perché Dio si fa uomo, sta con noi, vive con noi.
Abbiamo ascoltato, in queste feste, come Gesù sia la luce che viene a rischiarare le tenebre del mondo, sia il volto dell'amore del Padre che è offerto proprio a tutti gli uomini senza condizioni.
Il Signore viene ad insegnarci a vivere mostrandoci, con la sua stessa vita, il progetto che Dio Padre ha su tutta l'umanità.
Un progetto chiamato Gesù, un progetto bello, di felicità e di benessere per tutti.
In ogni domenica di questo anno liturgico noi faremo nostri i gesti e le parole che Gesù compie e dice perché vogliamo imparare da lui, vogliamo camminare come lui perché lui è il nostro modello di vita.
Iniziamo a vedere il gesto che il Signore compie oggi.
Gesù si mette in cammino dalla Galilea, dove si trova Nazareth, il suo paese, verso il fiume Giordano dove si trova Giovanni Battista, il grande profeta che, con la voce, grida agli uomini di preparare la strada e i cuori alla venuta del Messia.
Il modo migliore per farsi trovare pronti è quello di cambiare vita, di purificarsi lavando nel fiume Giordano i peccati attraverso il rito del battesimo che Giovanni propone.
Gesù comincia proprio da lì. Anche lui si mette in fila con tutti gli altri uomini peccatori per ricevere il battesimo!
Ma come? Anche lui peccatore?
Noi sappiamo che Gesù è buono, che non compie il male perciò non ha bisogno di conversione come gli altri uomini! Ma allora perché questo gesto?
Gli evangelisti mettono questo episodio all'inizio della vita pubblica di Gesù per farci capire una cosa importante. Vediamola insieme.
Io penso che questa estate molti di voi sono stati qualche giorno al mare, vero? Alcuni di voi sanno nuotare, altri addirittura sono capaci di andare sott'acqua!
Quando io mi trovo al mare, sulla riva, e vedo qualcuno andare sott'acqua, resto lì in attesa finché non riemerge... Il gesto di andare sotto acqua è bello certamente, ma per certi aspetti mette un po' di ansia perché è come se la persona scomparisse, non esistesse più... è come fosse inghiottita dall'acqua.
Il Battesimo è una vera e propria immersione nell'acque, e questa immersione ricorda la morte... una morte al peccato per poi uscire nuovi, lavati, puliti e capaci di impegnarsi a vivere in modo diverso.
Per Gesù, il battesimo non è un'immersione-morte al peccato, ma è un pre-annuncio della sua morte in croce, il suo dono di amore per ciascuno di noi.
Gesù muore per la nostra salvezza, ecco il segno della sua immersione nel fiume Giordano, ma poi riemerge segno della sua vita risorta. La sua morte e resurrezione sono il punto centrale della nostra fede.
Gli evangelisti, mettendo questo gesto all'inizio della vita pubblica di Gesù, ci dicono quello che sarà la sua vita: un dono di amore, attraverso la morte e la resurrezione. Amore senza condizioni per tutti gli uomini, buoni e cattivi.
Nella prima lettura abbiamo ascoltato un brano preso dal libro Isaia. Questo profeta ci descrive un personaggio misterioso chiamato "Servo del Signore".
Chi è questo uomo?
"Servo del Signore", nella Bibbia, è un termine speciale che viene dato solo al principe, al figlio di re, a colui che sta alla destra del re, che fa le sue veci.
Questo servo-principe ha un compito meraviglioso: quello di ristabilire il diritto sulla terra.
Cosa significa?
Stabilire il diritto, significa riportare sulla terra l'amore tra le persone, la giustizia, la verità, la condivisione. Ecco il compito di questo principe!
E come lo farà?
Non con gli eserciti, e neppure con le armi, e nemmeno uccidendo ed eliminando i nemici o quelli che non la pensano come lui. Questo principe-servo insegnerà la giustizia senza gridare, senza urlare, senza fare comizi nelle piazze.
Invece parlerà con soavità, con dolcezza e soprattutto la sua parola umilierà nessuno.
Se la vita di qualcuno è così debole da essere paragonata ad una piccola luce che quasi si sta spegnendo, lui la aiuterà a risplendere incoraggiandolo, e così farà anche per coloro la cui vita somiglia a una canna incrinata, cioè mal concia: questo servo-principe darà speranza proprio a chi è più in difficoltà.
Proviamo a pensare a quante volte a noi capita di trattare male qualcuno perché non sa fare bene qualcosa...
Il servo del Signore sarà sostegno e forza per tutti anche quando dovrà sacrificare la sua vita.
In Gesù, noi conosciamo il volto e il nome di questo servo annunciato dal profeta Isaia: Lui compirà l'opera che Dio, il re suo Padre, gli affida.
Egli si immerge nell'acqua del fiume Giordano e quando riemerge si aprono i cieli.
I cieli sono la dimora di Dio, e da lì scende la colomba segno dello Spirito di Dio, della sua forza, della sua stessa vita.
E c'è la voce che accompagna questo segno con parole molto belle e importanti.
Le ricordate?: «Questi è il figlio mio»". Ecco il servo del Signore, il Messia che è anche "l'amato", cioè il figlio più caro, più prezioso, è l'unico, l'erede.
«In lui ho posto il mio compiacimento» Dio dice «Questo figlio mi dà gioia perché mi somiglia nell'amore».
Dio è orgoglioso di questo figlio servo, che dona tutta la sua vita.
Il rito del battesimo segna il nostro ingresso nella comunità dei credenti in Gesù. La nostra vita, come piccola pianticella, è innestata a Gesù, la vera vite, la vera pianta e, come lui, riceviamo il dono dello Spirito, della forza di Dio per compiere il bene e non cedere al male.
Iniziamo allora il nostro cammino dietro Gesù e, in questa settimana, cerchiamo di ripensare al nostro Battesimo, a questo grande dono ricevuto.
Ringraziamo e impegniamoci a vivere come Gesù, il Servo del Signore.
Avviciniamoci agli altri sempre con soavità e con dolcezza. E cerchiamo di farci vicini a chi si trova in difficoltà per sostenerli e incoraggiarli.
Buona domenica
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Padre onnipotente ed eterno, 
che dopo il battesimo nel fiume Giordano 
proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, 
mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, 
concedi ai tuoi figli, rinati dall’acqua e dallo Spirito, 
di vivere sempre nel tuo amore. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

oppure: 
Colletta
O Padre, il tuo unico Figlio 
si è manifestato nella nostra carne mortale, 
concedi a noi, 
che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, 
di essere interiormente rinnovati a sua immagine. 
Egli è Dio e vive e regna con te... 

Oppure: 
Colletta
Padre d’immensa gloria, 
tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo 
il tuo Verbo fatto uomo, 
e lo hai stabilito luce del mondo 
e alleanza di pace per tutti i popoli; 
concedi a noi che oggi celebriamo 
il mistero del suo battesimo nel Giordano, 
di vivere come fedeli imitatori 
del tuo Figlio prediletto, 
in cui il tuo amore si compiace. 
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Is 42,1-4.6-7)
Ecco il mio servo di cui mi compiaccio.

Così dice il Signore:
«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.
Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito 
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 28)
Rit: Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.    

La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.

Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.

SECONDA LETTURA (At 10,34-38)
Dio consacrò in Spirito Santo Gesù di Nazaret.

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.
Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. 
Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».

VANGELO (Mt 3,13-17)
Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

ESEGESI di Padre Michelini

Domani LUNEDI 13 GENNAIO 2020
ha inizio il ​TEMPO ORDINARIO - ANNO PARI (II)


Inizia il Tempo Ordinario dell’anno liturgico. Esso è diviso in due periodi:
- dal giorno seguente la celebrazione della festa del Battesimo di Gesù fino al Mercoledì delle ceneri;
- dal giorno dopo la Pentecoste fino ai primi vespri dell'Avvento. 
Il Tempo Ordinario rappresenta il pellegrinaggio del cristiano verso la meta finale. Questo ci aiuta ad assimilare e meditare i misteri della vita di Gesù attraverso la lettura progressiva e quasi continua che ogni domenica si fa della sua Parola. È per questo che i vangeli del tempo ordinario riprendono volta per volta ciascuno degli Scritti Sinottici per meditare la vita di Cristo e il suo messaggio, alla luce di ciascuno degli evangelisti e nella loro propria prospettiva.

Nello scorrere della vita di ogni giorno il cristiano è invitato a verificare la sua esistenza sulla parola di Dio. Nella prima parte del Tempo Ordinario ogni battezzato è chiamato a rispondere all'invito del Signore Gesù "Vieni e segui me!"; nella seconda parte e a scoprire che cosa vuole Dio da lui.  A ben vedere il tempo per annum è il tempo per eccellenza della sequela e del discepolato, sulle orme di Gesù verso il compimento della storia. 
Il Tempo Ordinario è così definito non nel senso che si tratti di un tempo di scarsa importanza, ma inteso come il tempo in cui si ricorda la missione ordinaria del Signore, esclusi i grandi misteri come l’Incarnazione del Figlio di Dio preceduto dall’Avvento, il Mistero pasquale, preceduto dal tempo forte della Quaresima. Il Tempo Ordinario ha una sua personalità propria, una specifica valenza liturgica, riferita sempre – come del resto gli altri periodi dell’Anno liturgico – al mistero di Cristo e alla vita della Chiesa.
Il Tempo Ordinario non è segnato da grandi feste, ma scorre regolare, ritmato soltanto dalla festa settimanale della Domenica come celebrazione della Pasqua settimanale. La domenica, infatti, «festa primordiale» dei cristiani (SC 106), nasce il mattino del giorno della risurrezione, il primo giorno dopo il sabato e occupa un suo ruolo fondamentale durante tutto l’anno liturgico. In questo giorno la Chiesa celebra la fonte della sua vita e la meta del suo cammino e il Prefazio X per le domeniche del tempo ordinario canta: «Oggi la tua famiglia, riunita nell’ascolto della tua Parola e nella comunione dell’unico pane spezzato fa memoria del Signore risorto nell’attesa della domenica senza tramonto, quando l’umanità intera entrerà nel tuo riposo».
Il ciclo domenicale ordinario rappresenta, pertanto, la più antica celebrazione della Pasqua del Signore ed è anteriore alla formazione dei cicli  e “Avvento-Natale-Epifania” e “Quaresima-Pasqua-Pentecoste” .
Sacrosanctum Concilium al numero 106 afferma che il giorno del Signore «è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico». 

Il Tempo Ordinario è un periodo di attesa e di speranza; da qui la scelta del colore liturgico verde. Fra le diverse domeniche si pongono alcune grandi festività: il mistero della Trinità, ... quello dell'Eucaristia – il Corpus Domini - , quello dell'amore del Cuore di Gesù. Importanti anche le grandi feste dei santi: san Giovanni Battista, santi Pietro e Paolo, gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele e, soprattutto, la Vergine Maria nelle sue grandi solennità. Questo tempo liturgico sfocia nella celebrazione della Chiesa trionfante nella festività di Tutti i Santi, della Chiesa militante nella festa della Dedicazione, e si prega per la Chiesa sofferente (i fedeli defunti); si celebra quindi Cristo Re che conclude il Tempo Ordinario.
Il Tempo Ordinario richiama l’attenzione al quotidiano, alla ferialità, alla vita; aiuta ad entrare nei meandri di ogni esperienza personale e familiare, sociale ed ecclesiale del credente. Nulla può restare fuori dalla grazia trasformante di Cristo: affetti e doti, beni e scelte, lavoro e festa, gioie e fatiche, malattia e morte. Tutto ne viene segnato profondamente. L’adesione al Risorto abbisogna di un percorso costante e progressivo per arrivare a rivestirsi di Lui.
Questo tempo è quello “ordinario”: occorrono tempo lunghi e varie mediazioni per accoglierlo come regola di vita e criterio di giudizio, forza d’azione e certezza di futuro, speranza beata.
Sintetizza molto sapientemente il testo delle Norme generali per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario al numero 43: «Oltre i tempi che hanno proprie caratteristiche, ci sono trentatré o trentaquattro settimane durante il corso dell'anno, le quali sono destinate non a celebrare un particolare aspetto del mistero di Cristo, ma nelle quali tale mistero viene piuttosto venerato nella sua globalità, specialmente nelle domeniche. Questo periodo si chiama Tempo Ordinario».
Il Tempo “durante l’anno” è il tempo in cui la vita nello Spirito è destinata ad approfondirsi, a concretizzarsi, al fine di condurre i cristiani ad una esistenza matura e consapevole. E’ il tempo della assimilazione dei doni dello Spirito e della crescita da essi provocata.
Questo nuovo tempo liturgico riserverà per ciascuno alcuni aiuti per procedere nel cammino di una vita cristiana degna di questo nome:
 
- La Parola quotidiana sarà luce al nostro cammino.
- La “frazione del pane” e il memoriale del sacrificio della Croce è dono e offerta permanente del Signore alla sua Chiesa. L’Eucarestia è il pane degli angeli, l’alimento dei figli di Dio. Sant’Ignazio d’Antiochia, i martiri di Abitene dicevano che senza la domenica non potevano vivere.
- La Domenica è il giorno dell’incontro settimanale con il Signore risorto. Giorno che ritma l’anno liturgico e ci richiama con forza a un rapporto equilibrato tra lavoro e riposo; giorno in cui salvaguardare in mezzo a tutto il nostro “fare” uno spazio di gratuità per celebrare l’amore di Dio che ci salva.
- L’aiuto e il sostegno della misericordia di Dio nel sacramento della Riconciliazione è conforto pregno d’amore che consente di ricominciare nuovamente ogni giorno senza il penso dei peccati.
- La preghiera offre l’opportunità di respirare e di vivere come credenti la relazione con Gesù amico.
- La comunità di fede, soprattutto la comunità parrocchiale è un punto di riferimento necessario nelle intemperie della solitudine.
Ovviamente il Tempo Ordinario ha quale fulcro e il suo senso dalla celebrazione del dies domini, la domenica, che lo scandisce e che rinnova ogni settimana la Pasqua del Signore. La domenica è vista come primo giorno e come Pasqua settimanale.
Il Tempo Ordinario si presenta come un tempo di crescita e di maturazione, un tempo in cui il mistero di Cristo è chiamato a penetrare progressivamente nella storia fino alla ricapitolazione di tutto in Cristo. Questo culmine è rappresentato dalla solennità di Cristo Re dell’universo verso il quale tutta la storia è protesa. 
Assumere il mistero di Cristo nel Tempo Ordinario significa prendere sul serio l’essere discepoli, ascoltare e seguire il Maestro nel vissuto quotidiano, non per mettere fra parentesi la vita ordinaria ma per sottolinearla come momento salvifico.
0 Commenti

La  Liturgia di Lunedi' 6 Gennaio 2020

6/1/2020

0 Commenti

 
Foto
Foto
Foto
EPIFANIA DEL SIGNORE - RITO ROMANO
=================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Il giorno di Natale è già passato da due settimane! Quanta attesa, quanta trepidazione e poi, senza volerlo e senza rendercene conto, ci ritroviamo oggi a festeggiare l'Epifania.
Un detto popolare dice: L'Epifania tutte le feste porta via!
Ma davvero è già tutto finito? Oggi festeggiamo l'ultimo giorno di festa?
Se così fosse dovremmo essere tutti molto tristi... Invece non lo siamo affatto!
Isaia scrive delle parole colme di gioia! E proprio oggi ci viene chiesto di leggerle con attenzione e farle entrare nel nostro cuore. Quindi possiamo stare tranquilli, non è già tutto finito! Anzi, tutto è solo all'inizio! All'inizio di una storia che porta la felicità! Perché il Natale non è la festa di un solo giorno, tanta attesa e tanto impegno durante l'avvento ci sono serviti per vivere il Natale di Gesù che è iniziato due settimane fa ma che oggi si ravviva più che mai!
Il profeta Isaia racconta di una terra coperta di nebbia e tenebre, freddo e buio... proprio come le giornate di chi non accoglie Gesù nella sua vita...
Ma al primo nostro cenno di ricerca, Lui si fa subito trovare! Guardiamo la prima lettura e cerchiamo tutte le parole che trasmettono gioia...
La lettura inizia con un verbo meraviglioso: ALZATI!
Sapete perché è un verbo meraviglioso che trasmette gioia? Perché se ci viene chiesto di alzarci significa che possiamo farlo! Vuol dire che stiamo bene, che abbiamo le forze, le energie per alzarci! Poi significa che c'è qualcosa da fare o qualcuno da incontrare!
Quindi non ci aspettano noia e solitudine ma allegria e compagnia! Tutto questo è meraviglioso!
Poi se andiamo avanti nella lettura troviamo queste altre parole:
luce, gloria, brilla, risplende, re, sorgere, raggiante, palpiterà e dilaterà il cuore, abbondanza, ricchezza, tutti verranno, glorie.
Tutte queste parole ci raccontano una storia di gioia, allegria, amicizia, cuori che palpitano di felicità, amore, nessuna povertà e nessuna solitudine.
E tutto questo, che si ripete anche nel salmo e nella lettera scritta da San Paolo, vale per tutti i popoli della terra.
Ma se pensiamo al mondo in cui viviamo... Fermiamoci un momento e riflettiamo...
E' davvero così questo nostro mondo? Purtroppo no. Purtroppo solitudine, povertà, tenebra, freddo, malattie le sentiamo ogni giorno.
Perché? Perché non sempre scegliamo di alzarci e metterci alla ricerca della buona stella, Gesù. Invece dobbiamo imparare a vivere il giorno di oggi e ogni giorno dell'anno! Come si fa?
Certo, non dobbiamo pensare che la felicità sta nello stare a casa liberi tutti i giorni, perché tutti i giorni è la festa dell'Epifania!
Ma ogni giorno dobbiamo ascoltare Isaia che ci dice ?Alzati!?; ogni giorno dobbiamo scegliere di cercare Gesù. Come hanno fatto i Magi: si sono alzati, hanno preparato i loro doni da portare a Gesù e si sono messi in cammino. Avevano tanta strada davanti a loro, tante difficoltà, non avevano il navigatore satellitare per sapere dove andare e nemmeno un'auto!
Non avevano molte certezze all'apparenza... Eppure ce l'hanno fatta! Hanno attraversato mezzo mondo per arrivare da Gesù! Hanno chiesto informazioni, hanno studiato - e questo significa che la scuola serve! - hanno guardato il cielo, hanno cercato con tutto il loro cuore, la loro mente e le loro forze, hanno desiderato Gesù con tutto se stessi!
E Matteo nel Vangelo di oggi ci dice che non solo lo hanno trovato!
Hanno riconosciuto che proprio quel bimbo era il Re che tanto desideravano e hanno provato una GIOIA GRANDISSIMA!
​
Ecco che oggi, tutti vogliamo farci un augurio davvero unico: VOGLIAMO AUGURARE A TUTTI NOI E A TUTTE LE PERSONE CHE VIVONO SULLA TERRA, DI CERCARE GESU' CON TUTTE LE LORO FORZE E DI PROVARE UNA GIOIA GRANDISSIMA!
BUONA EPIFANIA PER TUTTI I GIORNI DELL'ANNO!
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, 
hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, 
conduci benigno anche noi, 
che già ti abbiamo conosciuto per la fede, 
a contemplare la grandezza della tua gloria. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 60,1-6)
La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 71)
Rit: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

SECONDA LETTURA (Ef 3,2-3.5-6) 
Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. 
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 2,2) 
Alleluia, alleluia.
Abbiamo visto la sua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore.
Alleluia.

VANGELO (Mt 2,1-12) 
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore

ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA 
Dopo la proclamazione del Vangelo, il diacono o il sacerdote o un altro ministro idoneo può dare l’annunzio del giorno della Pasqua. 

Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 12 aprile.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 26 febbraio.
L’Ascensione del Signore, il 24 maggio.
La Pentecoste, il 31 maggio.
La prima domenica di Avvento, il 29 novembre.
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.

A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. 
Amen.
0 Commenti

La Liturgia di Domenica 5 Gennaio 2020

5/1/2020

0 Commenti

 
Foto
Foto
Foto
II DOMENICA DI NATALE - RITO ROMANO
=====================================
Grado delle Celebrazioni: SOLENNITA' DOMENICALE
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Il brano del vangelo di Giovanni che oggi abbiamo ascoltato è chiamato "prologo".
Vi chiederete: "Che cos'è un prologo?".
È una introduzione che serve a dare chiarezza a tutto il resto dell'opera.
Per chi se ne intende di musica, è come la chiave di violino o la chiave di basso poste all'inizio del pentagramma che ci fanno capire come leggere le note, come suonarle, come cantarle.
L'evangelista Giovanni scrive il suo vangelo quasi 70 anni dopo la morte di Gesù.
La sua riflessione sul Maestro, sulla sua vita, è davvero intensa.
Le parole, i gesti, la morte e resurrezione di Gesù, sono stati meditati a lungo e intensamente nel cuore del giovane apostolo, al punto tale che ne è scaturito questo capolavoro che è il suo vangelo. Egli lo imposta proprio come se fosse un grande processo fatto al Cristo: Gesù è la luce che viene processata dalle tenebre.
Leggiamo insieme:
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste".

Pensate bambini, Giovanni inizia il suo vangelo con le stesse parole con cui inizia il libro della Genesi, il primo libro che troviamo nella Bibbia.
Se noi apriamo la prima pagina di questo libro, troviamo scritto così: "In principio Dio creò il cielo e la terra".
Sì, l'autore sacro vuole narrarci la creazione del mondo, come è scaturita la vita, le cose che ci circondano, l'uomo! E, per narrare questo inizio, usa un ritornello che mette sulla bocca del Creatore per ben dieci volte: "...e Dio disse", come a dirci che il mondo è stato creato con dieci Parole di Dio.
Qui, il vangelo di Giovanni ci dice che all'inizio dei tempi c'e la Parola: questa Parola è presso Dio ed è allo stesso tempo Dio.
Una Parola efficace perché ha realizzato dal nulla tutto ciò che esiste.
Pensate che cosa bella... una parola che diventa fatto, una parola cioè che realizza ciò che dice.
Quante parole diciamo noi durante tutta una giornata?
Tante e tante. A volte forse anche troppe! E quante parole di quelle che diciamo diventano realtà, diventano fatti?
Ma andiamo ancora avanti e ascoltate quanto ci dice san Giovanni: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta".
È davvero una bella notizia quella che ci viene offerta! Questa Parola non solo realizza quanto dice, ma è la Vita, è la Luce.
Luce che è così bella, forte, splendente da essere capace di risplendere anche nelle tenebre. Il buio, la notte, il male non riescono a nascondere, a soffocare, a vincere la luce che è Dio.
Ora, l'autore del quarto vangelo ci parla di un personaggio che abbiamo conosciuto qualche domenica fa nel tempo di avvento. Ascoltiamo: "Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce".
Vi ricordate? Ci sta parlando di Giovanni il battista che presenta come il testimone.
Chi è il testimone? E' uno che ha visto, ha udito, uno che conosce bene le cose ed allora può dire, può raccontare, può testimoniare appunto.
Giovanni è il testimone della luce, non è lui la luce ma è colui che indica la luce a tutti gli altri uomini.
Ma il compito di Giovanni è un compito anche nostro: anche noi siamo chiamati ad essere testimoni di Gesù!
Questo può accadere solo se ci lasciamo illuminare dalla luce, l'accogliamo, la riconosciamo come bene, come benedizione per noi.
Non è facile perché, ci dice l'evangelista Giovanni, può succedere che questa luce, Dio che è nel mondo, non venga dal mondo riconosciuta...
Ma è possibile che uno non riconosca ciò che vale, ciò che dona vita, ciò che è bello?
Purtroppo può succedere!
"Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto".
Voglio raccontarvi un fatto accaduto a una stazione della metropolitana di Washington, dove un grande e famoso violinista, Joshua Bell, ha suonato per 43 minuti di seguito in mezzo a passanti frettolosi che lo ignoravano. Eppure lui è un grande concertista che si esibisce nei più famosi teatri di tutto il mondo. Il violino con cui suonava era un violino prestigioso, uno Stradivari, costruito dal grande maestro liutaio nel 1713, del valore di quasi 4 milioni di dollari.
Un talento completamente ignorato perché non era sotto i riflettori, ma suonava semplicemente tra la gente, senza farsi pagare, donando a tutti il suo genio e la sua arte... ma nessuno lo ha riconosciuto come tale.
Gesù viene tra noi, uomo come noi, perché solo così può aiutarci a capire come possiamo essere uomini e donne secondo il progetto di Dio.
Lui è il vero progetto del Padre.
È l'uomo nuovo che ci insegna ad essere uomini secondo il sogno di Dio.
E qual è questo sogno? E' che gli uomini vivano in comunione tra di loro, rispettando la natura, e in comunione con Dio.
Gesù realizza questo progetto e ci insegna come metterlo in pratica: "A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati".
Essere figli di Dio non è frutto di parentela e non è neppure una volontà dell'uomo, ma è un dono per chi crede nel suo Nome.
Credere nel nome di Gesù, significa credere che lui è il Salvatore.

Con questo prologo Giovanni ci dice che Gesù è colui che, proprio perché il Figlio di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi, è capace di salvare il mondo con la sua vita donata per amore nostro.
E noi?
Noi vogliamo accogliere con gioia questa Luce, vogliamo essere "voce" come Giovanni Battista che ha testimoniato quello che ha visto e udito di Gesù.
Buona domenica!
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, luce dei credenti, riempi della tua gloria il mondo intero, e rivelati a tutti i popoli nello splendore della tua verità. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Oppure: 
Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza incarnata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sir 24,1-4.12-16)
La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda
e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato,
per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 147)
Rit: Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

SECONDA LETTURA (Ef 1,3-6.15-18) 
Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi. 

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. 
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

VANGELO (Gv 1,1-18) 
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. 

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

ESEGESI di Padre Michelini
0 Commenti

La Liturgia di Mercoledi 1 Gennaio 2020

1/1/2020

0 Commenti

 
Foto
Foto
Foto
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO - RITO ROMANO
==========================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Così benedirete gli Israeliti.
L'ordine dato da Dio a Mosè e Aronne è perentorio e senza possibilità di interpretazione. I due liberatori, i due condottieri, i due profeti fratelli sono chiamati a benedire il popolo, a dire del bene.
L'invito che il Signore rivolge a ciascuno di noi all'inizio di questo nuovo anno è semplice e lineare: siamo chiamati a benedire tutti coloro che incontreremo.
Benedire, cioè dire del bene.
Abituati come siamo a dire del male, a vedere il male, a scrutare, diffidenti, ogni affermazione, a cogliere in fallo chiunque, a sguazzare nelle dietrologie erette a sistema politico ed esacerbate dalle nuove tecnologie.
Tutti arrabbiati, tutti armati, tutti rabbiosi, tutti pugnaci, tutti arroganti.
È così difficile vivere in questo mondo di scontenti! Così terribile adeguarsi a questo fine impero! Così triste vedere tutti guardarsi attorno, pronti ad azzannarsi senza pietà...
È così disarmante e folle l'invito di Dio: Così benedirete gli Israeliti.
E così mi invito a fare. E vi invito a fare.
A dire del bene, a partire da oggi, a partire da questo capodanno.
Sarà questo il modo di cambiare il mondo? Cominciare ad amarlo?

Possa tu vedere
Che sia questa la soluzione semplice per cambiare le nostre vite irrisolte ed irrequiete? Cambiare il nostro modo di vedere le cose?
Ma non nel senso illusorio di far finta che le cose cambino, non per un generico ottimismo fondato sul nulla. Vedere oltre l'apparenza e dire del bene perché il mondo è cambiato, è stato fecondato dalla nascita di Dio.
Iniziare un anno sotto il segno della benedizione significa dare spazio all'anima, fare una gerarchia delle priorità all'interno delle nostre vite, delle nostre giornate. Se Dio è raggiungibile, se è presente, se è disposto a portare la luce a ciò che facciamo e viviamo allora tutto cambia.
Perché cambia il cuore e il modo di vedere la realtà.
I pastori tornano al loro miserrimo lavoro cantando ed esultando perché hanno visto la salvezza raggiungerli nel luogo della loro fatica.
Maria medita l'iniziativa di Dio, la sua savia follia, la sua contagiosa euforia e va oltre la piccola casupola che la accoglie. Vede nello sguardo dei pastori la benedizione che Gesù è venuto ad inaugurare.

La luce del suo volto
Così benedirete gli Israeliti.
Possa tu vedere la luce del volto di Dio, lo splendore del suo volto.
Far splendere il volto indica il sorriso di una persona: quando sorridiamo il nostro volto si illumina. Così oggi vi benedico: qualunque cosa accada in questi mesi, possiate cogliere il volto sorridente di Dio nella vostra vita, nelle vostre vicende, anche nelle vostre fatiche.
Dio sorride, ovvio. Chi ama, anche nelle avversità, sorride.
Il volto di Dio sorridente ci viene svelato dal neonato Gesù.
Dio sorride, non è imbronciato, né impenetrabile, né scostante, né innervosito.
Dio sorride, sempre. Il problema, semmai, siamo noi.
Nei momenti di fatica e di dolore non guardiamo verso Dio, ma verso noi stessi, verso il dolore, verso la parte oscura della realtà; siamo travolti dall'emozione, non riconosciamo in Dio nessun sorriso.
Non aspettatevi che Dio vi risolva io problemi, né che vi appiani la vita o ve la semplifichi.
La vita è mistero e come tale va accolta e rispettata e al discepolo la sofferenza non è evitata.
Ma se Dio vi sorride, sempre, significa che esiste un trucco che non vedo, una ragione che ignoro, un orizzonte oltre, altro, e allora mi fido.
Qualunque succeda nella tua vita, quest'anno, che Dio ti sorrida, fratello, sorella.

Fare ordine
Per accorgersi del sorriso di Dio occorre imitare l'adolescente Maria.
Maria, che festeggiamo con il titolo di "Madre di Dio", è turbata dai troppi eventi che hanno caratterizzato l'ultima settimana: il parto in solitudine, l'essere lontana dalla sua casa, la sistemazione più che provvisoria, la visita dei loschi pastori. Cosa fa? Serba tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Meglio, Luca scrive che "prendeva i vari pezzi e cercava di ricomporli".
Manca un centro nella nostra vita, siamo travolti dalla vita vissuta. Come il bucato ammucchiato nella bacinella, ci serve un filo a cui appendere tutte le cose ad asciugare.
Questo centro unificatore che è la fede ci è prezioso.
Perché non assumerci l'impegno in questo anno che inizia, di ripartire da Dio, di mettere l'ascolto della Parola e la meditazione al centro della nostra giornata?
Solo così ci accorgeremo che Dio ci sorride.

Vivere da benedetti
Se qualcuno vi stima, se dice del bene su di voi, se vi fa sentire il suo affetto, vi sputano le ali.
E diventate capaci di fare qualunque cosa. Di scalare le montagne, di scendere negli abissi più profondi.
Io vi benedico, amici lettori, ciascuno. E vi chiedo di benedirvi gli uni gli altri, di dire del bene, in questa notte di passaggio, e domani, quando vi sveglierete. Di dire del bene, senza cedere alla lamentazione o allo scoraggiamento. Di dire e di fare del bene senza avere paura della fiducia.
Dio dice del bene e fa del bene, è in mezzo a noi in tutta la sua disarmante bellezza, la sua nudità assoluta, la sua luce che tutto illumina.

Buon anno
Buon anno, amici. Dio fa nuove tutte le cose, vi vuole tra i suoi discepoli, vuole amarvi.
Lasciatevi raggiungere, ve ne prego.
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che nella verginità feconda di Maria 
hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, 
fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, 
poiché per mezzo di lei 
abbiamo ricevuto l’autore della vita, 
Cristo tuo Figlio. 
Egli è Dio, e vive e regna con te... 

oppure: 
Colletta
Padre buono, 
che in Maria, vergine e madre, 
benedetta fra tutte le donne, 
hai stabilito la dimora 
del tuo Verbo fatto uomo tra noi, 
donaci il tuo Spirito, 
perché tutta la nostra vita 
nel segno della tua benedizione 
si renda disponibile ad accogliere il tuo dono. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...

PRIMA LETTURA (Nm 6, 22-27)
Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 66)
Rit. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.    

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

SECONDA LETTURA (Gal 4,4-7)
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. 
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

VANGELO (Lc 2,16-21)
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
0 Commenti

    Feed RSS

    Archivi

    Luglio 2022
    Giugno 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Giugno 2014
    Maggio 2014
    Aprile 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014

Foto