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La Liturgia di Giovedi 11 Ottobre 2018

10/10/2018

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Foto
11.10.2018 - Giovedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, fonte di ogni bene,  
che esaudisci le preghiere del tuo popolo  
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,  
effondi su di noi la tua misericordia:  
perdona ciò che la coscienza teme  
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gal 3,1-5)
È per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede?

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso! 
Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne? Avete tanto sofferto invano? Se almeno fosse invano! 
Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede?

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Lc 1)
Rit: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo.

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. 

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. 

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

VANGELO (Lc 11,5-13) 
Chiedete e vi sarà dato. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: 
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola del Signore

Commento
Dopo avere insegnato ai discepoli quali parole usare per pregare, il Maestro ora insegna con che spirito farlo. La splendida parabola dell'amico importuno che bussa alla porta del vicino per chiedere del pane per gli ospiti inattesi ci dice che la preghiera è una questione di insistenza e di abitudine in senso positivo. Non di insistenza nel senso che si tratta di rompere le scatole a Dio finché non ci esaudisca, come solo certi bambini sanno fare con i propri genitori, ma insistenza verso noi stessi, mettendo la preghiera al centro della nostra vita interiore, coltivandola quotidianamente, anche solo per pochi minuti, per formarci ad una sana abitudine (l'abitudine viene da habitus, un modo di essere, non solo esteriore ma anche relativo al carattere, all'atteggiamento interiore, alla disposizione naturale dell'animo). La nostra preghiera non deve essere estemporanea, rarefatta, ma rivestirci e animarci come qualcosa di essenziale alla nostra vita. In aggiunta alla preghiera del Padre nostro, non importa quali siano le altre parole che usiamo: la preghiera può essere una lode, una richiesta, un'intercessione... l'essenziale è che ci rivolgiamo ad un padre che già ci conosce e sa bene di cosa abbiamo bisogno e che sa se ciò che stiamo chiedendo è per il nostro bene.

Foto
Oggi 
SAN GIOVANNI XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli), PAPA
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Grado della Celebrazione: Memoria facoltativa
Colore liturgico: Bianco

Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte (Bergamo) nel 1881. A undici anni entrò nel seminario diocesano di Bergamo per gli studi classici e filosofici, e successivamente fu alunno del Pontificio Seminario Romano. Fu ordinato sacerdote nel 1904. Segretario del Vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi, nel 1921 iniziò il suo servizio presso la Santa Sede come presidente per l'Italia del Consiglio centrale della Pontificia Opera per la Propagazione della Fede; nel 1925 come Visitatore Apostolico e successivamente Delegato Apostolico in Bulgaria, nel 1935 come Delegato Apostolico in Turchia e Grecia, e nel 1945 come Nunzio Apostolico in Francia. Nel 1953 fu creato cardinale e nominato poi Patriarca di Venezia. Alla morte di Pio XII fu eletto Papa nel 1958; durante il suo pontificato convocò il Sinodo Romano, istituì la Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico, convocò il Concilio Ecumenico Vaticano II. Morì la sera del 3 giugno 1963.
È stato beatificato il 3 settembre del 2000 e canonizzato il 27 aprile 2014.

Orazione
Dio onnipotente ed eterno, che in San Giovanni, papa, hai fatto risplendere per tutto il mondo l’esempio di un buon pastore, concedi a noi, per la sua intercessione, di effondere con gioia la pienezza della carità cristiana. Per il nostro Signore.

PRIMA LETTURA 
Ez 34, 11-16
Come un pastore passa in rassegna il suo gregge così io passerò in rassegna le mie pecore 
SALMO RESPONSORIALE
Sal 22 (23)
Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
VANGELO
Gv 21,15-17
​Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore

Commento
l messaggio di Papa Giovanni XXIII è anche oggi di un'attualità straordinaria. La sua vita, i suoi discorsi e i suoi gesti ci portano al cuore della fede e al cuore dell'impegno cristiano.

Come sappiamo, una delle decisioni più importanti di Papa Giovanni fu quella di convocare il Concilio Ecumenico Vaticano II, che fu inaugurato l'11 ottobre 1962 qui in questa Basilica di San Pietro. Io ero presente (anzi per una circostanza fortuita fui io a organizzare la distribuzione ai Padri Conciliari dei primi documenti del Concilio "sub peculiari secreto"!) e ricordo tutto il dipanarsi della giornata fino alla straordinaria conclusione in Piazza San Pietro, sotto i raggi della luna.

Potremmo rievocare tanti episodi e insegnamenti di Papa Giovanni, ma io intendo riprendere oggi alcuni pensieri che possono giovare alla nostra vita personale ed al nostro rinnovamento spirituale.

La Chiesa per lui ha un volto materno: il suo compito è quello di avere "braccia aperte per ricevere tutti". È una "casa per gli altri" che "vuol essere di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri, come la fontana del villaggio", senza distinzione di razza o religione.

La sua santità e la sua saggezza umana è espressa tanto bene in quello che è chiamato "il decalogo della quotidianità di Papa Giovanni XXIII":

1) Solo per oggi, cercherò di vivere alla giornata (in senso positivo), senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.

2) Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

3) Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.

4) Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.

5) Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell'anima.

6) Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

7) Solo per oggi, farò almeno una cosa che non avrei gusto di fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.

8) Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l'indecisione.

9) Solo per oggi, crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo.

10) Solo per oggi, non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà. Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.

In conclusione: un proposito totalitario: "Voglio essere buono, oggi, sempre, con tutti".

Così potremmo realizzare l'auspicio che Papa Giovanni formula per ogni cristiano: "Ogni credente, in questo mondo, deve essere una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore nella massa: e tanto più lo sarà, quanto più, nella intimità di se stesso, vive in comunione con Dio".
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