NFD Il Blog
  • HOME
    • CONSACRAZIONE DEL NETWORK
    • PERDONODIASSISI
  • FOCUS ON
    • MONDO OGGI
    • CHIESA OGGI
  • CHIESA CATTOLICA
    • FONDAMENTALI >
      • I 10 COMANDAMENTI
      • I 5 PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA
      • 54 MODI DI ESSERE MISERICORDIOSI DURANTE IL GIUBILEO
      • 12 MODI PER ESSERE CATTOLICI MIGLIORI
      • GALATEO IN CHIESA
      • REGOLE PER I LETTORI
      • ATTENTI A MESSA
      • CIRCOSTANZE IN CUI BISOGNA EVITARE DI COMUNICARSI
      • DECALOGO DEL CHIRICHETTO
      • 17 SCUSE - SMONTATE - PER NON ANDARE A MESSA
    • RIFLESSIoni DI LUCE >
      • RIMEDITIAMOCI SOPRA >
        • ANNO B 2014-2015
        • ANNO C 2015-2016
        • ANNO A 2016-2017
        • ANNO B 2017 - 2018
        • ANNO C 2018 - 2019
        • ANNO A 2019-2020
        • ANNO B 2020 - 2021
        • ANNO C 2021 - 2022
      • SANTE PAROLE
      • RIFLESSIONI
      • VITA E DETTI DEI PADRI DEL DESERTO
    • UN SACERDOTE RISPONDE
    • ESAME DI COSCIENZA
    • LITURGIA
    • LECTIO BREVIS
    • PREGHIERE
  • NOVELLE MODERNE
  • MEDIA
  • DOWNLOAD
  • LINKS

La Liturgia di Domenica 29 Agosto 2021

29/8/2021

0 Commenti

 
Foto
Foto
XXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
===================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Da chi andremo, Signore? Dopo l'estenuante riflessione scaturita dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci nel Vangelo di Giovanni siamo arrivati ad un bivio: lo vogliamo davvero un Dio così? Come Pietro siamo stati invitati ad andare all'essenziale della nostra fede, a chiederci se esiste, nella nostra vita, una concreta possibilità di vivere senza Cristo.
Siamo finalmente usciti dal pantano teologico di Giovanni per entrare nel vespaio di concretezza di Marco: forse era meglio prima! Un aspetto lega, però, i due autori: la descrizione di un Gesù esigente che non fa sconti a nessuno.
E la domanda, forte, imperiosa, che ci raggiunge: chi è davvero, Gesù di Nazareth?
Il tema del vangelo di oggi riguarda un atteggiamento spesso diffuso fra chi crede: la distinzione fra "puro" e "impuro".

Perushim
In Israele era fondamentale la distinzione fra ciò ch era legato a Dio e ciò che non lo era, fra il "puro" e ?"impuro". A noi fa strano, oggi, ma era fondamentale capire cosa distingueva un atteggiamento che avvicinava alla luce da un altro che ne allontanava. E, così, le norme sulla purità rituali erano precise e minuziose, a volte anche troppo.
Il Levitico proibisce di raccogliere il frutto di una terra conquistata per almeno cinque anni, aspettando che si purifichi! Gesù, invece, pare poco sensibile a queste questioni rituali, accusando di ipocrisia chi le praticava. Gesù vede nella distinzione fa "puro" e impuro" alcuni grossi inconvenienti.

Rischi
Il primo è evidente. Se ci arroghiamo noi il diritto di distinguere, rischiamo di bollare le persone dall'esterno, di dividere il mondo far buoni e cattivi. Noi, casualmente, sempre dalla parte dei buoni.
Se pensiamo davvero di essere a posto, in regola, allora cogliamo in fallo coloro che sono fuori dalla regola. E li giudichiamo. Gesù, invece, chiede di astenersi dal giudizio, lasciandolo a Dio che, solo, conosce il cuore delle persone.
Gesù se la prende con i farisei, i buoni ebrei devoti suoi contemporanei, gli ultras della fede, i migliori, che lo accusano di non osservare scrupolose norme rituali prima del pranzo.
Gesù approfitta della provocazione per inquadrare la situazione: andate all'essenziale, ipocriti, è inutile osservare piccole scrupolose norme scordandosi la misericordia!
Per molti, ancora oggi, credere significa fare o, meglio non fare, qualcosa.
Sbagliato; credere è, anzitutto, incontrare una persona, Gesù, che sconvolge la vita e fa cambiare atteggiamento.
Gesù lo sottolinea: i farisei si impegolano in piccole cose rituali trascurando l'essenziale, filtrano il moscerino e ingoiano il cammello.

Parola di Dio?
Il secondo rischio è quello di spacciare le buone e sante tradizioni degli uomini come divine. Dei dieci precetti dati da Dio a Mosè se ne aerano aggiunti oltre seicento, così, per gradire. Gesù contesta le tradizioni volute dagli uomini e attribuite e Dio, per fare maggiore autorevolezza.
Il cuore puro è una richiesta divina, le estenuanti abluzioni, no.
Quante volte, ancora oggi, vedo nelle parrocchie persone che difendono le tradizioni (sane e sante) come volontà divina!
Dobbiamo saper distinguere bene cosa è Parola di Dio e cosa è abitudine consolidata, senza mai mescolare i piani.

L'impuro
Di più: se Dio è diventato uomo, come capiranno i discepoli, tutto è purificato.
Nessuna prescrizione o bevanda proibita, ma un cuore libero che incontra Dio è essenziale.
Gesù si mischia, si sporca le mani, gioisce di ogni legittima gioia godendone e ringraziando il padre, è accusato, addirittura, d essere un mangione un ubriacone...
La distinzione fra puro e impuro è colmata perché Dio l'ha colmata.
Tutto ci conduce a Dio, dipende dal cuore con cui lo viviamo.

Solo un cuore che veramente incontra Dio può, alla fine, porre gesti che desiderino realmente incontrarsi con Lui. Solo un cuore toccato diventa un cuore convertito. Allora, e solo allora, i gesti acquistano significato.
Allora, e solo allora potremo vivere la riconciliazione come festa, il perdono come regalo.
Ho davvero paura di una fede che si riduce a moralismo.
E credo che il grosso rischio della nostra fede, oggi, sia proprio questo, diventando perciò improponibile alle nuove generazioni.
Quando dico a un giovane: "non fare così", mi chiede sempre: "Perché no?".
Cosa rispondere? Perché è così e non si discute? Perché si è sempre fatto così?
No, non serve, non aiuta, butta ancora più nello scoraggiamento, allontana dalla fede.
L'unica risposta è: "perché Gesù è venuto a raccontarci il vero volto di Dio e il nostro vero volto, ci insegna ad essere autenticamente uomini e donne. Facendo ciò che stai facendo stai dando il peggio di te e, come se non bastasse, non ottieni la pienezza della felicità. Prova a scoprirlo da te, leggendo il Vangelo".
Il Signore non ha bisogno di belle mascherine, ma di figli, non di giusti ma di peccatori riconciliati.
Foto
LITURGIA  DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente,
unica fonte di ogni dono perfetto,
infondi nei nostri cuori l'amore per il tuo nome,
accresci la nostra dedizione a te,
fa' maturare ogni germe di bene
e custodiscilo con vigile cura.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta  
Guarda, o Padre,
il popolo cristiano radunato nel giorno memoriale della Pasqua,
e fa' che la lode delle nostre labbra
risuoni nella profondità del cuore:
la tua parola seminata in noi
santifichi e rinnovi tutta la nostra vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Dt 4,1-2.6-8)
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando … osserverete i comandi del Signore.

Mosè parlò al popolo dicendo: 
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. 
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. 
Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. 
Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?». 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 14)
Rit: Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore, 
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.    

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. 

SECONDA LETTURA (Giac 1,17-18.21-22.27) 
Siate di quelli che mettono in pratica la Parola. 

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. 
Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

VANGELO (Mc 7,1-8.14-15.21-23) 
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini. 

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». 
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». 
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
0 Commenti

La Liturgia di Domenica 22 Agosto 2021

22/8/2021

0 Commenti

 
Foto
Foto
XXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
==================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
​Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, raccontato sei volte dagli evangelisti, segna l'inizio della fine di Gesù. Da questo momento le cose andranno sempre peggio.
Gesù è preso per un pazzo che indugia su discorsi senza senso. La folla pensava di aver trovato un panettiere a buon mercato, la soluzione al problema della fame del mondo...e lui parla del pane di vita!
Questa parola è dura, in greco “skleros”, cioè pesante, insopportabile.
Cos'è questa parola dura? In poche battute Gesù ha distrutto tutti i miti di Israele: La Legge, il culto, il tempio, i sacerdoti. Per la maggioranza degli uditori, l'insegnamento di Gesù è troppo categorico e assoluto. E' la prova che hanno ben capito, in un certo senso, la posta in gioco.
Gesù si distacca dalla tradizione dei padri, invitando i discepoli a farsi dono, farsi pane per gli altri. Loro credevano di seguire un Messia trionfatore che con l'aiuto di Dio, come Mosè, avrebbe compiuto di nuovo i prodigi di Mosè. Quando sentono il discorso in cui Gesù insiste che il regno di Dio che lui è venuto a inaugurare, non sarà imposto con la violenza, ma attraverso il dono della propria vita agli altri, non lo vogliono ascoltare.

Scandalo
Gesù chiede quasi ironico: «Questo vi scandalizza?».
Questa parola, frequente nei sinottici, in Giovanni si legge solo qui e in 16,1 («Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi»). Ha un senso molto forte: dice che la fede è messa in grave pericolo. Infatti, alcuni discepoli non andranno oltre.
Abbiamo un'immagine di Dio così contorta, deformata, che Gesù scandalizza prima la folla, poi addirittura i suoi discepoli, raccontando un Dio diverso.
Siamo nati in un paese cristiano, formalmente siamo quasi tutti cristiani. Si contano a migliaia le chiese, in molti luoghi pubblici ci sono i crocefissi. I bambini sono quasi tutti battezzati, fanno la prima comunione, ecc. Ma la nostra fede è proprio così vera? Il periodo estivo è un buon termometro per misurare la costanza della nostra religiosità. Man mano che la temperatura sale, le chiese si svuotano. Il fervore per Gesù Cristo sembra seguire il ciclo delle stagioni.
La fede è cambiamento personale, del tuo modo di sentire, dei tuoi pensieri, del tuo progetto di vita. Ecco la conversione! Se il vangelo non diventa vita è semplicemente inutile, resta solo un bel raccontino. Per molti, questo fu troppo e lo lasciarono, proprio come accade nelle nostre parrocchie. Siamo in buona compagnia...

Adulti
Gesù è stato deludente e deluderà sempre tutti quelli che sognano un Dio che risponde con miracoli, che ci lascia a bocca aperta, che ha nelle sue mani tutto e tutti. Dio ancora oggi delude chi lo cerca come un maghetto pronto a esaudire le nostre richieste, i nostri desideri.
Dopo le folle, dopo i discepoli, Gesù, si rivolge agli apostoli.
La cerchia si restringe sempre più. Dalla folla ai discepoli, dai discepoli ai dodici. Il momento è drammatico, anche i più vicini a lui potrebbero abbandonarlo. Forse pensava davvero di convertire la folla con l'amore. Che illuso. Era rimasto solo con quei dodici, chiunque se li sarebbe tenuti ben stretti, coccolati, e invece: «Volete andarvene anche voi?».
Sembra che Gesù suggerisca loro di tornare a casa e riprendere la vita di prima. Gli apostoli erano i suoi amici, la sua casa ma Gesù non si attacca a loro, non li lusinga. Gesù non abbassa il tiro per trattenersi almeno quelli della cerchia più intima. Noi avremmo agito così: come far ritornare la folla? Un altro miracolo! Sarebbero accorsi certamente ma non spinti dal cuore. Il figlio di Dio non trattiene quanti se ne vanno. Il maestro non ha mai trattenuto nessuno. Gesù lascia liberi. Dio lascia liberi. Perché l'Amore lascia liberi. Gesù non vuole con sé persone che non accolgano la pienezza del suo annuncio. Lui non indietreggia di un millimetro semplicemente perché non è il padrone della sua missione. Non è un battitore libero, perché annuncia in nome del Padre. Non siamo noi i padroni della messe, non siamo noi i possessori dell'annuncio.
La Bibbia è il libro delle domande. Gesù non suggerisce risposte, non impartisce lezioni ma ti porta a guardarti dentro. Ha capito perché le folle lo seguivano. Ha capito perché i discepoli lo seguivano. E tu amico lettore perché lo segui? Qual è il desiderio che ti muove?

Rischio
«Volete andarvene anche voi?». La domanda a questo punto nasce spontanea: se avessero detto “si” cosa avrebbe fatto Gesù? Noi non riusciamo forse a comprendere fino in fondo il rischio che si è preso il figlio di Dio perché rileggiamo la storia sapendo già il finale. Capite il rischio che ha corso? In caso di risposta affermativa sarebbe rimasto davvero solo compromettendo definitivamente la missione affidata dal Padre? Sì, amici. Avrebbe certamente continuato lo stesso la sua strada, da solo. Tra gli apostoli e la sua missione, Gesù non ha dubbi: sceglie la sua strada. Non ha paura di rimanere da solo.
​
Eternità
Ecco la risposta di Pietro a queste domande: «Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna».
Giovanni sembra riprendere in parte la confessione di fede a Cesarea di Filippo narrata dai sinottici. Dove possiamo trovare tanta luce, tanta pace, tanta verità, tanto assoluto? È davvero l'affare migliore della nostra vita. Le Sue sono Parole che portano vita! Danno vita al cuore, alla mente, allo spirito e creano cose che meritano di non morire.
Il discepolo, come Pietro, non sempre comprende tutto ma in fondo sa che conviene restare. Un giorno capirà. Ma tutto questo inevitabilmente non semplifica le cose ma le complica.
Pietro ci indica anche un metodo: «Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Prima c'è il credere poi il conoscere. E' necessario tornare a essere bambini i quali prima si fidano e poi lentamente conoscono. Le cose importanti della vita (il matrimonio, la consacrazione), si comprendono vivendole. Prima ci siamo innamorati e poi abbiamo iniziato a conoscere nostra moglie e nostro marito, un percorso che non avrà mai fine.
La solennità della formula fa intuire una delle prime “confessioni di fede”. Ma questa è la risposta di Pietro, non la nostra. Nessuno può credere al posto nostro. La Chiesa non può rispondere al mio posto. Ognuno di noi si trova personalmente al cospetto di Dio e deve rispondere alle domande del Vangelo.
La provocazione di Gesù («Volete andarvene anche voi?») è più attuale che mai. La Chiesa diviene sempre più una minoranza all'interno di un mondo globalizzato, che però è chiamata, a essere creativa, significativa, nella logica del sale, della luce e del lievito.
La bella notizia di questa Domenica? Le Sue sono parole dal sapore eterno perché donano eternità a tutto ciò che di bello l'uomo porta nel cuore.
Foto
LITURGIA  DELLA PAROLA
Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché tra le vicende del mondo
là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:  
Colletta
O Dio, nostra salvezza,
che in Cristo, tua parola eterna,
riveli la pienezza del tuo amore,
guidaci con la luce dello Spirito,
perché nessuna parola umana ci allontani da te,
unica fonte di verità e di vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Gs 24,1-2.15-17.18)
Serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio.

In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio.
Giosuè disse a tutto il popolo: «Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrèi, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».
Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.    

Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.    

Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA (Ef 5,21-32) 
Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa. 

Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. 
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. 
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!

VANGELO (Gv 6,60-69) 
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. 

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». 
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
0 Commenti

La Liturgia di Domenica 15 Agosto 2021

15/8/2021

0 Commenti

 
Foto
Foto
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA​ IN CIELO
===========================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
Oggi la Chiesa celebra l'Assunzione della Beata Vergine Maria. È una delle feste mariane più importanti e più antiche. Dopo aver vissuto su questa terra, la Madonna è stata assunta in anima e corpo alla gloria del Cielo. Era ben giusto che la Madonna raggiungesse la pienezza della gloria senza aspettare la fine dei tempi. La fede ci insegna che al termine della nostra vita l'anima riceve immediatamente la giusta retribuzione, mentre il corpo si dissolve nella tomba e solo alla fine dei tempi risorgerà per riunirsi all'anima. Per la Madonna non fu così: il suo corpo immacolato entrò subito nella gloria insieme all'anima. Pertanto, nella Vergine Maria assunta in Cielo noi contempliamo quella che sarà la sorte futura di tutti i redenti.

Era ben giusto che la Madonna fosse assunta in Cielo in anima e corpo, e questo per diversi motivi. Prima di tutto la Madonna è l'Immacolata, Colei che è stata concepita senza il peccato originale. Si sa che la corruzione del corpo che avviene dopo la morte è una conseguenza del peccato d'origine che ha lasciato delle conseguenze in ciascuno di noi. Gli unici ad essere esenti da questo peccato dei Progenitori furono Gesù, ovviamente, perché è il Figlio di Dio, la seconda Persona della Santissima Trinità, ed è quindi la stessa Santità; e Maria Santissima, l'Immacolata, la quale fu preservata dal peccato originale in vista della Redenzione operata dal Figlio.

Essendo immacolata, la Madonna non sarebbe dovuta nemmeno morire, dato che anche la morte è una conseguenza del peccato originale. Tuttavia, la Vergine Maria assomigliò in tutto al Figlio Gesù, il quale volle morire in croce per noi. Così anche Lei passò per la morte, ma la sua fu una morte unica, del tutto particolare, fu una morte d'amore. Era talmente grande l'amore che portava a Dio, amore che cresceva di giorno in giorno, che la sua anima benedetta non riusciva più a contenerne la piena, così che si staccò dal corpo e raggiunse il suo Gesù. Il suo corpo immacolato, secondo un'antica tradizione, fu posto in un sepolcro ma non conobbe la corruzione e, dopo pochi giorni, risorse glorioso ad immagine del corpo del Risorto Redentore, così da riunirsi all'anima ed entrare nella gloria eterna.

Vi sono altri motivi che resero sommamente conveniente l'Assunzione della Beata Vergine Maria in anima e corpo. Un motivo è quello della Maternità divina. Era ben giusto che Colei che diede alla luce Gesù nella povera grotta di Betlemme; che lo nutrì e allevò con tanto amore; che lo seguì fedelmente durante tutto il tempo della sua predicazione; che fu la sua più fedele discepola; e che stette intrepida ai piedi della croce, condividesse in corpo e anima la gloria del Figlio suo risorto.

Un altro motivo riguarda la sua radiosa Verginità. Per essere piena e profonda, la verginità della "Tutta Santa" non doveva conoscere il disfacimento del sepolcro. Il giglio purissimo della purezza di Maria non ha mai cessato di esalare il suo profumo ed anche ora, in Paradiso, è la gioia degl'Angeli e dei Santi.

La solennità di oggi è ricca di insegnamenti anche per la nostra vita cristiana. Innanzitutto, l'Assunzione di Maria al Cielo ci insegna l'altissima dignità che ha il nostro corpo: anch'esso è chiamato alla gloria del Paradiso. Il nostro corpo risorgerà solamente alla fine dei tempi, quando ci sarà il Giudizio universale, e si uniràall'anima per condividerne la sorte eterna: se l'anima è dannata, il corpo seguirà quella condanna; se l'anima è beata, esso risorgerà glorioso.

Impariamo fin da adesso a rispettare il nostro corpo e a non degradarlo con il peccato. L'uomo d'oggi esalta il corpo e i piaceri della carne. In realtà egli rende il proprio corpo schiavo delle passioni che lo abbruttiscono sempre di più. Contemplando l'Immacolata Assunta in Cielo, noi possiamo vedere la grande dignità dell'uomo e della donna. Se vogliamo raggiungere la gloria che già da ora risplende in Maria, dobbiamo amare e praticare la bella virtù della purezza.

Questa virtù forse è "fuori moda", ma rimane l'unica via per giungere alla comunione eterna con Dio. Quando a san Domenico Savio, giovane discepolo di Don Bosco, dicevano che non occorreva essere così mortificato negli occhi e che poteva anche vedere i divertimenti delle giostre, egli rispondeva che voleva mantenere puri gli occhi per poter vedere Gesù e Maria in Paradiso.

Un tempo si arrossiva anche per la più piccola immodestia, ora l'indecenza imperversa e a molti sembra quasi una cosa normalissima. Si è perso il senso del pudore e i mezzi di comunicazione (televisione, stampa, internet) propongono molto spesso "immondizia a basso costo". Per recuperare il senso cristiano della vita guardiamo con gli occhi del cuore la gloria della "Tutta Santa" Assunta in Cielo. Chiediamo a Lei un grande amore alla virtù della purezza e la grazia di rimanere fedeli in mezzo alle tante insidie di questa odierna società.
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA - MESSA DELLA VIGILIA
Colletta
O Dio, che volgendo lo sguardo
all’umiltà della beata Vergine Maria
l’hai innalzata alla sublime dignità di Madre
del tuo Figlio unigenito fatto uomo
e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile,
per sua intercessione fa’ che,
salvati per il mistero della tua redenzione,
possiamo essere da te innalzati alla gloria del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2)
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa.

In quei giorni, Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i levìti.
I figli dei levìti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei levìti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia.
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio.
Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 131)
Rit: Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza.

Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.

I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.

Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto».

SECONDA LETTURA (1Cor 15,54-57) 
Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.

Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!

VANGELO (Lc 11,27-28) 
Beato il grembo che ti ha portato!

In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA - MESSA DEL GIORNO
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima
l’immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio,
fa’ che viviamo in questo mondo
costantemente rivolti ai beni eterni,
per condividere la sua stessa gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Ap 11,19; 12,1-6.10)
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. 
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. 
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. 
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. 
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 44)
Rit: Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

SECONDA LETTURA (1Cor 15,20-26)
Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. 
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. 
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

VANGELO (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
​
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. 
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: 
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua
0 Commenti

La Liturgia di Domenica 8 Agosto 2021

8/8/2021

0 Commenti

 
Foto
Foto
XIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
===================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
"Ma chi ti credi di essere?". È una frase che, con un certo disappunto, rivolgiamo a una persona (a volte magari si tratta anche di un amico o di un familiare) che manifesta un certo senso di superiorità, magari anche con boria e superbia, spesso per via di atteggiamenti che pretendono avere il sopravvento sulla nostra vita, sulla nostra storia personale, sulle nostre scelte. Può anche darsi che ciò non venga fatto con malizia, specie se si tratta di un familiare stretto, che magari vuole condizionare le nostre scelte di vita in base al suo modo di vedere le cose, da lui ritenuto giusto. Sta di fatto, però, che la cosa ci procura un certo fastidio: se permetti, della mia vita faccio quello che desidero io, e non voglio essere condizionato da nulla e da nessuno sulle mie scelte. E soprattutto, non mi va che la mia vita possa essere intralciata, ostacolata, a volte ferita, dagli atteggiamenti in questo caso oppressivi e volutamente cattivi di chi non mi vuole per niente bene: cosa vuole questo qua da me? Chi si crede, appunto, di essere, o come può pensare di interferire nelle mie giornate, tanto da potermi condizionare la vita?
E quando questo "qualcuno" ha la "Q" maiuscola, in altre parole, quando è Dio che vuole condizionare la nostra vita e le nostre scelte, come la mettiamo? Non vi è mai capitato di dover dire a Dio "ma chi ti credi di essere"? Forse non con queste stesse parole, eppure credo che a volte ci venga proprio da chiedere a Dio cosa vuole da noi. A volte - e alcune persone più di altre - ci si sente non solo condizionati, ma addirittura presi di mira, bersagliati, quasi perseguitati dalle scelte che Dio fa sulla nostra vita. Certo, lui è Dio: ma siamo proprio convinti che questo lo autorizzi a fare della nostra vita ciò che egli vuole? Chi si crede di essere, quando ci toglie la salute, le forze, la voglia di vivere, gli affetti? Chi si crede di essere, quando pretende di scegliere lui per noi? Chi si crede di essere, quando ci chiede una vita di fede fatta di regole, precetti, comandamenti che tolgono la voglia di credere? Chi si crede di essere quando si dimentica che ci ha creati liberi, liberi anche di non credere in lui?
Sono domande forti, sfrontate, magari esagerate, che però riflettono bene due atteggiamenti molto presenti nella nostra vita di fede, e sono gli atteggiamenti che mi pare di vedere riflessi nelle letture di questa domenica. Da una parte Elia, che dice "basta" a un Dio che lo fa fuggire nel deserto senza acqua e senza cibo, e questo a motivo di una persecuzione a cui lo stesso Dio lo aveva sottoposto, chiedendogli di combattere contro la malvagità di una regina, Gezabele, che lo voleva morto per via della sua difesa della fede nel Dio d'Israele: quel Dio a cui ora Elia chiede di riprendersi la vita che gli aveva donato perché non ce la fa più a sentirsi perseguitato dagli uomini e dallo stesso Dio. Elia non vuole che Dio si senta autorizzato a trattarlo in quel modo, anche perché non si sente affatto migliore dei suoi padri.
Chi invece si sentiva come i propri padri, e quindi non accettava di dover mettere in discussione la propria fede, era quel gruppo di Giudei (e Giovanni con questo indica di solito le autorità religiose) che non smettono di affrontare Gesù sulla questione del "pane di vita disceso dal cielo" tanto centrale in questo capitolo 6 del quarto vangelo che sta occupando le liturgie domenicali delle nostre ferie. Qui, il "chi ti credi di essere" rivolto a Gesù non è lo stesso rivolto a Dio da Elia, il quale si sentiva da lui condizionato e addirittura perseguitato; qui si tratta di un vero e proprio interrogatorio, una sorta di giudizio rivolto a Gesù che pretende di farsi Figlio di Dio, di ritenersi più importante della loro religione, delle loro istituzioni, dei loro "padri", ossia di quegli uomini e di quelle donne che sotto la guida di Mosè avevano affrontato l'esodo e il deserto, nel quale Dio stesso li aveva nutriti con un vero e proprio pane disceso dal cielo, la manna di cui abbiamo ascoltato la narrazione domenica scorsa. La pretesa di Gesù di proclamarsi Figlio di Dio è per loro inaccettabile, tanto più che di lui conoscono la famiglia, il parentato, il vicinato, le origini non certo regali e ancor meno divine. Ciò che in realtà è ancor più inaccettabile è che Gesù possa insegnar loro un modo diverso, un modo nuovo di vivere la fede, ovvero quello che avvicina l'uomo a Dio in maniera diretta, immediata, senza cioè la mediazione delle istituzioni, della religione, della tradizione, di quel riferimento ai "padri" che spesso rischia di allontanare gli uomini da Dio (saranno le grandi questioni tra Gesù e i farisei sul tema delle tradizioni e della legge): non c'è più bisogno di mediazioni umane tra Dio e gli uomini, perché c'è un unico Mediatore, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che mette gli uomini in contatto diretto con Dio attraverso la sua persona, addirittura attraverso il suo corpo "mangiato" e il suo sangue "bevuto".
Vedremo come questo, ovviamente, scatenerà la reazione dei Giudei (ma anche della folla e dei suoi stessi discepoli), che riterranno inaccettabili queste affermazioni di Gesù. Così come ora non accettano che Dio si permetta di interferire direttamente nella loro vita eliminando il riferimento a una legge, a una tradizione, a un'istituzione religiosa che per loro era diventata più importante dello stesso Dio.
Al punto che, forse, ora toccherebbe a Dio chiedere ai Giudei (e a noi, quando ci comportiamo come loro): "Ma chi vi credete di essere?".
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
guidati dallo Spirito Santo,
osiamo invocarti con il nome di Padre:
fa' crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi,
perché possiamo entrare nell'eredità che ci hai promesso.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta  
O Padre,
che guidi la tua Chiesa pellegrina nel mondo,
sostienila con la forza del cibo che non perisce,
perché, perseverando nella fede e nell'amore,
giunga a contemplare la luce del tuo volto.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Re 19,4-8)
Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio.

In quei giorni, Elia s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve.
Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.    

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA (Ef 4,30-5,2) 
Camminate nella carità come Cristo. 

Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. 
Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

VANGELO (Gv 6,41-51) 
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. 

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
0 Commenti

La Liturgia di Domenica 1 Agosto 2021

1/8/2021

0 Commenti

 
Foto
AGOSTO:
MESE DEDICATO A DIO PADRE
​
In questo santo mese di Agosto, rinnoviamo il nostro affidamento consacrandoci totalmente a Dio

Consacrazione a Dio Padre
Dio, Padre Nostro, con profonda umiltà e grande riconoscenza ci apprestiamo al tuo cospetto e mediante quest’atto speciale di affidamento e di consacrazione poniamo la nostra vita, le nostre opere, il nostro amore sotto la tua paterna protezione.
Ardentemente desideriamo poterti conoscere ed amare sempre più.
Umilmente aneliamo poter accogliere in noi la tua bontà ed il tuo infinito paterno amore e di donarli ad altri.
Concedici, te ne preghiamo, la grande grazia di imparare ad amare sempre più il divin Cuore del tuo amatissimo Figlio e, così rafforzati dal tuo santo Spirito, poter glorificare sempre la tua paterna ed eterna bontà, o Padre infinitamente buono.
Santa Maria, figlia del Padre e nostra Madre Celeste, prega per noi. Amen.


Foto
Foto
XVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
====================================================

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
​Il nostro non è un Dio che ci risolve i problemi, anzi Gesù, che sa bene quello che sta facendo, mette alla prova proprio Filippo, realista e disincantato: è Gesù che gli chiede una mano, mentre Filippo è dal Maestro che si aspettava una soluzione: davanti alle nostre difficoltà Gesù ci rende capaci di intervenire e di cambiare la realtà, solo ci chiede un cuore di bambino capace di mettere in gioco quello che abbiamo dentro, come il ragazzo che offre la sua merenda, scintilla che fa esplodere il miracolo della moltiplicazione.

Gesù, però, visto che il suo miracolo è male interpretato, fugge. Dio fugge sempre dalle interpretazioni approssimative che lo riguardano, non si lascia mettere in gabbia. La gente lo cerca perché è stata saziata: vuole un Dio così, che ti metta al riparo dalla fatica, che esiga devozione e rispetto ma che mantenga i suoi sudditi. Gesù rimprovera la gente, deluso: voi mi state cercando perché vi ho saziati.
​
E noi: per quale ragione cerchiamo il Signore, cosa ci spinge a cercarlo? Forse perché siamo stati saziati nelle nostre preghiere, nei nostri desideri? La folla reagisce: va bene, dicci tu cosa dobbiamo fare! Gesù scuote la testa: il discepolato non è "fare" ma "credere", la nostra religiosità non si esaurisce nel "fare" devozioni, preghiere, ritualità, ma nel credere.

E' un atteggiamento interiore di conversione quello che Gesù chiede, non un'appartenenza esteriore. La folla continua: facci un altro segno, come Mosé diede la manna. Povero Gesù! E poveri noi! Di quanti segni abbiamo ancora bisogno, di quante testimonianze per credere, infine? Forse che Dio non ci ha colmato a sufficienza di misericordia e di grazia? No, sempre bisognosi di conferme continuiamo a chiedere dei segni. Gesù invita a riflettere: non è una fede fatta di segni che ci salva, ma una fede che sazia il cuore, la presenza del Signore Gesù che si dice l'unico capace di saziare la nostra fame profonda.

Ricordiamocelo, amici, quando pensiamo che per saziare la nostra fame abbiamo bisogno di più soldi, di più ferie, di più emozioni: Gesù pretende di essere l'unico capace di saziare ogni nostro più profondo desiderio.

Vedete, amici, quante riflessioni a partire dalla pagine di oggi?

Riprendiamole brevemente: Gesù scappa dalla folla che lo vuole incoronare re: chi non voterebbe un governo che invece di imporre le tasse offra del denaro? Ma Dio non è così: il gesto del Signore che è stato l'insegnamento di una condivisione che porta beneficio per tutti, è stato letto nel suo esatto contrario, Gesù è un guru capace di fare cose straordinarie... al posto mio. Per cosa cerchiamo Dio? Quale ragione ci spinge nella nostra ricerca? Deciserio di serenità? Desiderio di bene? Oppure qualche soddisfazione terrena che riteniamo indispensabile alla nostra felicità e che Dio – accidenti a lui – per qualche misteriosa ragione si rifiuta di darmi? Gesù è consapevole che solo un' attenta ricerca nella nostra vita ci può portare alla sazietà del cuore.

Gesù, poi, ci ricorda che essere cristiani non consiste nel "fare" o "non fare" determinate cose, ma nel credere in lui, nel credere che Gesù è la rivelazione definitva del volto di Dio. Ma se davvero crediamo questo, amici, smettiamo di correre dietro a un'idea di Dio fasulla e approssimativa, fidiamoci davvero di lui e del Dio che è venuto a svelare. Impariamo poi a leggere i segni che continuamente ci vengono donati e che testimoniano dell'amore di Dio verso ciascuno di noi. Gesù è il solo che può saziare il mio cuore: tutte le gioie umane, legittime e che vanno vissute nella gratitudine, non riusciranno mai a colmare quel desiderio del nostro cuore che è il bisogno di infinito.
​
Vale la pena – allora – di puntare nella giusta direzione: se crediamo davvero che riempiendoci di lavoro e di benessere cambieremo la nostra vita, ammonisce il Signore, occorre restare prudenti e puntare più in alto, cioè dentro. Giovanni, come vedete, non scherza quando ci racconta di ciò che è accaduto dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci.

E non è finita...
Foto
LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Mostra la tua continua benevolenza, o Padre,
e assisti il tuo popolo,
che ti riconosce creatore e guida;
rinnova l'opera della tua creazione
e custodisci ciò che hai rinnovato.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure: 
Colletta 
O Dio, che affidi al lavoro dell'uomo
le risorse del creato,
fa' che non manchi il pane sulla mensa dei tuoi figli,
e risveglia in noi il desiderio della tua parola.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Es 16,2-4.12-15)
Io farò piovere pane dal cielo per voi.

In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. 
Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”».
La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo». 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 77)
Rit: Donaci, Signore, il pane del cielo.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto.

Diede ordine alle nubi dall’alto
e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo.    

L’uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
Li fece entrare nei confini del suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato.

SECONDA LETTURA (Ef 4,17.20-24) 
Rivestite l’uomo nuovo, creato secondo Dio. 

Fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri. 
Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità

VANGELO (Gv 6,24-35) 
Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! 

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

1-2 AGOSTO 2021
INDULGENZA PLENARIA DEL SANTO PERDONO DI ASSISI
Foto
COME SAN FRANCESCO CHIESE ED OTTENNE L'INDULGENZA DEL PERDONO
Una notte dell'anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!

Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe".

"Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza".

E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indulgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni, ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: "Come, non vuoi nessun documento?". E Francesco:"Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".

COME OTTENERE L'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI (Per sè o per i defunti)
Dal mezzogiorno dell'1 agosto alla mezzanotte del giorno seguente (2 agosto), oppure, col permesso dell'Ordinario (Vescovo della Diocesi), nella domenica precedente o seguente il 2 agosto si può lucrare una volta sola l'indulgenza plenaria.

CONDIZIONI RICHIESTE
1 - Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l'indulto e recita del Padre nostro (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del Credo (dove si rinnova la professione di fede);
2 - Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
3 - Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica;
4 - Una preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un Padre nostro e un'Ave Maria o altre preghiere a scelta), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice;
5 - Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.

Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti (8 gg) a quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.

L'INDULGENZA: che cosa è?
I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l'equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche ma riparazione del disordine provocato, che di solito continua a sussistere. In questo impegno di purificazione il penitente non è isolato. Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per cui la santità di Cristo e dei santi giova anche a lui. Dio gli comunica le grazie da altri meritate con l'immenso valore della loro esistenza, per rendere più rapida ed efficace la sua riparazione.

La Chiesa ha sempre esortato i fedeli a offrire preghiere, opere buone e sofferenze come intercessione per i peccatori e suffragio per i defunti. Nei primi secoli i vescovi riducevano ai penitenti la durata e il rigore della penitenza pubblica per intercessione dei testimoni della fede sopravvissuti ai supplizi. Progressivamente è cresciuta la consapevolezza che il potere di legare e sciogliere, ricevuto dal Signore, include la facoltà di liberare i penitenti anche dei residui lasciati dai peccati già perdonati, applicando loro i meriti di Cristo e dei santi, in modo da ottenere la grazia di una fervente carità. I pastori concedono tale beneficio a chi ha le dovute disposizioni interiori e compie alcuni atti prescritti. Questo loro intervento nel cammino penitenziale è la concessione dell'indulgenza. (C.E.l., Catechismo degli adulti, n. 710)

Per saperne di più: https://perdonodiassisi.org/

​
Clicca qui per il programma del PERDONO 2021
​Clicca qui per per accedere alla webcam della Porziuncola
​
Sarà possibile seguire tutti i principali eventi in diretta mediante la WebTV della Porziuncola,
dalla 
App gratuita “Frati Assisi” e dai Canali social “FratiAssisi” Facebook e Youtube ​
0 Commenti

    Feed RSS

    Archivi

    Luglio 2022
    Giugno 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Giugno 2014
    Maggio 2014
    Aprile 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014

Foto