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27.7.2015 - Lunedì XVII settimana del Tempo Ordinario - Anno I - Rito Romano

26/7/2015

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Immagine
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27.7.2015 - Lunedì della XVII settimana del Tempo Ordinario - Anno I - Rito Romano
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

O Dio, nostra forza e nostra speranza, 
senza di te nulla esiste di valido e di santo; 
effondi su di noi la tua misericordia 
perché, da te sorretti e guidati, 
usiamo saggiamente dei beni terreni 
nella continua ricerca dei beni eterni. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA
 (Es 32,15-24.30-34)
Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d’oro.

In quei giorni, Mosè si voltò e scese dal monte con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall’altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole.
Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè: «C’è rumore di battaglia nell’accampamento». Ma rispose Mosè:
«Non è il grido di chi canta: “Vittoria!”.
Non è il grido di chi canta: “Disfatta!”.
Il grido di chi canta a due cori io sento».
Quando si fu avvicinato all’accampamento, vide il vitello e le danze. Allora l’ira di Mosè si accese: egli scagliò dalle mani le tavole, spezzandole ai piedi della montagna. Poi afferrò il vitello che avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell’acqua e la fece bere agli Israeliti.
Mosè disse ad Aronne: «Che cosa ti ha fatto questo popolo, perché tu l’abbia gravato di un peccato così grande?». Aronne rispose: «Non si accenda l’ira del mio signore; tu stesso sai che questo popolo è incline al male. Mi dissero: “Fa’ per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quell’uomo che ci ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. Allora io dissi: “Chi ha dell’oro? Toglietevelo!”. Essi me lo hanno dato; io l’ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello».
Il giorno dopo Mosè disse al popolo: «Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa». 
Mosè ritornò dal Signore e disse: «Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d’oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... Altrimenti, cancellami dal tuo libro che hai scritto!». 
Il Signore disse a Mosè: «Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me. Ora va’, conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco, il mio angelo ti precederà; nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato».

SALMO RESPONSORIALE
 (Sal 105)
Rit: Rendete grazie al Signore, perché è buono.

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia, davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.

VANGELO
 (Mt 13,31-35) 
Il granello di senape diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami. 

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Commento

La prima lettura di oggi mette in risalto un contrasto che deve provocare in noi una vera conversione: è il contrasto stridente fra l'atteggiamento di Aronne e quello di Mosè. 
Aronne è stato complice dell'idolatria del popolo, è stato lui ad organizzare le cose e a rendere possibile la realizzazione del vitello d'oro. Ma quando Mosè gli domanda: "Che cosa ti ha fatto questo popolo, perché tu lo hai gravato di un peccato così grande?". Aronne si discolpa e getta tutta la colpa sul popolo: "Tu stesso sai che questo popolo è inclinato al male. Mi dissero: Facci un dio...". 
Mosè invece, che non è stato per niente implicato in questo peccato di idolatria, che anzi è stato preso da profonda ira al vedere il vitello e il popolo in festa ("L'ira di Mosè si accese dice la Scrittura scagliò via le tavole; afferrò il vitello e lo bruciò nel fuoco"), davanti al Signore si fa intercessore: "Se tu perdonassi il loro peccato!", solidale con il suo popolo peccatore: 
"Se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!". E innocente ma è pronto a prendere su di sé il castigo: 
"Cancellami dal tuo libro!", disposto ad essere rigettato da Dio per ottenere che il popolo sia perdonato. 
È una lezione fortissima per noi, perché spontaneamente noi ci separiamo sempre dal peccato altrui. Pur non essendo certo del tutto innocenti, non vogliamo essere puniti con chi ha peccato. Loro devono portare la pena di quello che hanno commesso; noi siamo "i buoni", i giusti, quelli che piacciono al Signore. E invece per piacere a Dio dobbiamo farci solidali con i peccatori, portare con loro il castigo del loro peccato. Ciò che MoIsè ha proposto a Dio di fare, Gesù lo ha effettivamente compiuto: e~li, l'Innocente, ha preso su di sé il peccato di tutti noi. E l'agnello innocente che si è caricato delle nostre colpe, è colui che come dice san Paolo è diventato "maledizione" per liberare noi dalla maledizione del peccato. Una condizione necessaria e sempre difficile da accettare è soffrire il castigo meritato da altri. ~Sono tanti i cristiani che si ribellano quando devono soffrire qualcosa e si chiedono: "Che cosa ho fatto a Dio? Perché mi manda questa prova?". Dovrebbero invece contemplare Gesù sulla croce e riflettere su questo esempio di Mosè. "Se tu perdonassi il loro peccato... e se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto".
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