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La Liturgia di Domenica 29 Agosto 2021

29/8/2021

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XXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
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Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
Da chi andremo, Signore? Dopo l'estenuante riflessione scaturita dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci nel Vangelo di Giovanni siamo arrivati ad un bivio: lo vogliamo davvero un Dio così? Come Pietro siamo stati invitati ad andare all'essenziale della nostra fede, a chiederci se esiste, nella nostra vita, una concreta possibilità di vivere senza Cristo.
Siamo finalmente usciti dal pantano teologico di Giovanni per entrare nel vespaio di concretezza di Marco: forse era meglio prima! Un aspetto lega, però, i due autori: la descrizione di un Gesù esigente che non fa sconti a nessuno.
E la domanda, forte, imperiosa, che ci raggiunge: chi è davvero, Gesù di Nazareth?
Il tema del vangelo di oggi riguarda un atteggiamento spesso diffuso fra chi crede: la distinzione fra "puro" e "impuro".

Perushim
In Israele era fondamentale la distinzione fra ciò ch era legato a Dio e ciò che non lo era, fra il "puro" e ?"impuro". A noi fa strano, oggi, ma era fondamentale capire cosa distingueva un atteggiamento che avvicinava alla luce da un altro che ne allontanava. E, così, le norme sulla purità rituali erano precise e minuziose, a volte anche troppo.
Il Levitico proibisce di raccogliere il frutto di una terra conquistata per almeno cinque anni, aspettando che si purifichi! Gesù, invece, pare poco sensibile a queste questioni rituali, accusando di ipocrisia chi le praticava. Gesù vede nella distinzione fa "puro" e impuro" alcuni grossi inconvenienti.

Rischi
Il primo è evidente. Se ci arroghiamo noi il diritto di distinguere, rischiamo di bollare le persone dall'esterno, di dividere il mondo far buoni e cattivi. Noi, casualmente, sempre dalla parte dei buoni.
Se pensiamo davvero di essere a posto, in regola, allora cogliamo in fallo coloro che sono fuori dalla regola. E li giudichiamo. Gesù, invece, chiede di astenersi dal giudizio, lasciandolo a Dio che, solo, conosce il cuore delle persone.
Gesù se la prende con i farisei, i buoni ebrei devoti suoi contemporanei, gli ultras della fede, i migliori, che lo accusano di non osservare scrupolose norme rituali prima del pranzo.
Gesù approfitta della provocazione per inquadrare la situazione: andate all'essenziale, ipocriti, è inutile osservare piccole scrupolose norme scordandosi la misericordia!
Per molti, ancora oggi, credere significa fare o, meglio non fare, qualcosa.
Sbagliato; credere è, anzitutto, incontrare una persona, Gesù, che sconvolge la vita e fa cambiare atteggiamento.
Gesù lo sottolinea: i farisei si impegolano in piccole cose rituali trascurando l'essenziale, filtrano il moscerino e ingoiano il cammello.

Parola di Dio?
Il secondo rischio è quello di spacciare le buone e sante tradizioni degli uomini come divine. Dei dieci precetti dati da Dio a Mosè se ne aerano aggiunti oltre seicento, così, per gradire. Gesù contesta le tradizioni volute dagli uomini e attribuite e Dio, per fare maggiore autorevolezza.
Il cuore puro è una richiesta divina, le estenuanti abluzioni, no.
Quante volte, ancora oggi, vedo nelle parrocchie persone che difendono le tradizioni (sane e sante) come volontà divina!
Dobbiamo saper distinguere bene cosa è Parola di Dio e cosa è abitudine consolidata, senza mai mescolare i piani.

L'impuro
Di più: se Dio è diventato uomo, come capiranno i discepoli, tutto è purificato.
Nessuna prescrizione o bevanda proibita, ma un cuore libero che incontra Dio è essenziale.
Gesù si mischia, si sporca le mani, gioisce di ogni legittima gioia godendone e ringraziando il padre, è accusato, addirittura, d essere un mangione un ubriacone...
La distinzione fra puro e impuro è colmata perché Dio l'ha colmata.
Tutto ci conduce a Dio, dipende dal cuore con cui lo viviamo.

Solo un cuore che veramente incontra Dio può, alla fine, porre gesti che desiderino realmente incontrarsi con Lui. Solo un cuore toccato diventa un cuore convertito. Allora, e solo allora, i gesti acquistano significato.
Allora, e solo allora potremo vivere la riconciliazione come festa, il perdono come regalo.
Ho davvero paura di una fede che si riduce a moralismo.
E credo che il grosso rischio della nostra fede, oggi, sia proprio questo, diventando perciò improponibile alle nuove generazioni.
Quando dico a un giovane: "non fare così", mi chiede sempre: "Perché no?".
Cosa rispondere? Perché è così e non si discute? Perché si è sempre fatto così?
No, non serve, non aiuta, butta ancora più nello scoraggiamento, allontana dalla fede.
L'unica risposta è: "perché Gesù è venuto a raccontarci il vero volto di Dio e il nostro vero volto, ci insegna ad essere autenticamente uomini e donne. Facendo ciò che stai facendo stai dando il peggio di te e, come se non bastasse, non ottieni la pienezza della felicità. Prova a scoprirlo da te, leggendo il Vangelo".
Il Signore non ha bisogno di belle mascherine, ma di figli, non di giusti ma di peccatori riconciliati.
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LITURGIA  DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente,
unica fonte di ogni dono perfetto,
infondi nei nostri cuori l'amore per il tuo nome,
accresci la nostra dedizione a te,
fa' maturare ogni germe di bene
e custodiscilo con vigile cura.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta  
Guarda, o Padre,
il popolo cristiano radunato nel giorno memoriale della Pasqua,
e fa' che la lode delle nostre labbra
risuoni nella profondità del cuore:
la tua parola seminata in noi
santifichi e rinnovi tutta la nostra vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Dt 4,1-2.6-8)
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando … osserverete i comandi del Signore.

Mosè parlò al popolo dicendo: 
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. 
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. 
Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. 
Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?». 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 14)
Rit: Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore, 
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.    

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. 

SECONDA LETTURA (Giac 1,17-18.21-22.27) 
Siate di quelli che mettono in pratica la Parola. 

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. 
Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

VANGELO (Mc 7,1-8.14-15.21-23) 
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini. 

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». 
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». 
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
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